Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 1-2 - 1-16 gennaio 1946

26 CRITICA ·soCIALE ed imposi.alo, almeno nelle sue linee direttive,_ <?on criteri economici, evitando tutte quelle forme d1 1m– pos.izione çhe possono tradurs_i in un d·anno ~cono– mico in una distruzione di ricchezza; non bisogna dime~ticare che il problema tributario non è pro– blema a sè non- è avulso dalla realtà economica del mercato rr{a· al contrario, non è che un' aspetto del più vasto pr~blema econ-o,~ico. . _ . . _ . . Dovrebbe jnollre essere impostato 111 base a c,r1ter1 sociali in modo da non perpetuare l'attuale situazione p-er la qÙaJe praliC'amente le maggiori aliquote gra– vano· i minori re,dditi. Lo studio d,el futuro ordinamen'to tributario i.taliano dov,rebbe dunque, a mio pariere, tendere a vedere quali princi·pi finanziari, quali for'me d'imposizione, quali metodi di tass•azione meglio comlucano ai.due obiettivi sopra enunciati. (Continua,) C,tRLO PAGLIERO La democrazia industriale in Francia e altrove l. l programmi ,foi nuwimenti clande~tini eur,opei. Nell'es·posizione dei motivi dell'oTd·inanza france!e !ui Comigli di impresa del 22 febbraio 194-5 si riconosce che il grande movimento popolare che ha libenrlo· la Francia dal nemico non è stato solo un movimento di lihèrazione nazio111ale, ma è stato anche un movimento di liberazione so– ciale. Nella resi•stenza clandestina, come a Londra into~;:;-o al -generale De Gaulle, sono staii pred ·ospos.ti progetti di riieo• sti;uzione economica e. sociale della Francia, quasi tutti ispi– .raìi alla necessità di· as-sociare gli opérai- alla direzione' d-el- l'economia e alla g-estio111e delle imprese.- Il fatto non è però peculiare della Francia; ma è c,omune a -tutti i mo,vlmenti di resistenza. clandestina dei ~ari paesi europei, come dòcumenta un interessantissimo fasci.colo· spe– ciale della pregevole rivista trimestrale de)la American Labor C,on/erenoe o,i ,intanational affairs, d,edi~ato all'azione e ai programmi dei · movimenti softerranei operai di re,isteillza durante la. guerra in undici paesi dell'Eùropa,. ltaEa com• presa (I). La Co·nferenza è un'as,sociazionè fondata nel febbraio 1943- da un gruppo di personalità rappresentati,ve -autorevoli del movimento o-peraio sindacale degli Stati Uniti, con\p,ren• dente la Federa.zione americana del Lavoro, il' Congresso · delle-organizzazioni industriali e la Fratellanza dei ferro– vièri, in coo,perazione ,coi rappresentanti ·del moviment•O o,peraio· eur-ope,ò .-esid-enti·negli, Stati Uniti e con studiosi a,.;',e. ricani ed europei.. R. AbramÒvitch, membro, del comitato. esecutivo della Conferenzà, nel suo eccellente arti-colo intro– duttivo: « La ,strategia del .movimènto operaio euro-peo->i, fa un esame comparato dei- prÒgramm'ÌI dei gruppi clandestini· del movimento durante la. guerra, sopravvissuro a1la distru- -· zione materiale, all'op·pressi-0a:te fisica e al terr,orismo della· Gestapo, rioo,stitlioodo in molti ca,si dì&ciplinate organizza.' zfoni che ebbero sempre pi:ii larga parte nella lotta di lihe- · razion-e dei loro paesi e ridando vita in Eu.