Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 1-2 - 1-16 gennaio 1946

. \ 2 CRITICA SOCIALE ' la concessione è forse più probabile che per le altre nazioni vinte; compiacci.ainoci di questo, ma au– guriamoci insieme che questo principio di giustizi,a sia. riconosciuto e. applicato per tutti. * * * lntanJ:o che siamo in quest.a attesa, s'è aperta a · Londr<!_ la prima sessione deile l'lazioni ùmte, la cui convocazionè ·è venuta con una rapidità assai maggiore che quella della Società delle l~azioni do– po 1a prima guerra mòndiale. Allora pa_ssai:ono infatti quasi due anni .avanti che la prima convo– cazione avvenisse, e quando già erano. st.ati stipu– lati i più importanti trattati di pace. Que ta volta· la convoç_azione avviene quiindo sono passati poco più di quattro mesi dal teriniJJe detihitivo delle ostilità e parecchi mesi prima che si apra la Con– fere~.a della pace. Dobbiamo vedere in questa mag; gior rapidità il segno di una più pronta e .fortè disposizione delle .Potenze a riconoscere la neces, sità di delegare a un Cdl!sesso superstatale l'ufficio di regolare i 'rapporti e dirimere le controversie' ·che ·posson nasce.re fra. gli Stati? e dobbiamo atten– dere per le Nazioni _Unite una sorte migliqre di quell.a che arrise alla Società delle Nazioni, per il fatto che vi partecipa, sin dal primo momento, e in posizione preminente,''la Russia, che è certo fattore di primissimo ordine n,elle vicende della _politica internazionale, e per il fatto che l'altra potenza che con lei e con l'Inghilterra condivide il primato politico ed economico nel ,nondo, gli Stati Uniti,· sembra ora ver-amente disposta ad assumere un diverso atteggil!.mento da quello assunto :venti– cinque, _!Inni.addietro dal Congresso, di.Washington di fronte al presidente Wilson ·e che, proponendosi di da_re ospiralità nel ,suo_ !erritorio al Consiglio delle Nazioni-Unite, dimostra di voler ~ssumere la responsabilità di farsi anch'essa· stru~ento e ga– ranzia del mantenimento della pace nel inondo? N9n voglia mo chiudere l'animo alla sper:anza e, ·soprathìti:o, il.on vogli_amo e non dobbiamo asso– ciarci in alcun modo all'atteggiamento di, ·colorò che, sia pure in buona.fede, affèttano scetticismo in èopfrol!to di ogni pòssibilÌtà di ·intese internazio– nali. e favòriscono così il diffondersi di quello stato d'animo di cui Mussolini profittò per g;ttare il di-· scredito e suscitare l'ostilità contro la Società del– le Nazioni, alim~ntando quel retorico spirito bel– licistico, che doveva servire ai fini della sua politfoa totalitaria. Ma, ·certo, vogliamo anzitutto ved.ere se i primi atti, che nel conve,gno testè aperto si stl!.nno maturai;ido, di.ano fondato motivo di spe: ' rare. In questo momento più che mai sent1amò il rammarico che l 'lnternaziopale po'litica soci,alisì:a · non· si sia ancora ricostituita: gtande sarebbe ora il suo compito e tale d.a darle un imperituro ti-· tolo di benemerenza di fronte all'umanità. Nes– sun'altra forza infatti meglio di un'Internazionale sociaHsta, capace di raccogliere in un p.alJ'iito solo i dolori, le aspirazioni, le speranze d·i tutta l'uma– nità, cap·ace di muoversi liberamente, scéondo le sue-intime· ispirazioni, perchè non legata alla po– litica di nessun governo, potrebbe suscitare in tut– ti i. paesi un ·mo_vimento della pubblica opinione per costringere i governi a sentire che incombe- sù di loro oggi un imperioso dov,ere, che va molto al di -sopra della gelosa tutela degli interessi partico– lari del loro paese, perchè