Critica Sociale - XXXV - n. 24 - 16-31 dicembre 1925

CRITICA SOCIALE· Ciò che si stampa 11 problema del lavoro e della produzione nell'Inghilterra contemporanea. È uscito, nella raccolta delle inchieste del Musée Socia/ di Parigi. un pregevole studio di Ph. André (1), sul « nu~vo mondo politico economico e sociale», che fa seguito ad una precedente notevole inchiesta deJ. S_iegfried sull'Inghilterra contemporanea (2). L'autore, smfotizzando un vasto materiale, studia gli effetti pro– ·fondi che la guerra ha esercitati sulla vita economica e sociale inglese. dando impulso ad un periodo di crisi e di trasformazioni economiche ç tecniche, « che sem• brano sconvolgere interamente la ~truttura politica e sociale del Paese ». Le necessità della guerra hanno costretto la nazione ad una organizzazione dell'indu– stria su basi nazionali è a un disciplinamento nazionale delle materie prime e dei con5umi, cosicchè tutti i rami importanti di industria passarono gradatamente sotto il controllo del Governo, f.inchè la produzione britannica, come del resto avvenpe' negli altri Paesi, assunse il carattere di « salute puublica » e· di collettivismo na– zionale. Nello stesso tempo, le rapide trasformazioni tecniche imposte dalla produzione bellica e la sostitu– zione delle donne e degli inqualificati agli operai' qua· lificati rompevano le barriere tradizionali tra i me– stieri, avvicinando tra loro le varie sezioni della classe operaia, mentre le dure condizioni di lavoro durante la guerra provocavano un vivo malcontento tra gli operai - il « labour unresl », motivo di quella fa– mosa inchiesta che portò alla costituzione dei Whilley Commiltees - e il successo degli scioperi e l'aumento dei salari davano alle classi lavoratrici il senso vivo del– la loro potenza. Perciò, al momento stesso in cui lo Sta– to vedeva la sua influenza toccare l'apogeo, giungendo a controllare tutta la vita economica deJ Paese, si svi– luppa1Va nella classe operaia la coscienza della sua individualità di classe e il sentimento· della sua potenza. Ma la classe padronale, da parte sua, 1100 rimaneva inattiva, _e durante gli anni. immediatamente successivi all'armistizio si effettuarono numerose fusioni o • com– binazioni • nell'industria ing1ese, indici di una tendenza assai chiar.a verso una potente concentrazione delle im- · prese. Il coiitrollo di Stato della vita economica du– rante la guerra aveva. infatti,· preparato. e promòsso una concentrazion_e industriale, il cui sviluppo logico è stato .intenso e rapido. Ir risultato imiµediato della guer-ra fu, dunque, quello di rafforzare i tre poteri: - - Stato, classe operaia, mondo padronale - che con– tribuiscono a determinare l'evoluzione ·sociale; e lo studio del problema sociale in Inghilterra dall'armi– stizio in poi non è che lo studio delle lotte tra questi tre poteri essenziali. Il Philip André esamina analitica– mente, nella prima parte, gli effetti della guerra sullè tre potenze, cioè l'intervento dello Sta:to nella vita economica, e partioolarmente il • controllo » dello Stato durante la guerra sui trasporti, le miniere di èarbone, le industrie tessili. l'alimentazione; il movimento operaio, l'intervento dello Stato nella detel"minazione· delle con– dizioni di lavoro, il movimento dei Consigli di fabbrica - i « shop-slewarls » - durante la guerra, l'aziono siudacale e le sue vaste aspirazioni verso un • nuovo ordine» nell'immediato dopo guerra; la concentrazione industrialt; nel~e diverse industrie e le sue conseguenze, e la coordmaz1011e delle forze padronali nel dopo-guer– ra. Lo studio degli effetti della guerra sulla politica eco– nomica dello Stato .. sulle classi lavoratrici e su quelle industriali è particolarmente interessante, perchè i fe· nomeni verificatisi in Inghilterra sono, in molta parte, . analoghi a quelli manifestatisi negli altri Paesi. Nella seconda parte del laYoro. dedicata all'esame dei rapporti fra le lre potenze, l'autore studia i ten– tativi di collaborazione di classe nel dopo-guerra, nel periodo della massima espansione dell'organizzazione operaia. nelle forme della partecipazione agli utili e dei Whitley Councils, cioè degli organi permanenti per la collaborazione industriale sistematica, e gli scarsi ri– sultati di questa collaborazione, per le stesse cause che hanno reso sterili i tentativi analoghi in· altri Paesi (1) Philip André: L'A11glell'rre moclr•rne. Le problème SO· cial. L'expérience trauaillist e. Pr éface de M. Audré Siegfried. - Paris, Editions G. Crès et C.ie 1925. (2) Siegfried André:' L'Angleterre d'aujourd'hui, son éuo– lution économique et politique. - Paris, Bditions G. Grès. iblioteca Gino Bianco