Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 15-16 - 1-16 agosto 1946

CRITICA SOCIALE 247 Poichè si tratta di u.na massa di lavoratori-produttori, che numer-icamente si a vvicin a ai dieci milioni di persone e che costituisce indubbiamente una delle categorie più -ti,pi– che della vita economica italiana, i socialisti, che contano fra loro, per 1cadizione, una foltit schiera di seguaci, hanno· il dovere preciso di rendersi conto di questo fermento rivo· luzionario e di farsene interpreti con la coscienza degli obiettivi da add,itare ai contadini dell'Italia Centrale. La Democrazia Cristiana, che, per le tradizi,oni ,del conta– dino auaccato alla fede religiosa e alle mani,festazioni ca'tto• liche, rit-iene tuttora possibile riconquistare 111ellecampagne il primato che ora non ha, si affanna nell'additare ai con• tadini il miraggio della piccola proprietà coltivatrice; ma i suoi conati riescono infruttuosi, proprio a causa del clero, che dà alla D. C. il .suo appoggio fervido. Il parroco è 1>er i contadini un proprietario, e un amico dei prop.-ietari: per giunta è un cattivo proprietario, con la mentalità gretta del piccolo proprietario e con il suo quasi generale disinteres· samento dalle migliorie, tanto che i poderi delle parrocchie sono di regola quelli peggio tenuti, o perchè dati in affitto a breve .scadenza, o ,perchè gestiti con l'animo dell'usufrut– tuario, che si preoccupa ,solo di sfruttare la terra e non le dà generosamente nuovi im'.estimenti di capitali, con pas– sione •e con competenza ·tecnica. Contro• di essa si erge così una barriera di diffidenza. L'estremismo dei comunisti nella propaganda spicciola, che è sempre la più efficace, trova consensi; ma è lecito du– bitare che il ·comunismo, -con le sue propensioni a direttive dall'alto a requisizioni, a calmieri e ad o-rganizzazioni buro· cratiche,' sia in grado di interpretare fedelmente le esigenze dei mezzadri, anche <JUando, per adattarsi all~ l?ro m':'nta– lità si faccia ad asserire che la piccola proprieta va difesa e che il tradizi,onale dividere i prodotti a metà ra.ppr'esenti un'anticaglia e un residuo feudali-stico, propugnando con la Federterra la nuova divi&ione a tre quinti •per il colono e due quinti per il ,proprietario, e manifestando anche la -ten– denza a più radicali innovazioni nel reparto dei prodotti, sino ad accreditare la leggenda che ogni contadino diverrà il proprietario del podere da lui condotto a mezza.dria, in finale coincidenza -con il prog,ramma dei più estremisti de– mocristiani. · . . . . 1 • • Sembra Jnvece che a1 00illtadm1 mezz;idn deòba add1tars1 ben diversa mèta. La pi•ccola proprietà è arma a doppio ta• glio: quando ci troviamo di fronte alla piccola proprietà coltivatrice essa è viziata da una insufficiente direzione tecnica e dalla impecu,ni,osità, -che non ,consente migliorìe costose; quando ci troviamo di fronte alla -p.iocola proprietà non coltivatrice i casi sono due: o il piccolo proprietario è un parassita, ~he pretende di vivere col reddito di quell~ sua proprietà, e allora è gretto e avJdo, divene?do fonte ~• miseria per la collettività e .per il colono colt1vatore; o 11 piccolo proprietario è un profession(sta o co':llmercia-':1te.c~e trae le sue risorse da altre sorgenll, e destma a nughoone una parte· notevole dei proventi della terra, rendendosi be– nemerito. La tesi generale della « piccola proprietà » da difendere e da diffondere ,prescinde da questa varietà essenziale e so• sta,nziale ed è scema per la sua astrattezza. La media pro– pl"ietà f 'forse quella che meglio ?rovvede a~le esig~n~e _di una -buona direzione tecnica e d1 una ~ontmua m1ghoria, mentre la grande proprietà pro.pende verso l'assenteismo e verso il mandato in bianco a « .fattori ~> che a,ngariano i con· tadini e si preoccupano di arricchirsi. lmperni~re il_ p~o– gramma della riforma agra,ria sulla base delle « d1mens1om » della proprietà è obbedire -a~ astratte~ze_ infe-c~n?e. La v.er_a riforma agrarria è nella bonifica fo11.dzarza, e c,oe nello• svi· luppo delle forze produtt,iv~, che, secondo la fon_d~~entale tesi marxista, deve por.tare, al tramonto della e1v1lta bois- ghese e condurci alla società socialista: . . La bonifica fondiaria •presuppo,ne la s1stemaz1one della via· bilità rurale, l'adeguamento alle necess,ità umane e z;~ote-cn!