Critica Sociale - anno XXXIX - n. 6 - 16 marzo 1947

90 CRITICA SOCIALE Potenze. Il Bevin non giunge però a questa conclu– sione e ritiene che ~li altri Stati possano avere spe– ranza di aver eliminato il pericolo se, dopo aver col– pito tutti i capi del militarismo tedesco e. del movi– mento junker, avranno dato ali.a Germania ~na co– stituzione federale che abbatta per sempre 11prus– sianesimo e avranno posto le basi per la_crea_zion~ in Germania di una autentica democrazia, a1 cm principi solo nello spazio di una generazione il J?O– polo tedesco potrà però essere educato: 11che com– cide con la proposta, già da più mes:i formulata dal– l'Ingl\ilterra, di limitare a 25 anni il controllo in– teralleato sulla Germapia. E' evidente però che le. conclusioni non si accor– dano facilmente con la premessa e che Bevin ha do– vuto pervenirvi per non dichiarare il fallimento di ogni speranza di instaurazione di un regime demo– ·cratico nel cuore dell'Eur.opa e nei rapporti tra gli Stati. Certamente la Francia da una parte e la Russia dall'altra, direttamente confinanti con la Ger– mania, giungeranno a diverse conclusioni; e sebbe– ne la Russia da tempo protesti contro Inghilterra ed America, perchè esse non hanno ancora sufficiente– mente ridotto il numero delle loro unità militari nella Germania occidentale, r10n è certo disposta a ridurre la sua ingerenza nelle· terre della Germania 1 orientale, chiuse oggi ad ogni controllo delle altre Potenze, nelle quali pertanto la Russia può svolgere ·Ja sua politica con illimitata libertà e sovranità. Ed essa non si riterrà sufficientemente sicura, nè riter– rà di av'er svolto tutto il suo programma, se anche sarà riuscita, con le riforme di struttura ·economi– e-. e sociale, ad abbattere il potere delle c;lassi de– tentrici del capitale, nazionaliste e reazi@narie, e ad affidare la direzione del governo a uti ceto politiw, che da comunanza di ideologie e dalle ragioni di difesa del predominio politico conquistato per opera della Russia sia disposto ad uniformarsi in tutto al– le direttive di questa. E' certo !'.intuizion e di questo pericolo che ha spinto Bevin a limita.re di molto le conclusioni che potevano trarsi dal suo grido di 'al– larme. Ma i rimedi coi quali egli spera (o dice di spe– ,rare) che potranno· essere eliminati i motivi della più grave inquietudine non troveranno concordi i Grandi adunati a Mosca. La stabilità di una de– mocrazia in Germania implica naturalm·ente la s~– curezza del lavoro e di un réddito sufficiente ai bi– sogni della popolazione. Ma se la Francia, in nome della propria sicurezza, persistesse a richiedere la separnione della Ruhr dal corpo nazionale della Ger– manic:, unitariamente o federalmente costituito, evi– dentemente la Germania verrebbe ad essere privata di una quota di reddito e di possibilità di lavoro, senza cui la sua vita economica e politica non po– ti tbbe avere una condizione di equilìbrio stabile e sicuro. Per giunta, sulla opportunità di dare alla Germania, ui:i.assetto. federale, quale ebbe per secoli. .e conservo 111 parie anche dopo le riforme intro– dotte da Bismark in seguito alla proclamazione del– l'Impero nel 1871, sono concordi cqn l'Inghilterra la Francia e i'America, ma non è concorde la Russia soprattutto per il non ingiustificato timore che I~ ric&e e politicamente più efficienti regioni occi– dentali del Reich; interamente sottratte al suo· in– flusso e controllo, divengano zona di permanente influsso politico e _sfruttamento economico delle po– tenze capitalistiche occidentali. D'altra parte, quando si dovesse venire ad una BibUotècaGinoBianco decisione, non possiamo essere sicuri che la stessa Inghilterra non sia presa dal timore del ris~hiO' che l'accettazione delle sue proposte potrebbe mclude– re Data la politica che la Russia ha instaurata in tutte le regioni da essa occupate, o soggette alla sua· 1nil11enza, possono le Potenze occidentali riti:nersi s1eure che un regirrie democratico istituito in Ger– mania, anche se fosse dotato di una sa.Ida vitalità e capace· di reagire contro ogni tentativo interno di ripresa delle correnti naziste e junketiste, sia però in condizione di poter resistere contro l'invadenza di una Russia definitivamente stanziata nella Prussia. orientale; forte dell'incontrastato predominio che e– sercita in Polonia, nella possibilità di trar vantag– gio ed appoggio alla sua politica dall'as5etto econo– mico e politico che sia riuscita a dare alle provincie orientali rimaste, almeno nominalmente, nell'ambito <lei territorio del Reich? In quest; situazione, che sembra vera,mente sen– za uscita, è posta 'l'Europa, e con essa· il Mondo, da questo persistente urto tra i olue blocchi, ognuno dei quali ha interessi propri' da difendere, che pone al di sopra degli interessi generali della pace e deTi'u– manità. Da questa situazione non nascerà il pericolo immediato di una nuova guerra, perchè troppo vi– cino è il ricordo delle stragi· e ·troppo presente lo strazio delle persistenti rovine di ogni genere, perchè si osi sfidare. il bisogno di pace che tutti i popoli , . sentono. Ma è evidente che, se anche si riuscirà a raggiungere a Mosca (come cèrtamente si farà) una transazione che, a prezzo dei principi di giustizia, come è avvenuto per. la pace con l'Italia, concili tem– poranea:merite i contrastanti interessi delle. grandi Potenze·, lo stabilimento di un·a pace sicura, sotto il cui usbergo i popoli possano riprendere fiduciosi il loro lavoro costruttivo; senza timore che i risultati di questo abbiano ad andare m,10vamente dispersi sot- tu un n1,1ovocumulo di rovine, non sarà assoluta– mente possibile. Occorre che tutte le forze di coloro c.he pongono· la sicurezza della pace e la salvezza della civiltà al di sopra di ogni altra preoccupazi'one si muovano per un'azione concon;le, intensa e fatti- .va .. Noi abbiamo sperato che l'accordo di tutti i partiti soci;:t]isti eurbpei potesse veramente creare· una forza, dei popoli capace di imgorsi alle contrarie velleit'l dei ceti capithlistici e dei conniventi uomini di gcyerno, incapaci di resistere all'influsso di quel- li. anche se, come in Inghi.lterra, appartengono a p,;1r- titi che lottano per lo smantellamento del dominio capitalistico. E non vogliamo rinunziare a questa speranza, se anche non troviamo nei movimenti so– ·cialisti europei, anche in quelli più forti e meglio pn.parati, quella sollecitudine _chedesidereremmo per l'attuazione di questa intesa proletaria internazio– nale. Accanto• alla quale noi auspichiamo una progres– siva intesa 'delle piceole Potenze, perchè, come ab– bia,mo già detto altre volte, esse, che non hanno am– bizioni impe,rialisti~he da ,s(iddisfare e non possono da .nessun motivo essere guidate a desiderare la gur11a, sono poi quelle che ne sentono più crudeli i d,•nni e senza contrappeso di sufficienti vantaggi, c:e;rne dimostrano i casi della Danimarca, della Nor– vegia, dell'Olanda, del Belgio, delle nazioni danu– biane e balcaniche. E anche se riescano come fa Svizzera, a difendere la loro neutralità e 'a non es– sere travolte nella guerra, magari anche traendo v~nt~ggi _dalle fornit~re .ai l:ielligeranti 1 soffrono pe– ro d1 tali turbamenti della loro vita per l'aggravio

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=