Critica Sociale - XXXVI - n. 1-2 - 1-31 gennaio 1926

' CtUTICA SOCIALE 15 giovinezro, ebbe ~ perdere alcun che di altezza, di bellezz.a, o di linea. Se le cose si facevano nere e deso– lanti, Ella rifulgeva, per contrasto, in modo più vivido. Giacchè la caratteristica dello spirito è la sua autono– mia, la sua consistenza indipendente dai fatti. La fede e la speranza di questa nobilissima. creatura non si abbassavano, come bandiere umiliate, dinnanzi al cielo nuvolo. Essa seppe innalzarle, nel martirio della sua esistenza umarw. che tramontava, sempre più in alto. Perciò, ad un certo punto, il suo atteggìam.ento spiri– tuale parve, ai suoi intimi, più che un estremo atto di politica militante, una superi-ore, lezione di vita. Una lezione che si è conclusa solo nell'attiT,o in cui il suo cuore - che tanto aveva palpitato per l Umanità, per la Giùstizia, ed anche per questa nostra Italia - - ebbe cessato di battere. Coloro che ebbero il grande privilegio di accogliere quella superiore lezione di vita non la dimentiche– ranno: ma .,la custodiranno a lungo nel loro animo come una face purificante. G1ov.&.lil:U All<IJiJNDOilA. Ricordando 1888. All'indomani ·di un grandioso comizio eletto- . raie, convocato dai radicali milanesi nel salone dei Giardini pubblici a sostegno della candidatura di Fe– lice Cavallotti, dimessosi da deputato per protestare contro una sopraffazione clerico-moderata, Dario Papa attacca con estrema vivacità il Partito Operaio, che ha mandato i suoi leaders al comizio per zm contrad– dittorio di idee finito a colpi di bastone e di sedie. Da.rio Papa - sotto fimpressione . che il tumulto sia ·stato premeditai<> dai socialisti - sferra contro i « disturbatori » uno dei suoi più furiosi e indiavolati « Nota-bene »; e l'attacco eccessivo fa nascere in al– cuni operai .il· proposito di una reazione .personale immediata. Sott-0 i Portici Settentriòrw.li di Piazza del Duomo, il gruppÒ avviai-O alla ricerca di_ Dar_io Pa,:a ~i i1:: contra con Anna Kuliscioff, che znvesle subito z pm eccitati, deplorando l'irygiustissimo attacco ma. ricor– dando a qyei giovani la generosit~ e ~l coraggio ~o~ cui quel democratico di razza ~a m ~w~rse occa~zom - contro il G-Overnoe contro 1l radzcalzsmo - fiera– mente difesi gti uomini del Partilo Operaio e il diri~to alla vita della loro organizzazione. Quegli sguardi è quelle parole traducono tanta passione, che i propo– siti di urw. pòoo civile protesta dileguano. La. sera, al Caffè dell'Accademia, dove con A'!-naKu: lisciotf e con Filippo Turati usavano .convemre varz intellettuali · come lo scultore Grandi, il poeta Pomr ·peo Bettini: il critico Felice Cameroni e Da.rio Papa,_ questi riceve dalla « dottora » una so!enne lavata _d1 testa. Qualche mese dopo - quando 1l _Go~ern?scio– glie per la seconda volta il Par~il(! Operaio, 1 cm mem– bri più operosi sono mandatz per qu~lche, m~se al cellulare Da.rio Papa pubblloa uno dez suol più no– bili artic~li contro la nuova violenza: e il suo giornale si schiera sempre più nettamente per la causa delle classi iavoratrici. . . Quanti articoli e quanti trafiletti del magmf1co po- lemista ·mossero da una conversazione animata dalla spiritualità di Anna Kulisci-off l ••• t89S: A Zurigo, in occasione del Congr~ss~ Interna– zionale Socialista, dove comparve per l ul~1ma volta in una grande assise l'alta figura di Fedenco Eng~ls e dove per la prima volta si presentava_ un Partzto Socialista Italiano solidale col metodo della. democra– zia sociale tedesca. Svariatissimi gli elemenil della ~e– legazione italiana: da Antonio Labriola a . Camzllo . . f~W-i, d<t}AgQ.sJ.iJ.!.O Berenini, passato dz r:ecente 81bl10Niitra-'d~lx:9afffl'Mllieèle al socialismo, e da Gm.seppe Canepa che, insieme a un gruppo di altri