Critica Sociale - XXXII - n. 20 - 16-31 ottobre 1922

d_el L~voro, le grandi npstre agglomeraziQni operaie, non avevl(no ancora ,pronunciata la loro dolente parola:, Nè noi volevamo-rinnovàrè il gesto, sociaÌisticamente ste;ilè, di lleoi;tida Bissolati, che pure ~ra un 'anima· eroica, e ·· giustificato allora - ,dal suo punto· di vista'__:_ dal -te'l'– ribile turbine della guerra, 1 che_ t1mte nobili ~oscienze gettò nelle àmbagi più crudeli .. Co~ì ti contrasto e il disagio si' prolungarorro ed a– cuirono: Eppu;e, ancora or ·fa: u-n a'nn:o, !!,l Congresso di M:ilano, io p1,onunziavo un discorso., che· potè-essere rac– , colto·e stampatò col titolo: • J:er-l''un{tà del Partito movimentq si potevà dividere, non ~i doveva sminuzzare,· · che v'era'- un lavoro comune da compiere; il quale non escludeva, ~nzi si giovava' .delle diverse attitudini, del.le diverse gradazi<1ni di pensiero ~ che non fossero anta– gonismi inconciliabilì e paralizzatori. Cominciò da quei ,giorni la ascesa continua, i.rresi– stibile del giovane Partito soc.ialista italiano, che, attr-a- · -veno persecuzioni, dolori, soste, disfatte, ·vittori!l -.cul– minaute fra tutte lo storico sciopero di Gen~va, che, colla conquista aella libertà di coalizione, inaugu~ò l'era · nella libe1·tà del pensiero •.. · Qu11sta libertà non ci fu ric9nosciuta: il vostro voto di testè ne è. la,·mtgliore riprova.' E' fu un altro ·anno , perduto per l'opera comune, vantaggios'o soltanto al raf– forzarsi dei comuni nemici. L~ correqti interm~die. Ed èccoci. alla separazione. La quale a taluni pare aJlCOra precoce e dannosa; ad altri tardiva,. e pertanto inntile ... i,.fa è superfluo ormai disputarne, dacchè il fatto è compiuto. , · Quello, invece, che 1/- me pare tardivo, superato, i– nutile ormai •per davvero, sarebbe il permanere· di quelle correnti intermedie, che fino' a ieri poterond sperare di . conciliarci, ma, la cui ful).iione è oggi evident~mente e- saurita. · ,. Io aacoltai ieri, con grande commozione, l'alto e no– bilé discorso di Adelchi BaI'atonÒ, e ho ammirato· l,a pu– _rezza crist11-llina del suo pensiero I e del, suo desiderio. Ma egli stesso deve 'alfi.ne certamente sentire 'quanto la dura realtà contrasti col suo generoso e filosofico sogno, Egli, che, un anno fa, _aveva concepita la superba illu– ·sione di poter • unificare il pensiero ."di ndi t~tti, men– t,e poi neppure gli riuséì di u_nificare il,s~? 'pro.pi- io, ed. oggi, nella agnostica rpozione da lui _sottoscritta - così inferiore,_ ,Per altro, al' _suo discorso - non riesce, ·noil– chè a imporrè, neanche a proporre una qualsiasi linea di condotta al Partito; egli' deve sentire - e devòlio sentire .con lui tutti gli altri• centristi, di sinistra <)·di· destra - che questa è l'_ora 'per cias:C,unp di prendere il_ proprio posto e di assumere intera la propria responsa– bilità; che_ è il minuto ,delle decisioni 1 precise, se inche dolorose. Le vie di mezza non scino più possibili, e l'in– sistervi ,sarebbe onanismp· infecondo. Cotesti ondeggia– menti' non sono che ~l .risuèehio, cne segue tutte le tem– P!lBte: ~estinàto in brev 1 ora a éhetàrsi e sparire, • Perdonate alla· mia anzianità un lìreve ricordo. Si è p~rlato spesso·, in questa diséussione, della analogia' - non dico identità, perchè gli anni non pass,ano invano - de!Ja situa,zione nostra presente con quella,, del 1892, quando, al, Congresse di 'Genova, ci, separammo dagli a– narchici. Ebbene, anche ·allora ci furono gli incerti e gli oscillanti. E non 01iano gli ultimi venuti ; eran uomini, che avevano le vostre· stesse benemerenze, ed anche mag– .giori delle· vostre. Mi- basti ricordare Andrea Costa, che fece per più giorni la spola fra la Sala .Sivori' e la sede cosidetta dei·~ Carabinieri italiani • dove ci. eravamo ri– fugiati; e qualcuno trè i fondatori di quel • Partito O– peraio •. che; _pur