Critica Sociale - XXXIII - n. 3 - 1-15 febbraio 1923

CRÌTICA soeIALE. I I 36 grarruma, le dà per US"sicu,rarsi contro gli oppo- Lroverà « rivoluzionar.i.a.-». La bambagia del pa- sitori; d'onde i faci,li oompiromess.i e il· }J0tere tronato ,pollitiooia:ncùràall'aria, non·appena le cor- fatoo fine a se stesso, attraverso le' corruzioni e le porazioni avranno intuìto che.___non .già esse sono abdicaziOIIl.i.Ma più vera l'a:ccusa wp-paire,rivolLa sosLen,ute, ma eh-e esse sostengono il r,egime per- al Govern@ personale, .il quale, appu.r:ito perchè sonale ed il prurLito. La «democrazia» riscop.pie- s.i tiene come il più ins,idiato, esau1.1isce la pro- rà sotto i p -iedi· alla rivoluzione fascistà antider pria attività nel difender;;.i e nel garantirsi. Giu- mocratica.in -Italia, come sotoo i.piedi dei ,Com- stamente la mozione di Milano invita i socialisti missari del p opolo i n Russia. ad un'0pera' alta e senena, ma cora,ggiosa e .fer- Ma non è l 'ipate.si di domani. Prima l'an1.ipar- ma1 di oritica dei m'odi onde il fascisano metodi- lamentarismo fasGis la ha cla spazzar via .i' resti camente pone la valorizzazione del partito al ·di · del triste pa,rlamentarismo di ieri. E' la sua ope– sopra d.i ogni a!Lra•cosa, av,verosiia pone il ·par-. ra:; è il suo destino. Non glie lo dobbiamo mini– ti-to come fine a se stesso. Tal .quale, o peggio, mamente contlìastare, fuorchè nell'illusi-one della di ciò che eS6o, nel suo •inl..imoantipar-Jament-a:ri· · perennità della morte del regime democratico e. sm-o, pensava -~vveniS6e nel regime parlamentari• rappresentativo, e nella palese oo ntradc !Jizione dei stico. Nè 00n ciò è- esaurito il còmpito- dei socia- suoi amòr:azzi ,bloocarcli proprio ... e.on quei resti. 1isti, perchè la loro -ruvendica'.zione parlamentare Poi i fati broveranno la loro vja- e in q ueUa .tro- è la premessa di un'opera di elevazione cosl-rut- . veranno la risurrezione di una democrazia del tiv-a, con cui s:i impegnano di persuadeTe tm la · lav.oro ·e della produzi,one: la demoorazia del- sw bo~·ghes-ia meno refratLaIJia, dell/a. convergenza cialismo. · della soluzione del socialismo - non travisato e CLAUDIO TREVES. non ò,eforunuto -- ooi problemi pii.i essenz.iilili e La -mozione delConvegno diMilano ' . ' . concreti del nostro Paese e della Giviltà umana. E' la « collaborazione» che si offil.1enon a un GoV'erno, ma al Paese; un concorso di idee e di .programmi, che J;>resuppone· per il suo svilupp-0 il contriic 1d,ittorio parlamentarie, ma a cui sono Crediamo opportuno riprodurre nelle nostre ·co- con:vil.ati ugualmente. il Parhito socialista e l'Or- lonné la mozione votata nel Convegno delle Fede- g.anizzaz.i -011,economiGa - senza interne esorbi- razioni Socialiste Unitarie dell'Italia Settentrio~ale, tanze ò invaùenze o vassallaggi - in piena au- tenuto a Milano domenica 28 gennaio. Essa non vuo- · tonomia -rispettiva - pe.r uri.o s ,for.zo cos-tante di le e non deve essere un punto di a rrivo, u na for- elevazione int.ell-ettuale prioletaria , nel q uaJe si ti-· mvla definitiva; ma· vuol essere un puia.to di ·par– luminano i titoli d~lla agognata oonquisLa demo- lenza da cui muovere per arrivare, sotto il pun– oratica '.del potere da parte· della classe .lavora- · golo della critica e dell'esperienza, a tracciare con trice. · sicurezza e pr.acisione le linee direttive del nostro E' ancora la via parlamentare La più spedita pensiero e della nostra azione.. per fesecuzione degli' accordi dei partiti sociali- Non è tempo di adagiarsi in formule fisse; occorre sili dei diversi Stati. Miil'àlbilè è l 'i,ntesa dei ,liavo, sfP.rzare ogni pigrizia, sc4otersi, meditare, indagare, ,ratori... dell'Intes•a,, i Belgi, gli Inglesi, gh Ita- r~nnovare. Perciò invitiamo tutti i nostri compagni liani, i F.rancesi,. a condan,narie l'imp•nesa nn.zio-• a discutere su questa