Critica Sociale - XXXV - n. 24 - 16-31 dicembre 1925

CRITICA SOCIALE 315 v~zi,e. p'ersino l'assunzione e la carriera degli im- piegati. · · · · 11 mutamento non può far meraviglia. Ogni partito rivendica le più ampie autonomie quando è fu·ori dalla possibilità d'esercitare qualsiasi in– flusso, o un influsso efficace, sui poteri centrali dello Stato; e attenua la portata e la rigidità di questa sua rivendicazione man mano che cresce per esso la ·possibilità di dominar,e il meccani.~o centrale dell'organizzazione· dello Statò. Il fatto si presenta con evidenza palmare e quasi stridente 11elle;rivoluzioni, o in quei colpi di mano con cui · un partito riesce impr,(j)vvisarnente ad afferrare il potere: da una irrequieta e intransigente, avver– sione allo Stato si passa ad una esaltazione e quasi deificazione dello Stato, cui si vuole che ogni cit– tadino faccìa sacrificio della sua utilità, della sua libertà, della sua dignità. · : 11 pa-rtito socialistà tedesco, sia perchè non è uno Ci~ quei partiti di piccola minoranza che ·ab– bian bisogno di faré esclusivo assegnamento sulla forza del-lo Stato per salvare il potere, sia perchè non è esso stesso il padrone dello Stato (sebbene abbia la. possibilità oggi di esercitare su di esso• un inflùsso·incòmparab~lmente maggiore che pri– ma del novembre 1918), - non è passato così: bruscamente ad una posizione mentale e pratica antitetica a quella· di prima. Tuttavia, meri tre :tino alla rivoluzione del 1918 vedeva nell'orga~ namento poliLièo del Reich (in cui - col sistem~ del Cancellierato - il potere Legislativo non riu– sciva ad e~ercitare sull'esecutivo un controllo ve- _ramente efficace) ii' perico1o maggiore per le for– tune del movimento operaio; oggi, in una costitu- . zione politica repubblicana-democratica, la cui es– senza fondamentale esso ritiene di poter difen– dere con le accresciute forze della propria orga– nizzazione, teme invece ,sopra tutto le insidie, e gli intrighi di quei partiti che mir~no, nell'ambito ctei singoli Stati federati, o a restaurare le antiche dinastie o forme di Governo, o a.portare al potere esponenti delle più pericolose e, torbide tendenze reazionarie, col proposito poi ·di convertire lo Stato o gli Stati di cui sian divenuti ·padroni in fu– cine per preparare in tutto il' Reich la restaura– zione del vecchio regime. Ecco p,erchè il Partito socialista vuole oggi un potiere centrale forte, lutti i potere giurisdizionali dipendenti dal Reich, e, so– prattl'.'l.tto,una polizia criminallè unificata, appunto per la difesa, reclamata nel successivo accapo, contro tutte le tendenze monarchiche e militariste. *** . La differenza più importante fra il vecchio e il nuovo programma sta nella maggior ampiezza di quest'ultimo, frutto, appunto, ctella più larga esperienza compiuta d~l Partito e della maggiore sua potenza d'azione, che l'induce a specificare in forma più concreta i suoi postulati, avendo oggi speranza (che fino .alla rivo! uzione del '18 non aveva) di tradurli, a non lunga distanza di tempò, in realtà concreta. Chi esamini con attenzione il programma si accorge per altro che, mentre al– cuni postulati hall,Ilo un carattere concreto e per– sino troppo particolare (per es.: « la delibera– zione pubblica al momen.to . della pronunzia dei giudizìi »; « la soppressione della tassa di tra– sm:hision,e. » ), altri hanno invece un carattere un po' generico e vago (per es.: « una maggior pro– tezione, .in diritto penale, delle persone e dei di– ritti sociali » ; « trasformazione della milizia del Reich in organo degno della confidenza della Repubblica »). in alcuni punti non si capisoo per– chè si sia mutato, rendenctolo meno preciso, il con– tenuto del programma d'Erfurt. Questo, per es., chiedeva al n. 10 l'abolizione delle imposte in– c::lirettee dei dazi doganali (oltrechè di tutte le altre misure di