Critica Sociale - anno XXXV - n.9-10 - 1-31 maggio 1925

CRITICA ,SOCIALE 115 L'on. Presidente del Consiglio l'ebbe a di– chiarare espressamente nella discussione sul– la legge contro le società segrete. Egli intanto a!Ilmise che la legge riguardava la. Massone– ria, quasi che le società segrete non fossero possibili che sub specie massonica, e spiegò che si trattava di fare alla Massoneria più male che si poteva, poichè la· Ma,ssoneria combatteva il G9verno .... E quando \o soste– neva? E se tornasse a sostenerlo? .... L'em– pirismo legislativo fascistico è più palese nel– la negazione categorica di ogni assoluto giu– ridico. Vero è che l'on. Mussolini vanta una pur tenace persistenza di odio contro la Mas– soneria. Ma non si fa una legge a sfogo cli personale passione, sia pure antica ... E per– tanto ad intendere appieno il significato del– la, legge giova considerare il fascismo, che è nato all'ombra favoreggiatrice delle società segrete, come avverso alle società segrete che gli sono .... avverse, e quindi come disposto a considerare segrete tutte le società che lo avverseranno. Intanto, come il di.ritto di riu- · nione pubblica non c'è più, e come il diritto di riunione è quello in cui in pratica si espli– ca il diritto di associazione, quando una so– cietà non può cli regola ri1.1:nirsimai in pub– blico ed è costretta a riunirsi sempre in pri– valo, eccola già sulla via per essere accusata di riunirsi.... in segréto. · Si può facilmente imaginare dove la rifor– ma, riuscirà: creerà le società seg.rete per scio– glierle. ·E' un'attività di polizia che si apre a fare il paio con quella applicata a proibire le pubblicazioni alla luce del sole perchè ab– biano a fiorire Le pubblicazioni alla mac– chia ... Ma tu.tto ciò non ha veramente nulla di. nuovo. E' .il vecchio « Stato di polizia» del « vecchio regime». L'ultimo l'avevamo visto funzionare.nell'Austria-Ungheria e l'avevamo visto cadere limato in un secolo dalle ti– pogFafie segrete di' Capolago e· daUe vendite segrete dei Carbonari. La noslra educazione è stata fatta sul culto di questi esempi. Le commemorazioni nazionali non celebrano che quei morti, che sono tutti risorti.Non po– trebbe il fascismo esprimere altre· forme me– no· arcaiche, meno prossime a coteste, ;rese sacre dall'adorazione nazionale, per dar cor– po alle misure eh~ esso crede necessarie per l'abbassamento dei suoi avversari e per la propria immortale sicur~zza? Tra giorni l'Italia fascista sarà chiamata a 1:.:elebrare il 25. 0 anno· dl regno di Vittodo Emanuele III, ed ha voluto confondere que– sta data con quella della celebrazione dello Statut0: liberale. Non è possibile che gli spi– riti vigili non percepiscano Fantitesi di quan– to è nelle aspirazioni del fascismo integrale e nella sua azione di Governo, con i sen– timenti e le idee del patto giurato, che è di es– senza tutta liberale e di evoluzione tutta de– mocratica. Ma il fascismo, che ha accolto il èonnubio delle due solennità, non mostra di sentire il disagio di una contraddizione fon-. <lamentale tra sè e il liberalismo e la demo– crazia, cui ha rinunziato con dichiarazioni ed atti clamorosi e, diciamo pu:re con il lin– guaggio di moda, inequivocabili. Ciò dipende ~ Biblioteca Gino Bianco ancora dal fatto che il fascismo è perpetua– mente una tendenza che non riesce mai a di– ventare sistema, per mancanza di un concetto centrale proprio, non essendo sufficiente a sostituirlo la convinzione della propria indi– spensabilità nel Governo. Ad ogni modo ne!Je cerimonie e nei discor– si due Italie si incontreranno che non si in– tenderanno tra di loro. E la vecchia Italia del . vecchio regime liberale-democratico vi appa– rirà come un vecchio mobile di casa, come un'annosa domestica cui non si può negare l'accesso alla cerimonia, che per essa sarà la propria ·esequie. Per Yentura, una terza Italia esiste, che si terrà lontana dalle pompe ri– tuali; raccolta nella attesa serena che la nuo– va storia dissipi .l'equivoco di un regime. che celebra ciò che prof ess_a cli spr,egiare e di avere superato, senza avervi nulla sostituito . . Il superru.nento statutario dello Statuto non è nel fascismo che ·richiama il passato che non può rivivere durabilmente, e neppure nel costituzionalis~o che fiancheggia ed approva ogni insultata rovina della Carta. Il supera– mento statutario dello Sta_tuto avverrà per lo svolgimento di una coscienza nuova ,di li– beri, degni della libertà, capaci di conquistar– la e di difenderla, capaci,_ sopratutto: di re– sliluire alla libertà il suo contenuto integrale ~ per la più alta dignità della vita umana. CLAUDIO TAEVES. Ancora un, sequestr.o 'N°. 5445. IL. PREFETTO DELLA PROVINCIA DI MILANO . Vislo il giornale Critica Sociale, rivista quindicinale in da– la 1-15 Maggio 1925, N°. 9, edito a Milano per i tipi della Tipografia Enrico Lazzari & C., in via Barbavara, N°. 2; Consideralo che l'articolo Un ferzo di seçolo, in una ar– lificiosà cronistoria dell'ullimo trentennio, attribuisce a cause determinate avv,enimenti dolorosi nella sloria del Paese, .con evidenti allusioni ai momenti attuali e con argomentazioni atte 11d eccitare gli animi e turbare l'ordine pubblico; Visti gli artic0li 1 del R. D. 15'1uglio 1923, n. 3288 e 3 del R. D. 10 luglio 1924, n. 1081; DECRETA il sequestro del giornale Critica Sociale, rivista quin~licinàl-e, in data del 1-15 Maggio 1925, N°. 9,, edilo a Milano per i tipi della Tipografia Enrico Lazzari & C., in via Barbavara, Il. 2. . li Signor Questore di Milano è Ì\léaricato della esecuzione del presente Decrelo, che dovrà essere notificato pe1--iscritto all'interessato. Milano, lì 8 maggio 1925.< Il Prefetto Pericoli: Non pretendiamo di enti·are in polemica col Signor Prefetto di Milano, dato che non ~i è consentita in nes– sun modo la possibilità di addurre tutte le buone e convincenti ragioni per le quali' ci pare che questo nuovo sequestro con cui si è voluto colpire la Critica, ,è; ariche alla stregua dei decreti vigenti, assolutamente - diciamo così - immeritato. Vogliamo solo, per semplice sciirico verso gli abbo– nati, avvertire che il nostro direttore, a cui era dovuto l'articolo che il Signor Prefetto giudicò degno di se– questro, non si era abbandonalo a nessun impeto della passione che tormenta l'animo suo e di tutti noi. Sa– pendo bene che cosa significhi la facoltà concessa ai Prefetti dal decreto del luglio 1924, che li esime anche da ogni obbligo di contraddittorio dinanzi all'autorità I ·,

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