Critica Sociale - XXXVI - n.14-15 - 16 lug-15 ago 1926

CRl'rICA SÒCIALE 211 ' I n?n e meno segno trionfale di una trasforma- nel .suo giornale. Si sta comprendendo èhe p~rs1slendo nella via attuale, molte apparenti -ricchezze .finiranno per perdere ogni valore, mol~~ , fo~h~n~ per cr•o~la~-e,m?lta · fittizia pro– spe11ta per tramutarsi m miseria 'È te ed , . t . ' mpo, e_appena empo, di portare il oolteno nelle carm per salvare l'i_ntiero organismo. Se non 1~ porteremo noi' st~s'~i, 1~ porterà Shylock, non a nostro ma a suo. s,olo 'profitto. z11me profonda, rivoluzionaria ( o reàzionaria secondo il punl9 di vista) avvenuta in uno dei' congegni più delicati e po&.senti del sistema ca- . pitalistico di produzione, la Società Anonima. ·Chi non ricorda gli inni frenetici che · i oo- . rifei della borghesia moderna sciolsero ·a cotesto mirabile slrumento di « democrazia economi– ca » ? ,!n, esso si conteneva la prova p~ovata che. la soc1eta borghese era la ·società. della univer-- ANGEìLO TREVES. LA o·.E•C"ADENZA ; dellademocrazi~ capitalistica. .· (~ proposito d'el yoto plurimo) Roma 1ocuta est. La Corte di Cassazione ha in questi giorni, nella causa del Consorzio mobi– liare· finanziario, risoluto il quesito se la }e<J~,e vigente consenta che negli statuh· delle Soci~lf1. anonime sia slipulato che alcune· azioni dispon– gant>"rn~-Jl'assemblea di più voli. Solenne decla– ratoria· del · 1Jofo plurimo in diritto costituito IJ?,entre c~sì acerbo ne e,ra il dibattito· pe.r il di~ ntlo costituendo-; mentre le somme a,erarchic che per delegazione, parlamentare frnn~~ in cur~ . la nos~ra_ anima· 1egis_lativa, si dividevano, e I~ Comm1ss10ne per la nf.orr:na del Cod:ice di Com– mercio diceva no al v•oto plurimo e il Consialio S . ) 5 upenore .dell'.Ec0nomia Nazionalic - i pratici contro i giureconsulti!· ....2. diceva sì. -Chi esamini spassi,onatamente. la legge scrilta deve convenil'e che i suoi lermini letLerali autoriz'r.ano finbor– prelazione de11a Suprema Corte. E proprio per– chè il legislatore, dominalo da un ipensiero tullo opposto a qucllro che ora lìlreva:e ~ al suo tem– po certe diavqle11ie non si· stlpponevano neppu– re! - e .cioè che l'uguaglianza di Lraltamenlo aritmetica fosse Lempe.rala in guisa che gli azio– nisli,: portatori• di poche ~ioni non fossero sof– focati; dagli azionisti plutocralici, consentì certe deroghe. slatu~arie al r,egime dell'uguaglianza cli trattamento, allraverso le quali scappa il volo ph.u:imo senza che,ci s.ia ;mezzo di conlende,rgli jl passo;· tullochè questo effetlo sia l1.1Lto contrario a q:U,e..llo .che il legislalorc si proponeva di ·raa– giungere con la misurata e medilala libertà d~i privali di darsi gli stalnti delle Socie.là Ano– nime più a loro convenienti. La patria giurisprudenza, premula dalla no– vilà dei rapporti formalis·i nella economia e nella finanza, ·specialmente duranl,e la guerra e di p0i,· dopo una limida resistenza, dovelbe ca– pitolare, e- la, capitolazione oop:erse ftmbesca– m~mt~ facendo valere la lettera legislatìva e ap- - plicandola in un'intenzione tutta diversa da quella. ab antiquo voluta dal 1egislatore, ma con– forme ai bisogni prepolenti della nu0va società. I lettori rispettosi, oome noi stessi, della indole della Critica. Sociale) non ci chiedano la gloss~ .giurisprudenziale rigorosa dimoslratiYa della nostra opinione sul dirillo cosliluilo nella soggella materia. Non est hic focus. Per noi la scnlenza della Cassazione. ci inleressa solo ·in • I quanlo .111elle- il sigillo giudiziario sopra un fatto sociale d,i meraYigliosa imporlanza, che p,cr es- Bibliot~~ 8H~ff-Bièltctr norme di diritto privato, salità della ricchezza. • La _più. modesla attività- economica, quella di .un bracc~.anle o_ di un'operaio, poteva sempre c?l suo nsparm10 elevarsi al possesso di un'a- • z1,one, con la quale si poteva accostare alla at– tivit~ di \l_n gr~nde imprenditore,· di un genio tecmco o f~na_nZI.ario, impegnato magari in· qual– c~e merav1ghosa opera di vita eterna come il taglio dell'islmo di' Suez. ' La sua parcella di capitale aveva la stessa potenza della parcella di chiunque altro. E se ~'era u1:1apre_ferenza, era a suo vantaggio, poi- 11 I?atr10 legislatore aveva prescritto: « Ogni Soc10 ha un v,oto ed ogni azionista ha un voto sino a cinque azioni da lui possedute. L'azio- .ni~ta _che possiede più di cinque e sino a cento az1om, ha un voto ognt cinqUJe azioni; e per quel1o che possiede oltre. il numero di cento ha un voto ogni ·venticinque azioni ». - (Art. 157 Cod_. C,011:1-m.): Così, gentilmente, la prevalenza cap_rtahstica sF volgeva ad incoraggiare i più de– boli. E · il patrio legislatore, pensando che. le private concessioni potessero essere anche più fayorev·oli agli umili di quelle leaalmente sta– bili~e· per l'opportunità di sollecit~ il capitale, aggrungeva: « Nell'atto coslilutivo o nello statuto· ptiò essere· derogato a queste disposizionì ». Ed ecco il fondamento della leaalità del voto plurimo! Ma allora chi ci pensa;a? Il liberali– .smo fioriva tante promesse, così nella economia .come: nella poliffC(l/ Se si inlra:vvedeva la, possi– bililà di azioni privilegiale ciò era in connes– sione di largizioni di azioni' operaie) ,per le quali le maestranze avrebbero potuto aspirare al con– trollo e - perchè no? -:- alla direzione tecnica ed amministraliva delle aziende, in cµi presta– vano l'opera loro i11 una estensione ed eleva– zione coslanf.e indefinita della loro collabora– zione in fabbrica .... Poi... poi le oose andarono in una direzione alquanto diYersa. L'evoluzione capitalistica pro– procedette con ritmo accel,erato alla subordina– zione dei làvÒ~o e della tecnica alla fin.a:nza. L'industria perdetle ogni autonomia di fronte alla Banca ed alla Borsa. La Banca cessò di' essere 1a so, 1 ventrice della industria la credi~ . ' trice della industria; per diventare la padrona, per diventare essa l'industria, per inèorporarla in Sè. . ' . D'altra parte la Banca non pote.va il)lmQbi,– lizzare tutti i suoi capit~.li nelle industrie che «lanciava». Sarebbe rimasta in troppo breve tempo all'asciutto. Bisognava trovare un pJ.ez– zo per Lene1'econ poco capitale azionario il do– minjo, o, come si dice, il èontrollo sull'industria. Bisognava legare l'una all'altra le industrie in guisa che, con limitato possesso di azioni di ciascuna, si governassero lutle, ·secondo una vi– sione di interesse che, superan,do l'interesse di' · •

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