Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 10 - 16 maggio 1946

160 · CRITICA · SOCIALE revisionistico. Vieh fatto di pensare senza ret.~rica alla sdntilla dalla qµale divamperà un~ semp1e_ pm grande fiamma animat-rice. ·E verranno gli ep1gom a. preocc_u– parsi delle lacun·e confessate dallo stesso Engels e a. colmarle con l'esuberanza della loro spiritualità. Da ciò il dilatarsi de"li stessi confini convenzionali della classe e il facile ~uperamento di quell'operaismo che includeva una verità unilaterale e infeconda e che 1;1qn ha, cl'a~tra · parte, nie_nte .a che fare con l'ortodossia marxista. . . . . . . Rivelatrice a questo proposito, nella sua s111tes1la– pid.aria, è 1; distinzione cli Ugo Guido _Mo:1d?lfo,.~1_ Congresso cli F~renze : la classe. come .sqhdarieta cl 111- teressi, il Partito come solidarietà di idee: Onde 1~ necessità di integrane la cl3:sse con qu~glt element~. intellettuali e- tecnici che· non la snaturino, ·ma anzi ~ ne esprimai..10, -per 'una vis~ut~ i1:1medesim~zio~e psi– cologica e morale, le asj:Hraz1oni e 11e affreftmo la realizzazione.· Insisto su questa immedesitpazion_e : infatti s?ltan_to per un apriorismo ottuso e bigotto s1 ~?tr~bbe ritenere un· operaio, stimolato ·sopra tutto clall mteress.e. qgget: tivo della classe, più efficiente di un intell_ettuale _od_1 un tecnico ispirato da una profonda e smcera fede.· Verità, 2!ri,che'questa, ·che potrebbe essere confutata solo da c1ìi volesse inserire la « classe » tra- le asti-a-· zioni di cui si è fatt.a giusfizia, consicleran_dola fine a se stessa .. Ma non ~-il caso di concedere troppo al-. l'ultima, sparuta schiera dei classisti a f<:mdope_rd~to. Ricorderemo qui piuttosto quanto scnveva, 1sp1ra– tissimo come •sempre, Giovanni Jaurès in « .Studi so– èialisti » : «..Ormai il &(j)cialismoed il proletariato sono ins~parabili : ,il sociali~mo _effettuerà tutt? il su? pen– siero soltanto con l a v1tt ona del proletariato e 11 pro– letarfato effettuerà tut.ta la- sua potenza soltanto con la vittoria del socialismo ». ·· Niente discordanze in definitiva, e tanto meno anti– monie profonde ed ir,1~onciliabili.. Non c'è che· una posta per il marxismo, coine per le· correnti .più att'é,ali del socialismo. L'uomo", l' · ' Dov'~ presente l'u~mo con l_e _sue a~pira~ioni ele: me]Jtan, con le sue esigenze sociali, con 1 suoi sc~upoli morali con· la sua ansia di· sapere, col suo anelito. d1 verità ' là è la sede natµrale e la missione·. del socia– lismo.' Esso. non può dimenticarsi, infatti, di ess.ere .nato come rivol1:a dell'uomo· alle condizioni inumane ·in cui è costretto a vivere,· e non può quindi clie ri– tornare, da qualsiasi esperienza, rielaborazione, revi- · sione, all'uonio, come al suo fine ultimo. e sacro. , Qui sta l 'Ùnico criterio di discrim.inazione possi– bile: la misura del bene e del male. E tanto più sarà o:r;tocilossa· e coerente una conc-ezione socialisticçt quanto• ·più includerà di accresciment? dei ::al?r~ umani, in– tesi' 11,j.turalmente come valoq dell'111d1v1duo. Potremmo rilevare ·Tantalo dalla mitologia antica per assumerlo a simbolo espressivo del proletario, che· è la creatura prediletta del socialismo: Ta~talo invano si affannava per raggiungere i beni dei quali ;i.vev~ bisogno per vivere: appena li sfiorava che già gli apparivano oltre un insormontabile .distacco. Per noi non si tratta di accostare al lavoratore quei bepi, così come farebbe un paternalismo grossolanamente filan. tropico, ma di _liberarlo · piut_tosto · dai ceppi, perchè egli stesso se li possa dignitosamente conquistate. Lo schiavo michelangiolesco'si è definito, si è tra– sposto cla1l'arte nella vita, il suo marmo si è fatto . carne, Ù· suo volto si è identificato cob quello ·di un essere umà)lo che vive, che soffre, che ·sogna.· Di. quello che vive con maggiore sacrificio e· sogna dun– que· con una più_.grande e gìusti:fiicata impazienza. Ed è appunto la sua storia - l'epica storia del pro– letario spersonalizzato nella classe e riscattato nel ·cittadino soeialista - che al· di, sopra di ogni cosa ticbJam.a il ):!ostro interesse ed impegna la· nostra più· · coscienziosa e fedele responsabilità. · (Continuà) · ANTONIO GREPPJ. . LEGGETE E DIFFONDETJÙL' ~ ! o~gano del Partito SociaHsta Italiano di Unii&. Proletar_ia BibliotecaGino-Bjanco Ritorniamo ,allo spirito di Mar~ Vent'anni fa, sulle colonne di questa Rivista, io lanciavo l'appelfo per un ritorno a Marx .. Ero allo-ra molto gi,ovane e parlava in me l'e111tusiasmo per gli orizoonti nuovi che il pensiero di Marx è capc11cedi schiudere nelle menti dei giovani, per i moti' che suscita. n,ell'an-imo• di chi si volge alla realtà storica •e .sociale con H proposito di penet,rarla. Ma Cfllell'e'ntusias_mo nori rappresentava H segno ·dell'ine– sperienza dei mi-ei ventidue anni, era al contrario il frutto · di o-sservazioni e. di esperienze personali: era la ,,ibellione contro la. ~ultura, puramente letteraria delle nostre scuole medie o degli ambienti intellettnali. della provincia, era la reazione naturale e oonsapevole cont,ro ooloro che parlano di polit,ica e che fanno la· pohltica, senza un'adeguata pre– parazione economica, sociolo-gica e storica. Nell'ambiente Ì.n cui vivevo fiammeggoova di luci ancor vi-v,e la grimd·e tradizione. -c)assica dei nostr-i maggiorj, e no• bili maestri, che facevan risuonare nei nostri spiiri-ti la poesia di Grecia e- di Roma. Ma la storia era filologia ed a~iografia, ·. la filosofia (a parte qualche eccezion.e) si esauri!la in defini– zioni e in imparaticci senza ardore gi fed& e luce di pen– siei:o; d:i.-itto, economia, sociolo-gia erano c11ssenti.Nulla della vita che. pulsava intorno p,enetrava nelle aul e geHde che non fosse patriouismo •(il patriottismo a bu_on mercà.to ·degli 1 zelatori della patria ·e· del re) e catto,li.cismo farisaico-, jntol– lerante, settario; -che consacrava à Di,o l'ordiine costituito della p.-oprietà e dello Stato. Parlare di sciaize sociali. in quest'ambiente significava parla.-e una li~a -sconosciuta: Io avevo dovuto rompere_ violentemente parecc hi,. veli,· ab– -bauern idoli e pregiudizi, per -aprirmi la v.ia a capire gli uomini, la ~cietà, la storia. ' S'.int-ende che avevo potÙto valutare da vicino· le forze alltiprogressi,ve della nos_tra cultura. Le panzane r.-itoriche .della romanità, le elegie della pace sociale, della famiglia, delle tradizioni ,civi'li e domestiéhe non.' sono una prava in– ·venzione del faséismo, ma le espressioni spontanee di uin popolo econom.i,camente .arretrato, in -cui vivono ancora le memorie di· un .g•rande· passato èd i. ricordi di• ima sublime , po-esia. Eppure queste cose !}obiti e gentili hanno contri– buito a p.-eparare l'atmosfera 'intellettuale del (ascismo• e ' continuano ad annebbiare: le menti degliritaliani delle nuove . generazioni. · · Non ·si 'interpretino a rovescio queste mie parole. Io non voglio escl-t~dere, i poeti e. i letterati dalla mia repubplica . Ho grande rispetto ed· amore per costoro, qnando mi danno dell'arte vera, della poiesia -.,era, ma li stimo ·dan nosi, qua ndo pr~tendono di •r.isolvere i pro'blemi politici e prati.ci oon un canto di Virgilio .o con una strofe di Omero; · quando· credono, . oon borios,a aria ti~ sufficienza, di poter dettar Legge nelle prosakhe oose dì' questo mondo sol pe.-chè si sentono· nobilitati, dal baciò delle Muse. 'Una delle. piaghe d'Italia è stata ed è la retorica, ,,1 trattar da reto-ri la storia, l',eoònòmia, la' _politica; la pretesa di J risolvere i problemi pratici con le ideologie, senza conoscerne j d:ati eone.reti. La retorìica. in politica ,è faciloneria, ottimi– smo in: giustifi.ca' to, ignor.anza dei fatti; si traduce in inerzia mentale e d in impQténza pratica .. Tutti i\ movimeutJ. reazionari e conservatori hanno• inte– res&e ad incoraggiare la retorica,· pe_rchè questa' presenta ai sudditi, un mondo fats-0 ed· imma,g"i.,uuio• e allontana dallo studio dello condizioni .reali, studio- generatore d,i critica superatrice. Il co,nservato.-e non ·vuole· chè. si sappia che il popolo soffre e perchè soffre, non vuole che appa,:iscano i delitti, gli eì-ro-ri-, Le -colpe dei· ceti dirigenti,, non vuole che si dimostri l'iin1Umau1,ità d-èlle-istituzioni presenti. Il conserva– toNi sa che il suo reg111 0non è· sacro;- ma, desidera che H popo,lo -creda che~lo sia. P.er questo. protegge, aoiuta, sov– venzion~ ! r.etori,, che oscurano .la visione effettùale deHe· oos-e. . . . Ma, pu~troppo, JU1che daU-a parte opposta, dalla parte. de– mocratica; non ·mancano~ gli incò'r>aggiamenti alla reìorica menzognera. Le ideok•gie politiche 'dip,engo,w veramente co– strutcive solo rvegli uomini· che saomo animarle con la co11-0- scenza dei problemi concreti. · - ·• Per 1e -grandi masse le ideolo'gie halllllo• avuto ·finoca il compito di portarle alla ribalta' della ,storia; suscitando -nel loro animo un ferme~to insolito .di interessi, di· passioni, <l,i aspiraz-ioni. Ma la volontà -di ascendere deve trasformarsi, ad un certo punto, in capacità di rioolv.-ire i probleni-i• con•· creti della' vita àssociat:a~' Non Msta la passione e la fede, occorrono l.'intelligen·za e la preparazione. Il sociali-sta che rimane itél è;t_mpo_della puia ideologia, -che s-i li'mi,ta a criticilre il mondo attuale e ad affermare la

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