Critica Sociale - XXXIII - n. 17 - 1-15 settembre 1923

brio e-ili- resp@nsahililà noi faéciamo pien'o as;e- r g_1i:1nw11Lo -,--a dare al volo una diversa applica . ~ione_no!il potrehpe cet"to arrogarsi· di inle.rpre– Lqre 11 pens-ie,rodel 'proletariato, il. l0ro sco.po è, in primo luogo, procur,arsi l'ese~– :,i<,1,.e frib.utaria. Il secondo è certamente ottenere rlellc fon.e di lavoro a ·buon mercato, sia pu•re a scapito della razza (1). La:sèiando stare quest'ulti– m,., rÌrnto. che cosa 1101 iamo di nuc•:o nell,· <·,reo' stanze presenti? I provvedimenti del- ministro De Stefani sono la prova che l'attuale oligarchia mi– litare tende appunto a procurare allé classi bor~ ghesi la piena esenzione dalle imposte, senza nes– sun riguardo per gli interessi permanenti del paese. La ·dimostrazione che i provvedimenti del De Ste– fa.ni seno in ant.itesi persino con la nÒziono di un nazionalismo, estraneo agli inteTessi di classe, è al– trettanto semplice, quanto evidente. · Il fJttale ùolo·ra,resisle co111e può e quanto può,. cust-0-disce nel sacrari-o· della coscienza la sua· fede; e ch.iede. perciò c~e noh sia, per l'oggi in– eerk1 e mulfido, tradita la sua speranza ·nella si- cura redenr.icrne del domani. . · LA ·pnrr1cÀ SocIALF:. '· .• I concaive that _inheritances and lega,. O10sexceeding a certain amount, are highly proper subj ects for taxa.tion : a.nd that the revenue from thern should be as great a.s j~ can be ma.de wi'thout giving· rise to eva.– s10ns, by donatiori duri_ng !ife or conoeal– ment o,f _property, suoh a.s it would be . impoasible ,a,dequately to check •· . J. S. JW;ILL (Principles of Pol. Economy, peo, ple',i edit.,_ !898, P·, 487). . I. Volendo wmprendere · alcuni- fatti ·chei accadono ogg1-nel nostro1 paese, bisÒgna rifarsi a studi molto · vecchi, che danno una idea più immediata del fon.– dam.,entò · reale della vita sociale italiana, W. ·Glad– stone, l'autore delle famose lettere· al conte. of Abe11- deen sulle persecuzio.ni politiche del' governo napoli– tano, I/itomando in Ità.Iia trenta anni dopo quella P!}bblicazione, scriV'eva nella Nineteenth ·dentury .(maggio 1889) un- accorato articol_o nel qu~e doveva dolorosamente rtcono~cere che molt'i. degli abusf, che egli' aveva denunzi:ati nel 185f, ·erano ancora in ,piedi r.ella nuova Itàli~ Ricordando' alcuni proces-' si, dai quali non e:i ;a.no ·assenti ·traccie di tòrlure risate sui prevénuti,. rgl'i scrivev~ che questi fatti «_potrebbe_ro-.passare. per una descrizionll dell'~poca ' de'i Borboni e mostrano gli abusi dei' potere esècu– . tivo e la degrada_zione dei rapl)resentanti ·deHa giu– stizia,,, ':-- iLa verit!i è che' un; popolo· p'uò cambiare isti– tuzioni politiche, ma .rimanere yittima delle mede· sime iniquità. Quella ·borgh~sia m rale, ignorante· ò sopraffatrice, à.vi <àa èd altèzzosa, che era Ja ·basè ciei passati governì': bo·rbonico, pa_palino, austria– co; non è scompar~a dalla·. vita italiana. Un mo– mento scossa o spaurita, sottò l'ihfltienza di f1Mti 1Jcéasionali, · è ora ritornata al pred.Jminio; e questo . si· manifesta nelle vecchi-e forme. !n quei ·suo stringato e succoso Ubrctto sul «Ri– sorgi~ento,, (traci. ìt., -1923, pa.g.' :185)', l'Hartmann f!l( una giu!ita osservazione, che inerita di- essere ri– prodotta: « L'Italia passa pèr il paese della demo– crazia... In realtà dominavano e domìn.ano, nello Stato come nei Comu1ti, • solo piccole m{ntmtnze. -- · Rappresentanti del popolo in Italia non ce ne. sono mai stati, e, anche con i'aiuto della· nuova ·1e~ge elettorale, ci vorrà del tempo_ prima che nelle _ilarti più arretrate dél paese gl'istinti politici si risve– igl,ino. e le masiie si orga~izzino