Critica Sociale - anno XXXVI - n. 7 - 1-15 aprile 1926

. • CR1TICA SOCIALE' 97 Coltura socialista e Propaganda III. Coltura e propaganda. Due parole che sembrano in– compatibili, perchè la prima significa conoscenza seria ) approfondita, critica, e alla seconda si annette aimè ' ' spesso, l'idea di una divulgazione. non pur elementare, ma dozzinale, approssimativa, e tanto quanto menz-o– gnera e imbrogliona, anche a fin di bene. Dare, del problema sociale, un'immagine all'ingrosso, e perciò solo inesatta e fallace, com'è, dt sua necessità, il sem– plice, quando si' accinge a spiegare il com plesso; ri– svegliare sentimenti rudimentali e primitìvi, cioè i più pl'opri, i più accessibili alla natura delle folle; susci– tare volontà definite, propositi ch;a~·i, immediati, scopi tangibili, cioè i più atti a mettere in moto le speranzo e le energie della rriassa; inspirare fiducia nella meta, presentandola vicina, « semplificandola» agli occhi ar– denti di' desiderio, per accendere la voglia e·per tenerla viva contro le stanchezze che così facilmente succe– dono agli entusiasmi... Quali diffipoltà, quali ostacoli', quali • casr di coscienza» intellettuale e morale, si pon– gono all'uomo probo che vuol farsi propagandista di questa immensa e complkata maleria che è la critica socialista della società, e la fede e l'opera del Socia– lismo! Molti errori, molte scempiaggini, e molti delitti si sono certo compiuti'. in questo campo, e anche molte grandezze e molte cose sublimi-. Vi è una propaganda tecnica, o politica, contingente,,per il fine immediato - per la organizzazione, per lo sciopero, per la lotta elettorale - che di soltito cade e passa come breve acquazzone estivo, raggiungendo, or s: 0r no, l'effetto che si propone, ma senza lasciar guasti o ben,efizii pro– fondi. Ma vi è la vera propaganda generale, la inter– pretazione sentimentale e critica dei disagi 'sociali e del malcontento indi-stinto delle plebi, la indi.cazion~ analitica, ragionata, delle cause dei mali, e dei rimedì, la dipiptura della realtà del mondo morale odierno (com– presi, in questo mondo morale, i lavoratori) e la co– struzione ideale di un mondo migliore, in cui, a seconda della preparazione e dell'animo del propagandista, si possono senlire le cose più goffe, grossolane, mal-vage, la ciarlataner$. più temeraria e la demagogia pi 1 ù pe– stifera, come le cose piµ nobili nella loro umiltà, pi!ù geniali nella loro apparente semplicità;,più rispettabili 1 razionalmente, nella loro guardÌjilga, delicata, rigorosa manipolazione di una materia così complessa e varia; più elevate nella inspirazione e nell'effetlo eòucatore. Nè fra i colt4ssimi e grandissi\ffii di questi Maestri della più umile e- più eccelsa delle arti, e i più modesti, vi è un incolmabile divario; perchè non è da credere quanto, in questo campo, valga la pura sincerità della fede, cioè l'accostarsi al Socia~smo oon quel pudico e caldo amore, che insegna da sè l'entusiiasmo per tutta la parte etica e educativa che è in esso, e il r> spetto e la cautela verso la parte dottrinale, critica, qpi– nabile, nellia quale, vjceversa, i cerretani di pi~cola o anche d'altissima taglia si avanzano e si avvol_gono imperterdti, sicuri, trinciando sentenze assolute, for– mule fisse, schemi rigidi, di_videndo, cataloga.odo, e rifacendo il mondo a fette e a casell,e come certi curati rurali descrivono corporalmente l'Inferno e il Para– diso, e vi distribuiscono i loro pa1'.rocchiani. Umile ed alla più che altra cosa al mondo, è questa funzione della propaganda; e può essere un crimine dei più scellerati, o un atto grande di bellezza morale, B .b ~IJ!e può AS.Sere ~. più grottesca parodia del Socia– I 