Critica Sociale - XXXII - n. 19 - 1-15 ottobre 1922

( CltlTtCA SOè!ALE di ·Lavoro· . ( 001.itinuazione daL numero p1•èGedente). • I '~ r , IIt Il contratto'dilavòro è di associàzione nell'tmp,~esa Fondamento del controllo sin~acale. • Al,>biamo,esaminato più sopra !.'azione d~lla mano d'opera nel sistema economico e 1~ sua·efficienza nell'at– tuale assetto produttivò, e n.e abbiam<;>dedotto il carat– tere d'i cooperazjone ·cogli altri agenti della proq~zione. Scendendo ora dal ·campo- tecnico in quello economico e sociologico, incontriamo una serie di- economisti schie– rati in fav<?re d;l concetto da noi patrocinato. dpinanò, infatti, couto'ro: la produzione è formata dal concòrso de1 lavoro; del capitale e dell'impresa. Come si esercità il controllo del capitale sull'impr~a; così si d'ovrebbe e&nrcitare anche il controllo del lavoro. •L'•im- · p1·esa non è che l'associazione 'de.i var'i · ele~énti, della produzion~. ~a .stessa .capacità tecnica dell'operaio, il pi:evalere del lavo1•0'regolatore direttivo su quelolo· ma'. nuale in seguitò aWintroduzi~ne delle macchin·e e alla attuale organizzaziòne scientifica del lavoro in cui' ad ogni operaio è :(ìssato un compito, ,porta al biso.gno di· considerarlo come socio è ~on come strumento dell'im• prenditore. Il lavoro deve aYere lo stesso trattamento del capitale, se pnr non si· vogH9: -accogliere la·tesi coo– perativistica per cui il lavoro. debba a'nzi dominare il ca– pitale. 11 Cabiati scriveva, tempo fa .sul ·secolo:·.• La .fah– orica non dovrebpe più essere.cémsiderat11 proprietà esclu– siva di _una sola 'parte., ma come un semplice apporto del capitalista nell'operaz 0 ione produttiva, di cui gli altri 'due appo,rti s·ono 'la f9rza di ·lavorò aell'o,pe'raio e la capacità di organizzare dell'imp~enditore •· Come si vede, non si tratta soltanto di un semplice principio -di associazione, . ma addirittura di: società, in qulfnto è ammessa la com– proprietà dei b·eni.'In questo·senso hanno scritto anche il Lori a (i/ e il Garbino (2), per citare sol'o i più recenti; e un concetto affine era stato affacciato già da tem}>9 dal Cognetti dé Marti_is /3), dallo Chatelain, · 1 4), dal Ger– ry 15),,-dal Guyot (6), dal Boissard 17.), dal Bastiat (8\ dal Leròy - Beaulieu, dal. Conrad ecc. ~ \ lettività. a controllare )a 'produzione, sL potra ·sempre sçiltanto ·ai la'(O· eccepire che tale funzione non ispetti ratori, sibb'ene anche ai consùmatori. ' ·Per a-Itri ~l con troll~ può èssere anche un mezzo tee- , nico per rendere più efffoien.te la produzione, ma tale principio si ricçillega a quello della.funzione so'.cialedel– l'industria. Pei: altri ancor·a può e~sere un mezzo ~i _cui lo Stato. si serve per dirimere i conflitti fra_ capitale è ;avoro. Ma anche qui non ci allontaniamo dal pr,incipio .. suesposto. élella f'unzioue sociale. Sicchè, in definitiva, le tesi. princ_i·pali che si contendono il campo sono sempre le, due su·rriferite. . Noi .ci atteniamo , come' abbi~m~ detto . a quella per cui il controllo non. è, che _ilriconoscimento che nella p1·0- . duzione it lavoi·o partecipa a pari titolo d~l capitale, , D'altronde,· gli stessi oper·a·i, nel chiedere il con– tr.ollo, più che dal desiderio di .conoscere tecnicamente l'industria, son~ mdssi da,ll'altro di concretare un orga• n,ismo a struttura associativa, che permett; loro i.n s~– guito di sos.tituirsi alla cl"sse padronaie (1), Alcuni economisti (\:lf hanno già nqtato con 1;iac~re ché l'operaio oggi nòn tiene più ,conto soltanto dl)lla: i;e– tribuzione· della mano d'opera,. ~a si occupa-altresi deÙa produzione. · ' . La stes~a f'unzioné (le'i Sind~cati è giunta a ·un tal punto. per. cni, oltrechè della resistenza, 'essi· dovranno occuparsi dell'apdamento d~)la p~oduzione (31. Tutto il 'mov_imen_to giÌdista (4•, che, sp~cialruente in Inghilterra, ebbe una vasta fioritura nell'immediato dopo-guerra, non è che !,'applicazione ,di qµesto principio. · ' E' il lavoro 01·ganfzzato ·che diventa socio cosciente e 1:espoiisabi?edel capitale. 