Critica Sociale - XXXV - n. 11-12 - 1-30 giugno 1925

... 130 CRITICA SOCIALE Varialf uni ul t~ma ~!Ilo ~tato- Jartito (t) Il disegno di legge sulla burocrazia, che non si sa an– cora - mentre scriviamo - se sarà approvato nelle. prossime settimane o rimandato invece ad ottobre, è veramente la forma in cui si manifesta più piena e più genuina l'essenza del pensieno fascista. Nell'altro disegno, presentato insieme con esso al Parlamento> quello cioè che, con l'ària di voler regolare la facoltù del Governo di emanare decreti-leggi, intende intro– durre stabilmente nella nostra costituzione questa pra– tica abusiva, è espresso· uno ·degli aspetti ·più ca– ratteristici della conc.ezione fascista dello Stato: la ten– denza ad assommare nel potere esecutivo tutte· le fun– :tioni dello Stato; co,sicchè il Parlamento divenga una accolta di gente devota al Governo e disposta ad adu– narsi per~odicanìente per esprimere al Governo la sua approvazione o, tutt'al più, per da~·gli oonsigli e in– dicazioni, di cui il Governo abbia la faooltà di tener conto o no, secondo le sue c-0nvenienze e °il suo incon~ trollabile arbitrio: così oome nell'ancien régime il Re soleva- ·convocare « assemblee di notabili » e, in cir– costanze più solenni, « Stati generali >> o al.tre analoghe assemblee, senza avere alcun obbligo di_ seguire nes– suno ,di quei suggerimenti che da esse gli fossero venuti. Tenendo conto ~i questa tendenza, che n1on solo ' è espres~a nel citat,o disegno di legge sulla facoltà di emanar decreti, ma è implicita in tutta la pratica del Governo fascista, s-i può capire quale valore abbia la riforma che vanno ora formulando i Soloni. Che im– portanza pu_ò avere il modo iri cui il Parlamento è compost,o ed eletto: se i suoi membri promanino ci'oè dalla design'azione di ·un corpo elettor~le inorganica– mente costituito' ,6 dalla designazione invece cli grup– pi ip cui i cittadini siario stati precedentemente asse– gnati in base ad affinità organiche create da comu– nanza di professione e di interessi; che importanza - dico - può aver ciò, se· poi la funzione del Parla-– mento non abbia néssuna autonomia di fronte al p~– tere esecutivo, ma debba essere subordinata alla su– periore autorità· di questo e possa da esso essere usur– pata, ogni qualvoPta una presunta ragione di neces– sità, il cui apprezzament,o è lasciato al suo esclusivo giudizi,o,' possa offrire una q·ualsiasi giustificazione a questo trasferimento di funzioni? Pensando a questo, si riesce anche a comprendere come fior di reazionarii possano tranquillamente col– laborare, nella Commissione dei Diciotto, :;i. fabbricare– gli strumenti destinati a organizzare e rinsaldare il nuovo ordinamento politico creato dalla «rivoluzione». *** ;1Ia nel disegno di .legge per l'esonero degli impie– gati l'essenza del pensiero fascista si rivela più intera. f: chiar.o che il potere esecutivo non può restringersi ai1e sole persone dei Ministri e Sottosegretari. In •essi è l'autorità, è la vol~ntà; ma lo strumento per ~ui l'autorità si fa valere nella vita dello Stato e la volontà anima -e dirige le s·orti della Nazio.ne, è costituito da tutta la gerarchia dei funzionarii• destinati a ;compie– re le varie funzioni in che appunto consiste la vita dello Stato. Sarebbe pertanto inutile aver ·raccolto o.rni autorità nel potere esecutivo, se non si creasse la 0 si- ( 1) L'articolo era stato preparato per il numero scorso che fu seque~Lrato. Compare ora, dopo che le leggi fascist~ sono state d1scuss~ e al?pr?vale. Tuttavia lo riproduciamo B . bi. Ì tal q~l,e, per 8 0,vv1e rag1om. - La e S 1 10eca l:JlnO 1anco · · ... curezza che l'azione di esso sarà