Critica Sociale - anno XXIV - n. 7 - 1-15 aprile 1924

' CRITICA!·SOOLA.11.iJTh 103 claissi :popolari ~ a cominciare dal suffragio rnniversaJl.e,e dalla, oggi defunta, libertà &in– dacale - piutto,s1to largiti, .per ii.ntenti .perso– nali :e,pa:rtl'am:entar'li, che CO}':lquistati e compresi ckt;lle •Jn81s.se , ooputi -viri1mente esercitare e difendere. - Tutti questi fatti, chi .guardi aJl rfo.nido, non ..si-spiegaino, tutte -queste caUJSedebbono app~rir,e ,secondarie, ineffidènti ed ti.nani, ove non soccorra il pr,esuipposto di una co,sci-enia democratica vuota e insufficientemente diffu– sa, fatta di -parole .e di etichette apparenti.; ,non fatta di ,profonde convinzioni, convertite in .sentimento ,ed in sangue; per le ,quali, çt,d un popolo, .ad una cJlasse, ad un ceto, a ogni individuo che ne fa ,parte, la Ube1rtà - che è la ,d1gnità, che è la luce, che è l'umanità degli uma,ni - ,sembri pi* pre~iOiSa di ogni effime– ra comodità del viv,ere e la ragione .stessa del- la vita. · ' ·E' -perciò chra l' A-ssoc-ia:ziQneitaVilana ·del ( Controllo democratico ha chiamato e cb.i3!llla se:-- !Sopra i partiti, f.uor,i dei partiti, anche per avvaJ.orare l'azione · futura dei partiti -– chiama i volonterosi ,e d. veggenti, sopra– tutto 11,eclassi che '.Pr,esumano ,S!ei ·ste_s.sedi– rig.enti. -ed intelligenti, a un'opéra co.rucorde di prepara~ioin,e 1e, di ·seminagione civ-ile. Opera non certo breve, non certo mk31col,iistica come ~l desiderio vorr,ehbe, ,nè ,concretafbile in poche line,e ,di un improvv,i,sato programma; ma la sola, for.se , che .si imp,mga - dopo 1-eamafie e.sperienze - a ·quJ81ntiriluttano dai metodi della violenza, ,nou credono all'efficacia deiHe cospirazioni e dei colpi di mano, ,serbano f.e– d-e n:el trionfo ,immancabile <leilr-egime demo– cratico e rappresentativo, d.n iperenne revi,sio– ne :e1~evolf\lzfone •progr,e,s,siva,,sopra. tutte l-e dev,iaz:ionie ,i ricorsi dolorosi. della ,storia; non si acquetano ad attender.e, ii.,gnavi, il crollo della dittatura a;d opera esclusivamente degl-i antagonismi che 11:a, mina,no; degli ,ec,ces,si da cui invano ,sp,era dd. '..Salv•arsi;auspicano invè– ce un'lta,lia v,erame1nte libera ,e :redenta, in tutti g;li strati del .suo ipopolo, padrona, di sè, non d.ilacerata ma ricon:ciiliata con se s.te, ssa, artefiée ·delle 1proprie fortun•e ; e anellano a concorr,erv,i col il.oro ,S'forzo corusapevo1e, diu– t-ur.no, di•sinter.e1ssato. I .rnoltepUci problemi concreti, che assilfa– no un popolo giovane.. uscito testè ·da -µna terribHe ,distruzione di forze ,eidi ricchezze qua– le è ,stata la ,guie.rrawondia1le, della qual,e ipiù Rorifrirono 1,e,:nazi-0nicosidette proletari;ei, frà le quaJl.i è la i11ostra - .problemi che ,nessuna violenza e nes-suna dittatura può durevol111 1 en– te risoilv,ere e ne1ppure profondamente scalfire -:- porgeranno, via via, a taJl.e•lavoro la mate– ria~ ['.fa:nipulso.Es.si -esi.gonoabnegazione con– corde, -esigono contributo di consiglio, ·che gli inteUettuali fornirl:linno, m~ d.rusieme azione a.ssid'Ua di ,gi0-vani fervidi. Agili inteUettuali ed ai .gfovani si volg,e principalmente iil no.stro