fuorusciti della borghesia, aveva portato al movimento l'estrema riviera di Ponente, al gruppo degli organizzatori sin– ckl.caliprovenienti dal superalo Partito Operaio e alla testa del movimento di « resistenz.a » che si andava disciplinando nelle prime Camere del Lavoro e nelle prime Federazioni. E due donne: Anna Kulisc;otf, e una giovane operaia disces,a da poco dalla nati.a l'al– tellinà a Milano, che la doveva vedere in breve maPslra di eleganze: Rosa Genoni. Anna J(uliscio/f non sali alla tribun,a di quel grande Congresso; ma fu, col Turati, ?a dominatrice delle vi– branti discussioni -della nostra delegazione che, per restar fedele al metodo del partito rappresentalo, do– veva superare il dolore dell'aperto contrasto con un rivoluzionario di alta statura morale: Amilcare Ci- priani. . Ricordo un episodio pieno dì signif ioalo - nel primo giorno del Congresso. Si andava verso la sede del Congresso, camminando a piccoli gruppi. V n neo– fita, giunto da qualche ora sulle rive del Limmat, chiede al com-pagno più vicino, accennando alla Ku– liscioff che precede tra Carlo Tanzi e Prampolini: - Chi è quella signòra'? L'interrogat,o - un buon provinciale, salito più tardi agli onori del Parlamento - risponde alquan– to stupito di tanta ignorànza: - E la signora di Turati . Anna Kuliscioff, con vivacissimo movimento, si vol– ge verso il provinciale e lo fulmina con queste pa– role: - lo non sono la signora di nessuno: sono sempli– cemente Anna Kuliscioff. Il, buon Filippo si accosta sorridendo al g:ovane compagno, esclamando: - Sai, non avertene a male: in Russia sono lutti così vivaci! * * * Tra i dolori, che le tendenze laceratrici del partilo .procurarono ad Anna Kuliscioff, uno dei più acuti I 11 certamente quello determinat-0 dalla assenza di Tu– rati dalla Camera proprio mentre vi si discuteva - nella primavera del 1902 - la legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli: proprio la riforma che aveva avuto - subito dopo i problemi generali dell'indirizzo politico e sindacale del movimento proletario - le su_e · più fervide sollecitudini. Infatti articoli, relazioni, mozioni, lo stesso disegno di legge presentato dal grup~ po parlamentare socialista: tutta la attività della or– ganizz.azione politica e della organ~zza~ione sinda– cale impegnate a fondo nella battaglza diretta a por– tare ad un grado per lo meno decente quella che era la più arretrata delle legislazioni europee sul lavoro femminile e minorile: tutto quel movLmento che er~ culminato nei trecento Comizf simultanei promossL dalla Federazione delle Camere del Lo.v.oro e dalla Direzione del Partito: tutto, o era stato diretta opera sua di quella creatura di eccezione; o si era avvantag– giato della sua forza di iniziativa e della sua potenza di suggestione. E quando la riforma venn~ a Monte– citorio la Kuliscioff si prodigò in una assidua colla– borazi~ne all'azione dei deputati che, dai banchi delle sinistre, pure accettando come un a_ccon~o il di~egno di legge 61.elCoreano, ne mettevano m evzdenzn. msuf: ficienze e lacune, riuscendo a fare accettare alcune punti del progetto socialista: .. Quanto di quel ~uo gaglw.rdo pens1er~ non passò nei discorsi pronunziati in quella occasione da An– gelo Celli, da Luigi Maino,__ da Pietro. Chies_a : da altri che - insieme a chi ebbe l'onore di sostlimre, come oratore del gruppo, Filippo Turati. « momentaneamente esule volontario dalla. Camera » - si batterono nella discussione generale e sugli articoli( . . . Forte e gentile; battagliera e del~catzsszma. Ghz e_ra stato da Lei incoraggiato a gettarsi nella lotta socia– lista ancorchè dalle esigenze della lotta stessa por– tato' lungo le più lontane vie del mondo, era sicuro

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