in ogni parte èon– forme alle esigenze dello Stato-partito. Il quale Stato-partito (negazione ass9luta dello Sta– to liberale quale fu · sempre teoricamente inteso, se anche praticamente non riuscì mai ad avere piena attuazione), non è concepito come un momento nella vita dello Stato, la cui temporanea identificazione con un partito possa trovar giustificazione, ad es., nella necessità di uscire da una crisi, per superar la quale sol•o la, dottrina e l'azione di 'quel partito sembrino offrire guida e forze idonee, ma ,è concepito come organizzazfone permanente della vita dello Stato. E non si tratta neppure di una concezione per cui lo Stato si identifichi successivàmente con varii partiti, assorbendo a suo profitt,o, a volta a volta, quelle forze che in quel determinato momento paiano meglio adat– te a soddisfare le sue esigenze e a permettergli di rag– giungere le sue finalità, secondo ·- .sia pure - una imagine dello Stato superiore l'll cozzo delle classi onde è intessuta la vita del Paese. No; lo Stato è concepito come identificabile oon un solo partito, fuori del quale .non è possibilità per esso di forza e di , . autorità, nè è capacità di attuare i suoi fini. Lo Stato deve esser fascista per poter essere, con .tutta la pie– nezza delle sue funzioni, veramente Stato. , ..... ' . I' ·-1 .~ •1 ' I 1' I I . . , ·' Può .sembrare che noi idealizziamo con questo ra– gionamento il contenuto e lo scopo di una legge,· il' cui fine è molto più pratico e pacchiano. In realtà non ci sogniamo neppur lontanameRte di attribùire preoccupazioni teoriche sull'essenza dello Stato a co– loro che vollero la legge _per intimidire e far tacere avversarli o per ottenere l'assoluta acquiescenza di te– pidi amici o pér sbarazzarsi del loro controllo. Ma crediamo che sia interessante fissare e confutare la. concezione teorica con cui i legislatori giustificano la loro proposta. · L'ispiraz1one viene dalla filos-ofia gentiliana, che co– -nie acclamò il' mangariello fatto strumento per tra– sfondere negli altri la propria convinzione tanto for– temente sentita da non, poter tolierare che altri non la condivida, così affermò che la libertà spetta al cit– tadino solo in quanto esso sappia identificarsi con 1o Stato, e contrappose, esaltandola, la concezione te– desca (che è poi quella metternichiana) della libertà, cioè la sovranità dello Stato· libera da ogni limitazione' che si pretenda, di imporle -a garanzia di presunti di– ritti di cittadini, alfa concezione inglese stuart-milliana, per cui è l'individuo il soggetto del diritto di libertà che lo Stato è tenuto a rispettare e a far rispettare, 'fino al limite in cui il diritto dell'uno non- venga ad ur– tare nel diritto dell'altro. In nome di quella concezione · della libertà Gentile affermò che lo s·tato per « realizza– re se stesso >> ha bisogno di aver funziona:rii che accetti– no ip ogni parte i fini che esso intende conseguire·: sen– ~a di che s'ingenererebbe « quell'anarchia che è la sop– pressione di ogni libertà, compresa quella di pensare». . Il Gentile veramente si riferiva in modo particolare agli insegnanti; ma è chiaro che, per la r.agione che diremo ora, la sua teoria deve anche più ferreamente applicarsi alle àltre categorie di funzionarii. Giacchè se lo Stato si concepisce come una entità la cui vita non è necessariamente collegata con una determinala _:forma; il cui ordinamento pertan_to nasce da una de– terminata situazione storica o da una determinata con– cezi<>ne teorica, e si trasforma, evolutivamente o ri– voluzionariamente, col_ mutare di quella sftuazione o per prevalere d1 <:9ncezioni diverse; allora è chiarQ

RkJQdWJsaXNoZXIy