nessun vantaggio di ac- Bibl iofetati' r~orìi~b di àccresciuta espan- . sione e.conomica, di più abbondante dcchezza sarà sicm·o, se non sarà sicura la pace, la cui incertezza l'esperienza recente ha ben dimostrato di quale di– sastro sia. apportatrice. Già nelle .prime sedute si è potuto notare una reazione delle piccole potenze contro il predomi– nio che· le grandi hanno riservato a se stesse negli accordi preliminari stipulati a Mosca, a Dumhar– toµ Oaks, in C.rimea, a S.an Francisco. Contro il diritto• di~veto che i Tre Grandi hanno· riservato .aì loro Stati è scesa in·. campo per ora solt~nto la . Francia, ma non per· chiedere ~he quel diritto di veto '".sia 'toho, ma per chiedere che, .sia esteso àn– che a lei. Noi vogliamo au.gurarci che gli altri Stati tengano un altro atteggiamento e cerchino di im– pedire che nei rapporti delle Potenze si costituisca un, incontrollato Areopago, che possa jmp9rre la sua volontà ai piccoli popoli senza c~ie questi ab- . biano sufficienti mezzi di difesa e di rivalsa.' Sopratt_Ùtto noi pènsiaino che l'organizzazione delle ~ azioni Unite reste1·ebbe. sterile. e minacce– rebbe di far la fine della Società delle Nazioni, se dall'esperienza di questo ventennio le Grandi Po~ tenze __ non avessero ·tr.aJto la ·convinzfone _che oc- , corre assolutamente· evitare •di rieadere nfll'errore di fare della organizzazione societaria uno strumen– to della loro politica di egeinonia, e non sentissero· • che la vitali~à del nuÒvo organisrµo è subordinata alla possibilità del suo progressivo sviluppo. · Pare che oggi si intenda aco~gliere senza resi- · · stenz·a la proposta di porre una forza militare .al seryizio dellà Organizzazione delle Nazion,i Unite, proposta -che fu respinta a grandissima mag.gio- . ranza. quando due volte venne pròspettata · dalla Fr.anGia dinanzi .all'assemblea gintvrina .. Bisogne-, rà ora vedere in qual modo si intenda d; costituire, .di organizzare, di far funzionare questa forza mi~ li tare, con quali' fondi essa possa essere costituita e manfenuta-; a quale comando ò cÒmitato s',inten– da di dar l'autorità di ordiÌ.iarne l'intervento è in quale forma questo possa es'ser compiuto. Si tratta sopùttutto di vede~·e se l'esistenza di q•{iesta' forza militare supernazionale possa essere conci– liabile con Ja permanenza di forze armate delle singole nazioni, o non si debba invece, come a noi pare inevitabile, concludere con la soppressione de– gli eserciti dei singoli Stati. ·Come nella vita inter– na delle singole naziohi fu· necessario, perchè lo Stato pottsse garantire l'ordine e la pace fra i cit– tadini, -che a questi fosse tolt9 il diritto di ri_cor– .rer e alla forza per farsi giustizia da sè, così néi · _i:_ appoi:tiinternazi.ona li non p_gtrà èssere garantito l'ordine e assicurata· la p.ace fra j popoli finchè l' au– torità di regolare i rapporti reciprocì non sia toha al -loro arbitrio e assegnaJ:,a ad una organizzazione alla quale la lòro sovranità sia subordinata. - È. insom~a n;cessario che dalla ;inorg~nica e in– determinata forma delle Nazioni Unite si muova verso l'organica· e ben definita costitu,zione di una Federazione. E que~to cammino noi auguriamo con. tutte 'le forze, mentre continuano i dibattiti di que•. sto primo consesso delle Nazioni Unite. LA CRITICA SOCIALE. ·, Chi alibia i fascicoli della «Critica.Sociale> del · 1926 e sia disp6std a cede!·li, voglia faune, offerta (!. Vissà, Viù Tomaso Gròssi, fO - Milano.

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