Critica Sociale - XXXVI - n.14-15 - 16 lug-15 ago 1926

Lasc·t o Se hi a·v; oe1a e RIVISTA QUINDICINAL:E DEL SOCIALISMO Nel Regno: Anno L. 24 ·- Semestre L. 12 ..:_ Ali' Estero: Anno L. lt. 30 - Semestre L. 15 DIREZIONE: Milano - ~ortici Gallarla, 23 ._ AMMINISTRAZIONE: Via Omenoni, 4 - Milano Anno XXX.VI ·- N. 14-16 Questo numero doppio L. DUE 11 Milano, 16 Lugllo-16 Agosto 1928 SO M'M ARI O POLITICA E ATTUALITA-': MassimtJltsmo è Parlamenta.ris1»0 (Rabano Mauro): Il difficile gu_alto (Gino Balde11I). O noi, o Shylock (Prof. Angelo Treves). La decoden•a. deZlà democrazia capitalista (Gaio Ulpiani). Bociaiismo e posttfvlsmo (Prof. Ludovloo Llmentani). La. fa-vola del lupo, e del pastorello (Franz Weise). ' STUDII .ECONOMICI E SOCIOLOGICI: Il cloro> antimaraJi1mo e le tesi çatastrofiche-(llne) (prof. A. Labriola). Per « l• terr~· a. ~lii la ltWora> in Danimarca; - VI fine (A, Schiavi). Rurau emiliani (Stefano Vesco). Ootne è sfruttato l'uomo d,i colore (Forecher). FILO~OFIA, LETTERATURA, FATTJ SOCIALI: 8t1uarlU in giro • L'e_conomia. mondiale nel dopoguerra (f. p.). Tra le Rit!lste: La orili politica europea e l' Im.pero britt_a,micn (e. m.) Oi~ ohe si stampa • Storia. della Rivoluzioné francese. Vincenzo Ouoco (Hu1.). ' " Un ricordo ,, (Simona Martin!). Orisi d,i. BJ)irito (avv, Dino Bonardi). Pub1Hlcaztoni pervenute in dono. Ma11imali1ma e\ ~arlamentarnmo La t.esi dei superficialismo rivoluziona– do, che ama le idee semplici e i contrasti puram,ente letterari, si può fissare così: Il Parlamento è l'organo di un oompromesso tra rivoluzione e conservazione; dopo la guerra e il dopo guerra non e' è che da soeglier.e: ·o riv,oluzione 1 0 conservazione; anzi, o riv,oluzione ,o dittatura. Tertium non datur, com,e ooncludeva, trionfalmente, l'A– va.ntil Ciò pare un ragionamento ,e non è che un vaniloquio di tautologie. L'antitesi tra Parlamento e Rivoluzione e Parlamen– to e Reazione è tutta farmale ed arbitraria. La dittatura tanto è reazione quanto .è ri– v·oluzi-one; la dìttatura anzi può essere rea– zione ,e rivoluzione insieme (Pildsusky). L'antitesi vera è: dem•ocrazia ,o dittatura. E il . Parlamento non è che una forma (,e non unica, ,e non assolÙta) di democrazia. Ancor più nettamente, l'antitesi è tra au– tonomia ed eteronomia; tra governo di sè e governo di altrui, tra coercizi,one e li– bertà. Il Parlament•o è al tempo nostro uno spalto di libertà, una trincea di autogover– no, una fortezza della autonomia. Abbat– terla, riconosciamo che è !',obbiettivo e il vantaggio del potere assoluto, che scende dall'alto ,e si impone e coercisce in basso. Ha il rivoluzionarismo un'idea qualun– <J,UR del domani della sua rivoluzione·? Con– Bi~teda ~tlol&iàA\t(9 massa in funzione di rappresentanza volitiva, autonoma, idest democrazia,. o la concepisce in una divina delegazione di autorità ad un uom,o, ad una oligarchia, ad un partito? Se il rivoluziona– rtsm,o risponde bolscevisticamente col se– condo termine, egli è chiaro che la sua at– tuale oonsonanza di motivi antiparlamentari col fascismo non è bolscevismo, ma fa– scism,o, perchè in attualità di lotta, nel no– stro paese. la sparizione parlamentare non è in pro' della massa rivoluzionaria ma in pr,o'. della massa reazi-onaria. Cioè il ri– voluzionarismo lavora non per la propria dittatura, ma per la dittatura -opposta. Ma intanto che fa questo bel lavor,o, non dà nessuna idea del modo con cui concepisce i rapporti politici fra gli individui, i gruppi, la .col1ettività nel suo domani. Una v,olta il nostr,o rivoluzionarismo voUe mettere allo studio il sovietismo, come . trapiantam-ento di quello russ,o. Ora non ne parla più. An– che i comunisti, per la verità, non par– lano m,olto di questa questiione. Il rivolu– zionarismo italiano di tutte le scuole ten .. de a pagarsi con una par-ola: rivoluzione. I •più intelligenti capiscono· che questa pa– rola è suscettiva di molti -sensi, corrispon– denti a varie fasi: 1. 0 la presa del p·oter,e; 2. 0 le innovazioni da fare col poter-e con– quistato. Gli altri, _ ,e s,ono i più, e tra essi tutti i massimalisti, dicendo « rivoluzione i, hanno soltanto un intuito confuso e passio– nale del prim•o momento. La par-ola « dopo 'f! non è del loro v;ocabolario ideale. Egli è per tale ràgione, perchè cioè si pagano del– l'unioo sens.o della paroli:i. «rivoluzione» co– me ;presa di possesso del potere, che si ab- -bando nano con tanta incosdenza all'unis– sono delle teoriche e delle pratiche reazio– narie, a dire raca della democrazia e del Parlamento. -Ma ·il « dopo » sarà pur demo– crazia e Parlamento, ossia rappresentanza più ,o meno diretta degli interessi e degli in– teressati alla produzione ed a tutte le re– lazi,oni della vita politica, interna. ed in– ternazionale: oppure sarà autocrazia, oli– garchia •e dittatura. Qui, veramente, terlium ~ 1110n datur. Messa in più esatti termini l'antitesi; noi incalziamo i rivoluzionarii a spiegarsi fin d'ora. E fin d'ora noi, che per il m•omento della presa di possesso del poter•e, trattan!. dosi di un nudo fatto tecnico, ne adottiamo tutte le necessità. materiali, per i m-omenti successivi dell'ordinamento socialista ci iscriviamo per la libertà, per la democrazia, per l'autogoverno, deprecando ogni pretesa di assorbire nello Stato-rivoluzione o nello

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