Critica Sociale - XXXVI - n. 1-2 - 1-31 gennaio 1926

t CRITICA SOClALE 11 etre rempli. Mais nous éspér,ons que le deuil profond et la sympatJfie universelle des camarades et amis de toute l'lnlernationale contribue à vous consoler, à re– lever le courage des soc;alistes italiens età vous donner la f oree de travailler maintenant seul à celte dure be– sogne, qui dans la situation actuelle éfait pourtant d'une atrocité presque insupportable pour vous deux. V,otre dévoué K.ARL KAUTZKY, • Una donna d'eccezione Conobbi la prima volta Anna Kuliscioff nel 18~3, _quaJ?-dO, a Zurigo, i delegati a quel Congresso soc1ahsta mternaz10nale fecero una gita in bat– tell~ sul lago, all'isola di Ufnau, in cui è sepolto Ulrich von H utten, il grande umanista e fusti– gatore della corruzione papale. Da allora Essa vive nel mio ricordo come un essere dotato di un vigore spirituale e di una grazia veramente affa– scinanti. Quella impressione si rafforzò in me quando io La rividi, alcuni anni dopo, a Milano, nella sua casa. Senza dubbio Essa era fra le più intelligenti e insigni donne di tutto il movimento socialista internazionale. A una non comune co– noscenza dei fatti, .segno di una intelligenza inces– santemente operosa, Essa riuniva una conoscenza ·delle dottrine e della letteratura socialiste, ehe sorprendeva per la sua profondità. Le donm.e hanno per lo più un ossequio fanatico per i prin– cipii e inclinan.o assai più all'ufficio di Vestali del programma -ideale del Partito, che a guide dell'azione politica, per cui si richiedono facoltà ·creative. Ma Anna Kuliscioff era. singolare ap– punto per questo, che sapeva figgere i suei oc– chi di lince nella intima realtà delle situazionli. politiche e ci manovrava dentro con una insupe·– rabile sicurezza di giudizio. Perciò la conversazione con Lei dava un vero godimento-:- e durava per ore, senza che, dinanzi alla ìnesauribile sua verve di inèla~atrioe- e di in- . terprete sempre ader,ente alla realta, si avvertisse· l'inesorabile fuga del ~mpo - e lasciava nell'a– nimo un fascino incancellabile. E ci si dimenticava affatto d'esser di fronte a una donna debole, sof– ferente; ce se ne accorgeva solo dopo, e si sentiva allora la profonda verità delle parole di Schiller: Es ist der .Geist, der sich den Korper baut. WILHELM ELLENBOGEN. ". La signora Anna " La signora Anna: così la chiamavano gl( intirp.i, per– _chè, pur nella dimestichezza familiare, si sentivano tratti a riconoscere anche nelle forme la sua autorità inteUettuale e morale, e non. sapevano obliare la· si– gnorilità dello spirito che traluceva dai suoi modi e dalle sue parole, e La .faceva assomigliare, pur man– candoLe il titolo gentilizio, a quella che avrebbero de– nominata in Francia une dame de qualdé. Ma dama in cui la donna era rimasta viva, schietta, ) ' spontanea.· Era questa una delle qualità che spiegavano il suo fàscino: di sapersi mettere al livello di qualsiasi de' suoi interlocut<;>ri, perèhè ognuno d'essi si trovasse nella visita e nella conversazione à son aise, foss'egli un mi– nistrò o un ambasciatore, un organizzatore o un'ope– raio uno scienziato o un artista. Nè saccenteria di bas-bleu, nè sussiego cli persona d'importanza vi mettevano mai in imbarazzo, ma uno sguardo affettuoso, un sorriso accoglient~, un parlar B . y;fl~- tdoJ,.ee;.J.IJl W~ressamenlo sempre vivo e spo~ta– E1a~&. Qil~!l-®tare sereno, un cons1ghare ' rapido, un interrogare senza averne l'aria per infor– marsi, un confutare con argomenti sostanziosi senza asprezza, ti lasciavano nell'anima quella pace, quella luce e quell'incantamento che ti danno, al