Critica Sociale - XXXVI - n.14-15 - 16 lug-15 ago 1926

218 CRITICASOCIALE IL «LORO» ANTJMARXISMO e le tesi «catastrofiche» (Oonti1111a.i·lone: vedi num-. precedente) Nel. famoso paragrafo sulla tendenza sLoric~ del_– l'a·ccumulazione capitalistica, Marx, prem\~sso . che 11 sistema di appropriazione capitalistica sopj)r1rne la « proprietà privata fondata su lavo_ro pei:sonale » _(me– stier,e artlgianesco, piccola pr:o~netà d1r~ltà, riven– dita locale sistema del cornnnss1onato), r1levn: « ma Ja produz1~ne capitalìslica. geneta ess~ stcss_a la pro– pria 111e.gazione 0011 la fatahtà lche presiede ~1 fenome– ni della natio.ra . f: la neg.azi,one della negazzone. Essa r,istabilisce non la proprietà privata del lavorator~, ma la sua proprietà individuale, fondata sulle_ acqm– siz:oni dell'èra capitalistica, sulla coo~e~·az1011~ ~ sul poss,esso comune della terra e dJ lutt_, ,1 mezzi d1 produz,ione creati dal lavoro». _Il Comun1sn10. è ~~un– que la negazion~ della negazione (della p1op1Jelà p,ersonale dei mezzi ciel lavoro e de~la terra)'. CJ1e •cosa ,è mai questa « negaz.one della nega– zi<:Ìn,e »? Engels così ne parla: « la i:iegaz:one dell~ necrazione è un procedimento assai semplice e ù1 ov~ia app!Lcazione,nella vita?~ l~tli i_~ior_ni..: Pi– gliamo un granello di or:zo :, b1ho?J e: b1ho?1. eh co: tali granelli vengono(i)ogm d1 ~ac111at1, boll~h, messi a fermentare per farne la birra e da ultimo con– sumali ma se uno di Qolesli granelli •incontra le ·favore~roli condizioni naturali 'se cade, cioè, su cli un terreno acconcio, si avve1:a in esso, per l'azione del ,calore e dell'umidità, una sp·eciale alterazione,, ovvero sfa, esso germoglia: il granello oome tale trapass a cioè è neaato e in suo lt1ogo sorge la ' "' ' · d l pianta, che ne ha origine, oome negaz1O!1e e_ granello. Ma quale è il normai~ ~rocess~ vitale d1 cotesta pianta? Essa . cresce, fiorisce, vien fe~on: dala e da ultimo p1,oòuce nuovamente granelli eh orzo'· e oome appena questi gitJ.ngano a malurità, lo stelo' muore ossia è neaato. Abbiamo, infine, qual risultato della negazion; dello. negazione, l'iniziale granello di orzo, ma moltiplicato per dieci, per venti, per trenta». Ed .Engels applica lo stesso conce!to ad un processo della zoologia, della matematJ,ca e della storia, per concludere che la neg,azione della negazione è una legge t assai impòrtante e della massima estensione in lutto lo sviluppo naturale della storia e del pensiero» (20). Essa oonsisteFebbe nel– l'evoluzione secondo gli schemi della dialettica he- geliana. . . Evidentemente nelle sue tesi catastrofiche Marx ha v,ecluto un caso cli illustrazione del principio hege– liano. Nella prefaz~orie alla seconda edizione tede– sca del Capitale~ Marx si dichiarava « convinto ·sco– laro di quel grande pensatore» (Hegel), ma avver– tiva che il suo metodo dialettico « è fondamentalmen– te non solo diverso da quello di Hegel, ima ne è anche l'opposto». Secondo Hegel H 'mondo è una creazione dell'Idea (che non si sa bene se sia una cosa so.la col vecchio Dio delle religioni giudaico-cristiane, o qualche c9sa di superiore e diverso); secondo Marx l'Idea « non è niente altro che il materiale traspor– lato e tradotto nel cervello dell'uomo ». Marx rigetta il latq mistico della dialettica hegeliana, ma ne man- · ti,ene le forme e le specie delle manifestazioni; nelle. sue mani la dialettica è un modo di manifestarsi della istessa realtà. Vediamo adesso oome, egli pre– senti questa dialettica materialistica, di cui si avrebbe un caso nelle tendenze storiche del sistema capi-· talistico (21). (20) Engels: A.ntic D·iihring, 4 cdlz, p. ,187 e scgg, (21.) "In Marx la Filoso.Ila e l'Economia politica sono, collegate in una concezione materialistica del mondo. In 111.afx la ooncezlone generale .filo• softca riposa su'iié più larghe basi,. • Len'in; ·o,pe,·e complete, (in russo) Voi. XII, ·p. 2, pag. 382. Questo pensiero è giustissimo. La stessa Economia politica è per Marx 1;maFilosofia. Tuttavia Leniti fa un'interpretazione sbngliatissi_m9:del suo stesso principio. BibliotecaGino Bianco Hegel aveva insegnato