Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 1-2 - 1-16 gennaio 1946

12 CRITICA SOCIALE fiato maloontenti, egoi.5ti, faciloni, b_assi borghesi' abituati alla 'voce di un padrone, spostati senza spirito e miraoolisti– senia convinzioni tutti stretti in un fase.io ! Fiato alle trom– be! « C'è il pro~ramma e le carte sono in tavola. Il più oompleto e organico programma lanci•ato in ltali'a dopo 1e elezioni del 1913 ». Così ·stambura « L'Uomo Qualunque». Avanti! con la grande organizzazione sindacale e sociale. Aivanti ! Lo Stato deve esserll « ami:ninistJrativo >J, ma intanto « L'Uomo Qualunque» dice d'essere la più grande forza « politica >J italiana. Vi è dell'esagerazione Sf\1argiassa, ma .bisogna anche riconoscere che, d'fettivàmente, la forza del oapitale è una grande Jorro e non deve essere sottovalutata. [,'aJtro programTTUJ:quello dell'altrwismo, dell'amore. In politica estera la concorrenza co'mmerciale e _la glllosia industriale fra l'Inghilterra e la Germania, fra gli Stati Uniti a il 'Giappone ci hanno dato la guerra. La borghe~ia italiana ba prodotto il fascismo, quella internazionale lo ha sos_tenuto, Entrambe, poi, lo hanno stJrozzato·. Disturbava ..·. Soprayvive-_ però i•l suo· spirito di rapina e di violenza, perchè sopra_vvi-' vono le forzè che lo hanno generato. Anche in campo inter– nazionnle si è· creato H trust ,;!ella ricchezza; I a libera ron · ·oorrenza ha fatto· sorgerll e rafforzare una potenza formida, bile: gli Stati Uniti. Ad essa si contrappone una potenza di lavoro: l'U.R.S.S. Ln mezzo l'Inghilterra, la Francia, l'Italia dividono l'Occidente dall'Oriente e due ooncezioni in -anti-• tesi. Dalla loro saggia p<ilitica .molto dipende, ma questa politica dòvrà essere socialista per evitare il cozzo tremendo. Non credo, comunque, che per ora esso avvenga,-non credo èhe le forze del male possano avere il sopravvento. Più che nella bomba atomica• che tutto distrugge, ho fede nella fiala di penidllina che dà la salvezza. Più che nella mor,e credo nella vita, nell'amore, ·in Dio. E quando leggo su· di un· muro in rovina: << Evviva me! », mi si stringe ·iJ cuore, non per,chè non si debba considerare e valorizzare il nostro « io », la nostra personalità, ma perchè di egoismo ce n'è già tanto ch'è meglio parlare di altruismo; di cattiverià e prepotenza al mondo ce n'è tanta ch'è meglio imparare a inginocchia"rsi dinanzi alla bontà. Forse certe· forze retrive e conservatrici, purchè la loro azione non sbocchi nel1a violenza, hanno pure on coll\pito necessario: -quèllo di frenare lo slancio talvolta troppo animoso delle forze rivoluzionarie, ma, francamente, al programma dell'.« Uomo Qualunque >J pre'férisoo quello dell'uomo cosciente, che mira non_ solo al bene proprio, ina a quello della patria e· dell'umanità. · In questo freddo Natale senza pace, in cui l'Italia immise– rita e senza confini piange soonlìtta sui st'ioi figli in discordia, sia pace .fra gli uomini d.i,·buona v~lontii e questo giulivo · suono di campane a -festa diffonda nel mondo la parola ·re– dentrice di Gesù e del Socialismo: Ama il tuo prossimo come te stesso/ · ' ·' ' .:, ARMANDO BARTH Per una repubblica ·unitaria organica cazione di un articolo dell'amico Levi, ma non ab· biamo av11to fortunà. Pubblichiamo ora un articolo di G. B. Maglione, dalle cui proposte siamo d'issen: zienfi in più punti e crediamo possano essere dissen– zienti anche parecchi dei' nostri le(tori e collabora– tori. -Ma sp•eriamo appunto che questo dissenso in– duca qualcuno a prendere la parola[ e a iniziare; sul– l'argomento della futura costituzione, un dibattito che conduca a qualch1:.,eonclusione. LA C.$. È stata aperta la discus·si_one sulJ'.o•rdina,mento PD· liticò dello Stato repubblicano, che dovrebbe scatu– rire dai lavori della nòn lontana Assemblea Costi– tuent e. E d io approfitto -diell'oppoir-tunità offertami per esp·o ·r.re opinioni le quali, se pure non da lutti con– divis e, p ossono quanto meno valere ,come un contri– buto alla chiarificazione delle idee. Stato 11nitario ~ decentramento funzionale. 