Critica Sociale - anno XXXV - n.19 - 1-15 ottobre 1925

244 CRITICA SOCIALf co1,do il Rocco si aderge in contrasto as– soluto. Il fascismo è un movimcnlo che cerea una teoria. Ma la nostra teoria ha già la chia– ve di· quel movimento; lo supera quindi in– te11ettualmenlc;· ciò che vuol dire che lo su– pererà anche sloricamente. RABANO MAURO. ' . PERIL "NOSTRO,, PARTITO Le carte di nobiltà Scrh-o per la difesa del nostro Partilo contro Jc confusioni, di schiere, dì quadri, di tessere, o an– che' solo cli pensiero; e scrivo per il chiarimento di alcut1i equivoci che la particolare situaziom' fa sorgere. Voglio richiamare alla mente dei com– pagni che l'avessero dimenticato, o che per le cir– costanze attuali diYenlassero ùubilosi i caratteri e i pregi del nostro Partilo, dal pri~10 sorgere delle tendenze, e ncll'~spro pe1:iodo della guerra, e del ~op~ guerra; prima assai della sua formai<: cosl1_tuz10neJavvcnu\a or son lre anni; poichè il nostro partito - o il nostro socialismo - è ben più antico e ben più forte che non sia una forma– zione burocratica, effetto e determinazione ultima delle Yicende cli un Congresso. .H nostro socialismo esiste, opera e comballc dal principio del seco!o, da quando, superala la reaz10ne del '94 e del '98, e apertasi la fase di una relativa libertà d'azione si trattava di deci– dersi _oa vivere nell? nuvole,' perseguendo una ri– voluz10nc che non s1 alluaYa mai, o arl agire sulla terra, mescol_andosi al I a real là e, della situazione .che ne derivava, accellando con fredda logica tutte le çonsegt~enze, buone e men buone; non pueril– mente lusmg~ndosi ?i potere - giunti già a un certo gr~do di maturità politica e sindacale, usciti dal periodo delle sole affermazioni dottrinali e della esposizione e predicazione evangelica - vi– vere nel mondo borghese, nella lotta· nel contalto nella « transazione » inevitabi!e d'og::ii giorno sal~ vaado- una mendace verginità verbale e· le~rica e _p1-enden~o (quel ch'è pii1), di questo bilanci~ d1 r~pporh ~on l'ambiente, solo l'attivo e non il passivo_. Lusi!1gan?os~, per esempio, di poter in e~e~no_ fare sc1?p~n ~ f~re (natural.mente) concor– dati, o rec~rs1 ai lV~misten a propugnare un la– v~ro pubbhc?, una mduslria, una bonifica reden– tnc~;. e <:ontmu~re a, proclamare a parole la irre– duc1b1le mtrans1genza e la totalitaria lotta di clas– se, e ~ neg~re che accanto ad essa esista la colla– borazione d1 classe, o coincidenza di interessi nel campo della produzione e della vita civile. L1isin– gandosi, p_erun altro es~mpio, che si potesse rico– nosc~re l'unportan~a dèlla libertà politica per il movnnento ~con?n11co, per la lotta di classe; re– cla~n.are la_hberta. protestare contro le restrizioni· -e rifit:l~rs1. al momento opportuno di sostener~ un Mm1stero Zanardelli-Giolitti. coi{lro un Mini– stero Sonnin~, in nome della rigida intransigenza e_della lolla d1 classe. Lusingandosi, insomma che s~ potesse, a questo terribile gioco della politica n~cere solo_senza mai perdere, e cogliere le rosd ue1 Y_antagg1 .~cnza pun~ersi alle spine delle ri·• nu11c1c, ~ conlm~iare a vivere, praticamente, nelle neces~an~ tr~ms1g~nze che son proprie di tutti gli °.rgan~sn11 v1Yenli, affermando bigottamente 0 sp~rgmrançio_ spavaldamente la propria incorrotta e mcorrutlib1le purezza. * * * . Fl! con_Lr?