Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 10 - 16 maggio 1946

162 CRITICA SOCIALE d,ella storia ·d'Italia: ·1a sua unificazione a nazione. Ma qui è tutto Cavour. Cercarlo altrove sarebbe vano. · Ricordarlo è, quindi; giusto, risuscitarlo. inutile. Egli ·non è l'ombra che sia dipartita e che ritorna o, se ritorna, ritorna com'ombra, -incapace, cioè, di proiet– tare attorno a sè luci di ideali, fiamme di fede, diret- tive di programmi. . Cavour è figlio del suo secolo. Ed è figlio di quel liberalismo, con vivace tendenza a sinistra, il quale ·accompagnò, ricevendone .energia vitale, il sorgere ~ del movimento i1,1dustriale, elle batteva insistente– mente alle porte e chiedeva. e voleva nell'800, in tutta Europa, il suo sviluppo. Ciò che il Cavoilt pienamen– te compres·e aJlorchè ne_l1838 scrisse: « Il nostro go– verno non ama l'industria. io me ne co nvinco ogni giorno più: egli vede in essa un' allea.ta del libera– lismo e prova per ess_a una ripugnanza che non può vincere». E di questo in,d1ustrialjsmo, · che fu uria delle maggiori forze di propulsione delFunità _ita– liana (questo giudizio. orma.i non è più s,oltanto 'di noi socialisti) egli si fece propugnatore, interessan– dosi personalmente a impres·e e promuovendo H sor– gere ,d,i a~iendè indùstriali e di banche ed anche nel· campo 'dell'agricoltura interessandosi a tutto quello che potev.a portar questa verso tin progresso tecnico, verso una forma di industrializzazione. D'altronde, a prescindere da questo nesso fra libe– ralismo ed ind,ùsfrialismo, che fu il -«motivo» del liberalismo del suo secolo, e che molto spiega la vi– vissima ·simpatia che il Cavour ebbe sempre per l'In– ghilterra, in cui tal nesso fu più pronunciato e ricco di risultati,. il Cavour fu un liberale profondamente e sinc·eramente convinto. Ed è in ·queste. sue convin– zioni, e nelle rèlative,manifestazio'ni, che egli, -direm– mo, attinge le sue maggiori alìezze. E quando in Par– lamento proclama la libertà di stampa, ·1a libertà di culto, quando agisée nei confr.onti delle associazioni religiose con arditi provvedimenti di legge, è quando energicamente combatte in favore del liberismo, egli raggiunge il .suo più ampio respiro id,eale. EdTn certe sue affermazioni, si rileva la passione di chi, come fu giustamente notato, non fu un freddò politico, ma un .uomo di vivo sentimento, quasi un .passionale. Così. egli n·el 1852 dirà alla :camera: « Ifovessi rinun– ciare a tutfi i miei amici d'infanzia, dovessi vedere i miei conoscenti più intimi trasformarsi in nemici accaniti, non fallir;ei al dover mio, non ·tra-direi, non abbandonerei mai i principi di libertà ai quali ho votato me .medesimo, del cui ·sviluppo ho fatto il mio compito, ed a cui tutta l:é!mia vita sono stato fedele». E nel 1860 scriverà: « Io sono figlio della libertà, ed è ad, essa che fo dev,o tutto quello che sono; se oc– corresse mettere un velo suUa sua statua, non stareb– be a me di farlo·» Ma quale liberaJe Ca,'.OUr ha, tuttavia, tutte le limi-. tazi-0ni id,el suo temp.o nei ·confronti delle· idee socia– liste, tanto ·che, pur scrivendo -a un cert,o punto che « il proletariato non è probabilmente l'ultima fase dello svolgimento economico d•ell'umal)ità », egli si pone p,oi decis-amente contr.o le teorie socialiste: e così egli crede opporsi al cammino del socialismo con due mezzi che :egli insistentemente suggerisce: la prepaganda e (mezzo che: egli ·dtice :incor più effi– cace) un'illuminata benefiçenza. Questi i- limiti del suo tempo, limiti che ,oggi, mentre i partiti.socialisti s01no al potere in diversi paesi d'Europa ed in· altri sono in procinto di giungervi, è facile constatare . quanto siano valsi!. . Cavour e la monarchia. .' Figli~ dél suo temp.o~ uomo -d'azione chiaramente stagliato entro i c()lnfini pòstigli dalle generazioni in cui visse, e soprattutto da, ,quel_« perìodo di raccogli– menfo » che va- dal 1849 aJ 1859, in cui .ptin'cipal– mente agì,•egli tale è, riteniamo, anche per quanto riguarda il vaiita1o binomio Cavour-monarchià. An- . che qui a:gir-ono su lui i limiti del suo period'o .storico. · La monarchia, e precisamente la casa Saveia fu nel suo pensiero e nella sua azione uno slrumen'to <fel– l'miità ,d'Italia: uno strumento ·utile necessario·· ed· e m funzione di quesfo suo ideale. e' della sua opera di tessit~re d~)l'unità d'Italia che e~'li concepisce la monarchia e I mquadra nella sua àz1one. Ma sarebbe .Bibliotecq Gino Bianco un· errore sostenere che egli ebbe. definitive simpa- · tie R._er· essa, definitive inclinaziorii ed