nel medesimo periodo. ,\.nche le fasi di iuiziale successo della lotta di classe e di successiva disfatta. do110 lo scoppio della crisi industriale, ampiamente illustrale dall'autore. trovano la loro perfetta corrispondcnz.a nel decorso della lotta operaia nel dopo-guerra negli altri Paesi. La disoccupazione, alla quale l'autore dedica uno speciale capitolo, ha arrestato l'impelo del mo– vimento operaio, il quale però, dopo un momento d'ar– resto, sta riprendendo la sua marcia. L'ultimo capitolo dell'interessante studio-è appunto destinato all'avvento al potere del- labourismo. Il Governo labourista è d:1 allora• caduto. Ma il Siegfried, nella ~ua prefazione. aveva già rilevato come, nella politica interna, il péso di una popolazione operaia di sedici milioni di per– sone si faccia sentire in maniera crescente. Però - sog– giunge il Siegfried - per la stessa natura dell'econom' :1 inglese, il ,novimento operaio britannico non può pr<'– scindere dalla considerazione degli interessi nazionali talchè l'Inghilterra del secolo XX tende a diventare « una democrazia operaia, solidale nei suoi interessi nazionali di oligarchia commerciale e bancaria ~. Il fondo del dibattito fra i poteri, Stato, Trust.~. Sinda– cati, è il patrimonio nazionale e 1'uso che .ue deve essere fatto, e ciò pone un limite, così a:ll'egoismo capitalista:, come alle rivendicazioni sociali. in nes– sun altro Paese più ardite, ma in nessun altro Pae– se più rapidamente ricondotte che in I ughilterra alle condizioni implacabili del reale. Nessun problema im– portante della produzione può essere ormai risolto in Inghilterra senza la collaborazione diretta della classe operaia organizzata; ma nessuna soluzione operaia sa: rebbe definitivamente amrn.essa, se misconoscesse le -condizioni di equilibrio della produzione britannica in rapporto al mercatò mondiale da cui dipende. Che il Lahour Party sia o no al potere - conclude il Siegfried -, che le rivendicazioni degli operai si esercitino me– diante ,lo sciopero 4uasi rivoluzionario, come nel 1919-20, o medfante la scheda e l'appello allo Stato. come poi. sono queste alternative quasi secondarie, di! fronte a cotesta trasformazione così profonda nel mo– do di porre le questioni relative -alla produzione~ Il partito operaio belga. f.. p. In un vasto volume, largamente illustrato e ricco di : dati e di grafici, Emile Vandervelde (1) scrive la storia (1885-1925) di quell'interessante e originale movimento socialista costruttivo, che ha il suo centro e il suo mo– tore nel Partito operaio belga; movimento caratteriz– zato da una armonica fusione tra azione politica. sinda– cale, cooperativa, mutualistica, culturale, talchè, è detto nella introduzione, il Partito operaiò belga. organiz– zazione ad un tempo palitica ed economica che unisce in un sol fascio tutte le forze dell'attività proletaria, si. differenzia in modo essenziale dai partiti socialisti pu– ramente politici esistenti in altri Paesi.' Altrove, « Par– tito, Confederazione del lavoro, Lega della Cooperative, Mutue- difendono gelosamente la propria autonomia. pretendono di bastare a sè, sono separati da com– partimenti-stagni, di maniera che non vi sono tra que– sti gruppi che vincoli di ordine personale. In Belgio, invece. tutte le forme dell'azione proletaria si allacciano tra di loro e si prestano mutuo aiuto. Per le Coope- . rati ve. come per le Mutue e i Sindacati operai, la neu– tralità .è piuttosto l'eccezione che la regola. Quasi tutte le organizzazioni operaie si pongono sul terreno della lotta di classe. Non vi è tra di esse che una divisione di lavoro e il Partito Operaio non è, in sosfa11za. che la Federazione. il prolungamento, nell'ordine politico. delle grandi Federazioni di Cooperative, di Sindacati, di Mutue». A differenza di quanto avviene nei partiti socialisti di_ gran parte degli altri Paesi. la enorme maggioranza degli affiliati al Partito Operaio Belga lo sono perciò in blocco, per il tramite di un gruppo economico ade– rente al Partito, e ogni socialista è ad un tempo un sin– dacato, un cooperatore, un mutualista, e reciproca– mente. E, se il modesto contributo pagato dal Sinda– cato, dalla Mutuar dalla Cooperativa di cui il socio fa parte non ha la portata di un contributo personale ,e diretto, « un'esperienza di quarant'anni ha messo ormai in l1:1cei vantaggi impressionanti di un sistema, che, per 1_1 collegamento di tutte le forme dell'azione e del– l'organizzazione operaie, dà alle medesime una stabi- (1) Vandervelde Emile: Le parli ouurier beige, 1885-1925. - Bruxelles, Maison Nationale d'Editions e L'Eglantine •; 1925.

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