-opa a un movi– ment-0 ~ocialista di ma,sa, quando ·pareva già che le spe– r;mze ·.e i pi-ani della d""1locvazja e del socialismo per- u111 nuovo o-rdine so•c-i-alenel primo dopoguerra .110111. fossero stati che ca-stelli in ari-a. ;.,, · Una definita concordanza di piani per il futur,o del mo• v.iment•o operaio. è dato rilevare dai programmi, di que·stl · gr,uppi clandestini, per qua111to alcuni appartengano all'ala · sinistra. del socfa;lismo democratico e altri a· quella « rifor– mì,sta >J. C'è, in tutti, una unvforme enfatica affeirmazione della ·necessità di pace e di d-emocrazia politi-ca, una sete di li• bertà e ~i a~versi,one a o-genigenere di persi,cùzione e a ogni forma d1 dJ-ttatura, anche alla ccdittatura proletaria » e il , profondo interessamento ,di qua5i tutti i programmi ;er la creazio-ne di una riuova organizzazionè internazi,onale degli Stati, o nella fonna di un governo st1pernazionale, ,ò di una federazi,one· èuro-pea, o di federazioni .regionali nel quadro di una o.-ganizzazione mondiale d-elle nazioni. Non già che' , .- l'Europa sottérra111ea, roggiunge l'Abramovitch, rigetti i prin– cipi rivoluzionari_ in generale; al contrario, in pare•cchi p~esi, (1) Underground 1abour looks aheaò, 111.ternatlo·11al Po.'it-·war ·_Pco– b1.em.s. Vol. I, in.. 3, giugno 1944 1 pa.g2', 2_99-462. •Biblioteca Gino Bianco specie i~ quelli s~~za tradizioni democratiche, il ·mov,imento operai,o considera possibili, e anche desiderabili, movimenti riv-0luzionari; ma, per quel che si può i111durre dai pro– i,:ràmrni noti, ,non c'è, n-ella massima parte dei casi, il desi– derio di una rivoluzione proletaria socialista vera e propria. II fatt-0 però che la maggioranza -dei grup.pi socialisti clan• destini 111.on propugni una immèdiata •fi ohizione socialist?, continua · r A,bramovitch, not:i significa be essi• non siano favorevoli a<I· un programnia definito d'i m:isu.-e socialiste - · da adottar-e dai nuovi ~verni demQcratici do-po la· libera• zione. A1 contrario, i!r1 tutti i pro-g,rammi si trova la rlom.anda di passi che devo-no essere fatti, verso la socìalizzazione: con• troUo dello. Stato sulle industrie-chiave, economia pianifi– cata e simili. . . . _Questi p·i,ani non derivano soltanto dalle tra.dizioni id'e-0- logiche dei movimenti ·o·pei-ai euf()pei, ma anche dal con– vincimento che la necessaria ricostruzione non può essere attuata ,nei paesi rovinatCe impoveriti· dell'Eur,opa coi me– todi della -libera impresa. L'Europa ·è t,roppo po-vera, troppo :_iffamata, ,Ìro,ppo impaziènte, per permettersi il lùsso di ri– tornare. al ca.pitalismo· liliero, ooU~ sue inevitabili conse– guenze dello, sperp~ro, delle crisi e della disoccupazione in massa. I sodaHsti europ-ei sono convinti che la cclibera im– nresa·» nell'Europa postbellica· significherebbe il dominio dei mo,nopoli e cartelli intel'lt)azionali. Nel chiedere una eco-. nomia pianificata e diretta da.I contro.no dello Stato, il socia– lismo europeo non ,per.segue 1/erciò puramente interessi' ego i-· stici di classe, ma riflette gli interessi delle nazioni. « For•_ mnlare il piano di un nuovo .or.cli111e«momico e sodale, riii,eltand,o nello stesso tempo la dittatura e la rivoluzione - sociale rarlicafo, non implica netessariàmcnte una oo-ntràd. dizione ideologiea. Ciò significa un socialismo evo,luzio•1ista