Critica Sociale - XXXIII - n. 23 - 1-15 dicembre 1923

61\JflU seauu ll Gentile in untt oua re!/.zi!)ne sull& 'ecuola laioa. ebbe· a. dire, tempo !,e,,e più di recente queeto 8009SO ripeti, il suo dil!IOOpolo Codignola, che il fanciullo in iscuola. non è cosa sacra, ma che. ee la scuola deve esser fatta da.I maeetro, questi doveva avere il di-ritto di entrar ne)la coscienza del fa.nciùllo, « togliere in mano l'immagine. che già vi, è posl;a. e distruggerla., .., quel– l'anima aspetta sinceramente dal mac,,tro d'esser fatta. quell,a. che vuol eesere •· Tesi che ... dalla pedagogia. goouitica sino allo Ja.net è stato l'argomento oa.pitalo d'ogni pii, o meno aperto despotismo scolastico, e cho il Mondolfo respinge e confuta, ponendosi abilmente sullo ,tesso terreno dell'« autootisi • spi- ritu·alista. , Se si a.mmette ohe lo sviluppo della oosoienza. sia tutta opera di interiore elaborazione; sì che neeeuna verità avrà valore se non diverrà. nostra verità, se non sarà. interiòrm8nte ricreata, rioonosciuta. dalla nostra coscienza.; l'opera. educativa non può valersi di dogmatismi, di imposizioni autoritarie, .nè di verità tl'a.scendenti, che <lebba:no essere accolte non per la. lor-0 evi– denza. ma. solo per J'autorità di chi le insegna. E questa ci -,pare non solo le, grande verità .cui è giu.fita la pedagogia poet- roussea.uiana., ma. il più fecondo risultato della steBB& pedagogia spiritualista, cui dovo ripugnare l'immagine d'un eduoando ri- dotto a creta plasmabile, ad imbuto paasivo. ' ' Nè, concependo la funzione do! maestro diversamente dal Gen– tile, ei eeautora il maestro, ohe, come ha bène illustrato il Resta nei capitoli .34" e 35' del suo Trattato, ha! pur sempre una ne– cessaria. e .nobile ftinzione da. compiere, se, deve guidar~ l'edu• cando nel suo interno sforzo spontaneo, se, oon la sua espe– rienza, deve promuo·verc e stabilizzare Cirnl,,i,,penàenzae lrauto– nomia dell'inàwiduo nel suo processo cU cultura, ,msoitando peroiò,.non soffocando, I.a.interna attività del discente. E'·q~ta., eome la chiama il Resta, la « legge di maestri.a.», è l'an-te pesta– lozziana., ohe s'aggiunge e dà l'aiuto necessario a.Ha natura. Un siffatto proce&lO educativo si può avere nella scuola di Stato o non in quella di parte, settaria. per definizione; è si ha nella scuola di Stato, solo rispettando la libertà interna degli alunni e ·non imponendo ·a ·q11Mti, direttamente o indi• rettamente, alcun credo. Il Mondolfo dimostra. come ta Chiesa, dovendo per sua missione condannare tutto o'ò ohe ritiene erro.re , non può di fatto permettere la libertà delle scuole, per chè non può rioonoscere ugual diritto al dogm& e all'er~i.a. e deve perciò tendere, naturalmente, al monopolio ca,ttolioo .. della scuola. Il ,Mondolfo è così serent> nella sua disa.mina, che non solo appullita.. le sue critiche contro le scuole cattoliche, ma oontro tutte le ~uole di parte, che offusch~rebbero la coscien:za della oollettivltà, 'sovrapponendo gli ideali della parte a quelli dello Stato. L'•interesse di questo libro sta appunto nel fatto · che, essendo stato scri.tto nei momenti in cui più vivace era la ,polemica, eesò non procede col monotono ritmo di un libro pura.mente teorioo; ma risente della battaglia e ·accetta la pole– mica, che ribatte in alcune note ef!ìca.oissime, òome p. es. quelle a pag. 25, in cui rivoindica la libertà do\ figlio contro la tirannia , pedagogica del padre, esaltata dai polemisti cattolici, rimasti tutta via all'affermazione di S. Paolo, seéondo èlii il fig.Ji.onon. e.ra . un essere a sè, ma era aliquid pattis. Non posso ooncoroare ool Mondolfo là ove, per sottrarsi alle critiche cattoliche, distingue e separa l'educa.zidne intellettuale, eu cui i l maestro potrebbe e dovrebbe in.fluire, dall'educa.z:one mora.le , in cui prevaie e deve prevalere l'opera della famiglia. Se è n ecessaria la libertà p,e.r }a formazione intellettuale, non • è, .a maggior ragione, necessaria per la formaziooo morale? E cos'è la. formazione intellettuale, se le si toglie il suo valore oome parte della formazione morale, dell:,, formazione, cioè, del-l'uomo, )e, quale/ anclie per il Mondolfo (pag. 103 e 121), è il fine della .