Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 1-2 - 1-16 gennaio 1946

CRITICA SOCIALE 21 r,otlura della vecchia forma» nella società capitali– stica. Egli vi scorgeva la soppressione - nel suo in– terno - dell'antagonismo qel lavo,ro e del capitale, pur non nascondendosi che le fabbriche cooperative altro non potevano essere che. « forme di transizione dal modo di produzione capitalista al modci di pro– duzione associata», con tÌ.llti i vizi e difetti inerenti alla necessità.funzionale· di dover ricorrere al credito borghese e di dover sostenere, in condizioni d'infe– riorità, la èoncorren,za borghese. Dal canto suo, Làssalle, strenuo fautore della coope– razione ·di produzione, sostene-va, piuttosbo utopisti– ca men.t• e, che essa doveva appoggiarsi al credito ed· all 'aiu.to dello Stato. Al che Marx riba'lteva (Critica de l pro gramma di Gothl11) che « le co.operative non..: hanno valore se non sono delle creazioni operaie in~ ~ ,dipendenti, non protette nè da Governi nè da bor- ghesi». . · ·E che Miarx avesse ra-gione, Lo dimostrarono· glj insuccessi delle cooperative di pr oduzione , verifica– tisi tra il 1890 ed il 1900, e il cons ,eguen.te successivo ripieganierito dei socialisti sulla cooper azione di consumo e di lavor,o,, le sole compat.ibili èon le po– si,zioni allora raggiunte dal movimento operaio. La linea di condotta seguita dai socialisti nei con– fronti della coop,erazione, sin'o alla vigilia· della se- - conda guerra mondiale (in Italia, sino all'avvento del fascismo), è quella con cretata dal Kautsky (Societii di consumo e movimen.to operaio, 1897) nei termini se– guentì: «. O prima o p oi il movimento cooperativo è chiamato - accanto alla lotta deì sindacati per mo– dificare le ·condizioni del lavoro, accanto ,alla lotto del pToletariato per conquistare il potere nel Corriune •e nello Stato, accanto agli sforzi fatti dal Comune e dallo Stato per estendere e molfiplicare le branche di produzione •amministrate da loro - a compiere un ufficio importante ·nella lotta emancip,atric'e della classe o.peraia ». La cooperazione presùpp,one, per Kautsky, una solida educazione pol itica, una svi lup– p1ata coscienza di classe, una- larga permeazi9.ne di sentimenti" socialisfr nei cooperatori. Soltanto sul ter– reno di un forte movimento politico e sindacale, la cooperazione può affermarsi _e trionfare. Cooperazione e socil11lizzazione. La-situazione è 0ggi prnfondan:iènte mutata: i lavo– ratori, nel collasso del- regime dominante, sono chia– mati ovunque a succedere ·ai. cet.i rei-rivi, per sanare le piaghe .dejla guerra e la contraddizione tra le for" m~ privatistiche della proprietà e le esigenze collet– tive deUa moderna produzione industriale. L'Inghìl– terra e la Francia hanno indicato ·1a strada. Si pro– fila pertanto la possibi-lità di· intr.odurre largamente il' principio di cooperazione nella geStione,collettiva dèUa terra e di determinate attività industriali o pub– blici servizi, come una delle forme nelle quali si at– tuerà la nuova economia. Si tenga presente a questo pr,oposito che la gestione cooperativa può' essere pre– ferita - con i necessari temperamenti e·controlli atti a tutelare il consumatore e ad i'ndirizzare l'attività dei cooperatori nel quadro' d·ei piani produttivi na– zionali (per evìtare sia la 'degenerazione corporativi-– stica; ispirata -ad una angusta visuale di categoria, sia la formazi,one di' gruppi privilegiati e tendenzial– ,mente monopolistici nel seno stesso della collettività lavoratrice) - nei settori della media e piccola indu– stria. Ed anche nella grand-e, quando non assuma ·una .tale importanza e vasti:tà da interessare, anche dal punto d•i vista della localizzazione e distribuzione ·di impianti, l'intera n•az,ione, o zone tra d'Ì ~oro distanti.– e diverse, nel qual caso si dovranno realizzare più opportunamente altre forme di socializzazi.one. Comunque, ci sembra indubbio che, anche in Italia, il lavoro debba assolvere la propria· missione umana e· universale. Sarà in tal caso aperta ia via all'affermazione delle cooperative in tutti i settori della produzione e deHa distribuzione, per realizzare forme di gestione sem– pre più libere e democratiche, nell'interesse della col- ' lettività e nello spiri,to del socialismo. · ANTONIO V ALÉRI ib iotecaGinoBian'c ·Il programma agrario -del Partito Socialista Italiano Come abbiam dato, nel fase: ·del 15 di~mbre,· uno, scritto-inollo interessante del. compagno avv. Piemn– geli sulla situazione agricola <iJe'lla regione del.l'Alto Tevere, cosi siamo sicuri di far cosa grata agli stu– diosi ·della questione agr(JJJ:ia, pubblicando questo stu– dlio ché il éompagno dott.