15;,Dappe'rtutto è un r_itorno al lavoro as-sociato .. Obbiezioni. - Estraneità del lavoratore e non partecipazione ai rischi, - Replica alle , obbiezioni. I sistemi di rimunerazione. Esaminiè.mo ora le critiche che vengo110 al concetto· del.contratto di lavoro come associazione. · Si possono riassumere in due: a) l'estraneità del 'lavor~tore allo scopo ciii il la– ,vçwo deve se1:vire (la mancanza dall'affectio societatis); . · Lo. stesso concetto ha in parte informato. tutto il movimepto dottrinale tendente a dare una g·iustificazione al cosidetto • Gonfrollo opemio •· Varw sono le tesi in lotta. Difatti: è i1 controllo un organo d~lla collettiyità 1 ~a cui giustificazion,e risiede ne! principio, sempre più af. · ferlJla:htesi, della funzione social·~ dell'industria, per cui lo im,prenditore non possa più essere il sol? arbitrp della stessa? (9) Oppure è una conseguenza \i~l riconoscimento che nella produzione il lavqro partecipa a ·parqitolo del capitale? · b J la non pa1·tecipazione çlel lavoratorP- ai 1·isch'i dell'infrapresa, come logicamente presuppon_e ogni con– tratto a struttura associa.tiva·. Cominciamo dalla prima: E' verainente estraneo il lavorat.ore allo scopo cui il lavoro deve servire? Ciò con– traddi~e con quanto avviène n-ella vita pratica. Abbiamo· notato più sopra che il lavbrature ·oggi•giorno non si · , occupa soltanto di elevare il livello dei ptopri salui., m.a altresì dell'andamt,Ìlto della produzione, da· cui il primo procede. Rilevava il_Gobbi.(6) che l'inter~sse al controllo sull'andaml)nto buono e sui risu1tati'dell'industri; non l'hanno meno gli operai ché i capitalisti: se questi te– mo110di pérdere i loro denari o di non .rica·varne un buon profitto, i' primi temono di non avere occupazione du– re~ole o· di non ricavare dall'industria il massimo che questa potrebbe da're. Noi propendiamo per quest'ul~ima. interpretazi·one. Imperocchè,. ove si voglia ammettere il diritto della col- . . (1) Riforma sociale, -19~1faso. 7-8-9. (~) Ibid. ' . ~S)• (~)-(5) • (6). (7) Op. cit. · (8) Armonie economiche. (9) Sulla. fonzione sooiale dell'industria.e del lavoro vedi: Marchetti E . op. oit: pag: 1oi; Rabbeno, .L'evo!t1zio11• de! la– voro, 1886 pa.g. 37 i Rathanau, L'economia. nuova, La.tert:a 1922, dov;e El' detto: e La società. industriale pér a;,,ioni oggi predominante rap– presentA già. Una. f'ormatdoue intermedi& fra. il sjstema.-delJ'i m}lresa , privR.tlL e l'àmminiet1·azione pnbbliça• (pag'. 36)j coe-ni perdita, ogni dilapidR.v.ione, è un interesse delln , oollet~,ività; nes,nno ha più il diritto di tenere in ee,eMi?.io, n.na . maochiD.R. a stantuffo, le. qua.le divori il quintuplo .del oarb.o D.e n eceasario, allo neeao modo come ne•auno ha. più il dirioto di è&lpest.Rre cfel pRne• (pag. 48). Anche i ntuion aliati italiani auepioaho a. un Ìnte:rvento dello Stato nel regola.re h1.produzione, da.odo a.:questa il carattere di una funzi one soci ale, V. A.. fiocco, lt momenfo economico e sociale (Pòlit,i~a, Aprile 1919). Cfr. Sclalota, I p1'oblemi dello Stato Italiano dopo ta ·guerra, BolognR, ,Zanioh~l i, 1918, '. lioteca Gino· Bian_co .D'altronde, gli stessi industria}i' vanno oggi _escogi– tando tutti i modi possibili di rimunerazione con cui (1) ·Antonino Vitale, La pa,1·tecipa:ion,i degli operai nelL'01'dina- 11tento • 71ella gestione delle imprese pubbliche e pri~ate. Hoepli 1~9, pag. i5,t. e eee-g. \ (2) E.. Marchetti, op. oit. pag. 105: (3) Ciò fa doonosciuto reoeutemente dalla F. I. O. E. (Federa• ?.ione Italia.n& Operfl.i Edili). (4.) I,a politica delle r,ilde • E4i>., •Critica. Sociale•, Bemporad 19-21. (5) Sta.to e Oooperazione, in Rivista della Oonperazione,, sett.•ott. 192L (6) La. scienza. ,conomica e la, cris·i sociale, Rendi('onti del 1teàle Istitntù Lombardo di Scien7;e e Lettere, H~l, 1,ag. 04 e 75. , ' J /,

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