Critica Sociale - anno XXXIX - n. 17 - 1 settembre 1947

318 CRITICA SOCIALE si e visto, i provvedimenti non vennero. Succedette un breve periodo di crisi e poi ·nell'agosto del 1946 la svalu– tazione riprese con maggiore intensità, denunciando chia– ramente una crisi di fiducia, un diffuso scetticismo nei riguardi ìlegli organi governativi. A metà settembre 1946 venne pubblicato in forma ufficiosa ' dal Ministro delle Finanze (Scoccimarro) il testo del progetto di •decreto della imposta straordinaria sul patrimonio e della impo– sta sugli incrementi patrimoniaÌi. Senonchè nel frattempo le classi ricche avevano rialzato la testa e si erano orga– nizzate. Il progetto Scocciman-o non fu nemmeno. mai sottoposto al Consiglio dei Ministri per l'apl?rovazione. La struttura tecnica delle due imposte progettate non aveva nulla di originale, in quanto sostanzialmente il pro– getto ricalcava la via dei due decreti 22 aprile 1920 n. 494 e 495, con ciò però che il progetto toglieva di mezzo alcuni dei più gravi difetti dei citati decreti del 1920. In fatti, ment~e nei decreti del 1920 praticamente il con– tante, i depositi bancari e quelli presso privati e i, titoli al portatore privati e pubblici sfuggivano alla imposta, nel progetto' Scoccimarro l'applicazione .della imposta era abbinata al cambio della moneta (art. 35), i conti corre11ti presso aziende e istituti di credito erano bloccati (art. 34), tutti· i- titoli al portatore pubblici e privati dovevano essel·e 1 depositati sotto pena di avocaz_ione allo Stato (art. 33). Queste riforme rispondevano ad un principio di giustizia così ovvio ed elementare che nemmeno gli organi ufficiali della reazione ebbero il coraggio di validamente contra– starle: le éritiche si appuntarono particolarment,:, sulla misura della aliqu1>ta (dal 10 al 100 per cento) e sul termine del' pagamento (uno o due anni). Ma, se la lotta' ·aperta contro ,il decreto fu pressochè inesistente, quella sotterranea fu durissima e prevalse. Passò tutto il 1946, passarono i primi mesi del 1947 e proprio quando comin• ciarono a farsi sentire i prodromi della crisi economica, caratterizzata dall'arresto delle esportazioni specialU:ente nel campo dei tessili, i cui prezzi interni erano saliti di un 25-30 per cento al di sopra del livello dei prezzi internazionali, proprio allora fu p~bblicato il.. Decreto Legislativo del Capo Provvisorio dello Stato 29 1 Marzo i941 n. 143. Et mons pep~rit... ·, Cosa sia la nuova e· tanto lungamente ponzata inipo'sta patrimoniale tutti sanno e non è certo· nostra intenzione di pro.cedere ad una analisi dell'e singole disposizioni della legge, Ci interessa soltanto far pres·ente che, nei ~on• fronti del progelto Scoccimarro, il decreto .Campilli si appalesa talmente addomesticato ed evirato da lasdar pen• sare che si sia 'ceduto a pressioni extra_parlamentar:i. Qualche esempio. Secondo l'art. 33 del decr~to il· contri– buente do.vrehbe indic~re il contante in Possess~ al 28 marzo 1947, il saldo attivo dei suoi conti correnti presso banche, i' titoli al portatore pubblici .e privati. Senonchè, poic);,è è stato definitivamente rinunciato al cambio della moneta, poichè non si è voluto procedere alla stampiglia– tura dei titoli al portatore e poichè infine non ci si è decisi a, richiedere agH istituti di credito pubblici e pri– vati e alle aziende. la denun~ia del saldo· d"i c~nti correnti al 28 Màrzo 1947, praticamente, il contante, il debito· pub– blico, i conti correnti presso gli istituti' di• credito e le · aziende e i titoli al portatore sfuggiranno alla denunzia. Si tratta di un patrimonio mobiliare oscillante fra i 2000 e i 3000 miÌiardi che, contro ogni senso di perequazione e di giustizia tributaria, sfugge alla imposta. Ciò· è stato tanto sentito ·che il decreto ha -dovuto stabilire una pre– sunzione assoluta,· quella cioè che in ogni patriµionio di . contribuente sussista una quota di im 5 per cento costhuita da denaro, da depositi e da titoli di ,credito al portatove (art .. 25), presunzione questa che è ad un tempo implicita confessionè di imp,ote,nza e consacrazione di un'altra ingÌl\· stizia, perchè . ia percentuale di denaro, di depositi e di titoli al portatore è ben lontana dall'essere eguale in tutti i p3trimoni, e varia anzi in misura che può andare dal 2-3 all'80 e più per cento. · ENZO MAS.SARANI (Conl!