politica econ,omica che danneg_gia- Bibiioteca Gino Bianco no, nel vanJaggio di minoranzeJ gl.i interessi deila collettività Ìa e delle irrwoste dirette chiedeva non solo lo sviluppo (conseguenza necessaria e sottin– tesa dell'abolizione delle indirette,), ma la progres– sività,. indicando particolarmente le imposte sul reddito, sul patrimonio e sul.l'eredità. Il program– ma di Heidelber,g non chied~ la soppressione as– soluta (e in questo certo si accosta più alla possi– bilità effettiva) delle imposte d~r,ette,ma ne chiede una forte riduzione ( « riforma finanziaria fondata sul principio dell'imposta che colpisca la ricchez– za alla sorgente » ) ; chiede l' abotizione dei dazi doganali più che oome riforma d'un.sistema di po– litica finanziaria e tributaria, oome espressione d'un indirizzo di politica economica che-miri a rinsaldare la solidarietà ,e la collaborazione econo– mica fra g'ii Stati;· e deUe imposte dirette non chiede la progressività, ma - ~e è esatta .la tradu– ziione france~, aUa quaJe, per la .ragione. detta nel numer,o passato, noi abbia:µi dovuto ricor– rere - chi,ede solo lo sviluppo (dév'elopp_ement), cioè una più larga. applicazio:n.ie. . ' * * * In materia di socializzazione il programma di Heidelberg contiene oolo pochi accenni ,generiçi :. sotto il capitolo della « politica economica » sono elencate la richiesta che « il suolo, le ricchezze del sottosuolo ·e le sorgenti naturali d'energia ap– plicate alla produzione _sian;o sottratte allo strutta– mènto ,çapitalistico e messe al servizio della collet– tività », e la ·richiesta di « svil1wpo _delle imprese del Reich,, degli Stati e dei poteri pubblici, evitan– dosi· però la burocratizzazione » . C'è anche, sotto il ca_pitolo delle finanze e delle imposte, una do.– manda (che ci richiama aUa mente fa proposta di Euge.nio H.ignanò, •lungamente dibattuta nel 1920 sulle nostre colonne), e cioè « la partecipa– zione dei poteri pubblici a1la proprietà e alla ,ge– stione delle imprese capitalistiche a ,fine lucra– tivo », la quale oHre il fianco ad alcune delle più forti obiezioni che contro la cila.ta proposta del · Rignano mossero suila Critica -il Griziotti., e altri economisti altrove. principalmente l'obiezione della inopportunità cti_ confondere· un problema di politica sociaie con ·un problema d1 politica finanziaria-lribu taria. . Sui limiti.._sui metodi. sulle forme della socia– lizzazione. non c'è nessun accenno. q_uantunque - come è noto - già dal 1919 fosse stata in Germania nominata una Commissione di studio, la quale, ebbe, ed eseguì con lungo lavoro, l'in– carico di preparare alcune forme C1i socializzazio– ne, specialmente delle miniere. Ma, come fu an– nunziato nei resoconti di Heidelberg e come ve– diamo ora confermato in un . articolo del com– pagno Tony Sender, deputato al Heichstag, pub– blicato nel 1. 0 numero, testè uscito a Parigi sotto la direzione del Longuet, della Nouvelle Revue Socialiste, la Commissione che aveva avuto in– carico di presentare al Congresso la proposta di un nuovo programma, ha avuto incarico. d.al Con– gresso stesso ai continuare il proprio lavoro e di elaborare, sopra i singoli argomenti, proposte più parlioolari. .t: specialmente dovrà esser meglio concretato il programma di socializzazione e do– vrà esser riempita quella che è la più grave la– cuna del programma, e cioè la mancanza di ogni accenno sulla soluzione della questione agraria, mancanza dovuta alla coscienza che il Congresso ebbe della propria impreparazione a trattar con– Yenicntemente il problema e a proporne soluzioni ad~guatc e rispondenti alle esigenze de{la produ– zione e alle leggi inh·inseche cti eyoluzione eco– nomica e tecnica dell'agricoltura. Noi ci auguriamo che l'opera più particolare e concreta di questa Commissione sia presto com-

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