Critica Sociale - XXXII - n. 10 - 16-31 maggio 1922

148 CRITICA SOCIALE E fra terrieri ed industriali, dove poniamo i oeti me– dii? Q~e~ta massa oscillante di negozianti, professionisti, piccoli redditieri, ecc., chEI si barcamena fra destra e sinist.ra or reazionaria or ribelle, e che è quella che, sedendo' in mezzo, .quasi arbitra, decide il più delle volte la sorte della lot.ta delle clas@i? Il problema massimo dell'ora presente,'. Or qui si pone, o compagni, un problema, che è il massimo di quest'ora, il più formidabile,- e che pro– ·pongo al vostro « esame di éoscienza •, ~er~hè è il pro– blema di questo 1· Maggio, quello da cui çhpendono le sorti immediate del nostro movimento. L'organizzazione operaia, il Partito Socialista., che la interpreta o dovrebbe interpretnrla, hanno essi fatto quanto dovevano e potevano per scindere queste bor– ghesie, per spingere l'una contro l'altra, per attirarne a sè una parte - non nel senso di una fusiçrne im– possibile, ch_e produrrebbe il loro asserviment,o e an– nullerebbe la loro indipendenza di classe El di partito, ma nel senso di incunearsi fra ·1oro, di giovarsi delle convorgE1nze contingenti, e siano pur _ti'-ansito.-ie, di interessi· per assicurare. a sè migliori condizioni di vita e di ,irogresso? O nòn piuttost.o, chiudend9si in unn formula di intransigenza, più formale, del resto, che sost.anzicle ~ che perciò -dell' intransigen?.a non ha alnnno dei vanta~gi e ne ha tut.t.i i cla1ini, non e– s,•ln,o q,101!0 ,;_.,]la ius,n<'erità (approvazioni) - ; po– nendosi cna cintura di castità, che equivale all'impo– tenia volontaria, - hanno favorito la coalizione di tutte le avversarie forze sociali, diventaudo cosi mi– nor.1nza (essi, che dovrebbero rapprasentare la grande mnggiora11za nazionale; ma voi sapete che una mag– gi..ranza non è tale se nnn in quanto sappia farsi va– lere), . diventando una forna negativa, ossia, politica– mente, quasi s0pprimendosi? Ba,fate, o compagni di tutte le tendenza, e lavo– rat.ori senza t•ndenza, -che questo è veramente il pro– bl.,ma del minuto at.tuale. Non vale nascondere la: testa sotto l'ala," come I<? struzzo leggendario, per. non ve– derlo e per negarlo. Molti di voi saranno ancora discordi dà me - forse oggi assai me~o di ieri. Alcuu_i 'anche_ degli ora– tori che mi precedettero o che mi seguiranno 110ncon– sentiranno con me, ma - se non siano dei fanatici o dei ciechi volontarii ~ ammetteranno che questo· è il tor– mento, in quest'ora, di tutti i partiti socialisti, la più urgente preoccnpazione del proletariato consapevole. Questo Primo Maggio. Il problema esi8tè, _sempre, e l'averlo rinviato e non, o male, risolto è, a mio_avviso, la causa fonda– mentale delle jatture onde sanguiniamo, Ma esso è sopratutto d; qiiesto Primo Maggio - il Primo Maggio del dolore, della delusione, della difesa sostitui.ta alla conquista - e, vorrei augurarmi, del ravvedimento. Sì, noi dobbiamo salutare i nostri morti, i nostri percossi, i nostri profughi, i nostri devastati; tutta la gent.e su cui Attila si precipitò per disperderla, umi– liarla, beffeggiarla, bastona~la, vilipenderla: qut-11 i che non sono oggi adunati percbè non possono, ed il cni po– sto vuoto, che è sacro, dà l'impronta di mestizia che domina lé nostre riunioni. Li dobbiamo salutare come tutte le vittime - i morti, gli stroppiati, i traditi - della gcaode, della bella guerra di redenzione! Allo stesso titolo, percbè è sempre la guerra che si pl'Olunga (applausi), che si chi_a.maim.perialismo al di fuori e fa,sciàmo al di d~ntro, .Biblio··eca •GinoBianco capitalismo, supercapitalismo, plutocrazia, ~ispotiijmO di classe (approvazioni). Dobbiamo saluta.rh, ma dob– biamo anche vendica'rli; far sì che il loro sangue, le lo~o umiliazioni non siano state invano, ci abbiano ,in- segnato qualche cosa. '. ' Vendicarli, in che modo? Non certo _coll'opporre misfatto a misfatto, coll'adeguarci agli aggressori, ai sicarii, col' perpetuare il C\rcolo della violenza che pro– lifera, provocando la gue!