Critica Sociale - XXXVI - n.14-15 - 16 lug-15 ago 1926

CRITICA SOCIALE 211 la favola ~elupo t ~elPB!lurello . Chi· nou ricorda la favola del pastorello imprr– Lmenle che, avendo gridato più volte per celia « .:il lupo! al lupo», .finì per non trovare più chi accor– resse a salvargli il gregge, il giorno che il lupo sce– se davvero dal monte? Qua1che cosa di 11011 molto dissimile accade ora a quei socialisti che si di– ve~·~ono dur~nle ~ezw secolo, sia p;r eccesso di spinto polemico, s,a per ritors~one d'ingiurie a so- stenere queste tre lesi: ' 1. 0 che gli il).tellettuali, i politici i mar1istrali i filosofi laureati rion sono in genera!~ che ;trnmc~ti al soldo ed al serviz:o del capitalismo· 2.o che la de– mocrazia, il regime rappresentativo' il clemolibe– ralismo non sono che. maschere della reaz:onc di cla~se; 3.~ che la borghesia non regge l'econom:a ~ocral_e grnsta dir,e;ltive cli interesse generale, ma Jpocntamenle propugna e gabella come interesse collellivo quello che non è se non il suo proprio privato tornaconto, in contrasto profondo .con quello del maggior numero. Quelle tesi, che allora non erano che verità ten– denziali, all~ · quali occorreva fare moltissima tara oggi rispondono alla più assoluta verità· ma i so·'. cialisti si trovano imbarazzati a procla~arle, per– chè l'esagerazione cli ieri toglie credito, sulla loro bocca, a quelle affermazioni che pur son divenute inoppugnabili. lnfal li, il dopoguerra. ci mostra questi tre feno– meni: 1. 0 Il celo degli in tel1eltuali, . assolutamente pri– vo di indipendenza, di pensiero e di carattere, è caduto completamente nella soggezione del Capilnle e de' suoi particolari fini ed interessi. E ciò fino a.~ punto quasi incredibile, non sollanto di parteg– giare senza ritegno per i 1icchi oontro i poveri, ma anche di incrudelire, a vantaggio del Capitale, con– tro j p-iù vitali ed ovvii interessi della sua propria classe. 2 . 0 Il r,egime rappresentativo è ora veramente fai.lo strumento di una politica decisamcnie nnlipo– po lare ed anliprolelaria. ' 3. 0 La Borghesia, coll'inflazionismo e col pro– lezionismo esageralo, si pone per davvero e radicnl– menle contro l'interesse generale. Basterebbe la be– stiale clistruzione del risparmio e delle stesse sue fonti psico1ogiche, operala attraverso l'inflazionismo, per dimostrarlo. Si pensi, che il rispannio è come l'architrave e l'ubi consislam clell'inliero sistema ca– pitalistico. Senonchè, come possono clire quei socialisti - e, nel clirlo, essere creduti - che ora, ·nel dopoguerra, gli intellelluali sono asservili al Capitale, come pur– troppo ed evidentemente lo sono; che il regime rap– presentativo è divenuto la negazion~ di sè stesso, ossia uno stnunenlo cliltatoriale ed oligarchico; che la Borghesia si pone decisamente contro l'interes– resse generale, anzi · contro le norme vitali dello stesso sistema capitalistico, se è già un mezzo secolo, per non dire un seco1o inliero, che essi and~1vano ripetendo codesti medesimi apoftegmi? Ah! come invidio quei giovanotti, pieni di bal– danza e di sicurezza di sè, che pontificano sugli «Avanti!~ e sulle «Unità», e che giornalmente danno ivi fondo all'universo scibile, sentenziando su tutto e su tutti colla superba infallibilità di Minosse, il quale « giudica e manda secondo che avvinghia »! Beali loro, a cui nessun inclemente Idclio insinuò nelle robuste e ben blindate meningi il fastidioso dubbio autocritico dell'autore del << Metodo», e la pavida coscienziosità e il timore di illudere sè stessi ed altri, proprii al ricercatore di professione! Io non mi rivolgo perciò a queste anime fefici, Bibli~~jfflj, EJl't:ft'JcB sonnambulismo permette di costeggiar,e