in. modo da. di-ven– ta.re forze attive. Oggi dominano· 1e minoranze, e Si .rovescil!,no apertamente gli oneri dello. Stato. sulle spnÌle del-la- misera cont~buen& plebs, la quale. ~i– éeversa vede tenuti in bM poco conto i suoi biso- .. g-ni. •». ~ Qui è henis§limo posto, in· riliev.i- elle l;J. tmJ~ il il paese dè'Hè oligarchiè ·organìzia:te~. e_ebe u.' , I provvedimenti riguardanti l'abolizione delle mi– sure per conseguire la nominatività dei tiioli i> quella della imposta sui consumi di lusso non per– mettevano di formarsi, in sè· e per sè, una chiara idea delle tendenze che nel governo fascista rappre– senta l'on. De Stefani. Dubbie erano le conseguenZP, che si potevano assegnare alla incidenza di quelle imposte. Lasciando stare l'imposta sui consumi di lusso, più vessativa che improduttiva, e che forse poteva essere sostituita con altre ,,. più comode im– poste, è indiscutibile che l'imposta-. sui titoli mobi– liari possa funzionare come aumento del costo di produzione, e perciò èome un freno allo sviluppa industriale del paese.' Io non ne sono stato mai troppo entusiasta, ed ho sempre pensato' che l'ultra– fiscalismo dello Stato, per non risolver'Si in un ar– resto del proèesso economico del paese, deve tro- · · varé il iuo compenso in forme di attività economi– che promosse· dallo Stato. L'incoraggiamento dato alla cooperazione rientra in questa categoria. Ma se lo s'tato non ci riesce, non si può condannare una smitigazione del suo fiscalismo, in quan.to é'olpisca· il capitale. Da quèsto però alla esenzione tributa– ria, d'ogni e qualunque fom1a di capitale o· reddito dedott0 da capitale mobiliare ci corre .. Ed in so– stanza a questa esenzione mirava l'on. De Stefarii-. Tuitavia il provvedimento poteva giustificarsi, avu– to riguardo alla scarsa accumulazione capitalistica del paese ed alla convenienza di risparmiare il fondo di impiego del °lavoro. Non si può certo dire lo stesso a proposito della imposta sulle trasmissioni ereditarie o per domizio– ni fra i viventi. La propri-a indole di- que~ta è di non aggr~vare mai 'il costo di pro!lnzione. Infatti se due imprese identiche in tutto; fuorchè nell'es– sere colpite dall'imposta, producono le stesse còse, e siano \Il isfato di concorrenza fra di loro, è chiaro (1) Nel periodo in cui il partito socialista italiano ha. avut-0 nel proprio seno notevoli forze intcll_ettuali, è m.a.ncato ad esso la ispirazione di comporre opere destinate ad illustrare la realtà _della v~ta. socia.le . italiana _e delle classi lavoratrici,· sebbene abbon.d-assero in inchieste ufficiali vecchie e nuovissime - dal!a vecchia. Inchie<ita Agr-a.ria del Jacini, a quella più recente sui oontadini dell'Italia meridionale, -a.i complessi e copiosissimi studi della Commissione per il passaggio dallo stato di guerra .a, quello di pace, agli altri della Commissione parlamèntare sulle tariffe doganali, senza parlare delle indagini, dell'antico Ufficio del Lavoro, ohe ha. compilato lavori spesso pregevoli - abbon– dassero dat-i .e malizie per ricostituire un esatto quadro della vita e del!-a miseria. del nostro proletariato. Dopo l'Italie telle q.'1'elle est del Merlino (Paris, AL Savina edit., 1890), -i pubblicisti socialisti italiani non banno pensato a darci nessun lavoro d'insieme sul regime ,borghese in Italia .. E questi ,anni deUa pace sepolcrale - a cui,· secondo me, La v ,ìolen.za armo.ta' costringe il socialismo - potrebbero ·appunto utilizzar&i per-· lavori di ricognizione sui fasti del capitalismo italiano, molto .più interessanti delle polemiche sul plusva!or& o-– sul va.lore etioo d.ella· lotta- tli c)·asse,.

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