Critica Sociale - anno XXXVIII - n. 1-2 - 1-16 gennaio 1946

10 CRITICA SOCIALE .-. cialisti a Milano, ma non al loro paese, lav,o,ratori il cui socialismo si limiterebbe a t enere in tasca la. tes– sera del ·partito, senza peraltro senti.re il dovere di occuparsi minimamente dei \l)roblemi politici in ge– nerale e socialisti in particQla-re. Come scrisse Filippo Tm 0 ali; militare nel Partito Socialista significa « una volontai,frt, ·consapevole im- 1i1olazio11e dii se stesso», per cui, se non vogliani.o ri– petere gli errori dell'altro dop,o, guerra, è in◊pl])ortuno inquadrare sic et simplicN'er questi sed.icenti socia-, listi nel pa1·tito. Pensiamo che sarebbe più leale ed onesto riconoscere che essi sono soltanto dei simpa– tizzanti, e inquadra.rii, per ora, come taii, soltanto nei gruppi aziendali, anzichè come normali a,derenti al partito, da.J momento che la l9ro adesione è limi- · tata. Starà poi ·aH'abilità della nostra propaganda, e soprattutto delle nosbre realizzazi.o,ni politiche, di tra– sforma-re questi simpatizzanti in iscritti regolari, che dànno al partito la loro illimitata adesione. e, s,oipra,t– tutto, il loro contributo personale. Siamo contrad a co11cede-realle cellule non ~oltanto ·il dki.lto. di -voto, ma anche il diritto d.i rilasciare tessere, in quanto ciò ha; d11t,o, luogo a gravissimi in– convenienti, quali l'artificioso gonfiamento degli or– ganici nelle sezioni ove hanno sede delle cellule. Dato che molto spesso gli aderenti alle cellule ·n,on hanno alcun legame con la selflione presso la quale risultano iscritte-le cellule (spesso non ·sanno nem– meno ove sb!), nelle elezi,oni e nelle votazioni non possono che seguire i suggerimenti d,el così detto « capo cellula» (denominazione ·antidemocralica che noi resp_ingiamo ed 'alla quale sostituiamo queB~ più approp~iata, e sop_rattutto più so•cialista., di « seg,re– ta,r10 d1 gruppç> az1enidale ») che tende così a diven– tare un .«· ras » Tutto ciò ha concorso· a .d,are in quest,o monient~ ·al nostro pattito-una fisionomi·a, non certamente derno- crati~. - · Controllo e coordinamento dei gruppi azi(;ndali. Riteniamo che i lamentati inconvenienti che liann~– anmcn1ato il munero degli ,o,ppo$itori d~lle cellule siano dovuti essenzialmente: . · ·. '· a) all'a.vere inquadrato le cellule nelle sezi,o,ni. Ollre aH'!nc<;mveniente ,d~l gonfiamento degli organici dflle sez10m che ne deriva, le sezioni, a nostro av– v1~0, non sono indicate per sovrintendere ai gruppi az1~ndl_ah,avendo_ questi particolari esigenze, che le sez10h1 non sono 1n grado di valutaire adeguatamente. A part.e gl_iinco~~enienti già visti, la dipendenza dei gruppi az1en~ah ,~aUe sezioni• è, dal punto di vista f1;1nz101rnle, pnì d1 ostacolo che di aiuto all'esplica– z10ne della loro attività e a~ ,loro sviluppo' · b) ai!'~ vere affidato. (per quanto riguar'da Mila– no) la sovrmtendenza sulle. cellule all'Ufficio sindacale della Fe_deraziò1!,e,il che di~tra appunto che non.s{ hanno 1d~e chiare sulla finalità e sull'attività dei gruppi_ aziendali. Infaltti essi, come abbiamo visto so– pra, no~ sono atra.tto organi sindacali; la politica sin– •dacale e, nelle az1en.0e, affidata alle commissioni in-· terne, che lavorano in· diretto collegam~nto con Je;,_ Camere del Lavoro; ~) :aHe erq-at~ ed arbitrarie direttive seguite dagl-i uom1111 prep,osh al~a sovrintendenza dèffe cellule: basta le,ggere lo scritto pubblicato sul n. 3 del .Voti– 'zia1·io della s.ezione d 1 i _M-ilano ed avere pr·esenziato a qu:1,Iche riunione .pre~ieduta d~l suo autore per ren– d.ers1 con(o de_lle d1r:ethve ~he s1 v.o,rrebbero imporre a1 gr~pp,i a:z1~ndah: r_ec.1sa tendenza oip-eraistica, ostrac1s_mo _agh ,elem~nh ~ntelle!tuali, .atteggiainenio oontrano a1 cosi ,detti ceti medlì, atteggiamenti tota– litari e demagogici, ecc., direttive che noi non ~ol– tanto non condividiamo e -riteniamo arbitrarie ed er– rate, ma combattiamo, perchè deleterie p·er quella unità della classe lavora!Jrice che riteniamo i-ndispen– sabile ,per l'attuazione del socialismo; d) all'abbandono (sempre. per quanto riguarda Milano) i,n ·cui p,raticamen,te il Partito lascia le cel– lule, le quali hanno fin qui funzi,onato u11icamente in quanfo dirette da segretari e oomitati esecutivi attivi e dotati di iniziativa.. · ;,, · . . Fin ·qui la Federa·zione e le sezioni si sono limitate Bib110 ·ec Gino Bianco" a mandare qualche circolare e qùalche ispettore, che hanno lasciato il tempo che hanno trovato. Con,rlusioni. Per co·ncludere: noi siamo dunque recisamente con– trari sia ·alla concessione del diritto di vo!o clìe al– l'autonomia amministrativa .deHe cellule. Siamo con– frari anche a ,dlare ai gru!(),pi aziendali l'incarico di esaziione ,delle quote, come taluni sarebbero disposti a fare, in quanto ciò finirebbe per burocratizzare e appesantire il g,ruppo aziendale, che, viceversa, per le consider.azioni già esposte, ·deve essere uno stru– mento di prO!()-aganidasnello, senza alcun gravame di lavorò amministrativo-buriocr;itico. A nostrq avviso la, soluzione migliore -dovrebbe es– sere quella di coordinare l'attività dei griippi azien– dali mediante la. creazione di 1in organo centrale, come caMeggia il compagno' D'Aragona:· la federa– zione o unione cittad<in'(JJ dei gruppi aziendali. Poichè la -funzione essenziale dei gruppi aziendali è quella della prO(p,aganda e della penetrazione, si po- . trebbe affidare all',o,rgan,o suddetto anche H coordina- 1!1entodella propaganda socialista, coordinamento per. 11 quale q ualche compagno vorrebbe fosse creato un apposi.lo « centro d 1 i prop,aganda ». In relaziqne à quanto detto, riteniamo che: - l'organizzazione interna più razionale, più con– veniente e più adeguata aHe 'esigenze attuali sia quella della « sezione domiciliare», inte·grata dai grupni aziendali: la prima in.quadra il s·ocia!ista oome uomo i secondi come lavoratore; i lavora•tori s.o-cialisti ven: gono ad. essere doppiamente coHegati col .partito, del quale è oosì accresciuta la vitalità; · l'articolo 24 del progetto di statuto predisip,osto dal ~omp_agnp Faravelli dov_rebbe essere ·copte:,;npla– to e mtegrato alla ltice de))e considerazioni che p,r/~ 0 cedono.• DINO ZUMAGLINO :La necessità per il Partità di una struttura democratica _°È orrriai chiaro che il s~'"èialismo'si impoverisce ed in zm certo senso si\chiude e si le[JIJJ, se si condiziona ad una determinata metafisica, cosi c.ome l'infinita apertura ed il_V,(lllqreùniversaie ed) eterno dell'etic« cristiana si sono impoveriti e chiusi, quando si e VO"'- . luto dogmatizzare e undere immu!abilmènle legata· ad -esta nei s-ecoli la metafisica con cui e n ato, fi glia del. tempo e dell'ambiente in cui so1·se, per. da.re allrt Chiesa l'incontrastato ®minio e l'assol11!ap'r.eminenza sui-fedeli. . . Ques,fo hanno percepito molli.rappr,ese-n./anli e mol– ti compagni del socialÌs•ino europeo e i'taliano - e rite– niamo -che questo sia il significato p-ro.fond'o delle «tendenze» che si trovano ,di fronte nel PartHo So- . cialista Italiano. • • · °È d'altra pairte neéessario procedere' sii q11eslasfra– da .con la massima chiar~zza e cautela - che non · esclude af{att'o la decisione -, on,de le masse c·he se– guono il Parti'lo possano· rendlersi esazzrien,te~ente copto dei pro.b:lemi _discuss-i e ·del. nuovo indirizzo da: prendere, e ·non abbiano 1a sens(J)Zione di. brusche– «sterzate» che facciano uscire- il partit'o dalla sua linea tr-ad<izionale. - J · Anche per questo È dunque DI SOMMA IMP.ORTANZ~ ' 'DARE AL PARTITO UNA STRUTTURA ASSOLUTAMENTE DE– MOCRATICA, CHE PERMETTA IL LIBERO E PIENO SVILUPPO, DI QUESTA INTERNA, FECONDA DIALETTICA, CHE SOLA PUÒ, PERENNEMENTE ADEGUARLO ALLA SU,\ MISSIONE,' MARIO FRE:ZZA.. . Da un. ,articolo Py,bblicato nel nut~-cro del 20 dic emb re deUa ri– vista qu_mdi.cin~le di pcl..itica e cultura « Democra. z.ia soc-ialista » o~c ab~1a:110,.g1•à .seg.nalat-a n7l fa;;cicolo. s~orso ai nostro~ lettori ~ s~amo h~h dt ra~omandare nuovamente alla lero• attenzione {indi:... rizzo: Via Mord1ni, ~6 - Luce~: ogni <.'Opia L. 12 ). ·

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=