Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 15-16 - 1-16 agosto 1946

Critica RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO Fondata da FILIPPO TURA TI In Italia: Anno L. 380 (Abbon. sostenitore L. 1000) -- Semestre L. 200 Abbonamento settembre 19•5 • dicemJ:are19•6 • L. •so Trimestre L. 100 DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE: Milano, Via Camperio, 10 • Telefono 83-887 C. C. poat. per abbonati n. 3-8225 • Spedizione in abbonamento poetale'.• gruppo Il Anno XXXVIII ~ N. 15-16 Questo numero doppio L. 40 Milano, 1-16 Agosta 1946 SOMMARIO Politica ed attualità Il grave mom,ento JJl)lit.ico e il nostro comu.we doverP. (LA CRITICA 1SOCIALE). . ll decre,to di amnistia (LA C. S. ed ENRICO GoNZAI.ES). Du.e spiriti dissimili e concordi: Prm1t1>0-lil/lti e Zibo-rdi (RE– NATO MARMIROLI). BaUisti è qui co11noi (ANTONIO GIIEPPI). L',i,ulipe,uknzro della magistratura (LA C. S. e MASSIMO PuNzo). La questione dei salari in Fmncia (P. B0Nuzz1). Problemi economici e socialì L,, libertà cf.ella scuola (LA C. 6. e MAGISTER). Per la s.tubilitrì del governo (LA è. S. e ANTONIO MAoDA· LENAi). . Per il trapasso afl'eco11'0mia.collettivistica (LA C. S. e CARLO PAGLIERO). I mezzadri cf.ell'ltalia centrale (\Grnuo ,P1ERANGELI e ,LA C. S.). T,rt questione mericlio,wle (LA C • .S., BRUNO CA1zz1 e M1- CHElLE ANTONIO BRUNETTI). La riforma sanitaria inglese (GIOVANNI PERSICO). Storia, fllosofla_ varietà Im,perialismo, socialis,:rw, caipitalismo (Ll~ C. S. e G1rn·'IARO MoNDAINI). So,cialismo e dittaturn (lcNOTUS). Marxism,o ,e filosofia clelfo prnxis (oontinua) (M1cHEI.E GrnA). Ricordi e pensi,eri di un(/) socialis-ta (ANGEI.ICA BALABANOFF). l,a fine del .~indaccnlis,no i,~ Ru!.Sia (FAUSTO PAGUARI}. Il Ma,-xismo in Spagroa (LA C. S. e Rooorso REVENTLOW}. Con Roma e con Mosca (ENRICO GiEORGIAC001s). Fatti e collll11lentidella stam,pa estiem (P. GA.). Ciò che si .stampa: MARIO GmDINI: Li11,eamenti del sistema economico russo (a. 1.). Pubblica;zioni )pervenute in dono. Sebbene con rn.inor frequ,enza che 11ei primi mesi, so•no tuttavia continuati a pervenirci ree/ani~ di com– pagni che si dolgono dt-non ricevere o di ricevere con ritardo la n.ostra Rivi sta. Le c ai~se · di tali disguidi sono sern,pre quel/.e da. noi indica.te. N on abbia mo risposto a molte delle /.ette1·e ricevute, m a abbia.mo provveduto a 11wmdare i mun.eri deJla " Critica." a q uegli abbonati che ci segn.alava110 di non. averl'i ricevi~U e a,bbiam.o cer– cato di evitare che l'in:conveniente si ripetesse. A 11e•n.d o dtato ora niigliore assetto alla nostra organizzazione a n-1,– ministrat;i1J1a,,conti.ayno dti potere anche più esattamente e rapidamente esaudire /Aate le richieste che ci venis– sero da.gli abbonati, ai quali rivo/,giainò intanto pr.:. ghiera di volerci rinnovare qu.eUe segna/.azion-i e richie– ste che fossero eventua.lniente rimaste insoddisfatte. L' A,M MINISTRAzTONll In prev1s1one delle B 'bl' p bblichi~o .qu 1 10 ec G no vacanze di ferragosto sto numero doppio. anco e Il grave momento politico il nostro comune dovere Le preoccupazioni che in noi avevano generato la troppo tenue maggioranza dei voti per la repub– blica nel referendum, e i successivi intrighi della Corte e dei circoli monarchici, nel delicatissim'o mo– mento in cui a Parigi 'si. stava <lecidendo la sorte dell'Italia, erano state temperate dallo spettacolo di compostezz_a e di ferma decisione con cui il po– polo italiano aveva partecipato alla lotta elettorale e successivamente 'reagito alle manovre monarchi– che. Eravamo (e siamo) certi che la. constatazione dell'ordine con cui si era svolta la battaglia eletto– rale e che persisteva dopo la vittoria della repub– blica avesse spostato dalle file monarchiche alle file repubblicane non meno di 3-4 _milioni di vo– tanti, il cui atteggiamento era stato <ieterminato solo dal timore d-el << salto nel buio ». La opportuna scelta a Capo provvisorio dello Stato di un meri– d,ionale onesto, alieno da intrighi, consapevole del dovere che l'accettazione della carica gli impone, ci pareva (e -ci pare) coeffi,cien'te fortissimo al con– solidamento della repubblica, J\ 1 fo1nento grave; il dec_reto di amnistia, Se non che sono sopravvenuti nuovi fatti coi quali paTe che coloro cui è più direttamente com– messo l'ufficio di rafforzare le nuove istituzioni nel– la loro obiettiva realtà e nella coscienza del paese, si" siano industriati di indebolirla fino al punto di minacciarne l'esistenza. Diciamo il pensiero nostro senza ambagi, perchè il momento ci sembra assai, grave e ric)1iede da tutti un senso di responsabilità che bisogna con ogni sfor-zo risvegliare in tutte le coscienze in cui è assopito per una beata e beota indifferenza o è sopraffatto da prevalenti preoccu– pazioni di interessi <li fazione o di ambizioni e va-' nità personali. · Si è cominciato col decreto cli amnistia, che è un tale portento di insipienza· giuridica, di ·ottusità po– litica e morale, di· incapacità a inte11dere le esigen– ze e la volontà del popolo, che fa veramente ter– rore pensare a quali persone sia affidata la tutela della vita <lel paese. Peggio ancora è il fatto c11e, mentre al1a periferia (alla base, come oggi si dice) sono sorte, contro la mostruosità compiuta, pronte e numerose voci di riprovazione, di sdegno, di al– larme, gli organi centrali dei partiti cui spettava di interpretare i sentimenti della·« massa », non si siano invece mossi con la dovuta prontezza e uno di essi, ai12i, per difesa del principale responsabile dello stupefacente decreto, abbia ordinato silenzio nelle file, trovando, pur troppo, passiva· obbedien– za, come se il 25 aprile avesse inutilmente segnato il passaggio ad un clima che doveva essere di auto– nomia personale e di libertà.

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