formula. provvisoria per aiu-· naJista-p-lutocratiea del sig. Poin0arè nella R.uhr, tare il Partito a trovare I~ via migliore, la i, sua» LA CRITICA SOCIALE. , Il Convegno, con •cui smembra un popo'l◊, ischiavisce un pro-· via. le.tariato e dristrugge alle mdiei la possibilità di riparazioni e di compensi tra -i debiti degli Al– leati!... Amsterd.anr vuole una tnibuna in ogni Pa;rlamento. Il fascisirno si rivolta -e nega. E' an– tiprurlamentare e Mzionalista; i lill'lliti di comp~– tenza e·conomi,ca e politica delle organizzazioni operaie, esso li fa guardare dal dogaThiiere. Finito di fronte alla situazione che i recenti \avvenimenti hanno fatto in Italia alle orqanizzazioni dei lavO'l'atori ed all'azione· politica del Partito Socialista, I 'internazionalis~o, se anche l'internazionalismo sia perfino nel diritto positi'Viointernazionale del lavo:ro, addiitato nel T,rattato -di Vers-aiUes e nelle Conv,enzioni di Washington: . Eh! no. Non-~ detto che ogni reazione politica debba essere -anacronistica. La ff rivoluzi-0ne fa. scista ».sta cercando se stessa. Se cerca bene, tro– vie-ràl'internazionalismo· anche dentro di -sè, ed è follie sogno il -bandirlo, f-oss,eJJ'ure con .la minac– cia àelle forche: tamcn usque recurret. E'' nella nat'ijra del .tempo e delle cose. Lo stesso imperia. lismo non ·si potrebbe definire un internazionali· smo nazionalistiGo? Nessuno sfugge alla legge del tempo. La II rivoluzione fascista.», per trova.,,e sè stessa: nello spirit.o del_]a prop·ria conservazione, dovrà fare concessioni. E la mancanza cli un principio regolatore glie ne fa:rà fare d1 maggiori. E' _antiparLamentare, ma si riempie di partiti· i quali, per non essere d1 mass-e, non vivono in raaltà ,che di parlamentavismo: cavalli di T-roja, dunque, del princi-pio contrario. E' antisocialista, ma non è cosl individualista da divorziare dalle organizzazioni di m estie re; cere\!, di parare que– sta fatalità, con l'ag :g.io, gare la corporazione a sè, ' e'.hon. si avvede· ch e ·l'o rganizzazione, fattfl. poli- . tica, nel fermento spontaneo della massa si ri- . In linea di• principi! e di tattica: · riafferma a suo incrollabile convincimento che nes– suno sviluppo sia possibile per una Nazionè moderna senza il rispetto PiiL assoluto delle pubbliche libertà e senza l'osservanza più leale delle g'l!,arentigie parlamen– tari. Gli. istituti rap,presentativi possono e debbono es– sere emendati nei loro difetti, non debbono trascinarsi nel dileggio sistematico, e esser fatti passivi ~tru.ment~ di comodo del potere esecutivo. Le maggioranze ha1ino il diritto di governare col presidio ai tutta la forza, ma debbono ricon 1 oscere alle minoranze tutta la libertà di diventare maggioranze con ·la propaga:nda dei loro prin· cipi, senza di che la lotta politica diVenta una succes– sione. tmgica di reazioni e di rappresaglie, di rivoluzioni e di contro-rivoluzioni violenie, in una catena di bru– talità e di rimb,arbarimento in cui la stirpe si estenua. Nessun mito rivoluzionario · o controrivoluzionario compensa i.l rinnegamento di questi principi, fìgli di un'esperienza millenaria, che supera il chiuso patrimo– nio di un Partito, e a cui dovranno tornare la stessa borghesia produttrice e le cl.assi soaiali, intermedie, ap– pena saranno dissipate sotto i colpi della realtà le • illu– sioni e le prevenzioni eh.e furono ii prodotto deila crisi del ·dopo-guerra e saranno sventate le calunnie che mal– r,agiamente ingrandirono effimere eccessività di frazio– ni proletarie. Cotesto infallibile ritorn o non segnerà la risurrezione delle decrepite 'oligarch.ie parlamentari. de– (ll'nl'rate e corrotte, ma seg nerà il rip 1'istino dell-a con– l'ivmza 1wrnwle. in un regime_ li/uro, non dittatorio, dot•e lo Stato, se non $ia esclusivo dominio di alcuna . '

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