·ra civile -: tutta a dann,o nostro. , Conserv'lre - come inculca il Manifesto della Di– rezione del Partito, da_!quale in questo punto mi scosto - conservare impertm:bal)_ili il nostro vecchio atteggia.– mento, significa perpetnare uno stato di cose, che è la nc,stra p_rogrediente rovina. · Avere - seri vé Enrico ]'erri nel < 1· Maggio ~ dell'Avanti! - il coraggio della pazienza ... E sta bene, ma questo è il- punto di vista di un filosofo della storia, estraneo ed al disopra dei dolori umani, che guarda. i fatti,. mussulmananiente, nella grande linea dei secoli e dei millennii (app1·ovazioni; commenti). E ben gli rispoude Amilcare Storchi nella gloriosa e fedele Gfostizia di Reggio Emilia. · • E' passato il Regno dei Faraoni, quel.lo degli Assi,ri, . (lUello dei Bàbilonesi_; _poi gli Egizii e i Gre _ci; p_o~ i !ao– mani, poi gli Unni, ~ Lqngob~rd1, _1 Fra~~h1_, p~1 1~ Pa– pato e l'Impero, poi I Co~urn, le S1gnorre e I Princ1p11.t1, poi la Rivoluzione francese, poi Napoleone e la Restau– razione; i C11rbonari, il '48; e, se vi piace una beUa iµ– salata di ev,inti stot·ici passati orma.i negli Ar·:h i vi, po– tete aggiungere la lotta. di ~-azz~e di reli_,,_,nne; J., ~t!·a~i degli Albig ..si degli Ugonotti, dei ·Lutenm, ùt,l Ca,vin 1st1, degli Ebrei ... ' Si, tutto questo ed altro ancorA À J'1<SSA t<;>; e passerà anche il fascismo, passe~à anche la guerr1gl1a civ-ile. Indubbiamente. • (Ilarità). Ma non è il punto di vista di un p~rt.ito, t.rafitto, che voglia vivere, difendersi ed agire .. Non 11i · nega valore alla ricetta di Ferri. « Ma a patto che la pa– zienza sia messa a ·servizio di una intelligenza attiva». Che non si·a il fatalismo orientale; che non ci lasci uccide~·e 'all 'ipfinito _;che àtten-ui e,d abbreyi la crudelt.à d(:}lCalvario. . · . Qual'è l'azione che _propone, io proposito,.·il Ma-· nifesto della Direzione del Partitò ?- Mi duole il dirlo: ass~lutamente nessuna. (Approvazioni vivissime). E il nulla, in contingen.ze come le presenti, ... è.veramente un po' poco! Ora, come già dissi,· ogn_iPrimo Maggio fu uguale agli altri nell'_affermazione delle rivendic~zioni supr~me e_fìnalistiche; fu diverso da ciascun altro nel pensiero concreto e con.tingente; ebbe sempre il suo compito, la sua specifica missione. Il compito di questo Primo Maggio è imposto dalJa necessità. E' la liberazione del proletariato dalla ser– vitù e dalla morte a cui lo si consacra; dalla guerra. di fuori e dalla guerra di dentro; dalla servitù ci vjle in cui lo si comprime; da una .reazione, che è' assai peggiore di tutte quelle che .la preqedettero, di Ci-ispi, di· Pelloux, del '98 - fenomeni anch'essi di feroci11 e di paura, ma nei quali v'era pure un minimum diga– ranzie giudiziarie, di respol'.)sabilità di Governo, un~ controreazione di opi-nione possibile, una certezza di amnistia, che oggi non vi è. · Se questo Primo Maggiò non affronta il problema, e non tenta di avviarsi a risolverlo, questo Pr~mo Mag– gio non ee.iste - questo Primo Maggio è tradit9. Fin che si potè credere da alcuni - non certo da me! - che la guerra era stata r'ivoluziouaria - éhe la crisi di qopoguerra è più che mai·rivoluzionaria - cµe es~a prelude al prossimo imJ,Irinente sfacelo del regime borghese: .finchè questa . ingenua, questa stu-

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