Critica Sociale - XXXVI - n. 1-2 - 1-31 gennaio 1926

24 CRITICA SOCIALE sa :a.llaCamera elettiva il 22 febbraio 1907, nella qua}e, in nome della libe~tà e _dign~tà ~emminile, si protestava conlro la 1eg1slaz1,onem difesa della donna lavoratrice! Ma, per la d~nna proletaria, il, suffragio poli~ lico non è nè Iure a se stess,o, ne strumento dr difesa contro il maschio della sua classe, al quale è legata dalla, solidarietà nello sfrutt~rnenlo c~– mune · è bens1 un'arme per la propria emanc1- pazio~e economica, la qua1e, come quella e insie– me a quella del proletariato maschile, presup– pone l'abolizione del capitalismo e dello sfrutta– mento dell'uomo ad opera e a vantaggio del– l'uomo. Colle suffragiste del t'eminismo borghese, fin– chè reclamano il suffr'agio per lul le le donne, si può marciare separale p,cr colpire .unite; ma il blocco feminisla indislinlo. date la diYersità della propaganda nel periodo drll'agitazione e le oppo– ste finalità, è altrettanto assurdo, quanlo saPebbe l'abolizione di tutti i partiti per il maggior bene di tutte le classi. Senza dire che, alla prima pro- . babilità di ottenere 1111 suffragio femminile :rislrel– lo, il femi.H.lsmo borghese benlosbo se ne conte'n– lerebbe, diinenticando volenti.eri Le promesse e i propositi della « sorellanza », come la borghesia riYoluzionaria dimenticò la liberté, l'égalité e la /ralernilé, che, prima della villoria, crede-,•a in buona fede di conquistare per lullo il popolo della Francia feudale. Ma il suffragio femminile per categorie sareb– be un vero attentato- ai diritti politici delle classi lavoratrici. E questa forma di voto plurimo non può essere scongiurata che da un vasto ed ener– gico movimento delle donne proletarie, in con– lrapposlo al suflragismo delle feminisle. Come, avviene appunto ora in h:Jghilberra, nel pa'?se classico delle eroiche suffragiste, dove la resi– stenza inflessibile dei milioni di lessilrici organiz– zate conlendc il passo, senza mai dar quartiere, a una facile vittoria delle ferninisLe borghesi. Convinte, noi donne socialiste, che l'emancipa– zione proletaria non si otterrà senza lo sforzo combinalo di entrambi i sessi; al Partito,\ in cui siamo. militi, non chiediamo soltanto una bene– vola quanto platonica presa in oonsiderazione del– le verità, che speriamo a-verglÌ dimostrate. Gli chiediamo un'opera effettiva di prop3iganda,, sul terreno economico· e politico, uguale- per gli uo– mini come per le donne del lavoro. Gli chiediamo di considerare l'agitazione pel volo aUe donne, non come un lusso o un perditempo, ma come una necessità imprescindibile, utilitaria e idealistica insieme, della vita e de.Jlo SYiluppo del Partito. Perciò esso deve considc·rarla come parte inle– gran~e e inseparabile deff agitazione che ha in– della per il suffragio univ"ersale. Questa coopc– raziione 'invochiamo dai compagnj nostri non co– me un allo ùi commiserazione per delle' èsisten– ze reiette dalla vita social,e·,e in bas•e ad argomen– ti sentimentali. che disdegnammo a disegno, ma come un atto dl coer2 :1.za ideologica, in obbedien– za al sentimento - che per noi è un d-ç,bito....--di solidarietà fra tutti gli sfruttati. · , . Il_ Partito Socialista, c_he non deve solo irreg-– g1mentare _delle forze, ma educar,e gli. uomini a una civiltà superior,e, non può escluderne le don– ne, anche per le quali vale il principio generalei che la loro emancipaziohre dovrà essere princi~ palmenle opera di loro medesime. Nè ciò av,;errà. se mm· le chiameremo a noi; suscitando in ess,é una coscienza nuova, di donne, di lavor.atrici d1 rnadl'i, di cittadine. E le lavoratrici accorrcr~n– no a noi, come gia accennavano a fare nel primo clecenniò •di vita del Partilo, quando ·una propa- . g:1ncta ideal,islic:i..socialista in mezzo al proleta- · B1bn@tecte al3t00:i:Sà.afi}00 entusiaste di migliaia . ) I dalle var.i:eindustrie, nelle organizzazioni non so– lo, ma a darci mano con fervore anche nella lotta politica. Ancor oggi, a dispetto dell'oblio in cui fu lascialo cosi a lungo il proletariato femminile, là dove la propaganda economica non è disgiun– ta da vibFanti aneliti di rediem;ion.