Ìn'Ua) , BibliotecaGino Bianco Lariforma penale L'artì,cof-0, che segue de,/ compagn,o, Pun:ro non contiene, se non rapidissimz1 accenni a proposte con– ?retei d! rif?r"}e, !leqissar,ie n,e,Nqi legge 1/enare; ma ha 1[ pregzo• dz N.chzamare -lattenz1on,e SO'Praun proble– ma ,il cuz alto e .urgenti! ir~(er~sse ness_uno cer/o. po. trebbe disconoscere. Rzchzamzruno, qumdi su d1 iw;– so l'attenzione dei' nosfr•t lettori e ci auguriamo, che altri compagni) versati anch'essi in matuiOJ vogliano pre,n'del"'e a discutere l'argome•nto sutle nostre · co· fonne. La C. S. Senibr~ quasi incredibile che ad. oltre due anni dalla liberazione ed a circa quattro dal!a nresa di potere del primo governo democratico a sud ilella linea gotica, la '~iustizia penale -cqntinui ad essere amministrata secondo j codici fascisti, la cui spa– vento'sa iniquità è tale che nel 1937 la Corte ,d,i As– sise di Harrar, chiamata a giudicare una donna in– d.igena, rHenne più umano applicare •il codi.ce del Negus! Chiunque abbia familiarità con tale materia si rende agevolmente ,conto che iJ lavoro di compila-– zfone dei codici di diritto. e procedura penale non ,s'improvvisa nè si ,porta a tertn'ine in pochi mesi, anzi, perchè venga fuori. un'opera degna, occorre più di quaLche anno alla sua' com_pilazione. Qùindi nes– suno oserebbe pretendere che nuo-vi codici potesse-. ro già andare in vigore al momento deila, liberazio– ne. anche perchè in Italia è tutt'altro che sopHo il ·dissidio fra classici e positivisti circa_ il fondamen– to del diiritto di punire e circa quindi tutta l'impo– stazione da dare al problema penale; iJ che implica no'tevole difficoJtià nella compilazione di un'opera di ,tal gimere. 1 Sarebbe far della demagogia ili non porre in rHie– vo come i v.ari governi che si sono succeduti in que– sti due ann.i abbiano mod,ificate alcune disposizio•· ni partic;olarmenfe in1que. E così, ad esempio, è stata abolita la pen::. di morte, ripristinato, ,in un ar– tico.Io 62 bis, il dfritto del magi,strato di con.cedere le ciroosfanze attenuànt,i generiche, vietato che il formo per misure di, pubblica sfourezza sun~ri i 7 gi-ornti..Ma tutto .ciò. è avvenuto in modo· farragi– noso, senza guida dottrinaria alle varie riforme, sen– ·za un fondamento logico e giuridico e creando per di più una serie di dispo,sizioni talvolta l'una in c;on– trasto ,con 'l'altra. Inoltre, ,ed è questo il nostro vero dis'appunio;' nes· suno dei guardasigilli finora Sl:lccedutisi al governo ha avuto. l'elemen.tare ide.a di 1rnminare una <rnm– missione di giuristi -che ip..iziasse•· la prepa,razione deti.progetti di nuovi codiici da presentare alla Came– ra leg,islativa non a_ppena verrà eletta, perchè noi pensiamo •che,.'se i problemi economici e della' ri– costruzione sono di capitale importanza, quello della giustizia non lo è di meno, se è vero che il grado di ,civiltà di Hn p0po.Io si ooisura an.che dal modo con cui J!)resso di esso si amministra 'la giustizia. Questa esigenza di una -radi-cale riforma della nostra legislazione penale è intesa non solo dai cultori del d-iritto, ma dallo stesso popolo, che non riesce a ren– dersi cònto di -certe bestiali e medioevali sentenze di cui aoii lia colpa- la magistratura ma la legge che ·vige. E' noi crediamo che iJJ. nostro pa 1 rti.to debba: asi;e– gnarsi fra d com_pJ.tiimmediati anche quello di, pr-0- muovere una riforma di tutto i] sistema .penale ita– liano. non escluso, anzi in primo• luogo, deUa parte che rigùarda l'esecHzione de.Jla pena. Spelta al Grup– po Parlamentare i'! comP.ito di chiedere al Ministro di Grazia e Giust.izia la nomina di una commissione di tecnici che metta finalmente ma:no all'ardua fa. tica. !Non è cell"to qui ,il caso d!i a,tta.rdarsi sul.la com– posizione di ima tale commissione, ,nè sul metodo che essa dovrebbe seguire nei su0i lavori: la materia è troppo tecµica percliè possa interessare una gran' parte del pubbl;co. · Tuttavia aèCenniamo a du,e criteri che occorre, secondo noi, segaire. ll primo è quello di far largo posto, nella commissione ai pratici e, quh1di, sopra-

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