Critica Sociale - XXXIII - n. 17 - 1-15 settembre 1923

i66 'CRITI€A "\ I . . del regime ecc;mo,mico -capitalista, pensa alle vie' ·più idonèe per liberare questi sventurati ~aUe loro mf– serie e cate11e. Tale appare il comunismo, come quello che tronca alla radice la possibilità stessa del predominio e dello sfruttamento borgh~se. · Ora, lo spirito di cornmossa pietà e di elevata giu– stizia che pervade tale cor'lcezion_enon poteva non dare i bei frutti di frat~rnità, di. entusiasmo, di ab– negazione e· di sacrifìzio, che infatti diede nei de-, oenni 1870-1900, specie ·rra gli idealisti di provenien, za borghese. Ma si comprende anche il profondo disorientamento che dovette produi:si in seno al socialismo stesso, allorchè la condizione tragica– mente miseranda e disperata del proletariato del 1870-1900 diede luogo. ad una cohdizione niente af– fatto tragica, nè miseranda, nè disperata, m~ntre, dall'altro lato, il trapasso dal capitalismo al çomu– nismo diver;tava per molti versi sempre più proble- 9atico e discutibile. In pari tempo emergeva pe,:ò sempre più chiara– mente un fatto, di cui all'epoca di Marx non pote– ·va neppUre aversi l'idea: .l'avanzarsi irresistibile sulla ribalta della ·storia del valore Lavoro. Mentre, nella vecchia concezione socialista, il proletario è• il misero, il diseredato, l'oppresso, che deve redimersi ed emancipari;;i, che deve spezzare le sue catene ed insorgere contro i .suoi tirarµu, oggi H proletario; _appare sotto la sua vera luce, ossia dell'uo·mo- del Lavoro, che con moto storico irresistibile si· avvi'a ad esse're maestro e do·nu6 'della vita sociale (in qual modo ~d in q_uale 'torma oggi, è ·impossibile pre- . vedere, nè, d'altronde, la :cosa ha, importanza),· è n"on già percl1è ciò è" sant'o, e giusto, dettato dalla Pietà e dàlla Giustizia, ma perchè nella natura delle cose· è fatale che ciò avvenga, come è fatale che un pezzo d,i legno galleggi nell 1 acq11a e un pezzo di piombo affondi. In questò case la. particolare nobilt4 del· socia– lismo non proverrebbe· più dal ·fatto· eh<) i su'oi po– stulati sono santi e giusti, bensl dall'esser esso il partito, che ha accomunato i p.Foprii destini con la fatalità stessa del divenire storico. Ciò significa, in ·altre parole, cl>e, 11 nome più pro– prio del ·partito socialista sarebl:)e quel!o ài Partito del Lavpro. Comunemente questo nome vieIJle, in– teso' in un senso piuttosto pantofolaio ed antirivolu– zioriario, come a dire -un, partito, il quale, smessa. · ogni velleità ed ubbia trasce11dentalmer1te rivolu– zionaria, si proponga unicamentè ·.di p,ro~acciare ·_agli operai qualche vantnggiuzio dt: genere fiscale, o di legislazione sociale o pr-otezionis_tica. Invece, . inteso nel suo senso giusto, è il nome più p,roprio e più grandiosamente rivoluzionario .. Ora concependo-, come credlamo vada• concepito, il' socialismo nel senso su esposto, ossia come cqn– sapevolezza cripca •di quella irresistibile -ondata sociale, tendepte a portare al primo pi:ano sotto ogni aspetto l'eleme.nto T,a1i?ro, qùali conseguenze teoriche e pratiche, ne ·derivano? , ,. In primo ·luogo questa: che,,. d'Qr11,. inrìanz(, noi a'!,remmo pP-r la p_rima volta un sicuro critE\rio· per giudicare dei progressi. e dei regressi, della rivolu– zione sociale ,della distanza, che ancora ci separa dalla meta agogn,ota. · . . - • ' Sopratutto noi irnparere,mmo 'a dÌstinguere _11etta– mente quello che ha'. un ·valore rivolùzio'nari@; da quello che· non ne ha. , · _ . ,i ' (Per es. la coscientè au-foinibizjònè' dégli scioperi . nei, servizii pubblici ha un valore rivoluziÒnario; l'anarchia nei medesimi, no)-. · · •, · .., ... . .Nel campo prat\co qqesta concezion_è réndè ·-j:,òssi– bili -due àtteggiameqti. 'L'uno,: j'o.pposi'zione ìntra;n, sigepte- ai Governi. borghesi,'l'mitandosi 11,d una ri 0' gi~a, cioè volutamen~P unilaterafe, difesa degli_ ìn– tei:esi;;i pr9letarti,. fo - attesa che gli_ ever:iti ma,µrrin~ q4_ .sè p!!r µn r~dica;l~ rivòlgtmento L'altro . 