è politica e mo– rale di tulfo il proletariato. la donna non si appar– ta dal movimenlo, anzi vi irrompe in prima fila, co1ue accade nella « Federazione dei Lavoratori della terra », mercè l'opera indefessa e yeramen– te devota di Argentina Altobelli. Chi non ri– corda l'e1·oica resistenza delle nostre oontadine~ negli sciop,eri che rivoluzionarono i patti agrarì, ancora del tutto medi 1 evali, deJl'Emilia, del Man– tovano, del Ferrarese? . No, non è solidarietà di sesso, nè è Ja lentr di jngrandimenlo che il desiderio pone- qualche Yolta ai ·nostri occhi, che mi mostra raddoppiata - decuplicala - la forza del pro1,etariato, quando all'uomo fosse accanto la donna, tanto da esso differente, e pur equivalente. Forze attive fra, le donne non mancano; con l'aiuto del Partito, sor– geranno, anche per Le 'lavoratrici, Circoli d'istru– zione, scuole festive e serali, nuclei di prepara-, •zione per propagandiste, opuscol!i speciali di ·pro– paganda, forse, un giorno, il loro giornale r Da ogni parte, sludentesse, maestre, professioniste,. battono alle nostre· porte chiedendo: « che fa– re? ». Nuc!ei _giovanili di donn~ccennano a for– marsi, ansiosi di un'azione viva e continuativa, nel Partito e col Partito.-· - Tesoreggiamo qllleste nuove energie, che ci por– teranno Lutto l'entusiasmo, onde è ricca l'anima della donna, quan9-0 si sveglia per la redenzione propria e di tutti gli oppressi. Non dimentichiamo chè la don:aa non è solo lavoratrice; che essa adempie, colla -mabernità, al più....._alto e delicato degli uffic1 sociali; che, oltre 'dare ai futuri com– battenti della miliiia proletaria il proprio sangue e la vita, essa ne foggia la mente· e l'anima. Non plasmerà in essi coscienza di uomini Liberi, se pri– ma non si senta t:ratt~ dalla sua schiavitù'\. chia– n;iata, come forza morale equivalente, accanto al suo compagno di miseria e di stentli__ a___.consacrarc l,c grandi virtù che la maternità educa in lei, di abnegazione, di disinteresse, di devozione; alla C?usa di tutta la sua classe, alla fede in un av- venire di. redenzione. ANNA KuLISCIOFF. - Com' Ella intese e praticò l'opera per la redenzione del proletariato Anna Kuliscioff vi~se una buona parte del periodo er-oico del socialismo italiano. Come tutti i grandi mo– v.fmenti d'idee, il socialismo, che, dopo il cristianesime, Pene indubbiamente il primo posto, è apparso sulla: terra Jìia lampi, tuoni, e tempeste. • Soltanto in seguito ad una loha incominciata dopo il 1870 e durata alcuni lustri, una fierissima lotta dove gli iniziati pagavar10, più anoora che con la libertà e col sangue, con la reputazione e con la fame, il so– cialismo potè acquistare il diritto di essere giudicato . alla stregua di ogni dollrina e movimento politico. A questa lotta Anna Kuliscioff diede gli entus:asmi della sua giovinezza; e però fu perseguitata, incar– cerata, calunniata. Vinta finalmente la battaglia per d~re al social~mo dirittò di cittadinanz!l nella repub– blica delle ~fotfI'ine politiche, Ella fu tra i primi a 00111- prendere che bisognava mutare atteggiamento, altri es– -~endo gli obbiettivi da raggiùngere, diverso il terreno deHa lotta, diverse le arn~i del combattimento. È,· que- . sta del mutar tattica e dello adeguare i mezzi alle nuo– ve necessità create dalla mutata situazione,· una facoltà concessa a poçhi spiriti veramente super:ori. ·Io di– rei che comincia da questo mome1Mo l'opera vera– mente grande di questa donna di eccezjonali quali– tà. Avrebbe potuto vivere_ col patrimonio di gloria ac-

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