Critica Sociale - XXXII - n. 19 - 1-15 ottobre 1922

ClUtlCA SOCIAL:E non concorrano già ai car,ichi dello Stato. Le imposte sui consumi, fuori del éaso in cui abbiimo lo scopo · specifico di restringère un determlnato consÙmo dannoso, rispondono già e precisamente allo scopo di far concorrere ui pesi dello Stato tutti coloro che non hanno ricchezza i_mponibile; esse cercano anzi di arriva:cvi-nt,l modo meno· . co~toso, co'lpendo i consumi all'origine o in un deter– • minat6 momento, anzichè·rincorrer\l l'imposta presso ogni . ' singolo cittadino. · In J:talia, in partico1are ablìia.mo visto che le.imposte sui consumi superano di gran lunga le imposte dirette. Mentre le imposte sul ·reddito dei beni m~bili e i,nmobili non corri'spondono forse neppure a un settimo· del reddito della ricche~za privata italiana, oggi valu~ tata in 400 'miliardi ; le impostè sui consumi e sui' red– <liti del lavoro superano i 6.-7 miliardi in confronto dei 18 miliardi ond'è costituito oggi, for~; il reddito del la– voro italiano; senza' contare che oltre le imposte sui consumi pagate dallo Stato; ve n'è una, quota, assai più l.i.rga, di invisibili, pagate a cittadini che godono di de– terminate protezioni doganali o daziarie e delle specula– zioni che in·queste sr•inseriscono. Ed è sempre assai pii1 grave pagare sui margini dell'appena sufficiente alla vita., cho ,non.sulle scorte di un capitale già accumulato-. Si dice d11, qualcuno che, se le imposte sui consumi servono veramente allo Stato, non dànno però all'operaio quella precisa sens·azione· del suo concorso é della sua. cointeressenza, che darebbe una imposta. diretta, per quanto piccola, a fini più ·di educazfont- civile che di fiscalità. Ciò può essere vero, ina. non sarebbe neppure' raggiunto con la proposta forma della.ritenuta, cbè poi in sostanza datore di )avor.o e operaio si troverebbero interessati a nascondere piuttosto che a dare. A{ fini della educazione civile, noi riteniam:o assai .migliori, più utili e .più ser;i.plici, i !)Oncorsi degli opero.i natte diverse forme di assicurazione, che ormai dovreb-' l.iero essere :Ul)ificate ed estese fino a quella 'più impor– tante delle assicùrazioni ·contro la malattia. Ivi l'inte- · i:e~se personale dell'operaio si tro·va ,a conco1:reie perfet– tamente con l'interesse collettivo, promovendo i senti– menti della previde_nza e della solidarietà; senza alcun fi~calismo che stimoli piuttosto gli istinti della frode e ùella evasione, già troppo diffusi in un popolo che fu per tanti anni sottoposto a d()m.:.nazioniassolute o straniere •. Gr~COMO MAT'rEOTTl. Dissento dall'on . .:IIIatteotti, per quanto ha scritto .nalla sua 'eccellente relazione per la Commissione Fi– nanza e Tesoro e dall'opin_ione espressa - in conformità alla tesi -del ,Matteotti; sulla Giustizia del 23.settembl'e, contro la tasHazione dei salari,. ·· La questione dell'imposta sugli operai è complessa e sottile; la potremmo dire una questione elegante, come dicono i giuristi, e dal p;1nto di vista finanziario o dà· quello politi.co. Merita certamente di essere ridiscussa. La questione finanziaria. I partiti borghesi· sogìiono accani!'si a sostenere l'ingiustizill dell'esenzione dall'imposta di R. M. per i salarii degli operai·: esenzione che nou è contemplata dalla legge, ma rispettata,quasi universalmente di fatto, per effe'tto di una norma. amministrativa del ministro Cai:mioe del 1899; che .concedeva l'immunità ai salarii non superiori a lire 3,60. ·In realtà anche i salari su- ·qliotec~·Gin~ Bianco periori a questa somma restarono quasi f\empre esenti da tribu to. . Ma perr.bè i varii Governi, che inint~ri~ottamente si sono succeduti al