appello accorato. J,1 d·1sgusto ogni giormo ere- BibliotecaGino Bianco iScentje - ,se pur .som.rnessam.e-nte mormorato -- che sentiamo affiiorarr,~s,empre •più acuto, il ravved:ion'ento,· sempr,e_,più con.fès,sato, dei non pochi illusi, che cr,edetterp per un :iistan– te ch,e i viottoli oscuri .diel ,c1tspotismo po,ss,ano sostituir-e le ,grandi e 1soleggiate v,i;ei <leilla sto– ria, ci incuorano a bene sperar,e. Facc' ia.no es– ,si - gli intellettuali ed ,i ,giovani - che i1lno– ,stro ap.peHo non cada 11,elvuoto d-ell'indi.fife– rentiisimJoe dell'apatia. Salvino ,es.si - .mentre :ancora è tempo - l'onore ,e l'.avv,enire d'ItaUa. Milano) 3 aprile 192.4. i Il Comitatocentrale dell'Assoc. Italiana per il ControlloDemocratico On. Avv. Mario Abbiate) ,senatore. - Mar– chese Avv. Carlo Bassano. - GeneraJl,e Ro– berto Bencivenga. - Avv: Marib Berlin– guer. - Attilio Boffa. - Dott. Mario Borsa. - On. Avv. Gii1,seppeCanepa. - On. prof. Italico Capp,ellotto. - Avv. Vwigi Degli Occhi. - Prof. Guglielmo Ferrero. - Prof. Alessandro Levi. - Prof. Avv. Fabio Luzzatto.-·- On. prof. Enrico Presutti. _,_ Gi1,glielmo Qq,1,adròtta. - Dott. Attilio San– na. - U·enerale Filiberto Sardagna. Conte Carlo Sforza, ,senatore; - On. Avv. Filippo Tiwati. - Avv. Ro.b'erto Veratti. .....:.._ Avv. GaUleo Veroesi. Trieste e Fiume. Limitiamo di proposito il nostro ragionamento ai due massimi porti dell'Adriatico orientale, e non lo estendiamo a Venezia, perchè il porto della lagu– na è destinato per molti anni a'ncora a servire un retroterra quasi esclusivamente nazionale, o ad e– stendere tutt'al più la sua influenza per un breve tratto ·oltre il Brennero ed oltre il colle di Reschen, mentre Trieste e Fiume si trovano di fronte al di– lemma: o riacquistare, almeno in parte, l'antico retroterra à cui sono diventate straniere, o perire. Con questa loro identità di situazione si spiega la tesi, costantemente sostenuta dai maggiori espo– nenti del ceto commerciale. triestino, per cui j due porti dovrebbero appartenere al medesimo Stato, op_ pure, nel caso in cui Fiume fosse riconosciuta ·co_, me città libera, e perciò .necessariamente porto franco, anche a Trieste dovrebbe essere accordata la piena franchigia portuale; e tutto ciò per la ragio– ne, non. del tutto infondata, che il giorno in cui Fiu– me fosse stata riunita politicamente ed economica- . mente. ad un retroterra, che si spinge a nord fino a Marburg e Cilfi, ed avesse potuto godere di pre– fere11ze dogat1ali e ferroviarie, Trieste si sarebbe trovata nella impossibilità di sostenerne la concor– renza. Ma appunto per questo si stenta a compren_ dere come lo stesso ceto commerciale possa. ora dL chiararsi soddisfatto, dal puntò di vista economico, della situazione che raccordo firmato a Roma il 27 gennaio è venuto a creare al porto di Fiume. Quell'accordo ha salvato bensì l'italianità del maggior nucleo cittadino al di qu.a della Fiumara, ma non ha lasciato all'Italia alcuna possibilità di influire sul movimento del porto. Non solo in.fatti si è dovuto lasciare in piena sovranità alla Jugo-

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