Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 17 - 1 settembre 1946

CRITICA SOCIALE 267 lo fa invece gravare su quelle che -sono in stato di crisi, indebolendo le forze di cui hanno bisogno per uscirne fuori : occorre per altre vie risolvere razio– nalmente e con effetti utili il problema della disoc– cupazione. Non si può lasciare che il problema dei prezzi e dei salati sia trattato c_onuna superficialità demagogica per cui, non che risolto, finisce per esse– re aggravato. Non sj può lasciare che, con analoga ispirazione, si agiti il problema delle classi contadi– ne nell'It;llia centrale, dove rion di un H>% in più hanno bisogno i mezzadri, quasi tutti arricchitisi in questi ultimi anni, ma. di più umane e civili condi 0 zioni di vita, da attuare addossandone le spese alla proprietà fondiaria; larga adozione di strumenti e - sistemi perfezionati di cùltura per conseguire un maggior reddito nel pubblico vantaggio e un'attenua– zione della fatica, talora veramente bestiale, del con– ~adino; una casa rispondente alle fondamentali nor– me dell'igiene, bene aerata e illuminata;· una scuola ·•che, anche nei più piccoli paesi, giunga almeno sino alla quinta elementare, e nei centri campagnoli mag– giori comprenda corsi di avviamento pròfessionale adatti alle condizioni locali ; scuole serali e festive dappertutto; sufficienti vie e mezzi di comunicazione e così via. E altri problemi vanno ugualmente tratta– ti con propositi concreti, e non come semplici piatta– forme di agitazione. Se lasciamo passare quest'ora, avremo forse domani, per le delusioni patite, un cù– mulo di malcontenti, che possono anche dare l'im– pressione di una forza rivoluzionaria, ma che in realtà offrono solo il destro, quando si sfoghino in maniera disordinata, all'acuirsi di_quegli istinti rea– zionari ehe ci hanno dato il fascismo e sono lì im~ pazienti di rimettercelo sul collo. C'è, incombente, il problema finanziario, che non si può risolvere senza un'organica e coraggiosa ri– forma tributaria. Basta ormai con quei vaghi prean– nunzi di riforme espropriatrici, èon le quali pare che il Ministro delle Finanze si illuda di suscitare bri– ·vidi di apprensione nei gros·si Caf)italisti e in ·realtà produce solo l'effetto, come abbiamo avvertito più ' volte, di itJ.durli alle più astute cautele per nasconde– re l'ammontare dei redditi e dei patrimoni, e di ina– sprire i loro propositi reazionari, che si-traducono in ben meditati e concreti disegni di azione. E' tempo ormai di uscire dalle vaghe enunciazioni e di venire alla formulazione di un provvedimento preciso di riforma dei tributi. · · E .in tanti altri campi dobbiamo prepararci ad una azìone positiva. II Partito aveva presentato al Con– gresso di Firenze un elencò aei punti fondamentali sui quali dovrebbe poggiare la Costituzione. Una commissione si è successivamente adunata a Roma, pre;so la Direzione del Partito, per rivedere quell'e-' !eneo e apportarvi le modifiche che ritenesse oppoi; ranza affermatasi al Congressodi Firenze è gabellata come una « minoranza antiunitaria contro il nostro Partito, che essa cerca di mettere al rimorchio ed al servizio della bor- ghesia». · Molti compagni ritengono che l'esperienza abbia oramai nettamente dimostrato che l'autonomia ideo.logicae politi– ca del nostro Partito sarà salvaguardata soltanto mediante . una forma di collaborazioneche mantengal'azione comune dei ·due Partiti nei precisi limiti in cui essa risulti speri– mentalmente possibile e utile agli interessi che il nostro Partito rappresenta,consentendogliper il resto la più am– pia libertà di itùziativa e di azione. Conseguentemente le Giunte di intesa dovrebberoperdere il lo"rocarattere di per– manenza, anzi dov-rebberoessere abolite e sostituite even– tualmente da un'unica Giunta centrale, a somiglianza di quanto avvjene in Francia fra i ·due Partiti proletari (N. d. R.). • BibliotecaGino Bianco tune. Perchè non· si s.on rese pubbliche queste pro– poste, per suscitare attorn o ad esse una discussione ·e formare sui problemi delfa costituzione un pensie– ro socialista da agitare nel paese? Anche i risultati delle altre indagini compiute. dalle varie commissio– ni nominate in seno all'Istituto di studi socialisti deb– bono presto essere portati alla ribalta della discus· sione. Salutiamo frattanto con piacere- l'iniziativa degli insegnanti socialisti, che tra pochi giorni terranno a Bologna un convegno per trattare i problemi della scuola, su cui è necessario che si affermi un pensiero nostro di fronte a quello della democrazia cristiana, e auguriamo che altrettali iniziative si prendano an– che per la risoluzione di altri problemi. II Partito Socialista ha Iascia(o passare, trastullan– dosi in oziosi_dibattiti, il momento più acconcio per le feconde iniziative che l'opinione pubblica riteneva potessero essere prese solo da lui. Tuttavia « l'ora del Socialismo » non è ancora passata. Se sapremo esercitare effettivamente la nostra autonomia e ride– stare con essa il nostro spirito di iniziativa, potremo ancora essere la forza che aiuta il paese a superare ·1a crisi e lo guida verso un avvenire di resurrezione. U. G. M. Quali critici ! 'lJop,o tante, .cr1itiche e l<1.I1Jt1 1 giud•i'zi avve,ntaU o; pz 1 ù s,pe,sso, in&messali e volutamente fals-z' su qu,e,l, la che· fu la nostro partieJ,czpGJZione alle· trattati-ve per la foNnazi-one .d-el goveI'no, l'artz'Jcolo ·che pubbli– chi'O!J1lo po1111e. ben; in -chiaro. la s,rtua:iione e l-e re-spon– $0.b'i-li tò.. LA CRITICA SocIALiE, Il nostro Gruppo Parlamentare, come è noto, e– spresse la sua disapprovazione per la soluzione data all'ultima crisi ministeriale, per quanto riguarda, in particolare, l'attribuzione dei ministeri degli Interni e della Pubblica Istruzione; ma, dopo vivaci e giuste critiche, esso diede una sanatoria a quant'era· avve– nuto soltanto per evitare, in un momento tanto dif- ficile pe•r l'Italia, una nuova crisi. · - L'atteggiamento e la condanna del Gruppo erano manifestamente legittime, poichè esso aveva jn pre– cedenza rilevata la necessità che il Ministero degli · lnte-rni fosse affidato ad un rappresentante del parti– to sociali-sta, aveva formulato delle riserve per quel– lo ·della Pubblica Istr.uzfone e aveva hen chiaramente dichiarata là inopportunità che il dicastero degli E– steri venisse assunto dal nostro partito. Tutto -ciò non era stato realizzato; al contrario la conclusione d-elle trattative ,aveva dato risultati assolutamente opp-o5ti alle esplicite deliberazioni e ciò anche tenendo con– to di una diversa deliberazione successiva alla quale, per altro, avevano partecipato soltanto pochi deputali -socialisti, dato che gli altri si trovavano già nelle loro residenze. Che avviene· ora? Visto che è di moda riparlare a sproposito di « riformismo »; visto che i· deliberati del Congresso di Firenze sono stati soltanto a parole e per Ia loro -.,omodità personale accettati dai « fù– sionisti », ma, in verità, sabotati nella· pratica· di ogni gio-rno e negli scritti che essi diffondono in cento diverse maniere, ecco che la colpa della poco felice soluzione della crisi ministeriale viene, con la solita mala ,fede e sfa-ociataggine attribuita ai non fusionisti e acfdirittura al Congresso di°Firenze. perchè, dicono, « se noi e i comunisiti ci fossimo., neUe trattative, pJ'è_ sentatt come un partito sooo, la democrazia cI'z'stzbn<J. avrebbe .dovuto c,edere ». Lasciamo stare quest'idea fissa del « partito solo ed unico » che perseguita costoro, i quali, con la so– lita faciloneria disastrata e disastrosa; ignorano· che le· forze sociali non si possono -cancéllare nella sto- ' 1 ri-a con semplicistiche «fusioni-». Il problema è _·st~-

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=