Critica Sociale - XXXV - n. 21-22 - 1-30 novembre 1925

288 CRITICA SOCIALE che quella cieli'azienda: questa tende sempre ad in– graudirc, quella no. Se, in altri. tempi, l'individuo non poteva mantenersi che come membl'o d'una più grande collettività; s'egli era tanto più forte quanto più nu– merosa e potente era la sua famiglia, egli è più tardi divenuto sempre più indipendente dalle grandi collet– tività nel cui seno è nato, a mano a mano che si è sv~– luppata l'eoonomia monetaria. La famiglia fu sempre più ridotta a una coppia, ·con l'appendice dei fig_lian– cora incapaci a guadagnarsi la vila. Questa generale tendenza della società capitalistica ha dato una graucle indipendenza all'indivlcluo, ccl è divenuta così forte da far preva.Iere la piccola sulb grande azienda, a malgrado dei forti .svantaggi econo– mici di quella, anche per la tenuta µella casa. Si cerca, sì, almeno in città, cli ottenere per la, vita domest:ca i grandi vantaggi della ,grande azienda, ma non gi}t unendo parecchie famiglie, ma lqgliendo al ménage, hma dopo l'altra, tùtte le funzioni economiche, e so– stituendovi istituz:oni pubbliche, oosì che le faccende " domestiche si riducano al minirùo. ì'\ell'industri:1, l'avvento deL!a grande impresa 11011 ha sofferto eia questo [atto alcun turbanie1ito·; l'agricol– tura sì; appunto per lo stretto vincolo che vi hanno , vita famigliare e aziend::i. Col dlstrnggei·e le grandi fa– miglie, ha suscitato anche una fortiss:ma tendenza alla divisione dei grandi poderi e, t{ttindi, ·imj)edit<oi pro– gressi della grande azienda moderna, la cui superiorità tecnica non era, del resto) uell'agricoltura così evi- , dente come nella piìt parte delle industri,e. Ma dove la grande azienda si manteneva, esigeva un numeroso nudeo di servi e serve celibi, senza famiglia! propria, ma, spesso, ool relativ.o sèguito cli figli natu– rali. bei lav.oratori addetti . :1 queste gr·andi aziende, anche quelli che avevano famiglie p.rnprie vi,,evano, per l'alloggio e per il vitto, in una stretta. clipendeqz~, dai padroni di esse. Simile dipendenza esisteva anc~e nelle colonie comu: niste; ma, per uomini moderni, è intollerabil~. Se noi la lasciassimo sussistere, tutte le Cooperative agricole s'infrangerebber·Ò· contro qu.esto scoglio. Perciò, quaù– to più il regime proletario Si pr~ccuperà d'istrujre i lav,oratori agricoli e di farne uomini moderni, tanto più doyrà preoccuparsi di assicurar 1oro eondizioni umane di abitaziohe, 'che renda_no la loro yita fam1-• gliare affatto .indipendente dall'azienda. Solo a questo· patto, la grande azienda ·potrà, in, agricoltuÌ·a, coesi– stere· con una classe operaia agricola intelligente e indipendente.· L'esempio dell'Italia cc ne clà chiara testimomanza. A, differen~a dalla più -parte degli altri paesi, vÌ: si son potuti formare e mantenere grandi aziende coo- . ·perative, riuscite bene 11011 ostante lo scarso favore delle circostanze (giacchè queste aziende servono merlo l'in– teresse dei consmriatori che quello, assai ristretto, dei ··_produttori). Esse 11011 sono state-create, doè, per pro- ' · durre derratè a buon mercato, ·rha per rimediare alla disoccupazione che infieriva fra i lavoratori agricoli. ·Esse si rifiutano, perciò, di impiegare macchi·ne là dove l'uso di queste renderebbe superflua molta ma.po d'opera (7). Ora, una ·grande azienda senza macchine vale· poco più di una piccola azienda). Se, non ostante ciò, le Cooperative italiane hanno potuto formarsi, una àelle cause, e non delle meno importanti, è che, contrariamente· a ciò che avvlene nell'agricoltura di altri St~ti, l'azienda e la vita fami– gliare sono, in