Critica Sociale - XXXVI - n. 12 - 16-30 giugno 1926

186 CRITICA SOCIALE ------------::----- tono immec/iata111cnle, e per di più co11 la sensibilità sqllisilamenle g:urnaliera del pubblicista ( Marx era /aie), i falli e le conct:ziòni <li un tempo perfetlamenfr. trascorso e concluso. ma solo ed esclusivamente ndla I capacità nostra di assumere il metodo mar.rista e di misurare con esso [•·1 real'à d'oggi». Quindi il Bonardi si landa in una s~rr,ala disamina dei tapparli fra positivismo e marxi:.1110, auspicando, sulla scia dei molli e luminosi ritorni che già vi ac- · cenna110, ad una prossima rilwscila cld positivismo, tramortilo ma non' morto dalle manganellale che l'i– dealismo fascista gli diè. Nella quale opinione egli fa prova di mollo ottimismo, poichè prescinde troppo dalla grave, se pur austera fali-c_!a,che il metodo di osservazione .e di compara::ione comporla, spesso con m.inima fortuna di lrovali: mentre te.conclusioni dcl– l',idealismo sono così pronte perchè basta ... pensare (o aver11e l'illLLsione, coofondendo l'attività del pensiero con quella della memoria) per poter sentenziare. Fa– tica senza fatica._ Certo le nLLove tendenze del fl1[eyerso11, del Brache!, del Fischer, che il Bom1rdi cita, sono sig11ificative. L'ultima parte della vivace prefazione è dedicata più specialmente alla difesa di;,lle condizioni della libertà politica, contro l'ingenuo assolutismo idealistico per cui la libertà è il mero fallo della coscienw. dell'uomo e ia questa lulla riposa. -salvo a sollecitarla dall'e– sterno con metodo gentiliano, '11 c~1i fin,1lmente (!) con audace rivolgimen!o della dollr!na, è l'<?ggetto ... che si risolve nel soggello che le bLLsca. È ·da quest'ultima parte che tiriamo le pagine che qui seguono. ,Io spirito, in tal modo che egli può, abbandonarsi alle .più eleganti conclusioni. Ma, appunto per essere' ele– ganti, quesle appaiono anc.h:e conclusioni di lusso, alle quaH chi scrive 11011 saprebbe p·ermettersi di credere se 11011 dopo una attenta precisazione di termini. , La legge kantiana della ·li.ber,à del'i'.o', che importa e conclude l'imperativo· categorico, si rivolge ad· un tipo di uqmo in certo senso perfetta,· mòraitnente già per– fetto. Il solo fatto che questi sappia porre da p~r-(e qualunque considerazione utilitaria per il puro gusto di leper fede ad un valore moralé e spirituale, dimo– stra çhe ~gli ha già superato tutte le fasi della anima– lità incosciente e cosciente, ha stabilito il valore della vita, _ha risolto 1•:nctagh1esulla morte; ed è salito .-,.d una posizione di superiol'ità serena che, per la s~a sbess~ mirabile complessità, è indice di eccezionalità, attributo di singolarità. L'uomo, che così si oomportil, che pon soltanto spregia· l'utile, ma., supera perfino la formidabile legge organica della conservazione · e sfida la morte in. oorrispetti-vo di uri pU:ro ed esclusiv-0 soddisfacimento spirituale, è,- conte individuo - ul)a eccezione, che fuoresce dalla c~rchia della maggio– ran·za dei ·suoi simili. No.n sembri audace l'asserzione, ma cbstui è gia l'u-0mo eroe. Merit>orio della più alta coQs~crazione, sì.: degnò di essere proposto alla ammi– razione degli altri uomini, sì; ma indubbiamente 'in costut, non trroveremo mai riprodotti i connotati del– l'uorl\o medlo. Dicendo uomo medio non intendo d– ferirrhi all'uomo vile, od all'uomo disonesto, e ca– pace cli furto, di assassinio, di atteggiament.i comunque ipocriti e malvagi, riprovevoli: no,. affatt(). Voglio sòl– tanto· precisare che costui è un individuo in cui ri– trovi~o le premesse dell'eccellente cittadino, che è Nell'articolo citato Prometeo Filodemo aveva - .tra t capaae di. condurre la sua· giornata sempre secondo l'altro - fatto colpa a chi scrive ed al Partito Unitario di aver trascurato di considerare che la sola fonte- della