Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 1-2 - 1-16 gennaio 1946

22 CRITICA SOCIALE Dal 1900 al 1914 e dal 1920 al 1940 la nostra agricoltura ha p·Mgredito g.-andemente, beneficiando di nuove immis– sioni. di capitali. Sono stati attuati moltissimi e quasi geinerali ingrandimenti di case. coloniche, sono state create, per divi– sione, nuo.ve unità. poderali, •sono stati eseguiti nuovi im– p.imiti di sop~asuoli, sono stati adottati nuovi e più perfezio– nati strumenti, tecnici, oome impianti idrici, sili da foraggi, trattrici ed altre· macchine agricole; così che, sernza le soste e ~li arretr~menti dovuti alle due immani guerre mondiali, ce;to ben più imponente sarebbe stato il progresso, · 00111 i COlÙccutivi aumenti ,U 'pr,odotto e di ricchezza. l,a nazionalizzazione e lt, socializzazione della terra. .I. compagni irnglesi, considera tè le difficoltà e le inoo·gnite della nazionalizzazione della terra, la,sci•ano per ora indisttH · hato il sellore dell'agricoltura, non ostante che in Inghilterra le terre incolte 'liano oltre il 70% di quelle arabili e che la produzione alimentare raggiunga appena H quart,o del fab– biwgno nazionale. Le co,ndizioni della Russia sono molto dissimili dalle no•– s1,·e, sott~ tutti i purnti di vista, ·da quello dell'ambiente fisico ed agrologi·1» a.quello sociàle: là, per est-ensiorii che SJ1perano quasi una decina di volte quella d'Italia, non vi sono che fertili pianure; là, pe,r l'accentramento in poche mani d·ella proprietà terriera latifondista, dovuta al recente feuda.lesimo, per l'economia ag.-icola ancora arretrata ed estensiva, per le residue foirme di proprietà eo!J.ettiva della terra; per iI 'p,oco svilupp,o delle industrie e dei ceti medi, la eliminazione d'ella proprietà privata del~terra, men~re era ardua. dal punto di vista economico, p·resentava una relativa facilità d'ind<1le politica. Se tuttavia la socializzazionl) dei mezzi ·di vroduziorne e· di scambio in Russia rifulge sotto parecchi aspetti di vivide luci, ha anche ombré fond~, come quelle relative alla sorte, dei oontad.ini che èbbero in un, primo tempo la terra in' pto– prietà, e' che, i~··,111seconcl:o temp,o, volendo difenderla dalla statizzazione, subirono una tremenda persecuzione, col ri· sultato che le forme di, socializzazione attuai~. so•no ancora in prova, mentre quel proletariato agricolo è ..ima,sto ad un tenore di :vita assai inferiore, -non solo a quello inglese o'd anÌericano, ma anche a quello italiano·. Ed è da notare. che la ·produzione, mediante la meccanizzazione, è enormemente più facile in quelle immense pianure che nelle nostre am– plissime regioni a colline e montagne, d,cive, se i lavoratori non ·avessero lo· 6timolo ddl'intèresse diretto·, lascèrebbèro · forse la terra in abbandono. Del resto anche in Russia, CO{l l'attuazione del lavo.-o a cottimo, cioè con la retribuzione commisurata :il rendimerto, s'è mo~trato di aver compreso l'he. n-0n ostante tanta prnpaganda, la generalità dei l:wora• tori, per lavo,rare di proposito, ha ancora bisogno di trovarvi l'immediato personale tornaconto. In parte dell'Europa Centrale, sotto l'impulso della Rus~ia. si stanno ·attuando riforme agrn.-ie assai drastiche; _mentre i comunisti italiani e del resto d'Europa sembra siano persuasi che le· riforme radicali d·ebborno essere attuate con « giudi– zio», se orprni da tempo parlano, so1o. di « <!emoorazia pro– gressiva». Il programma soçiÙlista m lta!i,a riel momento a:too!e. . Noi Éocialisti; veramente democratici e gra·dualisti, pensia– mo che ffe> debba giungere alla sodalizzazione della terra oon gihstizia ed. umanità, per modo che uile l~assima tra le· ri– fòrm-e,,·ifulga. di luce propria, non-presenti ombre; e sia ~I• tuata ..con il pieno· rispetto della libertà umaria ed al solo scopo .-di raggiungere urn .grande ,sviluppo tecnico ed· un su– periore' grado di civiltà umana che la giustifichino,. Noi·poo– siamo che ·debba essere programmata e .proclamata l',•spo-o-. priazione- indennizzai~, e che quella della terra debba ~sere preee,duta da quella delle industrie,Ja cominciare da quelle, a carattere monopolistico; noi ,pensiamo che essa debba es– sere attuata gradualmente, previa larga sperim~tazione, la quale dovrebbe iniziarsi nelle terre a latifondo, sotto ogni punto di vista arretrate, come potrebbero essere quelle di qualcuna delle vallate più infelici e meno· produtti~e d'ltaÌia. Per un.a rist,-etta ,.zona, lo Stato, tohi di mezzo i possessori ,privati, potrebbe aver modo. di studiare ·ed attuare una bo– nifica veramente integrale; ~be comprenda u~ piano compler.:i· BibliotecaGino Bianco ed