1. • Affermo anzitutto il dissenso da.Jla tendenza f,èdieralista. Sono recisamente per lo Stato 1mitario 1, anche iperchè ritengo il federaH-smo pericoloso in mi Paese dove è così debole lo spirito uni'tari.o• naziònale. Basta c-onsiderare i fenomeni delle ten<de•nzeauto– nomistiche . a venature separatistiche della Sicilia, della S.ardegna, della ·v en:ezia Giulia, dell'Alto e Basso , Adige, dell'Aostano e deHa Valtellina, e riflettere sull~ auta,rchie econ=iche in atto in quasi tutte le Pro– vincie, per convincersi che occorre rinforzare la coscienza e l'o•rganizzazione unitaria naizionale. _In caso contrario si favorirebbe lo svilupp.o- di forze centrifughe. Ed un'Italia confede-razione di repub· bliche regionali, a loro yolta fe,dierazi-oni di infinite repubblichette ,municipali, male potrebbe ritrovai!'si nel necessari.o sforzo comune- della· ricostruzione in-– tema e della rivalori~zazione· -in camip•o interna·· *fon~~ · · · Stato unit ario intendo, però, neUe direttive e re-. sponsabili.tà d'or,dine p,o.Ji'ticci generale, che non esclu– dono, anzi s oHecìtano, lair-go decentramento sul ter– reno funzionale ed, esecutivo. Non comprendo la Re– gione come entità amministrativa, perchè il migliore e più effic ace funzion amento della amrriini.sfrazi,one - locale vedo piuttos.to nel potenziamento della Pro- · vi,ncia; la quaJe da is tituto complementare deve pas– sare a- istituto fondamentale: con una organ"iziazione generalizzata de1 servizi civili _essenziali (istruzione e cultura, comunicazioni e !&sporti, igiene e ·sanità, -lavori pubblici e bqnifiche, annona e assistenza pub– blica, protezione antincendi. e soccorso), che permetta agli abiltanti anc-~e dei l)iù minuscoli centri isolati _rurali e montani di considerarsi; ai fini di quei- ser– vizi, come fac.enti p·arte· di un'unica comunità. pro- vinciale. Convengo,' invece, sulla op,p_ortunità di un Consiglio rappresentativo interprovinciale, a compiti consultivi-– indicativi-coordinatori, presso la Ammi,nistrazione provincialè del capoluogo ,d 1 ell~ Regione; e sulla uti- ' lilà di decentrare pr_esso la stessa la liberazione di pratiche buro•cratiche ·(visti e consensi i-n esecuzione Abbiamo dello-più volte che parlare della Costituen- di leggi e disp,osizioni in vi.gore), per le qua-li si im- te e invocarne la sollecita convocazione, va bene, ma pone ora di ricorrere alla Capitale. . più necessario è parlare della Costit,;.zione. Se l'ordi- Le ragioni esposte sulla Critica da Luigi Preti c·on- , namenfo che vogliamo creare deve essere ordinainen- tro il feidleralismo politico e -Ja regione ,'amministra;. lo democratico, democratica deve essere anche la tiva, ed. a fav.o>redella, autonomia proyi,nciale, mi. tro- ' sua origine: non si può qui[!di lll'sciare che coloro,. vàn_opienamente consenziénte. '· 1 che saranno· eletti membri' della Costituente non. ab- bi.ano dal corpo elet~orale direttive p•reci$e intorno Regime presidenziçtle e regime parlame11Jf1J1ré::- almeno alle linee fo>Illdamentalidella nuova costitu- zione. Finora no~ si è espresso altro programma che · 2... Per esaminaTe serenamente il problema cen– di. creazione di un_ ordin-amento repubblicano; e in · tirale del potere esecutiv-o in relazione al sistema rap– realfà non è poca cosa; ma- a questa repubblica do- . p,res.{l.n)."ativo,ccorre· mettersi dal punto di vista su– vremo dare una struttura precisa e un contenuto eco- - periore del P.aiese,senza lascia)'si fuorviare da preoc- n,omico-sociale, che per noi socl'alisti rapprese1ìta ·là cupazioni ristrette' di ,Partito. natura e la sostanza vera del nuovo ordinamento. Di Lo Stato è la· espressione giuriidlica --della Nazione repubbliche posson·o esserci molti tipi, e ci sono state organizzai~; ed è l'ordinatore ed il regolatore della infatti e ci sono,: quelle di! Sl!ali'n e di Tito ·e" q1,1ella sua vita col-lettiva, nelle cui esigenze superiori si in- di Roosevelt, quella. di Be111es e -quelle·di Franèò e di quadraITToe si· subor.dinan,o i diritti dei citta,dlini e Salazar, quelle. di Hitler e di Mussolini e qu·e'llàdella ·dei. gruppi. Confederazione Svizzera. ' La monarchia ha svo1tiostoricamente u na funzione Sin dal primo ·miniero· noi abbiamo ·cercato di av- , unifi,catiice con1ro _i residui feudal.i ed i particolar.ii– viare ima discussione sull'argom'ènto con la pubbli- :. smi 'locali. La Repubblica che le' sùccedler à drve poFs i BibiotecaGino Bianco

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