1,m' ·' , • , ·• , · I; •( f ~ , , -~· , 1 ? , .. , BibliòtecaGino Bianco atteggiamento . collaboraitQ'.llistico,·, ma i_n grandis– simo stile. Il socialismo, cioè, considerando che o-ra– mai il proletariato, imma'turo ancora per" la palin– genesi totale del regime vigente, è però già abba– stanza- ·maturo p,er imprese minori-, può «governa– r-è», trattando la borghesia con lealtà, senza quelle vessazioni fiscali ed . economiche che, più' che rivo– luzionarie; sono addiriltura controrivoluzionarie. In altre parole; il dominio -politico in ma:no alla class~ operaia dovrebbe. essere a priori considerato fine 'a se stesso, come puro' «atto di potenza in sè». • In tal modo' la s( f~rebbe finita davvero .col Blan– quismo .. Il torto di questo ;non consiste, come an– cora lo' giudicava Federico Engels verso il 1891: nel fatto che esso è inattuabile, eh~ un colpo di rriano per l'impossessamento del Potere s'infrange fatal– mente ·contro le odierne risorse dello Stato porghe– se.. Qrari:lai gli avvenimènti russi, tedeschi ed au– striaci hanno, dimostrato·' il contrario .. Ma l~ ·'sua vera colpa consiste nella ingenuità di .volere attuare attraverso il dominio .politico, che è· lù. super~cia– lità stessa, la rivo~uzione soc,ale nell'unico senso ,chi!· la paro-la può ave1·e,. cioè di emancipazi001e -defi– nitiva ed integrale del proletariato da ogni_ signoria ' e sfruttamento: ' . Ma· tale -rivoluzione, sià · detto una volta per ~empre, non può essere il ·prodotto che di una com– , i pleta. maturità- P, m'aggiorità deNè masse lavoratri– . ci. E per qu,esto ci vuole ben altro chè delle _feluche ministeriali o dei' berretti frigi' di Commissa1ii del popolo. Il vero concetto da· ·atterrare è .·perciò quello fa– moso della .<iPittatu:ra del Proletariato»" non per– chè impossibile. ad àttuarsi; come a dir.e un sogno troppo bello perèhè sia vero, ma perchè realm'ente, nonostante le lusinghiere apparenze; esso non .ha genuino carattere rivoluzionario. Assa{ più rivolu– zionaria è invece la dirnostrazione pratica, da •parte · del pr oletarriato, di s1,1pere curare gli interessi_ ge- ~ nera.li della societ~, al _pari,· anzi meglio, della bQÌ'- ghesia. : . *** , .Chiusa Ja pare,ntesi, necessaria a dilucidare il no– stro pènsiero, ·noi cominciamo· col dire -che il ·so– ci?,lismo · italiano,_ anzichè lasciarsi · imbottig\iare nella lotta, pregiudiziale per la libertà ,con annesso · <1fronte 1,1nico» per la, medesima, ·e trarne · (il cJre è àncora peggio) il comodo, ma, nei suoi effetti ul– timi, · es.izial~ pretesto per procrastinare a~cora· la, urgente e doverosa re'visiohe dèlle proprie idee, del propri.o programma e de:lla propria tattica, farebbe as_sai meglio a•cogliern, p.on senza un cer~o suo gra· dimento, l'occasione ·propizia di questo s,uò forzato ostracismo n'lqrnentaneo· dal terreno scottante e turbinoso della politica quotiàiana, ;per _ compiere ' l'opera · suaccennata di internò rassettamento' e chiarifica:done.- Nella fatale ·e ·forse prossima liqui– dazione- del regime faséista, è meglio che; a cavar J:e castagne dal fµoco, siano gli altri per noi e .non noi per gli _altri. · . · , , 'Sgombrafo il terreno. dalie ultime· sopravvivenze· . marxiste, ·nei senso di ,tin socialfsmo «avvocato dei pove-ri-», e 'non_,volendo optare per un,atteggiamen-. t~ di .mera «rig~d1:l-opposizione perpetua», ciò che. mrnane da fa,re e la formulazione di un vero e pro– prio :1,:programina-di "Govern0-»,,nel senso più este~o · ed ele:vato del termine. Questo è il vero ed- unicb ~odb ·di preparare il, domani e di non essere, tinà volta.' tanto, gli eterni turlupi-nati e scalini al trono. ' , 0 Uh -tale programma ·dovrebbe possedere il requf– sif<? di _esse.re ori~ipale, s·erio e· c0erente. ·, ·originale; nel senso .èhe \1· partito dç>vrebl'.5e stu– diare 'e proporre soluzioni lai, più fmpo~ànti p'l"o·' . blem:ì praticf della vita nazib'nale, non solo seria, inentè 'approfondite ,e :v~liate, ma 'anche nuove, ,èl~l n~:ri• raccatti!,~ ~~wor<Unf!,riO baga,gltò e ·fra.-

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