adesioni ideali per l'istituto monarchico: egli che ti-on ebbe alcuna simpatia (e né fu ugualmente ripagato) per Carlo Al– berto, egli· che poi, a Villafrapca, constatò, e lo disse, che .il re aveva tradito. Ma la monarchia :fece necessariamente parte del - tessuto -storico. che ·egli ·tessè, e· rùera-viglio'samente · tessè, anche se mancò a questo tessuto quell'unità morale che sola gli sarebbe derivata dàl pen·siero e dall'azione di Mazzini, che al popolo solo voleva si 1 facesse app_ello. Al qual riguardo occorre tuttavia sog– giungere che l'opera storica è là, tessuta e compiuta secondo le possibili là e secondo le esigenze storiche del tempo, e vano e ·sciocéo sarebbe recriminare. ·l\fa è lecito, comunque, credere, senza però v0lerci arri-· schiare su questo terreno in affermazioni recise che Cavour, l'uomo delle concrete ·situazioni, l'anim;tore -delle possibil ità e realtà éffeltive, lo stati'sta nécessa– riamente ad es.se ci-rcoscritto .nella sua opera, oggi · . f<;>rse,. neJla ben mutata situ~zione politica in Italia, r?vescerebbe la famosa fra,se, dopo di lui prònun– c!ata, « la monarchia ci unisce, la repubblica ci di– viderebbe », •O, quanto meno; la "modificher~bbe in ·- quella pronunciata da Thiers: « la repubbfica è il . regiine che ci divide. meno». · · · , , • . ETTORE DARDANO I, sihdaèati operai 1n Russia Nell'agiografia, sotto molti ris,petti interessante, di un n.ie1nbro della ~el_egazione· della C.G.I.L. nell'U.R.S.S. (1), s, afferma che 1 srndacati operai, i quali costituiscono, la ee– zio,ne economica dello Stillo sovietico, devono essere co,nside. rati i veri· creatori della ·nuov·a. società, << se si pensa alla . molteplicitià dei loro compiti, alla indipendenza :con cui li ad·empiono e all'influenza diretta che eserci'tano 1mlla orga– nizzazione· e sul funzionamento dello -Stato sovietico-·». Il s;;,_aacalismo iniz,iale. '· È questa una interpreta~io-ne « sindac'alisÌa » del bolscevi- · smo eh~ ci riporta, se -mai, alla prima .fase della rivoluzione," caratterizzata dal motto: « la terra ai contadini e le fabhri- . che agli operai », quando i lavoratori' attuarono · 11el 1917 per iniziativa. sgontanea, una vera -e propria con~pÌsta dell; fabbriche e istituir.ono .il propr-io· controllo sulle ~ed.esime a mezzo- ÌJi 'propri organi, che furono i Consigli di fabbr,ica • nei quali v~nne accentrato il potere-direttivo .delle industri; ·e, quindi, il ~nJroUo deila ..,produzione. Ma questa fase era già in Larga parte· superata· fin dal 1920, qul!ndo i delegati della Confederazione italiana del lavoro e, contemporanea– m_ente, quellj delle T.-ade Uth.ions .inglesi, pubblicarono i .l<;>ro; rapporti doç_umentati sulla Russi!! sovietica,, ai quali cì richiama. questo diii Borghesi (2):"CoJombino della .F.I.O.M. e B_ianchi della <::.G._L. ':fanno- nei lo,riò rapporti ,il· punt,o de~,..decorso della rivoluzione b-olscevica nei riguardi' del– l'organizzazione sindacale, dalla ri olù?.i<me del. marzo 1917 al IX Congresso del Partito comunista. nel 1920: tendenza col– laborazioni Ma, all'inizio, dei si,ndacaÙ o•perai e· radicalismo • dei Consigli di fabbrica, diventati la. cintadella di Lenin; ten– denza dei, Consigli di fah<brici di sostituirsi• ai sindacati e • loro raggruppamento in una poop.-ia organizzazione nazio– nale; controllo _operaio, sabotaggio degli industriali e occu- , pazione delle fabbriche da parte· dei Consigli di fabbrica, con la cacciata dei tecnici,;· effetti catastrofici· di questo pon– trollQ- o·peraiò e tentativi del Go:verno, ·subilo dopo la ~òn– q~ista del pote,re, di ·disciplinare l'azione dei Consigli di fabbrica col.decreto sul controllò o-peraio:del 14 novembre l 91?, integrato dalle istruzioni del 13 dice~bre di cui ,il Bianchi dà il testo; -<liiorga,nizzazione crescente dell'indu-· stria e sforzi del Governo per discipil:lna.-e l'anar.clìia, con la · sottomissione dei Consigli di fabbrica .ai sindacati o,pe~ai e· agli orgailli eoo-nomici dello- Stato, istituiti :alla fine del 1917 (3). Il rapporto del Bianchi offre una. ricca, anch_e s·e_. (_l). G. BoROHESI, Un mese nella -?lussi~ so11ietica. In Cultura Sovietica, Anno I, n. 2 (ottobre-dicembre 1945). • (2) Dell'importante rapporto_ della delegazione inglese si veda Il largo riassunto dat me fiatone in~ va,.rt a-rticoli della Critica Sociale ,del 1921. · . ' · . .(3) "Cl'. BIANCHI, Russia. SÌ?)da_cale. Milano,· Co,dara, 1921 .• E. COLOMBINo, !l.'11e riusi·· r,,ella Russia dei soviet. Milano, Libreria . Avanti, 1921. · ·

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