o, per .coniare u111anuova espressione, un « riforn1ismo ri·• v,.Jnzio0-na,rfo >J, un 5istema, cioè, di profonde rifonne sociali ·ed ~conomiche, dvo]uzionarie nel loro effett,o finale, ma attnate con .metodi democratici, dalla maggioranza del po'" n.nfo: lavorato-ri mannali, oontadini, impiegati e intéllettuali, che _costituiscono un blocco- -pp1itico• per questo- (ine ii. Sono rn1èste, sostanzialmente, le idee éhe -la, p.arte sh1da– caJi.sta f inirà per far prevalere nel clandestino · Mouvem.ent ouvri.er fran.çais, nel quale operano insieme gruppi degaul– listi e i m'i-litanti dellè• due <:0111federazioni de] Jav-oro, la V,'cchia C.G.T. ~- quell.a dei lavo-ratori cristiani (1) .. E queste idee saranno accolte dallo stesso generale De Gaulle, il qua• lè, n-ell'aprile 1943, auspieava ccun nuovo, o,rdine eoono~ico e sociale il Q1Jale non permètta ·a monopoli· o coaliz.i,mi di fa.- sentire il lor.o peso sullo Stato e governare .il desti1110de. · p,Ji _;r,,J:vi'111i, e nel Q1Ja]é, cçnseguentèmente, le fonti prin– cipali- della comune ricchezza ,siano amministrale o, almeno, contro-lla_te dalla nazione o> .. Alle stes5e idee si ispira a111che l'ordiné del l!Ì-Orn" del 15 mar7,o l9c!4, vot~to, prim'l della liberazione della Francia, 8.al Consi·glio, nazionale della resi– stenza, che propugna « i l ritorno _alla 111azionè·dei grandi mezzi di nro,,liizione mono·polizzata, dei frutti del lavoro r.r,mune, delle .fonti di ener•gia, delle· ricchezze del, s,o,ttosu,olo, delle compagnie di assicurazione e delle grand'i banche >l e la partecipazione degli operai e impiegati alla gestione del– l' ec-0,non1ia. , · Questo sistema di economia pi,anificata, basata sulla demo· crazia industriale e sulla nazio111alizzaz-ione, doveva so6tituir~ la dittatura professionale creata sul modello fascista· dal go– verno di Vichy, coi ·oomitati•-di organizzazione della sua cc ·ge– rarchia co,rp,orativa >), i quali : assi,curavano 'il predominio a r,·ueglii,.industriali oollab-orazionisti, che la s ini~tra francese ehiama << synarchistes » (2). È questo il no.me dato ai; memb.ri di un'orfrnnizzazione se2reta di « tPcnocrazia » reazionaria, i,l m.ouvem,ent synarchique, per qualche tempo collegato, pa: re,· co,l « Comitato segreto di aziòne r_ivoluzionaria ~>, mèglio noto w-11-0 il 1 nome· (amigerato di « Cagoùl »; movimento al qual.e dedica un istr~ttivo · arti,oolo la W elrwoche del 30 no- .vembre 1945 (3). ~ .2. La. n:azionaliizazione àntiburocraticà ·in Francia ... Ciò che merita particolare rilievo è il carattere gradualista e democratico dei programini del mo-vimento francese socia- ( 1 ) Si~ ~edanp, nel citato fascicolo di lnternatiotiat Post-war pro. b_lems, gh articoli- di P. Vignaux e E. Shreyder sul movimento ~1nd,acale. francese, dall 1armi~tizio del 1940, e sulla resistenza ope-raia 1n Franc11a - . !2) P. v,iaN1itrx: _The labour movement in France since the. libe– r,ahon. In Jn~ernaf~onal . .Pos't-war Probl_ems 1 luglio 104~. (3_) _su~ 0 r1voluz1on~nsn_:it> tecnocraheo » o <anticapitalismo dei t~cn1c1 ~1 veda lo. stud1t> di G. MARTIN.Et, nell'inkressante volnm.etto d1 SB2'in su La crise française (Pari$, 1.945). - ~

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