potere e che non rappresentarono· certo gli interessi' particolari delle classi lavoratrici, non hanno mai. tassato i salari i? La ragione è molto semplice: pe-rchè il tassarli non conveniva gran che al Fisco, ma soprattutto non giovavà alla classo, padronale. . . ~ L'accertamènto dell'imposta sui salarii è molto com 0 plicato, data la mobilità qella mano d'opera e Ì'inter-' ruzione del lavoro per disoCJcupazione periodica, ·sta– gionale, accidentale o continua; nonchè per la varia– ljilità dei salarii, s9pratU:tto negli ultimi tempi. In In– ghilterra !li è dovuto, per tenere il Fisco al corrente di tuttè queste cause di. variazione dei salarii, riru;io– vare gli acc~rtamenti, ogni tre mesi.' S'immagini il fa. stidio che dà all'amqiinistrazione una · revisioné così frequente. E di fronte a questo lavoro fiscale così mo– vimentato il gettito dell'imposta sui salari non è notevole. Ma è sopràtutto la classe padronale, che non ha avuto la convenienza di !J,pplicare l'imp,osta sui salari i, perchè eiisa ben comprende che colpire i salarii, quando .questi s..onoridotti' al minimo di quanto la classe la– voratrice· ha bisogno per vivere, significa non addos– sare ai lavoratori il pl!so ,dell'imposta, ma, presto o ¼rdi, provocare, in via amichevole o per mezzo di uno , sciopero, un rialzo dei salarii per compensare il carico dell'impos_ta. 0,>siechè la tassa 'dagli operai viene sca- · ricata sugli impr.enditori e da qeusti deve essere so– stenuta oppure, con un rialzo dei prezzif rimbalzata sui consumatori. Perciò in definitiva J'imposta sui salarii, quando questi rappresentano il minimo necessario per i lavoratori, o viene pagata dai capitalisti o da questi è anticipata all'Erario, come se fos_sero, per conto del Fisco·, esattori dei tributi, che po.i, sono scontati dai consnmatori. Ora è evi.dente' che i capitalisti non si sentono di pagare le imposte per· gli operai o di elevare i prezzi per rifarsene sui consuma~ori. Quando hanno da aumen– tare· i· prezzi delle merci, amano farlo per ingrossare i loro profitti, non per far.e gli interessi del Fisco. E' una pura leggenda·, quindi, che sia colpa dei socialisti o della 'classe lavoratrice se, i isalarii finora non hanno quasi mai' pagato l'imposta di R. M. Al • Governo, finora, sono stati i partiti borghesi e i rap– presen.tanti diretti della classe capitalistica, e sono essi direttamente responsabili• della politica finanziaria fin qni scientemente seguita. Ricordo d'aver partecipato alla di~cussione del tema, se i salari debbano essere colpiti,• in una Commissione,. costituita in. gran parte dai rappresentanti di proprie– tarii, di società per azioni, di banchieri e di industriali. Orbene, se qualcuno dapprima s'è sfogato a protestare contro lo scandalo del privilegio, di cui godono abu– sivamente gli operai, non pagando l'imposta di R. M., alla fine; tutti si sono convinti che mettere la tassa sui sal.arii, significa prbvocare un aumento delle paghe, con poca soddisfazione delle classi padronali. /4,:ffinchè il carico resti sui lavora tori, bisogna che questi godano di un sop'rareddito; di un salario, cioè, che superi la remunerazione normale del lavoro; per usare una espressione breve, si può dire .che occorre l'esistenza di un extra-salario. Se si colpisce questo sorrappiù di salario, sia esso dovuto ad abilità ecce– zionale o a lavori molto lucrosi o a favorevoli condi– zioni -d'ambiente, come si sono verifioate in certe in– dustrie durante e dopo la guerra, allora è difficile che ·il lavoratore colpito dall'imposta ries·ca a scaricare il , tributo sul padrone o &ul cons~matore, perchè egli ha

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