Italia, affatto ·distinte. Le persone che (7) Per gli esperimenli più recenli, ignoli o poco. noti al K., qùeslò suo rilievo non è del tutto esalto. (Nota di C. S.). BibliotecaGino Bianco coltivano la terra non vivono disseminate, ma: agglo– merate in piccole ville rurali (8): il che ·facilita così la propaganda socialista, come l'organizzazione sin– dacale e cooperativa. Ecco perèhè c'è in Italia non, solo un'agriooltura cooperativa, tua un movimento sin– dacale fra contadini, d'una importanza e solidità quali in nessun altro paese del mondo. Costruzione, a spese pubbliche, di case sane e liete, in numero sufficiente, per i lavoratori agricoli; case separate dalle aziende e riunite in buon numero; mag– giore indipendenza di vita; movimènto sindacale, buone scuole: ecco le condizioni indispensabili per prepa– rf!re la socializzazione delle grandi imprese agrioolc. CARLO KAUTZKY. (8) Rilievo esatlo per alcuni, non per Lutli i luoghi doYe son so1·te e hanno prosperalo Cooperative agricole. · (Nota di C. S.). La"Critica Sociale,; nel 1926 .iUa fine del XXXV anno di vita la Critka Sociale non ha bisogno di raccomandarsi ai leiiori con fervorini d'occasione. Il suo pas– sato garantisce per il suo avvenire. Trentacin– que anni di vita e di lott_a valgono bene un programma. • . · . · Non diciamo quinti.i inutili parole. I- nostri. abbonati ed amici san.no quanto noi in quali condizioJii si svolga. l'opera nostra. $an'no che) se i tempi volgono difficili per i nostri ideali) è più necessario che mai che essi ri– manga.n.q accanto a noi a confortare di con– s_ensoe di a{ul0 l'opera nostra. Non aggillngiamo altro. Quel che in altri tempi poteva essere un segno di fiducia per noi, di più vigoroso ·attaccamento all'ideale, oggi_deve esser per (utti una necessaria) do– verosa espressione di fede. Invitiamo quindi i .nostri amici a voler rin– novare con lq. maggior sollecitudine il loro abbonàmeiìlo , e. a trovarci ab bo.nati nuovi, specialmente fra i giovani, a cui più deside-. riamo giunga la nostra parola' e fra cui tor– nano ad esser nu.merosi oggi quelli che se– guono con interesse il movimento del pe.n- siero e dell'azioi:i.e socialista. · · I prezzi d'abbonamento rimangono quelli indicati nella testata: ITALIA: Un anno L. 24 - Un semestre L. 12; ESTERO: Un anno L. 30 - Un semestre L. 15. · _.PUBBLICAZIONI PERVENUTE IN DONO. Cado ·Avarna di Guaiti eri: Il fascismo. - Pàgg, 238. - Piero Gobetti . edit., Torino, 1925, Via XX Settèmbre, 60. (L. 10). Dante Lattes e '.MosèBeilinson: Il Sionismo ne) pinsiero dei suoi capi: Teodoro Herzl, Max Nordau, Nahum Sokolow, Chajm Weizmann; con 3 fotografie fuori testo. - Pa1rn .l80. -· Casa editrice Israel, Firenze, 1925, Via Ghibellma, 77 (L. 8). . Prof. Giuseppe Rensi: Apologia dell'ateismo. - Roma, For– miggini, 1925 (legato L. 4,50). Adriano Tilghèr: Lo spaccio del bestione trionfante: Stron– catura di Giovanni Gentile; un libro per filosofi e non filo– sofi. - Torino, 1925, Piero Gobell1 edit. (L. 5). [È una vivace e briosa satira della filosofia idealistica dell'atto puro e delle doHrine e degli atteggiamenti politici di Giovanni Gentile. Ne consigliamo la lettura a chi voglia avere una suggestiva imagine del modo in cui, in tutti i tristi periodi ..della storia, si è fa,tto e si fa strazio delle phì nobili idealità, per servire agli interessi e ai fini dei regimi imperanti]. Novello Papafava: Fissazioni liberali. - Torino, 1924, Piero C-0betti, edit. (L. 6). Rigamonti Giuseppe - Direttore responsabile OH. Tip. EnRICO LAZZARI aC. : MILANO (ZU Via Barbavata, 2- Tel. 30-124

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