- Corallini ha presentato co– me relazione al Congresso provinciale Socialista te– nuto ad Ancona· lo scorso 21 novembre. La 11,ostra struttura e'conomico•agraria. ·Gli organi ceaitrali del nostro partito hanno incluso nel programµia di attuazione immediata la cc rijprma agraria », genericamente espressa, che poi s'è tentato di precisare, ma che, data la proteiforme struttura eoonomica d'Italia, non ha potuto ancora assumere lineamenti concreti e generalmente accettabiÌi. Dobbiamo quindi studiare· ancora quale deve essere nel ·campo dell'agricoltura il p~ogramma concreto attuale del no,stro partito, tanto nell'ambii-O nazionale, quanto in quello– della nostra Provincia. È ben noto che tutta l'Italia Centrale, ~d eccezione di parte de! I:azio e della 11!1,aremma, non ha terre incolte, e nemmeno gran dr proprietà· che possan. dirsi « latifondi.»: il terreno agrario, quasi tutto intensamente· e .razionalmente oolthato, è .appoderato in unità aziendali, estese da pochi a noti oltre venti ettari seminativi, e condotte à mezzadria ,la ·famiglie ' di coltivatori, ron. mezzi' e capacità lavo.rativ3' in relaz',one oon · le necessità. di una normale intens_ificazione cultural~. È prev ~len.te la piccola e la media proprietà, ma no•n man• . cano propriètari di più decine di•poderi,-per èomplessive più centinaia di ~Ilari; ed assai numerosi sono i .piccoli proprie, Ìari ooltivatori di.retti. · Il contratto di lavoro. è la mezzadria, forma di colonìa par– ziaria che impera da secoli, nia che si è evoluta e migliorata, così che rion soio non è .stata di intralcio, ma ha contribuito potei.temente al progresso agirioo1o ed al graduale migliora• mento delle condizioni economiche dei contadini. Nelle condizioni geriei:ali agrologiche ed ecologi-che de]· nost-ro ambiente agrario, con 1'80% circa delle terre semina– tive 'in collina, anche assai .aspra, oon poche brevi pianure nella parte•.inferio.-e delle ristrette vallate, nessun'altra forma di sistemazione e di bonifica, avrebbe potuto dare i buoni rirnltati dell'appoderamento,'_ ~-on l'abitazione delle famiglie ~ mezzadrili nel ceaitro di attività dell'azienda, e oon un patto oolonico che, risponde.;<lo al loro immediato 1orna00<11to,ne · sollecita l'opera fattiva ed afacre. · · Tale struttura e la varietà delle oolture dànno modo di utilizzare ·pro.ficuamente :tutte le energie 'della famiglia lavo• ratrice per ,tutto il tempo che l'andame_nto stagi,onale per• mette, ciò che oostituisce 1llD grande vantaggio, poichè l'in• dustria agraria si svolge all'aperto ed è sempre oondizionata al comportamento degli agenti atmosferici. St~ i-1fatto che, non ostante qualche sollecitazi,one in sem;o contrario di poli– tici e di te3riei, l'appoderamento in modeste uriità azioodali, deceaitrate e condotte con cont~atto di mezzadria, ha guada– gnato continuamente ·terreno. Se ciò' è avvenuto lentamente, è derivato dalla necessità di- risparmiare ed accumularé i ca- 11itali occorrenti, che sono ingentissi,mi, come ha dimostrato anche recentemente il costo sproporzionato ·delle bonifiche agrarie. compiute dal fascismo, pur tanto mediocri ed in– complete. Per esprimere .sinteticamente la superiori,tà del sistema basta dire che l'Italia appoderata ed a· me.zzadria ha sempre da.to: molto alla collettievità nazi0111ale,e mai nulla ha domandato, · ben diver.samente dalle altre regi_oni che hanno differente .struttura eoonomico-agraria. Nella nostra provinèi-a pertanto la migliore riforma agraria, che non voglia e,;sere di danno o di inganno, per <JUanto · oonceme la eoonomia delle aziende e l'interesse generale, è quella di lasciare il sistema di conduzione agricola come è, salvo.,;.perfezionarlo, tecnicizzando l'attrezzatura. e miglio-· rando il patto colonico dal punto di vista sia giuridico eia $COno-mico.

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