i canoni dell'onesto vivere civile, ma a patto che l'am- , bient~ esterno non eserciti SQVi·adi lui una pr-essione libertà è nella coscienza umana. « Non vogliamo quin-, . troppo forte, intesa ad impedire con violenza l'espii– di altre « Fonti» 0011 l'F maiuscolo ». Di qui tutto un cazio,ne delle sue oneste intenz'oni. ragionamento che per l'opportuna brevità ometto, ma 1 di cui è molto facile a chiunque intendere il senso. Quando un~ pressione di questo tipo si manifesta, Filodemo, pel bisogno di ragionare tropPQ heghelia- l'-espljcazione di quelle eccellenti virtù è subordinata namente, trascura a, sua volta di por· mente ·alle con- ad un atteggiamento di assoluta rinuncia dell'individu0 dizioni obbiettive e giuridiche che si riéhiedono af- . in questione. I_ntal caso esso, per tener- fede ai propr~ finchè il fatto della libertà possa nascere, svilupparsi convincimenti, deve superare ed infrangere tl,ltti i ra:p- e serbarsi effic:ente. Se Filodemo fosse un astrattista, porti, che comunemente lo saldano alla vita in tutti dedito esclusivamente a studi filosofici, la sua impo- i suoi a;spetti materiali. Ma, quando si ponga ment~ stazione del problema apparirebb~ più comprensibile. che a ·questi. aspetti materi~li si ricollegano poi infiniti Portata nel campo dei valori assoluti, la questione problemi morali e senHméntali (vincoli familiari, esi- andrebbe riguardata da un punto di v:sta puramente genze economiche, imperfetta libertà dell'individuo nei astratto, e potrebbe dar luogo a dissertazioni d'indole rigua11di dei suoi r~pporti con la moglie, i figli, i gf- _accademica. Ma non sembra che sia tale affatto l'in- nitori), ci rendiam(!) •immediatamente conto che l'atte~- lendjmento di Filodemo, il quale indubbiamente con- giamento dell'individuo non cohsiste tanto nel s-ottò- cepisce la, politica come una somma di attività·; non porsi ·a pene e rinuncie che ledano lui stesso in senso come una specie contemplativa. mat,er-iale, quanto nel to11mento morale ohe esso· riqe~e E, se così è, oome potremo re~derci corito di uùa vi- daÌla considerazione assillante del disagio e del peri- col:o in cui l'V\ssono, ess·ere gettati i suoi cari a c~- sione così singolarmente antigiuridica come quella che i:--~ il mio contraddittore prospetta? La libertà _ egli dice, gione d.'i un suo atteggiamento,. che prescinda, dalle cilando un pass·o di Marx ~11.e,considerato nel con- ferree esigenze che la necessità esprime in un ·dato testo di altre argiOlnentazioni, ha un- senso suffictente- momento. mente più ampio e diverso di quello che Filodemo gli. Da· ciò la natùFale conclusione che anche l'uomo altril>uisce - la libertà è interiore e non esterna al- il quale, abbandonato a sè e disciolto dai vincoli cli l'uomo. Di conseguenza, soltanto il fatto che l'individuo esigeqze dalle quali non può i•nvece separarsi, sareb~e senlq l'esigenza della libertà ha va:ore. L'ombr,1. di Kant capace di eroismo, diviene uomò medio: incapace, cioè, si allunga sulla prosa di Filodemo; certo il filosofo per sµa volontà, di qualunque forma, di male ed anzi cli, Koenigsberg assilla col suo poderosò, ed in certo nafuqilmente spinto a raggiungere il bene, ma premuto scnsQ meraviglioso, impero morale, la ooséienza di Fi- daUe. esigenze ad accogliere passivamente uno stato lodemo, il quale è indotto ad affermare la libertà del- 1 di cose clie pur ripugna alla sua oosoi-enz,a. · l'io con una ·sicurezza, e secondo una concezione altrui- Ed ecco dove si rivela l'errore giuridico' di Prométeo slica, assolutamente invidiabile. L'imperativo catego- Filod~mo. La libertà deve riguardare tutti i cittadii:ii e rico col suo affascinant,e ascendeµte gli ha incantato · risolversi in un_sistema protetÙvo di tutti gli individui, BibliotecaGino Bianco

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