-scuola? In ciò, nel non dover cioè distinguere, ai fini educativi, l'istruzione dall'educazione, ha ragione il Gen– tile, giacchè l' « io • non è un essere bipartito; ma è una unità fondamentale. Se vera fosse la tesi del Mondolfo, ayrebbero partita vinta i ca.ttolici, nel pretendere che unica -semola. sia quella famigliare o gradita a.Ila famiglia, perchè eesa aol& edu– cherebbe; e l'istruzione vale in quanto serve &ll'edUoazione, o è i,n se stess& cosa morta. Del resto v'è anche nel campo gesuita ohi vuole nelle souole solo l'abbecedario e l'.a.bbaco e lascia il oòmpito educativo solo alla. fami,glia. Ma lo stesso Mondolfo non è poi così legato .alla -<1uatesi pedagogica da non ammettere, ,a .pag. 125 dello steaoo volume, ohe La scuola' di Stato deve offrire un orienta.mento morale e civile. Non è il oaso quindi di ·addentrarci nella disamina di questo. particolare pensiero del Mondolfo, che in pedagogia ha pur &Vutomolti 906tenitori, altre\ta.nto agguerriti quanto i molti' avversari. · Egli si oppone al monopolio statale dell'educazione, oome f u tracciato d·a.Platone e sognato dal Fiohte, ma, ciò non perta.nt -o, ha dello Stato una concezione pienamente uma.na ed universale , e rigetta anzi il oonoetto p&rtioolaristioo di Sta to, che molti liberali affermano essere proprio della dottrina sooi-alista. Lo Stato • comitato esect•tivo délla clas•• dominante , è un& . puerile ripetiz,one d'1 una frase di Engels, che noi abbiamo udito le mille· volt-e da.i nostri fooosi oratori oomiziali, in altri tèmpi, ·• dinamici • oome quelli di oggi, in cuj si spregiano le idee, le t.eorie, i progrllmmi e solo si ama l'a,to, il gesto, l'azion.e, oomunque f&ata, e oomunque ispir-at&. Già allora il Mondolfo aveva, nei slioi 110ritt, aull'Engels e sul Marx, mo– strato oome la nostzra dottrina non esolud-, ma anzi oonte– n-e uìi con oetto u.iiveraaltt de.ilo Stato; ma... eran ques~ m-alinoon.dl fi losofiche, noioee ai più frettoloei. Che lo Stat.o è già in là un vàlo re etioo, Dòl). 6ontro, ma per l'individuo-peraon.. è -& ahe il M<JDdolfo rnost.r& e di.mostra; ma questo concetto ioteca Gino Bianco pubblicistico non porta nè a.I monopolio dell'educa.ziÒne nè all'ecoeeeo d',un controllo statale fino a.I punto di dover imporre esami di Stato, per vedere se i ·professori fanno il loro dovere. L'~ me di Stato ,non è per il Mondo Uo nè att o a. ripristi– na.re la disciplina. nella scuola, nè atto a rivaluta.re la cultura: ma s i rieolve in una riforma antidemocrat ica. (per l a maggiore spesa, cui and11anno mconbro le f.amiglie) e in un pervertimento degli studi, che diverranno una monotona prcpara.zione all'csamo finale: una oorsa al .palio. Molto abilmente il Mondolfo porta contro l'esame di Stato le ,giuate c1·it;che che in Francia sono state scdtte contro l'eMme di ba.ocolliorato e le critiche cho pos~no farsi al cosi detto esame di cultura; ma a quesia. parto ha risposto già il fratello suo Ugo Guido in un'ottima. rela– z'one pubblicata. sul giornale • Il Vomere •· Certo che l'esame è e resterà sempre esame; ma l'esame di Stato, che ha date. buon.a prova in Gt, rma.nia, pot;·d. noi cl.are cattiv . prova. in Italia,, se sarà da.to con le norme tedesche, non care certo ai clericali, che a.llora. non vedrebbero il.ssicumta quella. concor– renza. tra scuole private e pubb,iche che sta a. loro tanto a cuore e contro cui invoco R. Mondolfo appunta le sue più riu– scite critiche. A render possibile l a conoo rrenz..a, il Gentile fin da.I 1918 pro– poneva ciò ch o ora hu attua.to : ;o sfollamento delle souole. Ecco il gran ma.le del nuo vo ordin a.monto, tanto più che, mentre è fatto i n base ad un giudizio ,non di merito, ma topografico, ohe può escludere sp""so un ottimo elemento sol perchè ò citta– dino suburbano, d'altra parte non è ir,tegrato da.ile scuole pri– vate, ohe sono per or.a in numer<., illàuflìciente. Già contro i concerei d'ammissione il Mondolfo osserva.va che essi sono ·profondamente antidemooratici, in q uanto dime nti– cano la naturale minore preparazione famigliare del figlio ·di un lavoratore in confronto a quello di un borghese; ma sopra, tutto i! Mondolfo ha trovato modo di scrivere pagine di g~ande forr,a persaa.siva, quando, illustrando la natura di servizio pub– •blico ohe ha la scuola di Stato, ha dimostrato che essa deve essere aperta .a tutti e non a pochi eletti. Chiudendo le scuole non si spegne certo il bisogno d'istru– zione, proprio alle democrazie moderne, e la scelta sarà più naturale e più giusta se sarà fatta dalla vita e non dagli esami. E quando il Mondolfo scrivev.a. questo, ancora non si sapeva ohe 98rebbero state fortemente aumentaté le tasse, e sarebbero state rese dif!