Critica Sociale - XXXV - n. 18 - 16-31 settembre 1925

226 CRITICA SOCIALE rjpresa per un'applicazione più avara,. sospet– tosa, limitata ma forse più concreta, non sarà un segno- di decadenza e di vanità dell'Isti- -tuzione, se nell'Assemblea stessa le diploma– zie, negoziandò ai suoi ·margini il patt_o cli sicurezza renano, necessiteranno - come ap– pare inevitabile - l'entrata della Germania nella Società. Chè se 'poi 1 - come è fondatis– sima previsione, l'entrata della Germania nel– la Società, o disciplini o rompa addirittura l'accordo russo-germanico di Rapallo e, per una comprensibile .ragione di concorrenza, anche la Russia, per schivare l'isolamento, si determini a porre le condizioni per la ·adesio– ne propria; ecco che la prima condizione pre– messa all'ingrandimento ed alla emancipa– zione della Società del.le Nazioni dalla greve egemonia dei vincitori, perchè essa possa agi– re nella pienezza della sua autorità e della sua forza integrata, sarebbe raggiuntq. L'Eu– ropa sarebbe riunita ·e potrebbe guardare con più tranquillità agli Stati Uniti, creditori non amabili, che però dall'unificazione e. pacifi– cazione europea perderebbero le ragioni o i pretesti della intransigenza con cui accu– sano i debitori di spyrperare le loro forze in gare di armamenti e in' pericolose divi– sioni politiche piuttosto che obbedire alla voce del loro dovere di obbligati. La dignità europea ristabilita, sarebbe ripr,esa la ege-. monia civile della Europa e -costituita sopra un fond::p11ento più spirituate del nudo nesso della obbli_gazione del danaro, secondo che o_ggi ci è minacciato dall'altra parte dell' A– ti antico ... Dell'originario « sindacato dei vin– citori» non resterebbe che la memoria; la Socielà delle Nazioni, redenta la propria ori– gine, con la fecondità -della sua opera a_uto– noma si svilupperebbe sotto specie cdisovra– nità universale ed intangibile. . Gli altri postulati di Marsiglia non sono · che corollari promananti - irresistibilmente dalla nuova situazione. Quale impedimento sopra la via segnata, che « la procedura del– l'art. 19 del Pano che -prevede la revisione del trattato sia precisata e resa efficace »? che « a fianco -dell'Ufficio Internazionale del - Lavoro gli attuali organismi econom.ici cÌ_elJa Società delle Nazioni vengano trasformati in un vero Consiglio dell'economia collettiva in– ·ternazionale, al quale partecipino le organiz– zazioni operaie, sindacali e cooperative » ? Ah! ma ci siamo dappresso. La Francia che - a Ginevra; con la parola eloquente di Paul Boncour, ba rivendicato, contro l'abbandono dell'Inghilterra, il Protocollo, si rifà del passo indietro dovuto consentire -su1 terreno poli– tico dell'arbitrato, della sicurezza e del di– sarmo con la proposta trionfata di Loucheur « cli costituire sopra le più larghe basi un co– mitato preparatorio, il quale, ·appoggiandosi - sopra le organizzazioni tecniche della Società e il Bureau International du Travail, prepari i lavori di una conferenza economica foter– nazionale >,. Non versi_amo qui nel più vivo della ~ostra dottrina: la guerra oppugnata nelle viscere dei suoi fattori economici'? Esor– disce infatti la Mozione socialista di Marsi– glia: « Il Congresso ricorda che il regime del- BibliotecaGino Bianco la concorrenza economica pone in conflitto tutti i capitalismi nazionali per la ricerca delle materie prime e degli sbocchi commer– ciali, per lo sfruttamento della mano d'opera delle masse operaie, per l'accu.mula,zione dei grandi capitali per il predominio monetario. Un tale regime. costituisce una causa essen- _ ziale dei pericoli di guerra. Appoggiandosi tal– volta su un angusto protezìonismo egoistica– mente particolarista, talvolta su un libero scambismo aggressivo, che- si spinge fino al dumping, "i capitalismi rivali portano il mon- - do ad una vera balcanizzazione, di cui 1-adi– soccupazione, gli alti prezzi della ,vita, l'in– stabilità monetaria, le cr.isi economiche e fi– nanziarie sono i sintomi più appariscenti. La· produzione, il 'consumo, gli scambi restano in balìa. di tutti i disordini e di tutti i peri– coli della concorrenza, e il proletariato ne sopporta al massimo grado le terribili con- . seguenzie ... Solo il sociaUsmo è completam.en– t e capace di por fine ad un simile stato di cose». Ma· sì, il Comitato prepari 'la Conferenza economica. E la Conf erènza economica, se non arriverà formalmente alla conseguenza proclamala dal Congresso socialista, ne met-, terà in luce tutte le premesse. Già i relatori nominati dalla Società delle Nazioni sulla questione del controllo sopra l' Austrfa hanno· mostrato la follia della- « balcanizzazione economica » degli Stati del Centro-Europa e segnat~mente di quelli emersi dallo sfascia-· menlo dell'Austria-Ungheria: tutti, presi. dal soffio ardente del nazionalismo economico. messisi ognuno in mente di bastare a sè, han~ no ostruito le vie dello scambio; ognuno ha voluto produrre tutto çiò che produceva il suo vicino; una miriade· di mercati chiusi, grandi come fazzoletti da naso, cinti da alte mura che, costo-si .ed impotenti, sospettosi e bellicosi, si è formata: esempio froebeliano di sperperi, di prezzi· folli, di concorrenza fre– netica, antieconon;ica, di schiaociante' mili- ·tarismo, di Stati i,ndebitali e salassali dai pre– mi di fabbricazione e dai sussidii di disoc:– cupazione - specchio macroscopiJco della deformazi_one e clèlla degenerazione del mon– do sotto il èapila] ismo esasperato dalla guer– ra e dal dopo guerra. E gli_or_atori sulla pro– posta Loucheur - a conunciar·c dal propo– nente - non fecero che illustrare il disor– dine della civiltà capitalistica, invocando la pace economica per avere il diritto di invo-. care la pace politica e non ravvisando la pace economica fuori della unità economica, che vuol dire della solidarietà economica. I grandi borghe~i, presi tra gli enormi debiti statali, i contraccolpi delle Riparazioni, la pressura dei debiti interaffealiJ J_adecaduta polenza di assorbimento in un'Europa impoverita, .la ressa furiosa dei produttori ofrerenti, il ballo - di San Vito delle monete, le proteste dei di– soccupati, ecc., intuiscono la fine di ogni in– dividualismo, anche dell'individualismo etni– co. « La Conferenza - ha detto·n signor Lon– don, olanqese - creerà una détente nella anarchia economica che minilccia la sicurez– za generalè ». E il suo collega belga, signor

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