che la d:al,ettica è « la pr-0- .pria ,e vera natura delle determinazioni i~tellet– tuali delle cose e del finito in general,e », -cd 11 mo– mento dialettico è il « sopprimersi delle deterrni!na– zioni finite e il loro passaggio nelle oppo~te » . (En– ciclopedia, trad. ital., 1907, pag. 81). La d1alett1ca è dunqu,e la scienza del movimento deHe cose,. de~la evoluzione universale, secondo la loro p~pn~ 1_11- dole che è «·la neaazione di certe clelerminaz1om » (ddem., 82). Nel co~1eetto hcgeliano l~ caratteristica del « finilo è cli 50pprimere sè medesimo». Ma tale evoluzi,one dialettica che si rivela nella natura -e ìll•e"lla storfa der;va in J-Iegel dal movimento autonomo del– l'Idea· menlre nel Marxismo è il processo stesso della natur~ riflettuto da una mente umana. Insomma è l'« ,evoluzione» (divenire) concreta,' manifestantesi se– condo le leagi che le son proprie e che consistono nel loro suicessivo negarsi. La nozi,one idealistica è so ppr,es~a; ciò che rimane è il _rit~o del p_assag– gfo. « 'Con c:ò - dice Engels - fu nass_unto 11 lato rJvoluzionario della filos,ofia di Hegel, e l!berato con– temporaneamente dalle pastoie idealistiche, che av~– vano ,impedito in Hegel tutto il suo oonseg~ente svi– luppo. Il grande pensiero fonclamenlale che 111;11ondo non si deve ooncepire come il complesso di oose compiute, ma come un insieiye cli p,ro:cessi, i? cu( le cose in apparenza fisse, non meno cle1 loro r1fless1 mentali i concetti, costituiscono una ininterrotta vi– cenda cÌi élivenire e cli dissolversi, in cui, attraverso ogni apparente accidentalità e malgrado ogni momen-· taneo regresso, si realizza, in conclusione,. una evo– luzione progressiva - quesi!@ grande pens1er~ fon– damentale, cl'a I-Iegel in poi speciahne1:te, è cosi pas– sato nella coscienza comune, che 111 questa sua forma generica non trova p:ù contraddizione» (22). Jaurès ha esposto molto bene la formula della diaJ.ettica marxistica. Egli avverte: « La concezi,one dial1etl1ca cli Marx consiste ne1 dire che la storia è unaq evoluzione di forme sociali, che si generano a vicenda, per la necessità continua in cui t1:ov?si l? soci-età umana di conciliare in se stessa de1 s1stem1 contraditorii.. .. Mentre la produzione acquisla sempre più carattei:e s0ciale, la proprietà conserva car.alfrre ind:viduale ... e il comunismo apparisce come il me..izo di risolver,e la oonlraddizione interna che porta in sè il capitalismo; dunque Ma1:x ha ragione di dire che vi è una dialettica de1la storia» (23 1). Tuttavia questa dialettica storica suscita non po– che diffidenze, ad una più traraquilla riflessione. Gi~ il Lange, il classico storico del materialismo, in una opera che all'estero si ha i_l torto di conoscere mollo Jmperfettamente, esponeva i suoi dubbi su quest1l dialettica storica. Da una parte egli notava che, la dottrina dell'« evolùzione per contrasti ·e loro solu– zioni» si poteva quasi definire una « sooperta antro– poLogJca »; dall'altra rilevava che n~ nella storia nè nella vHa dell'individuo la evoluz10ne per con– trasU si effettua nè così facilmente nè così radical– inenle nè così. precisamente, nè così sirnmetrìcamente oome 'nella costruzione speculativa. Secondo lui, lo stesso Marx (che egli giudicava il più dotto e più acuto economista esistente) riconosceva questa verità, cioè che l'evoluzione non si verifica mai così nètta– mente come nella dottrina della negaz:one, della ne– 'gazione, almeno per quanto si riferisce al passato; poichè per quanto appunto al passato si riferiva, Marx av-eva accuratamente notato non solo la len– t,ezza, ma la comp!Jcazione e l'eter-ogeneità del tra– passo, che non aveva mai reaEzzato forme pure, neltamente definite. « Ma per_ l'avvenire Marx pensa che le cose· andranno diversamente. Qui gli sembra che ci stia innanzi un processo meno lungo, poichè ,l'espropriazione dei pochi usurpatori da parte delh massa sarebbe p.iù fac:le, che non l'esprnpriazione ~ Engels; L. Ji'euerùa,6h e il vunto cli approdo della Filosofta clas&ica tedesoà; trad. !tal., p. 27 • 28. (23) Mo1wement Socialiste, l marzo 1900 .

RkJQdWJsaXNoZXIy