• che delle case coloniche, il deflusso delle acque, l mtenst• ficarsi ,delle piantagioni, l'incremento di forme coopera_tive per lo smercio dei prodotti e per l'approvvi~onamento di macchine e di attrezzi agricoli, lo sviluppo delle scuole ele· mentari rurali e la istituzione di scuole professionali per a\'.ere specializzazione di mano d'epera agricola. A questa bonifica deve tendersi con ogoi energìa, ed essa dovrebbe costituire uno dei capisaldi dell'azione socialista nei Co– muni e alla Costituente, .con un'aderenza effettiva all,i realtà ~~- ... La difesa della personaUtà e della digmtà del contadmo - sia 11Ieisuoi rapporti con il prop~ietari_o sia i~ ~u.el_lioon la buroct'azia dei Comuni e dei vari1 uffici rpubbh,c1, IVI -com• prese le Mutue M.alattle - dov·rebbe costituire un'altra delle preoccupazioni di chi comprende l'apporto che alfa_ vit~ · ·a~ 1'n o · c~jf-\ì,i.. L csi enf'Ccialista della ltberta e della capacità all'autogoverno e alla intensiificazione della produzione risponde a jstinti-vi bisogni dei contadini: essi, benchè fasdati dJ diffi.denza per la ·loro deficiente cultura e per il realismo. anche troppo g.relto che li tiene terra a terra, intuiscono che un'organizzazione sociale burocratica si risolverebbe per loro in un autenti-co serv;iggio ;, quindi, malgrado tutto, finiranno per sentire che il nostro metodo - ispil"ato alla certezza che i lavoratori possono e debbono divenire gli a~tefici 'della loro emancipazi(!ne e che dall'al· to non verrà mai. la libertà indipendente - è quello più rispondente alle loro necessità. Nell'Italia Centrale, ove la massa dei lavol"atori è rurale, il socialismo educatore, tollerante e realizzatore deve brovare i più larghi consensi: schierarsi nettamente con i éontadini, ,rispettare la loro fede religiosa, comprendere la loro men– talità di produttori e di risparmiatori, indirizzarli alla bo– nifica come strumento effettivo del miglioramento,. è il do– vere dei socialisti, memori che marxismo vuol dire fedeltà assoluta all'idea della lotta di classe e fiducia nello sviluppo delle forze produttive e della capacità _'operaia. I sociali-sti dell ',Italia Centrale la loro hase debbono- averla nei contadini, rendendo.si interpreti dei loro· bisogni ele· mentari e ,della loro irres isti.bile spinta a un tenore di vita più alto e più civile. GIULIO PIERANGELI. Concordiamo · pressochè in tutto q1vanto scrive ii nostro compag11'0 Pierangeli, il quale, vivendo in 1.mra regione agri– cola dell'Umbria., in cui è generale il si.stremadella mezzadria, espone il risultat,o di una esperienza direU.a, e att.enta. Come nell'Umbria, il fenomeno delle forti vo<tazioni di mezz~ri sulle liste comuniste si è verificato ·anche in Emilia ( speczal. mervte in Romagrva) e in TosdaluJl. In alcune parti di queste regioni è apparso chiaro che ,i mezzadri si sont> lasciati at– tra'l'Te daMa promesso che essi ritengono implicita nella for· n~ula adott1ata dai comunisDi n~lla foro pr.opaganda in cam• pagna: " la t:erro a chli l,a lavora ", e che essi naturalmente iroterpretarnrocome annunzio di trapasso oo essi dèlfu pro– prietà individuale d,ell'appezzamento di terra che ciascuiw di essi coltiva. , Contro il peri.colo di' questa illll!)ione, forse. da, alcw1,i v~– lmt.tariamente susoiitaba, la quale potr1ebbe rinnrovare in Italia il fenomeno della resistenza dei " ku'laki ", che 1Ja dit_ta· tura russa potè vmicere, ma che l' ordinament,o demooratzco della repubblica itali.a,na non po,trebbe t'incere se .non oes· satndo di essere de111JOcraz:ia, occorre nea,gire· in tiempo,. Noi dobbiamo oercare di diriger 1e le legittime aspirazioni di m,igliora,nvenlto <Jei contadli.ni non verso il miroggio antieco• 11omwo ed ontisocr ,a,le dli un a piccola proprietà. e. neppur tanno t>erso una più larga partecipari'Dne al riparto dei pro• doMi, che potrebbe anche sign,ifìca,re, per ·il momento, un.a più lar/!a immissione di generi alimentari nel mercato nero, ma dobbiamo cercar di dirige,-le sopra,ttuuo verso la con· quista di una più unw:na e ctvif;e co~dli.~i~ d_i vira, co_'! una casa sana e a,ppropriat!a ai biisogni m u,11aVhta ,.o,n. piu bestiale e con tutte quelte forme d;i bonific,1 che il nostro compag1110 Pierangelli enumera ed illU9tra brevem,enlie 11el suo scritto. LACrui1cASoc1A1.E La questione meridionale Abbiamo già più ·di una volta _invitato i nostri com– pagni, specialmente del Mezzog~o-1:no,a trattare sulle nostre colonne il ,prroblema meridionale, che è. essen– ziale per la vita del n?stro_P~ese e pet' _lasicu1'.~zzadelll_l Repubblica. A i brevi ~cntti che_ ab?-ia,mo gia pubbli– cato aUri due ne faccwmo seguire in questo n·um~ro, uno del prof. Caizzi, che per pri1no iniziò la trattazione del problema sulla Cri\ica, l'altro di wi giovane com,• pagno del Mezzogiorno. . ., IL prof. Caizzi, ripirendendo li_!tesi_ c~e fu gia pro 0 pugnata dal Fortunato e chaa~tn studiosi de~ problema 1nerid ionale, non si a.ffida all enianazione d i provv edi· men.ti particolari, i quali ,inevitabilmente ven.go, no a costitu ire un patronato _del Governo sop,ra . le po p?la– zio-ni del Mezzogiorno a:nzichè affidars_i al libero gioco delle forze che quest~ possono mettere in azione'. In– vece il giovane compagno metriàionale vuole un _prov– vedimento speciale e arriva n-ienteme_no che a ch~edere una protezione aoganale d~l, Mezzogi~rno, cl~e s1'gnifi_– cherebbe La r-ottura dell'unita eoon,ornica nazionale. Li– be1'o-scamòist'i, quale _anch,èMarx dichiar~va_ di ess_ere in un apposito scritt-o sull'argom,ento, noi siamo riso-

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