~ue~l~ croni~a illusione o menzogna c~e !l nosli o sociahsmo chfese tenacemente le ra– g1om della realtà obiettiva e della sincerità subiet- Biblioteca Gino Bianco tiva. Fu contro il teologismo onesto ma utopistico degli intransigenti puri, chè volevano la « Idea >> incontaminata e sognavano ch'essa potesse farsi carne senza macchiarsi nei contatti della vita; fu contro il ciarlatanismo tristo dei rivoluzionari, e contro il turpe demagogismo dei « catastrofici » da operetta, eh~ il nostro socialismo tenne fermo a rivendicare la praticità feconda per cui l'ideale non si confina in cielo ma si attua via via in terra attrav~:rso le opere quotidiane, e la probità educatrice per cui si mette d'accordo la parola con l'azione, e non si ostenta il pennacchio ver-· ~iglio I!el dì di festa,1.quando la pratica d'ogni g10rno e appena rosea. La nostra posizione polemica verso tutti codesti sogna lori o mistificatori fu sempre questa: 1. 0 Le vostre teorie di un. « socialismo che si attua dal• l'esterno », o di un socialismo che si compie per ~niracolosa catastrofe, sono utopia. - 2. 0 Ma non e. nenunen vero che voi, e. le masse che volentieri v~ applaudono quando promettete questo Para– di~o che scenderà _in lerra per prodigio, confor– nualc la vostra azione a queste teorie. Voi nella pratica. « transigete » ogni giorno. come noi. La mtrans1genza, o la rivoluzione, non è che la coc– carda esteriore. Che lunghe estenuanti battaglie _per difendere questa concezione di praticità e di onestà con-· tro l'arte dei demagoghi e la ingenuità delle 'folle! Quello, che oggi è il P. S. Unitario, comincia di là, ~a, questo stato di servizio, ha queste carte di n.ob1lla d~ pres~ntar~. Fu tutta un'opera di educa– z10ne e di realizzazione (le due cose che ai teo-. , l~g_i,ai lellcr~ti, ag_li.esteti sembrano incompatj– b1li, mentre s1 cond1z1onano a vicenda) che corri– spo1~dc al periodo più glorioso e più fecondo del movnnenlo proletario e socialista italiano . . C_hila compì', chi, vi lenne fede, cQntro condot– tieri e demagoghi di straordinaria abilità o fortuna e di grande ascendente sulle mass•e tra circostanze cd eventi che spingevano queste i'ielle braccia di quelli, può vantare una carriera non inonorata ... Dopo il fiorire delle Leghe 1900-01 l'inevilabiÌe ristagno,· la sfiducia delle masse alimentata dai r!voluzionar'ì; SG~opero generale del 1904, èoali– z10ne borghese, imperversare del Sindacalismo fino alla riscossa confederale di Modena 1908 · eccidi i prolelarii nel Meridionale, tristissima con~ seguenza del muoversi di masse informi e nuove: ripresa ~ei .P~rtiti d~ S~nis~ra_nel 1909, e' poi la guerra di Libia, e le irr1taz10m conseguenti e an– cora il prev!llere dei rivoluzionari col nuovd giovi– ne lea.d~r d1.Romagna; e àncora eccidii nel 1913 tutto olio al fuoco dell'insurrezionismo; e poi -1~ guerra europea ... E, dur_ante la guerra, la lotta diuturna, oopel'la, necc~sa~iamente sotterranea per le circostanzr e~tcnori, contro l'estremismo che si rifiulava di r~co1:i<?scer~ - senza rinunciare alle proprie ra ~ g10m ideah- la realtà, di accettare lo stato di ne- . cessità; che si ostinava in certi atteggiamenti va– namente negatori, che davano al Partito l'appa– renza e il carico e i danni di un « sabotatore » dell8; nazio~e in guerra, _senza nemmeno dargli - q_uah che s_ifossero_ -:- 1 vantaggi di un'aperta e nsolnla azione positivamente avversatrice della guerra. E, nel dopoguerra, tutta l'op~ra per svelcnare l'a?imo delle masseì intorbidate dalla guerra e ine– briat~ q_alla sug~es!10ne russa; per condurle, dalla ubbr!acatura d1. v10lenza e di miracolismo, alla . realta e alla rag10ne; per opporci alla ossessione conta_giosa del « volontarismo >>, antimarxista e il– lusor~o: che era. entrata _n~l Partilo già nel 1912, co~ 1 avve1;1_to d1 Mussohm al ponte di comando, e s ~ra rafforzata nel 1915, quando egli e tanti altri propugnavano la guerra come pronuba di

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