Critica Sociale - anno XXXV - n.19 - 1-15 ottobre 1925

' . CRITICA SOCIALE- 243. · delle classi e, se questo è quello_ necessario, l'altro non lo sostituisce. Suppo~to il sindaca– lismo fascista elimini i pericoli del sindaca-. lism-◊ delle czlassi, ne eliminerà anche i bcne– ficì, essendo verosimilmente gli uni e gli altri vincolati al modo di essere e di agire prop'rio di un sindacalismo autonomo di classe. Dire, come dice il Rocco, che l'organizzazione del– le classi da organo di difesa extralegale (per– chè?), di autodifesa deve divenire org~no di difesa legale e giudiziale, è dire men che nul– la, se non si dimostra che un'organizzazio– né, non balzata dalla autonomia .delle classi, · ma largita dall'alto, •ottiene gli stessi risulta– menti per le classi. E se ciò non si dimostra, tanto è creare un sindacalismo estraneo alle classi quanto proibire alle classi di sindacar– si; ciò che il Rocco dice di non volere, poichè protesta che la « difesa delle classi è una esi– genza della vita economica e moderna ». Il vero è che i limiti del sindacalismo· sono nn. .af.fare di diritto pubblico· repressivo e non sono un affare di essenza de1 sindacalismo. Lo Stato però deve imporre al sindacalismo-delle classi cli non trasmodare, ma non può fare esso, in luogo delle classi, il sindacalismo che è di loro e di cui esse hanno-bisogno. L'in– vasione. delle giurisdizioni in cui ~i annien– tano le autonomie è p.alese, e il danno per lo Stato è siçuro, appunto perchè anche lo Stato si avvantaggia degli antagonismi dei sindaca– lismi delle classi, contenuti· nei limiti della loro autonomia disciplinata alla legge gen~- rale ... che è lo· Stato. . Il M·achiavelli - che il Rocco pone Lra gli antesigna11i del peusiero fascista -:-- (giova darsi degli ..... antenati), mentre non è che il più il.lustre precursore dello Stato moder– no e democratico (si ricordi soltanto il. pa– ralldo tra le'virtù e i vizi dei re e dei popoli~ lutto a vantaggio dei popoli, .che è nel mira– bile capitolo LVIII d_el libro primo dei Di– scorsi), il Machiavelli attribuisce .alle divi– sioni dei patrizi e dei plebei (diciamo pure alla lotta di classe) la fortuna e la grandezza ; di Roma (1). I moderni non esitano ad attri:. buire al libero tradunionismo inglese lo stes– so merito, poichè -giovò ad agguerrire l'in– dustrialismo brittannico nella sua conquista imperiale. Quest'esempio contemporaneo è forse più probante, perchè meglio di ogni altro· dimo– stra che la fortuna dello Stato è risultante di tutte le forze agonistiche applicate in tutti i sensi dai singoli - individui e gruppi - per il raggiungimento_ dei fini propri. Lo Stat~Y è « unità» ma è « unità molteplice» non « um– tà sempli~e >,. Di qui l'insostituibilità dell'ap– porto collettivo nella sua direzione - fon– damento della democrazia ~ che ha, in tutto il mondò che noi chiamiamo civile, eliminato il governo dell'« Unico». « Il fascismo respin– ge il dogma dèlla sovranità popolare per so– stituirvi quello della sovranità dello Stato». Così il Rocco, e non vede che cotesto astrat– tismo non è neppure formalmente un'a_nlì– tesi del concreto- degli individui che danno (1) · Che la disunione della plebe e del Senato romano fece libera e potente quella repubblica. Biblioteca Gino Bianco l'essere allo Stato. Il fascismo ancora« ritiene che degli interessi della società l'interprete meno adatto sia proprio la massa popolare, . incapace di sollevarsi dalla considerazione dei propri interessi a quella dei grandi inter ressi storici della società ». Non è questo il pensiero di Machiavelli - per il quale sono · migliori Governi quelli dei popoli che ·quelli dei principi. M·a 'éiò lasçiari.do da · parte, . si chiede: Chi rivelerà l'interprete? Chi sco– prirà ed annunzierà l'unto dal Signa.re, il pre– destinato·? Il mero giuoco della conquista? E lasceremo noi il potere sempre ai flussi e ri– flussi sanguinosi della conquista, perchè, morto Alessandro, ci dica quale dei suoi gene– rali è il più degno? Ma poi anche la .conquista è giuoco cli massa, e non rivelazione trascen– dente. E ciò con strana. contraddizione fini– sce per ammettere il-Rocco, là dove, tornando sulla crudezza delle proprie proposizioni, esce a dire che presso i popoli di lul).ga sto– ria e ·di grandi tradiz;ioni, si forma, :anche nei più umili strati sociali, un istinto delle necessità della stirpe, che nelle grandi ore .,della storia si rivela con sicurezza quasi in– fallibile». Ecco che la verità, così lungamente co,ntestata, torna sotto la penna che l'ha op– pugnata. 11 _sen~o della vita sociale è, depo– sitalo nella .massa. Non è unçt designazione dall'alto, è un istinto che spinge dal basso. « Dar modo a questo istinto di farsi valere è altrettanto saggio quanto l'afficlaré agli spiriti più .eletti il no~male governo della cosa pub– blica ». Anzi, noi diciamo~ è la stessa · cosa-: Ecco la vera unità che indarno il fascismo misC0!_10Sce,tentando ·di galvanizzare morte .-dottrine aristocratiche, di cui la storia ha fatto giustizia, con.le istituzioni e col costume della rivoluzione inglese e di. quella ameri-. cana e di quella franc~se e (perchè dimenfr– carla, on. Rocco?) di quella russa, di cui voi ben dite che è anli~mocratica in quanto è :in travaglio rivoluzionarjo, non in quanto è socialista; che se il bolscevismo dovesse con:.. servarsi, cesserebbe di essere socialist_a. Ma sono poi coteste dottrine aristocratiche autentiche e proprie del fascismo italiano o non piuttosto del nazionalismo di tutti i Pae– si? Questa ricerca cui ci invita da ogni riga lo studio dell'on. Rocco, se avremo propiz.i i Numi censori, forse ci-lascieremo tentare un'altra volta a farla. Ora 'ci piace riassumere il nostro pensiero in una formola chiara e · semplice. Se tutta la rivoluzione fascista con– sistesse, come ·è per il Rocco, nel sostituire - allo Stato per· l'individuo, l'individuo_ per lo Stato, tutta la rivoluzione f_ascista non con– sisterebbe che in un giuoco di parole, in una antitesi che non c'è, tutta voluta, tutta arbi- . traria e artificiosa. Ma poichè la rivoluzione esiste come sentimento e azione,- innegabil– mente - bisogna trovarle una base più salda, più chiara, più concreta, più positiva. Tale. base-la nostra dot_trina marxistica, che spie– ga il ritmo· della storia col ritmo delle lotte di classi, la offre con la massima approssima– zione çli verità. La più ampia ragione di es– sere del fascismo si trova ancorà nelle do.t– trine stesse contro le quali il fascismo -- se.:.

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