Critica Sociale - anno XXXV - n.9-10 - 1-31 maggio 1925

128 f'1RT1'Tf'1A ~Of'T A T,F, somma importanza per il sociologo, ma ne ha assai poca· per lo storico. Facciamo u11altro esempio. Max Weber ha d-islinto tre tipi puri di governo legittimo: il legale, il tradizionale e il • carismatico • o governo di ·diritto divino. Quale valore ha per lo storico tale distinzione? Nessuna cli queste tre forme si è mai storicamente presentata pura; i sociologi Io am– mellono, ma pretendono che ogni forma di governo si possa avvicinare più o meno perfeltamente ad uno di quei tre tipi fondamentali. In realtà, eia .quella distinzione lo storico poli– tico ritrarrà Io stesso vantaggio che puù ricavare dalla ripar– tizione aristotelica delle forme statali: e 'nulla cli più. Simili classificazioni potranno servire· a chiarire cerle idee, a ren– derne più facile la comprensione, 111:1 portano con sè il peri– colo, proprio di ogni schematizzazione, di rendere meno evi– denti le differenze interne di ciascuna categoria. C.ome si potrebbero, ad esempio, subordinare alla medesima_ defini– zione_ di capi cli Stato che ebbero tuttavia in comune il tratto di rilenersi investiti di una missione trascendentale, un Na– poleone o un Cromwel con un Lenin? Si è molte volte tentato di. SJ?iegare sociologicamente le rivoluzioni. Questo còmpito si prefisse, Lra altr.i, il sociologo francese Bauer nel suo « Essai su,· les révolulio.ns •· Molte tielle. cose da lut trovale ci sembrano semplicemente triviali; come l'assel'zione che-la cliscol'clia dei diversi fattori statali sia molto vantaggiosa pèr la rivoluzione, o quella che sia di 'grande impoi'lanza per l'insti'rrezione il possesso della forza armala e cbe il valore di queslo possesso sia in funzione ciel numel'o degli uomini armali, delle loro qualità militari, e i11 genere dei mezzi di cui dispongono. Là dove l'autore trova verità meno universalmente. note, gli fa difetto il sapere. ·Cosi là dove mette in risalto l'importanza dell'appa1,tenenza dell'individuo ad un determinato gruppo o çlasse o profes– sione: da tale appartenenza dipende il fatto che l'individuo sia o no conlenlo della siluazione, ad~risca al partito degli innovatori o a quello dei conservatori. Inollre il successo della rivoluzione è connesso col fallo eh.e gli scopi 1·ivo!Ùzio, nari coincidano con l'inleresse <li una collettività, cli una clas– se, che si fol'mi'uno spirito cli classe. Ora, nel libro del Sim• me! turte queste considerazioni non sono inesatte, mà tropp,;, uuilateralmenle accentuate. Invece lo slorico non trascurerà di notare le eccezioni,. anzi queste gli sembl'eranno spesso , la cosa più importante. Pe{ò le regole insegneranno anche allo storico molte verità. · Concludendo: lo storico ha mollo da guadagnare dà! melodp sociologico di lratlare la materia, il quale spesso gli serve per vagliare le sue concezioni anteriori. ,Non è necessario che sociologia e s.toria si combattano, purchè sappiano conser– van~ i rispettivi confini. Gli storici porgeranno la mano ai sociologi e ne utilizzeranno volentieri le opere, pnrchè que– sli pennellano a quelli di trattare il passato « storicamente" e non già 'come materiale per ricavarne formule e tipi. ANGELO TREVES. Ciò che • SI stampa fasti della politica estera nazionalista. Col I ilolo Dal palfo di Londra allei pac-,i di Roma Gaetano Salvemini raceoglic in volun1e (1) arti-coli e discorsi da lui ,;critli e pronunciali, dall'agosto 1914 al luglio 1920, ii1Lorno alla·'politica di gnerra dell'Italia. Il volume è un d0cumenL-o della coerenza organica· di pensiero con cui quel gmppo di 1101ilini poli! ici e scrittori che ebbero nel Salvemini e nèl Bis- ' solati i pili insigni interpreti e guide del loro pens.iero, seguì le v_icende della guerra e quelle che da essa scaturirono come riecessaria conclusione. Vollero l'intervento dell'Italia in guer– ra per rafforzare quella coalizione politica al cui trionfo essi -ritenevano affidata hÌ salvezza e ogni speranza di pro– gressivo sviluppo delle istil~1ziòni liberali e clemocratiché in Europa e nel mondo,; e a quelle icI•ealità, allora invocate·contro l'interventismo nazionalista e contro il neutralismo socia1ista, .essi' si mantennero costantemente fedeli, -separandosi nella– mente da coloro che, dopo avei' sventolali>· la -bandiera di guerra come uno stendardo cl i 1·ivoluzio11e, accettavano di por:re la loro parola, la loro penna, la forza dei loro seguaci a profitto di tu~le le vecchie ideologie reazion!').rie ed imperia– liste, per disperdere le quali si era detto di volere la guerra. Come rivendicazione di continuità