ricordo, in certe ,ore, certi paesaggi, certi quadri goduti in un'ora avventurata del corso della tua vita. Entrava nelle discussioni politiche come di straforo, per incidente, senza pretesa alcuna, e, poscia, in breve, nel si,l~nzio degli altri, diventava la dominatrice, dan– dogliene titolo e diritto la precisione con la quale espo– neva e ricordava i fatti, le parole, le idee di un au– tore oppure di un articolo o di un libro, la chiarezza con la quale vedeva le situazioni anche le più intricate, l'acutezza con la quale presentava le soluzioni. E queste finivano spesso con l'essere accoltei, non tanto perchè le formulasse e le patrocinasse d'autorità, quanto perchè, per la forza di persuasione del suo ra– gionamento, esse penetravano insensibilmente ma irre– sistibilmente negli spiriti e li guidavano verso la meta che la signora Anna aveva indicata. Talvolta, sì, scattava, parlava reciso, duro, aspro, sembrava persino aggressiva, non mai però per ribat– tere una parola che avesse potuto toccarLa personali– mente, sibbene per scansare quello che Le sembrasse un· pericolo o un danno presente o futuro per il mo– vimento, per il partito,. per il soc;alismo. E, o subito, o poco di poi, il lume del suo sorriso, carezzevole come il pulviscolo d'oro· dei suoi finissimi capelli, riflesso quello e questo del su@ limpido spirito, venivano a ri– dare agli animi concitati la calma, alle parole la pa– catezza. Quanti, che, giudican-doLa da lontano,per sentito dire, passati poi per il « salotto » - come certi avversari, per sprezzante dileggio, chiamavano lo studio di Turati - e, oonosciutaLa e avvicinataLa, sentirono dissolversi il giudizio della « politicante virago » .e, ritrovando in Lei la dai,:na, la donna, e la compagna, ne furono tutti, e per sempre, lietamente conquisi, e Le rimasero amica– mente devoti 1 «Compagna», sopratutto, era, con le sorelle cli fa– tica, che andavano a Lei guidate da un confuso sen– timento di giustizia e cli pietà verso gli umili, i reietti e gli sfruttati, e si vedevano come aprire la porta del Socialismo attraverso la precisione delle idee, la cal– zante nitidezza degli esempi, il calore della fede con cui la dolce missionaria le persuadeva, le convinceva, le infiammava. ' Missionaria fu, infatti, per tutta la sua vita, tem– prata ben· più dal dolore che dalla gioja, dolore fisico e dolore spirituale. Era venuta da quell'Oriente tetro, assolutistico e feu– dale della Russia zarista, -fragile giovinetta bionda, della . schiatta delle martiri russe di quell'epoca, uscite dal- 1'/ntellighentia per « umiliarsi » tolstoianamente. nella · « discesa » tra le plebi dei campi e far g_etto dell'or– goglio di casta e degli agi della vita, votate così alla: propaganda risvegliatrice delle coscienze sopite dei mu– sgicchi, come all'atto di forza contro l'autocrate vicino o lontano .. Era Anna Kuliscioff, la sorella di Vera Sassùlich, di ' I . Maria Spiridònova, di Sofia Perovskaia, che tanto ~a n; corda va nei versi di Filippo Turati: il più gentile fior che vantasse della Neva il lito: Sofia, dal flavo crin, da l'opalino occhio natante ove ridea de l'avvenir la luce e del pres.ente la pietà piangea: e, forse - chi l'ha mai potuto sapere dal suo mo– desto ermetico silenzio? - cacciata in bando per In parte presa in uno di quei generosi atti di ribellionf'> al prepotere autocratico, era venuta in Occidenre a cercarvi, come tanti dei suoi confratelli, da Herzen a Bakunin il raggiare di quelle idee di libertà e di re– denzion~ che, bandite da filosofi e da politici, avevano

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