con tutte le sÌie .'deB.cienze ed imma– turità,, aveva coraggiosamente segnate lè prime orme di uri. vero partito proletario di c~a~se,.b91ttagliere e consa– pe·vole. Taluni' di quei pio~ieri si appartarono da entrambi i Congressi e, ... per megli'o b~ch~ggiare, -noleggiarono a dirittura una bàrchetta per una gita nel Golfo .... Mà il Partito era ·scisso irreparabilmente; due ani– me due· u~ità si erano definitivamente affermate. F. qu-~i ·b~avi c~~pagni fìnirqno .per eleg~ere il proprio posto; la più parte·vennero con npi. Capirono che il I • 1iotecaGino Bianco · nuova - co)ldusse in 1 ·u11ventennio i_l proletariato ita– liano alle soglie dèHa sua redenzione; fece di una plebe un popolo; e lo avrebbe scortato alle più alte fortune ... se non si fosse inopinat~mente abbattuto nel doppio ci– clone _di I questi ultimi anni : il ciclone esterno della guerra, con. la grande crisi s11guace; e, all'interno, il ciclone travolgente del bolscevismo .... '. • I ' Guardando inn_anzi. Or quel-~he imp~rta sàpére, dinnanzi.all'irrevocabile, è con quali~ sentimenti avviene il divorzio; sopratutto, _da una parte e dall'al~ra, con qm:li propositi. Anche qui consentitemi un ricordo personale, molto più recente. 'Qualche settimana fa, nell'ultimo n~st>ro Convegno concentra;ionista' di Milano; furono pareechi gli• ~miei - soprattutto.fra· i giov11rni-.èhe, nel corruccio dell'im– potenza e' del nullismo a cui eravamo stati così a lungo inchioiJ,ati quando più un' azione solerte e coerente sa– rebbe stata necessaria e salvatrice, sorsero a dire che, in quest~ Congresso - dopo il croUo d 1 i t'ante speranze, dopo il disastro prodo~to dalla 'rivoluzione promessa e mancata, 'sbo~c_ata nella reazione pi_ù:atioce --, ,noi a– vremmo dovuto -presentarci i,n atto non più di accusati, ma di accusatori, formulando una requisitoria implaca: bile, sparando tutte le nostte mitraglie contro i compa– gni responsabili.: Or berie, fui io, con la facile modestia che recarlo gli anni, fui 'io che, fra il tacito consenso dei I>iù, inscirsi contro tale proposito:· dichiarai che co- .testa parte( non mi sarei sentito di sostenerla;· che la. reputa,vo, Ìt~lle presenti condizioni,• nè ·generosa, nè utile' •utile, inte11do, non a noi, m·a alla causa proletaria. E aggiò.nsi che, se dovevamo recare nella disputa t1.J.tta in– tera la nostra sincerità, pei-chè le posizioni ve~issero nettamente definite e fosse spèzzato e ~pazza~o ognì e– 'quivoco; nor( per ciò dovevamo divenire gli uni i mara– maldi degli a,ltri, cos~ che i comuni. avversari avessèro , troppa gioiÀ dell'urna~; dell'urna, intende;>dire, da éui inf~tti ·usci la preveduta scission11; e che, se ,la unione coatta aveva potuto renderci artificiosamente astiosi e nemici,, il divorzio doveva· e peteva' riconciliarci, inau– gurando un· pe:iodo di reciproca cordialità e ~i buon vi– cinato (Applausi fragorosi). Veggo con' gioia che questo concetto interpre,ta oggi il sentimento ·comune. Può avvenire di noi come di quei . coniugi - il caso non è infrequente :_ che, separatisi, dopo molti litigi, per incompatibilità di carattere, da quel g,iorno prendono a rispettarsi, a riannodare rapporti di amicizia e finiscono magari pel' chiedersi · se. valeva la pena di divorziare o, peggio, se mai fosse il caso, di con– volare ad altr; nozri,e... (llarità .. Applausi). Perchè, sè n~n dipen~e più da noi 'di evitare una . seissione, phe è. matura nel~e cose; ben dipende èsclusi– va.mente d'a noi, dico da noi tutti, far sì' che la scissione sia soltanto scissione, non sia scandalo, non sia dileggio, non sia guerra a coltello, non sia sfacelo nostro e, 'Per contraccolpo, delle organizzazioni proletarie; qo·n sia, insomma, diserzione e non sia tradimento. Questo attiene alla nostra responsabilità ed è ciò di cui dovremo render ' I

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