Critica Sociale - anno XXXVI - n.13 - 1-15 luglio 1926

ClUTICA SòCiALE 190 questa strada nella ferma convinzione che essa non porterà noi, ma i socialisti, alla perdizione; ...che noi sapremo soffocarli col nostro •abbraccio ». (ibidem, pag. 103). . Nel. q~adriennio seguito. alla Conferenza di Ber– lmo .s1 vide sempre meglio che per i comunisti l'es– senz1~le non è l'unità, ma la loro manovra; che essi non ~1 preoccupano ~enomamente di unificare il pro– letariato, ma solo d1 rafforzai;e l'Internazionale co– munista alle spese dei socialisti. Oggi noi possian,o ben vedere ciò che è successo. La risposta dei bolscevichi al Partito Indipendente del Lavoro fu, com'era prevedibile, che essi sareb– bero _pronti per un'azione comune ma che non perciò c'è bisogno di una comune' organizzazione. Qui è il punto decisivo che svela la manovra. Per i s?cial:sli, un'azione comune presuppone l'organiz– zaz10ne, per essere ben muniti al momento del– l'azione. I bolscevichi si ·basano invece sulla di– sorganizzazione. L'unità, se non debba essere una lustra, ma una realtà, . deve partire dal– l'o.nesto intento di organizzarsi su queste basi: ugua– glianza di diritti e diritlo di autodecisione dPlle classi operaie. Questo presupposto non esiste. I bolscevichi hanno capito subito che la loro tattica avrebbe avuto successo soltanto mancando una or– ganizzazione oomune. Il IV Congresso della Inter– nazionale comunista, nel dicembre 1922, volava un ordine del .giorno contro ogni tentativo .di fusione dei partiti operai (pag. 1014, edizione tedesca). *** Il categorico no dei bolscevichi riguardo alla unità di organizzazione spiega anche la loro tattica ri– guardo all'Internazionale dei Sindacali. In origine la Internazionale Rossa dei Sindacali doveva servire a spezzare, con un attacco frontale, la Federazione Internazionale Sindacale di Amsterdam. Visto im- . pqssibile l'« attacco frontale», i bolscevichi si deci– sero per le manovre aggiranti. Essi trasferirono ai Sindacati la tattica del fronte unico. Ma anche al V Congresso dell'Internazionale Comunista (luglio 1924) Zinovieff canzonava l'idea di un « matrimonio con Amsterdam». A distanza di un· anno e mezzo altro cangiamento. Il 1.o marzo '26, nella Relazion; al Comitato allargato dell'Internazionale comunista sui « compiti immediati dei comunisti nel movimento sindacale», Losovsky propose la convocazione di un Congresso mondiale dei Sindacati dichiarandosi favorevole (a parole) all'unità dell'organizzazione, e, perfino, al principio della maggioranza - principio che i socialisti non hanno mai abbandonato. Ma chiunque conosce la storia dell'Internazionale Rossa dei Sindacati sa che cosa pensar~ di simili di– chiarazioni. Per due anni durò il tentativo di far credere ai Sindacati inglesi che la entrata dei Sin– dacati russi nella Federazione Internazionale dei Sin– dacati era una questione vitale. Ma alla fine i bol– scevichi han dovuto mettere le carte in tavola e, nella « Lettera informativa » · diramata a metà gen– naio 1926 a tutti i partiti oomunisti dal. Comitato Centrale del Partito Comunista della Unione dei Sovieti, « la supposta affigliazione dei Sindacati della Unione dei Sovieti alla Federazione Sindacale di Amsterdam » era stigmatizzata come « una chiac– chiera contro-rivoluzionaria». E nel discorso 20 febbraio 1926 di Zinovieff al Comitato Allargato del– l'Internazionale Comunista si è visto che questa « chiacchiera contro-rivoluzionaria» mascherava ' la B 'bl • _weoccu~zione ..4t trovare una via d'uscita dal vicolo 1 1oreca umo ts1anco cieco a cui era sboccato l'inganno fatto ai Sindacati inglesi. « Vorrei dire poche parole - così allora Zi– novieff - sulla questione se sia da permettersi una affigliazione separata dei Sindacati Russi all'Inter– nazionale di Amsterdam. Questa è una questione squisitall).ente internazionale e non può risolversi dal punto di vista francese o tedesco o americano o russo. Per taluno di questi Paesi, é probabil– mente per uno molto importante (Inghilterra), può convenire che' i Sindacati russi si riuniscano ad Am– sterdam. Ma per la Internazionale Comunista nel suo oomplesso l'affiliazione separata ad Amsterdam dei Sindacati russi non è nemmeno concepibile». Dieci giorni dopo questo mònito, venne la dichia– razione di Losovski. E si decise di perseverare nella manovra del Fronte Unico colla convocazione di ma Congresso mondiale, abbandonandosi l'idea di ado– perare i Sindacati R~ssi come un cavallo di T;oia. Nella stessa adunanza del Comitato Esecutivo Al– largato dell'Internazionale Comunista si respinse de– cisamente l'idea di un'unica organizzazione delle Internazionali Politiche. La contraddizione è facil- ' mente spiegabile. La Pravda (2 marzo 1926) am– mo~iva francamente i partiti comunisti « a non con– siderare la questione tradunionista da un punto di vista troppo tradun:onisla » e dichiarava the l'ob– biettivo dei comunisti nei Sindacali deve essere di « conquistare al bolscevismo la maggioranza delle classi operaie». Tutti d'accordo nel considerare i Sindacati anche come uno strumento prezioso per distruggere un giorno l'ordine capitalistico della società. Ma, mentre i socialisti difendono l'autonomia dei Sindacati i ' bolscevichi li vogliono subordinati ai loro interessi di partito. I Sindacati bolscevichi, .come quelli con– fessionali, sono sempre dominati ·dal proposito cli sfrut_tare i Sindacati per dei fini particolari. Lo scisma politico genera fatalmenle la disgregazione permanente dei Sindacati. Ora, l'unità sindacale deve cessare di essere una manovra par:tigiana per accen– dere la lotta fra gli operai in ogni regione e nel seno di ogni Sindacato. Bisogna che, a Mosca, o gli at– tuali dirigenti mutino le loro vedute, o lascino il posto ad altri. Vero che Zinovieff, il quale spera, ancora in una rivoluz:one mondiale a tipo russo, ha perduto molta parte della sua influenza, e che i suoi oppositori, raggruppati intorno a Stalin, sen– tono la necessità di una politica realistica a tinta socialista. Le due tendenze hanno entrambe ragione nella loro critica reciproca, Zinovieff accusando Sta– lin di aver abbandonato il terreno della ideologiai leninista, e Stalin affermando che Zinovieff ha per– duto ogni contatto colla realtà e colle possibilità sto– riche del nostro· tempo. Questo antagonismo è assai significante, ma non significa affatt,o la conclusione che ne trae il Partito Indipendente ·del Lavoro in– glese per un ravvicinamento fra la Internazionale Socialista Labourista e la Internazionale comunista ' dominata ancora dalla ideologia leninista. Gli operai che seguono la Internaz;onale Comunista non tarderanno a comprendere che la cessazione del conflitto, che divide le forze proletarie, è un do– vere Yitale per il nostro movimento in tutti i Paesi; verrà giorno che, nella stessa Russia, il pazzesco sistema per il quale un solo partito tiene l'esclusivo monopolio dell'attività politica e sopprime arbitra– riamente tutti i partiti socialisti, sarà liquidato. Solo quando i partiti socialisti potranno svolgere

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