di pensiero il libro riesce perfettamente al suo scopo; e la ampia introduzione che ne illustra e coordina il contenuto 'è una esatta e viva ricostru– zione t!E!lle correnti cli politica estera nel tragico periodo storico che abbiamo vissuto e andiamo vivendo tuttora. E {1) Presso l'editore Gobetti. Pa.gg. LXXII • 360; Lire 16. Biblioteca Gino Bianco dimoslrà con perfelta chiarezta il danno che venne all'Italia dall'indirizzo d1c il Sonnino volle imprimer<' alla politica di ·guerra e che i suoi colleghi dei vari Ministeri non ebbero (falla eccezione del Bissolati) la forza di oppugnare: po– litica che credette di essere abile e realistica perchè rifiutava ogni ideoloJ;!ia e non s'avvecleva che, creando con ciò un iso– lamento dell'Italia entro la stessa coalizione cui essa parte– cipava, véniva acl accrescere le difficoltà della guerra, a c1·carc diffidenze e oslilità per l'Italia nella stipulazione della ·pucr', a sabotare quello stesso programma cli « sacro egoismo • cui improvv.iùamente s'inspirava. · nesta a vedere se per una Nazioùe come l'Italia, data In sua immaturilù polilica, dati i precedenti della sua storia più recente, e sopratutto il trentennio di pòlitica l.dplicisla da cui non era facile, anche ad una Nazione e ad uno SI.alo, piL1 maturi, passare improvvisamente ad un opposto orien– tamento di politica estera; dato anche il grado di sviluppo della sua economia e quello, conseguente, del suo proletariato. che non era ancora divenuto una forza politica attiva ent~o lo Stato ed entro gli organismi della sua costituzione ed azione e 11011 poteva qui,ndi divenire· collaboratore cli una politica di guerra, di cui sentiva di noti poter essere fattore ed arbitro; resta a veder.e - diciamo· - se, clale tnltè queste e molle alll'c cose a queste connesse, lo Stato italiano potesse ave1·c un timoniere diverso· dal Sonnino e seguire una politica di– versa da quella che egli seguì. Non pretendiamo di decidere qui la queslionc. l'I quale involge tutta la polemica cliballuta dal 1914 al 1919-20 fra i socialisti e gli altri partiti. Vog!iàmo fissare soltanto il punto di dissenso fra noi e il Salvemini e dichiarare che alla con– statazione che egli fa che « i trattati di pace hanno pur-· troppo realizzato le previsioni pessimiste dei socialisti: l'im- . perialismo dei vincitori ha fatto man bassa, come peggio non poteva, su tutli f diritti dei vinti», noi non ci senlian10 di aggiungere il rironoseimento che questo è dovuto anche in parte all'assenleismo dei. socialisli. E in Francia elle cosa è avvenuto di diverso? Che forza vi hanno ~vuLo la classe proletaria· e l'organizzazione socia– lisbt per frenare le ingordigie imperialisliche 9 Ma, posto in luce questo punto di, dissenso, noi dconoscia– mo tutlo il valore morale che, anche per la preparnziono polilica delle nuove classi dirigenti, può avere l'esempio che scaturi~ce da questa appassionala campagna ehe Salvemini e _i suoi amici comballet·ono per la salvezza ·delle loro idealil.ù, e il moi1ilo che deriva dalla constatazione dei danni che il disprezzo di quelle idealità ha fatto pioml.iare su Lutti i popoli, vinti e vincilori. O dobbiamo temere .che l'egoismo dei popoli e clelle classi nou riesca niai a guarire della sua cecità? MuG. Abbiamo ricevuto _qiàda lungo tempo un articolo di Alfredo Poggi, in risposta a Prome!Po Filodemo. su il problema mora~e del. socialismo, che è un'ampia e 'fondamentale trattazione dei rapoorti fra il pensfero socialistà e l'idealismo critico del l(ant e della su 1 1 \~cuola. Ragioni di spazio ci hanno vietato fin qui di iniziarne la pijbvlic(l.zione; il che speriamo cli poter 'fare nel prossimo nwizero. 'PUBBLICAZIONI PERVENUTE IN DONO. Generale Y,jJarel.i: / ii margi11e del fascismo; si.udii e saggi. - Milano, rn2s·, Società Editrice « Unilas ». -:- Pagg. XVI-421, (L. 16). Luigi Sturzo-: Pensiero antifascista. -- Torino, 192!5, Piero Gobelli edìt. - Pagg. 284 (L. 12). Enrico. M. Fusco:- Il martirio di S. Loren::o. -- i\listero in tre atti. - Lecce, 1925, Libreria éditr. ,. L'Italka •· (In Leccr: L. 8; allrove. nel Regno. L, 8,80). · Uemelrio': Casi d'Italia, 1925. - Coop. Grafica. Operai, Milano (L. 1). Ministero dell'Economia Nazionale - Dil'ez. Gen. della Sta– tistica: Elenco dei Comuni del Regno secondo la circoscri– zione amministrativa al 31 dicembre 1.924 e loro popola– :::ioneresidente e presente (Censimento 1921). - Rorria, 1925, Tip. dello Stato. Rigam.onti Giuseppe - Direttore responsabile OH. Tip. EHRICO LAZZARI & C. - MILAHO (24) Via Barbavara, 2- lei.30-124

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