impavidi, .senza provare la vertigine a– bissi di ignoranza, bensì solo a coloro i quali in qualche modo intuiscono ed avvertono che qui c'è u,~ problema da studiare; che, io altre parole, ce una non trascurabile differenza, fra gli intel– lelt\Lali di ieri e di oggi, fra il regime rappresentativo dell antegueu:ra e del dopoguerra, fra il contegno economico della Borghesia dei tempi trascorsi . •e quello dei tempi attuali; e che perciò il sentenziare: « vedete, come avevamo ragione», quando in realtà ... non_ la si aveva, o non ta si aveva anoora, è •cosa po– co degna di un partito, che si dichiara teoricamente depositario del peAsiero di un Marx e attraverso lui, di quello di un Kant, di un Ficht-e, di un Hegel, colrossi ed ero:ci paladini del Vero e della insaziata sete di apprender~. Ma pazienza! Al postutto i socialisti - anche quei soc:alisti esiremisti ed iperdogmatici .ai quali all~clernmo- piLt sopra - nòn sono, e non preten– dono cli essere, dei puri filosofi, .che, in bianchi paludamenti, nella tranquilla Atene (divenuta oaai la insignificante Capitale di una piccola provinci;) vadano fabulando e disputando cli problemi astrat– ti., sotto i colonnati dello Stoa o della « nuova Aca– demia ». Praticamente gioverà loro rinunciare alla vanità di una coerenza insostenibile, ammettere che dall?eri all'oggi c'è qualche differenza, e che il lupo - ,il vero lupo - è sceso recentemente dai monti della guerra: E allora si porrà "il quesito - il solo che abbia un'imp-ortanza pratica essenziale - se ciò che oggi accade giovi o non giovi al socialismo. La risposta; a nostro avviso; non può essere che la seguente. · In se stessi tali fatti, cioè l'asservimento ·degli folcllclluali al Capitale, il carattere antidemocralioo ed antipopolare impresso al regime rappresentativo;: la: condotta antieconomica della borghesia, non rap– presebtano alcun vero e proprio « a'vviamcmto » al socialismo, come sarebbero invece lo .sviluppo del li– bero movimento sindacale, della libera cooperazione, o la stessa concentrazione capitalistica e i pro– gressi della tecnica inclu§trialc ed agricola. Ciò per nessun verso ed in nessuna maniera. Ond'è che appare affatto priva cli serio l'ondamento la conten- .. lezza, che di fronte a questi fatti ostentano alcuni dei no.stri, inteqYretandoli oome infallibili segni pre– cursori di una supposta prossima fine del « Capi– talismo». Ciò non togl:e che effettivamente il movimento social:sla possa trarre da tale condizione di cose un imponente vantaggio ed un grandioso impulso slorioo. Dico « non toglie che possa». Infatti è tutta· questione di sapere o non sapere profittare dell'occasione storica propizia. Il Socialismo infatti si creerebbe un immenso me– rito e prestigio, se in questo momento propugnasse con risoluta audacia queste tre rivendicazioni: 1.a Restaurazione dell'indipendenza degli intellet– tuali nei confronti delle grandi forze finanziarie. 2.a Restaurazione del carattere democratico del regime rappresentativo. 3.a Salvaguardia del · « risparmio » contro la tri– plice pirateria dello Stato, degli speculatori, e de– gli industriali, operala attraverso l'inflazionismo- mo– netario. Del resto, tutte le grandi rivoluzioni hanno agito così. Tanlo la Chiesa cristiana, quanto la Borghesia, i finora insuperati artefici di rivoluzioni vittoriose, seppero ai loro lemp.i con grande accortezza farsi paladini di riYendi cazioni di interesse generale, met– tendo a profitto l' erro.re dei proprii avversarii, che tali rivendicazioni, im pe1iosamente richieste dallo spi– rito del tempo, trascuravano, o ostacolavano addi– rittura. FRANZ WEISS.

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