Critica Sociale - XXXV - n. 21-22 - 1-30 novembre 1925

CRITICA SOCIALE 275 I mezzi di produzione si accentrano con cre– scente rapidità nelle mani di pochi, e al lento prpcesso di acci,mulazione della proprietà terrie– ra in Italia e in Austria fa riscontro il rapido ac– centramento dell'industria americana, inglese, te- desca. . Le· banche fanno del denaro non più un sem- . plice mezzo di scambio, non più un semplice te-· soro, ma un potente accumulatore di energie. . Alla l[bertà di lavoro è collegata la soppressione della schiavitù e delle corporazioni. Qui nella so– . cietà nostra un proletariato mobile e migrante· è indispensabile e molesto. Della forma democratica _digoverno sono carat– teristiche le a,gitaziorti e le lotte continue delle fra– zioni, che aspirano a reggere .la cosa pubblica. Quindi in questo secolo noi abbiamo assistito a molte rivoluzioni, siano esse aperte o' dissimula– te; e basti pensare all'instabilità dei governi in, Francia e alle rivoluzioni fatte o comandate in Germania e in Russia. L'idea dello Stato è divenuta profana. Non ab– biamo più signoria, ma siamo scesi alla prosa di una crona_chetta· quotidiana. Tutta la storia pas– sata si è profanizzata, rovina la_.storia sacra, è fattç in pezzi il breviario della storia classica. Ab– biamo ridotto ogni cosa all'uomo, ai suoi bisogni, ai mezzi di soddisfarli, alla te~situra sociale. Tut– ti ormai siamo naturalisti: la nostra storia è la nostra natura, e la cÒsì detta riatura fisica è il campo del produrre sperimentando· e dello spe– rimentare per produrr~. La stàtua d_iIside non ha più veli. *** Il prob!ema delle origini di tutto ciò è un pro– blema a sè, un problema sociologico, empirico, poichè non c'è l'estratto Liebig della storia. Non · ci sono tesi di storia generale, che dispensino dal– lo studio partico'.are dei .fatti. Siamo dinanzi a un processo di formazione, quindi si tratta di ricercare, di studiare, di de– scrivere, di esporre, di confrontare. È la socio– logia che invade la storia, ed entra anch'essa nel secok,. Ricorderò Thierry, Saint-Simon, Conite, Niebuhr. Oggi abbiamo la nozione che la borghesia è una forza operante, ma l'organamento delle forre so– ciali che l'ha generata, produce pur anco_i germi della putrefazione sua. - L'epoca borghese recQ.in s'è il concetto che la storia non è la veste esterna di un uomo fisso ed immutabile nella universalità delle sue abitudini, ma è l'uomo stesso come animale sociale, che di– viene. La natura umana non è l'attaccapanni del– le forme storiche. La storia non può essere concepita come il di– venire di generazioni, le quali, ugualmente di– stanti dalle primissime., abb:ano come comune mi– sura di attività ugualmente intensa ed altrettanto complessa, il tempo. Queste generazioni non si trovano nè si possono trovare allo stesso punto di una medesima curva, poichè codesta soci.età moderna . è diversamente condizionata. Fu sufficiente al proposito parlare dell'Italia, in quanto precedette e in quanto poi si è arrestata e ora si travaglia per ripigliare. Al- 1 la fine del secolo XIV aveva percorso tutta una . serie di movimenti che la Russia intera non ha ianco percorso an~ora che in minima parte. Pensiamo. a Firenze. Il Comune diventa Stato;_ l'artigiana~o . si trasfo1~ma in industria; l'economia, la banca, i-1 commercio asSUlJ'!.Ono una fisionomia particolare. Lè lotte delle diverse classi generano il rinnòva– mento perpetuo_ degli ordinamenti politici, e il tumulto dei Ciompi, che io non sono alieno dal porre vicino alle lotte del proletariato· moderno, ci 'manda col peàsiero alle moderne guerre. ci– vili. Abbiamo infine il principato civile, di _cui Machiavelli ha_fatto la teoria,__Machiavelli è i(ge– nio politico della moderna borghesia. Il problema genetico è dunque un problema particolare, un problem,a di analis; di· condizioni· diverse da paese a paese. Ciò non esclude che vi siano caratteri comuni e cause generali, come· per esempio. la scoperta dèll' America, fim porta– zione dell'oro, l'invenzione degli. strumenti (per esempio del telaio a macchina), la scienza econo- . mica, la tecnica bancaria. Ma gli effetti ohe e_sse produfsero, • le azioni .>chèoriginarono non pqte– vano essere uguali dovunqu_e, poichè questi fatti dovevano agire su una· compagine sociale che· preesisteva, e si intrecciarono quindi variamente con il passato. Guardate infatti la Spagna che annega in quella_ scoperta dell'America, che rin– novò tutta l'Europa.! La storia è sempre oggetto di vera ricerca, nè si deve cader~ nell'errore, che. possono, generare le varie false traduzioni da pae.:. se a paese o le illusioni della imitazione. Parigi, che fu il centro della Rivolu;.ione borghese, non è più il centro necessario della Rivoluzione pro- letaria. · Non tutti i popoli eh.e entrano nel dominio della storia moderna, pèr tacere di quelli che ne se– guono il prossimo perimetro o le più lontane. linee di avvolgimento; si trovano nè contemporanea– mente, nè totalmente allo stesso livello. Come esempi tratti dalle ep9che passate ficorde'rò le anticipazioni italiane di fronte alla Germania nel medioevo; e_ il monarcato in Francia che fa ri- _ scontrp alla- dispersio:ie d'Italia. La societ1 attuale è una .conquista di posizioni e le conquiste esterne sono la conseguenza de-Ile non avvenute conquiste interne. Mi pare per ciò molto rosea l'idea dei nostri democratici che vor– rebbero un'Italia compiuta prima di metter mano ;all'espansione. - ·Le nuove forme hanno trovato varia resistenza negli altri elementi, donde una diversà combina– zi:one. Come esempi della disso:1.anza degli effetti nella similarità ·delle cause prossime citerò la campagna industrializzata in Inghilterra e ·gli avanzi di feudalità in Austria. l'artigianato a Pa– rigi e il sol,o salariato a New-York, la grande in– dustria sul Reno e la piccola in Italia, i gran~i fari:ns in America e le piccole parcelle in Francia. . Di fronte alla cristallizzazione dell'Oriente, non risolta di certo dai mutamenti di dinastia, che non cambiano il fondo della società, allo sperpero.etni– co-sociale della penisola dei Balcani, ,;tanno le forme preistoriche dell'Australia, le forme infe– riori degl'indigeni d'Africa e d'America, sulle quali la società attuale fa man bassa. Dunque i popoli che entrano_nel!a società nostra sono ariani soli, o. anche in parte semiti? No: la storia non è· semplice funzione della razza. Si pensi ai Giapponesi, ai Finlandesi e ai

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