1101eca 1__:,1no t:11anco lismo, o una vera opera d'arte, secondo la mente e J.I. cuore di chi la compie. Coloro che l'hanno falta 0011 animo onesto e con trepida coscienza, ne sentono la memoria e l'alterezza incancellabile. Pensano che tutto cade o cadrà, tutte le forme e gli istituti e 1e conquiste e i segni materiali del nostro lavoro; ma quella semi– nagione di vero e di bene, ma quella « umanità nuova», quella dignità di uomini e di cittadini, quella coscienza di sè e della realtà, quella vergogna della p:nopria e della generale abiezio_ne, e quella speranz.a di reden– zione per uno sfor~o di volontà, diffusa tra le plebi, non potrà mai andar del tutto dispersa. Per lo meno, il ricordo e l'brgoglio di aver fatto quest'opei·a, nes– suno ce lo potrà logliere. * * * Come fu fatla, in passat-0? (p.arlo degli strumenti tecnici della divul-gazione). E oome potrà farsi domanit, o potrebbe e dovrebbe farsi tutl'ora, 0011 la diffusione di pubblicazioni,. a cui non mancherebbero letlori, no- nostante le circostanze? ' Generalmente, il pensiero socialista - dalla criti!ca dottrinale dei fatti economici, alla teor~a polilica, alla polemica, alla pratica dell'azione - era esposto in volumi dei :Maestri sommi o dei loro interpreti più auto– revoli, quasi affatto accessibili, per il costo, e per il tono, alla massa. E non dico alla massa innumere .dei gregarì, o di coloro che p0trebbero e dovrebbero di– ventar gregari, e ai quali, logicamente, andrebbe ri– volta con maggior cura l'opera di prosentismo; ma anche alla massa degli operai e compagni più distinti, quelli a cui s1 affidavano car~che o che nell'offi1~ina rappresen~avano qualche cosa, quelli che, giorno per giorno, « guidavano la massa stando in mezzo alla mas– sa », vale a di.re, quelli che possono fare il più. gran bene e il più gran male, a seconda che abbiano, o non abbiano, idee chiare o storte, e .coscienza retta, o malsana. Da quei testi, sacri, purtroppo, anche riel senso che quasi nessuno li toccava, si saltava quasi senz'al[tro agli opuscoli. Gli opuscoli da un soldo! Anche intorno ad essi si fece della polemica di tendenza, anch'essi - o un giudiz1o su di.essi, vero o inventato che fosse - servirono alla demagogìa rivol'uzionaria per presentar la parte riformista come superba spregiatrice degli umili e delle semplici cose che agli umili sono intelligibili. E son lali i preconcetli in materia, che, di recente, un giovine· e intellettuale massimalista, affermando che certe verità fondamentali e lineari della lotta di classe sono meglio comprese, per intuito od istinto, dalle folle proletarie che no~ dai sotlili poll:t~i, accennava al sottoscritto come ad uno che appartiene all'alta col– tura socialista, e parla con dispregio degli opuscoli di propaganda. Falsa, purtroppo, la prima imputazione, e falsissima, fortunatament~, la seoonòa: chè la mia scarsa produzione socialista, all'infuori della gijorna– lislica, è fatta solo appunto di opuscoli. Ma quale tormento della coscienzà è lo scriverli, per dislillare un vero limpido e semplice, da una realtà così oscura e complessa., e per discernere, in ciò che. è acquisito o pare acquisito alla cr;ti)ca socialista, quel che può darsi come assioma definitivo, e ciò che è dub– bio, o par vero oggi e può esser falso domani; sì d9 non inchiodare, con la suggestione tremenda dell__a for– mula elemenlare, dell'apologo evangelico, una iusin– ghiera «verità», che è menzogna, nell'animo ingenuo del leltore operaio! Oh, gli opuscoli onesti e ben fatti sono una grande cosa, e nessuno pensò a svalularli, nonchè a schernirli; a palto ch'essi non vogliano inquadrare in pochi co-

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