organico--di viab 0 ilità, di uti.Jizz~~ione delle acq;e per forza motrice e per irrigazione, di, risanamento del terreno, di impianto di industrie H ,più possibile connesse con l'agri– coltura, di cootruzione di fabbricati colonici razionali, di piantagioni delle più indicate culture ao-boree. . • Solo do,po constatati i buoni risultati dell'esperimento e pre– parati i mezzi e le nuove strrutture, si· potrebbe allargare,. sempre gradu'alment~, l'attuazione di oo-nsimili bonifiche e– connesse socializzazioni. Per la soluzione del grandioso problema della socializza-· zione, siamo ancora, può· dirsi, in fase di studi di o'rienta– mento. Fino ad ora sono state vendute dallo Stato e dagli Enti: pubblici le terre in loro possesso, come quando furono liqui- , dati i berni rustici gi·à della Chiesa, e come quando le Con• gregazioni di Carità del tempo furono spinte ad alieoiare le loro proprietà rurali pe.- prestare il ricavato al regime fa. scista. Tuttavia la quanti•tà di terre di proprietà collettiva è· sempre notevole. Per convincersene basta considera,re quelle che appartengono allo Stato, ai Comuni, agli Enti di Berne– ficernza, alla Chièsa, alle Università ,Agraria, ecc. Ora, occorre imped'ire ,ch"e que~te tenre di pro;1>rietà col-• letti va, sieno d'ora 'innanzi cedute ancora ai privati, occorre iniziare la nazionalizzazione della 'terra di p1roprietà collet– tiva, che può avvenire anche con soddisfazione generale. La riforma agra.ria, che deve avere per base un demanio collettivo, deve esseri: attuafa partendo· e· CJ)mminando con passo mode.-ato, per poter essere sieuri di n,on . essere colti' da affanno e ·di l)0n doversi fermare per istrada.. · Un primo passo deve essere fatto oon l'avocazione allo Stato delle terre arraffate .dai ma·gnati del fasdsmo e con la requi– sizione· dei latifondi male eoltivati. Ulterio.-i grandi passi innanzi potrebbero esser fatti seguendo, una via ritenuta la mi·gliore da chi, come noi, è veramente sur terreno della democrazi-a progres~iya. Essa oonsist~rehhe nel far pagaFe in natura, anzi,èhè in denaro, le elevàte aliquote, stabilite e a,. stabilir.si , per la tassa strao:rdinaria sul patrimonio - che. è un vero e piroprio prelie;Q dello Stato -, no·~chè sui tra· passi a titolo gratuito per successione degli immobili rurali. Lo Stato d,ovrebbe ricevere tanta terra quanta ne può occor 0 rere per il pagameinto del tributo·, rispettando le unità pode– rali, mediante conguagli in moneta per le fraziÒni. I .Tale metodo di pagamento, tale incameramento, umano e senza violenze, Earebbe assai· poli,tico e potrebbe riuscire di. soddisfazione generale, mentre porte.-ebbe assai ~ollecitamen 0 te alla mèta, poichè i trapassi per successione son,o frequenti, e quindi, .anche· per la loro t~ssazione P:ogressiva, di apporto imponente. Pèr la cond'uzfone e l'amministrazione di •tali sue tene lo Staio dovrebbe costituire organismi amministrativi decentrati, ta1i <!a reggere il,oonfrontò co·n quelli delle meglio organiz-. zate aziende private, Così, a~,che nella nostra po-Ò,vmcia, si creerebhe un pub-. bli'co demanio d.i, terre, che subentrerebbe; senza scosse e seinza oosti di espropriazione, ai pròp.-ietari privati, i quali eV'iterebbero di dovere, per pag~r l'imposta allo Stato, ven– dere una parte delle loro terre quasi d'urgenza, 'nei hrevi termini concessi, o di sobbarcarsi, c•ontraenào prestiti, a om,rose •passività. Lo aziende continuerebbero, i.n .nn primo te~1po, la )O'ro normale vita di lavoro e .di. pr-0dutti,vità,' con questo solo di 'cambiato, eh!' 1o Stato int.,n~ificherebbe le miglio,rie più del p,roprietario ,privato• e c}:iele rendite, irn·vece di essere gQdnte da quesio,' sarebbero, er.o-gate per irnteressi ·pubblid. Naturalmente lo Stato dov;rebbe computare· nelle ·entrate del suo bilancio sodtanto. le rendite, e non il valore delle terre incamerate, ma è hen prevedibile che tali rendite rag· giungerebbero•in pochi anni il normale gettito delle. imp,oste relative; mentre per il period,o transitorio, o•ve le· necessità del bilancio lo imponessero, lo Stato potrebbe emettere car– telIA di debito pubblico foJJdiario, certamente gradite a·i ri'– sp,armiatori, garantite su tali sµe prop.-ietà. I coltwatori sarebbe.-o soJlevati dal rischio di aver come sodo· qualche proprietario taccagno, e godrebbero di un contratto·« statale ». Contemporaneamente diminuirebbe l'of– ferta dei fondi' rustici, per effett,o della quale il capitale ri– s,parmiato dovrebbe ~Jnuncia.-e ad investimenti « lauti' e sènza cure i> e accontentarsi di percepire interessi assai modeati,

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