ìoilissimo le esenzioni ! Chi sa,rà danneggiato da queste restrizioni? Ora lo sono i padri di famiglia, i cui figli son serrati fuori dalle scuole, ma domani lo sarà la eocistà tutta, ohe risentirà le conseguenze di un più basso livello d'i,~truzione pubblica. Se ora si stenta a trovare il buçm professionista. fra i tanti concorrenti, quanto più si [!tenterà, quando, per forza maggiore, questo numero di candi– dati sarà diminuito I I rimedi che apparivano opportuni al Mondolfo aono agli a ntipodi O!)ll quelli adottati oggi: il Mon– dolfo voleva un sa.no decentramento a sistema elettivo e quel miglioramento d egli s tipendi degli insegnanti che allora voleva lo stesso Gentile; oggi invece abbiamo quel che abbiamo. Fin d'allora. il Mondolfo prevedeva <1uelche oggi ormai pare a molti conseguenza inevitabile: egli avvertiva. che, con riforme aristocratiche, i lavoratori avrebbero visto Ja loro istr uzione ohiu/1'3nel breve giro della scuola elementare e popola.re , senza spel'&IU:aquindi di super-are la barriera della lor o classe, s empre più profondamente divisa e allontanata da.Ila classe dominante. Cultura. proletaria. e cultura. signorile son due mezze culture, cioè non son più vera. cultura; non più preparazione all'unità spitituale, ma solo alla disunione eocia.le , son la guerra sociale in 'atto. Colpa tutta degli avversari? No; e il Mondolfo, educatore anche in questo, coraggiosa.mente lo denuncia. nel suo capitolo: « Gli adulatori del proletariato! •· Ricordiamo tutti con malin.– oonia quel torbido periodo pootbellico in cui là. cultur<> era tenuta i.n gran dispetto da tanti e tanti barroocioni, che concio– na.V'&nonei nostri comizi e nelle nostre assemblee! Disprez– zammo la media borghesia, vantammo i diritti dell'ignoranza, proscrivemmo la politica della. ragione, perchè incomoda, e pre– ferimmo quella della, dittatura, perchè ci liberava dal tarlo del pensiero; e ci isolammo tanto nobilmente da non aver neppur un'eco di compianto q=do fummo vittime d'ogni vio, lenza e d'ogni illegalità. ' Serva almeno la lezione per l'avvenire, e siano rilette le pa– role ammonitrici del Mondolfo ! Il proleta.riato non solo non può disinteressarsi del problema della scuola media, ma nep– pure d1 quello della scuola superiore; sia perchè ad essa può e deve potere aspirare esso stesso; sia perchè dalla scuola supe– riore escono ,i tecnici, senza di c ui oggi il lav oro non funziona 0600 quell'aria di cultura che il proleta.ri.a.to come tutta la sC:. cietà_ respira, e infine 11erchè n< ;lla scuola· sup eriore il pensiero raggtunge la sua massima eflic1en7""' che illumina e favorisce tutti i problemi, non ultimo quello sociale. Opportunamente perciò il Mondolfo chiude il suo libro oon un capitolo critico sull'ordinament-0-universita.rio, che è esso pure una lucida. cri~ tica_ all'ind~rizzo pura.mente t"<:'retioo d'oggi. La scuola peda– gogica dominante ha tale fidu01a nel proprio ra.ziona.lismo, per ow basta sapere per saper anche fare, che in odio al vecchio andazzo metodologioo, ha proprio &bolito I~ scuole di tirocinio nelle scuole normali; mentre il Mondolfo proponeva che le Fa– ooltà di lettere no n solo impartissero oorsi monografici, ma anche i-nsegoasse.ro il modo di insegnar bene. Pur eosen.do le & rgomentazioni del Mondolfo chiare e di g_rande forza p el'llll'8Siv3:,noi,. per il bene della scuola, ci augu– riamo che I.a prova dei fatti po&911 dar torto a lui almàno in quesfl&questione, i.vendo già egli avuto ra.gione in tante altre questioni, trattate in queo,to libro. Il Mondolfo stesso. chP è

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