Critica Sociale - anno XXXII - n. 5 - 1-15 marzo 1922

72 CRITICASOCIALE \ ---.-----,------''--------~-~-------'-- Il vero senso e la vera portata della poijtioa non può essere afferrato e compreso appieno, qwilora non si tenga nel dovuto conto il suo correlativo e polo opposto, ossia-la economia, La quale sarebbe propl'iament9 il com– plesso di quelle azioni individuali e pubbliche, aventi per scopo e per effetto l'accrescimento d~lla prosperità materiale, vuoi' degii indi vidni come tali, vuoi delle amministrazioni statali stesse. ' È assai interessante studiarè ,le relazioni interce– denti fra la poÙtica e l'economia. A){l~n!l fondamentnli osservazioni possono farsi a tale proposito. · La. politica può coincidere, nelle sue finalità, con la economia. Oppure può ·non coincidere, ma senza venire in contrasto. Oppure p·uò essere in contrasto, Nel caso in cui la politica trovasi, per le su.e fì'na– li•tà, 'in contlitto con l'economia, il p1·eval'ere delle fina– lità dell'una su quelle dell'altra trova arl un certo punto u~ limite (che non è possibile travolgere) nelle incoer– cibili esigenze di ogn-una di esse. Ossia, in parole povere, si può sacrificare l'ec~nomia alla politica, o viceversa, solo fino a un certo punto. Politica di , pace•, in senso qnasi irnnico (lucits ·a non litc~ncloJ, è quella politica, la quale 'si propòne di rAggiungere obbiettivi di predominio e di. soprafla,;ione, ò ·quanto· meno di strenua difesa di interessi specificamente • politici •., servendosi c!'i inezzi . , pacifici,, quali sarebbero grandi apparecchi d''armi, alleanze, • i1lte'_se,, negoziati, ec,:,., · Di siffatta politica di , pace , la guerra rappresentn la naturale continuazione, come ben si appone il Clau– sewitz, e il logico ,sbocco, anche se non voluto e de&i'.· derato. Alla mente qui si prasentit s_pontanea l'immitgine– dell'arina da fuoco carica, da cui ad un ceì-to punto. pitrte il colpo, non si sa hene nè come nè perchè. Ma ··vera ed autentica politica di •pace, sarebbe piuttosto quella consistente nel mettere in non ca,Je, o almeno in SflCOnda linea, gli obbietti politici pmi di predominio e di prestigio, sostituendovi franèamen.te gli. obbiettivi economici, il benessere mitteriale dei cittadini A rlello .Stato. Normalmente la politica è. l'ancella dell'econo;'nia nel senso che ess·a non è, o almeno non dov~·ebhe essere, che il mezzo p,er. c1;eare i n·ecessarì presupposti del be- , nessere materiale dei cittadini e dello Stato, Ma, vice'. versa, essa tende continuament~, ,i darsi un valòre anto– nomo, cosn tanto più naturale e pii1 facile i!1 quanto, anche· • psicologicamente•, ossia neJ,la· sua privata. indi– vidualità, l'uomo 11011 vive di solo pane, hensì a11che di orgoglio e di dignità .. D'altra parte la «·ragionevolezza. consistP. appunto nel ricouoscimeuto che, in ultima analisi, la i·agione pmfica .del vivere prevale sulla i·a– gione ideale del prestigio, ossia che, in caso di conflitto acuto'.f'ra org,oglio e bisogno, id ei!t fra politica ed eco– ,nomia, conviene che i1 secondo termine prevalga sul primo. Chi ooutrari!l,~nente si regola s~rit· un,' Don, Chi- ~ciotte, ~arattere onorevole e sublime, ma pazzo e .senza cei·vèllo. Pii1 di altri poi chi governa ia d'uopo che noq sia • pazzo s~1blime •, sibbene •razionale•, in quanto che egli opera con la e sulla pelle altrui ed i,! s~o alto uflkio implica, come per definizione, la somma ,ragione– volezza, l'stl'te regia dP.l buon governo Esaminiamo ora, al lume _dei.preliminnri teorici .ora esposti, la situazione europea e mÒncl,iale alla vigilia .del prossimo grande evento, la Conferenza di Genova. La chiave cli volta di.tale situazione è il dissidio franco-in– gles~1 lo storico duello di Llo'yd George e Poincaré, Ab love principiimi. Parliamo anzitutto dell'fogTiil– terra. BibliotecaGino.Bianco . ' . , Nel periodo dec13nmde, che precede il HIH,' la poli– tica inglese fo es~enzialmeute nua politi.ca di pace scn:m deteriore, cioè una vera e propria·• guerra diplom~tica•, diretta ad osta_colare in ogni guisa• la impressionante ascensione materiale e politica dell'Impero tedesco. Ad ogni passo ed in ogni campo. la Ger1u-ania urtava contro la _tenace ed implacabile ostilità• inglese. F9sse minore abilità dei suoi statisti, o minore favorev.olezza rli circo– stanze, o, come• è probabile, ambedue le cose assieme, il Governo imperiale sentiva di avere quasi s·emprè la peggio e di perdere continuamente: terreno. Di fronte al vitto- . rioso e s~pie11te « ~ccerchiamt!nto • inglese, l'unico ap– poggio era l'Austria, cioè, per meglio dire, la minoranza austro-magiara alloi·a dominante. Ma quale fragile e malcomddo appoggio eri, mai l'Austria, ipipigliwta in , mille guai interni ed esteri? Fu per quello, che a un certo punto la Germania uffici.ale perdette il dominio dei .proprii nervi e preferì, malcaut3;, il rude giuocb delle armi itll'estenHante tenzone diplomatica, sperando.,' fra altro, che l'Inghilterra, più maestra di intl'ighi che di -bravura, e storicamente • perfida •, piantasse all'ultimo i_stante in ass~ i su~i amici del giorno prima. Per oomprei;i_dere 'ancora meglio lo spirito profondo degli avvenimenti odierni e di quelli che sta-ranno per seguire, occoi-re co.nsiderare anche la posizione .inter_na– .zionale dell'Inghilten:a come e1;/l _pl'ima. della guerra e .come è ·dupo. Prima essii a11eva tre grandi rivali, che in varie guist'I e in differenti punti ne contrastavano i di- • segni e gli interessi politici, specie coloniali, vale a dire Francia, Russia, Germania., Tutte e tre sorio uscite dal- .la guerra in. condizioni di;astrose. Nessuiu di esse, e la Francia non meno d!!lle altre, può considerarsi oggi an– cora còme nna seria rivale del superbo impero britannico, rinnovatore· dei fasti cli Roma. - In pari tempo, però, la ·stessa iniseria dei r,vali )·o• vinati pregiudiéa in modo sempre più grave la prospe– rità economica inglese. Il commercio e l'in_dustriacorn– ole-ttunenté arenati, le banche in· pàralisi, inilioÌ1i (li di• ~o'ccupatì: e~co altrettanti aspetti paurosi cli una.'crisi, che supera, in profondità f>d'es,teusi.one, .qqante i:nai 1tl– tre questo Paese; pure non nuovo agli alti e bassi della produzione capitalistica, ha dovuto mai sopportane. Ag– g1ungasi. che oramai il Paese, uscito· dall'ubbriacatura, . de~l'indomani della Vittoria, si rendé perfettamente con– to ~he..tale situazione non• pòtrà mutarsi, se non. quanrlo Germania e Russia, i nemici e rivali di ieri, potranno ritornare ad essere quel che un· tempo già furono, pssia •i migliori sboccl,i per l'esuberante attività industriale inglP-se. Ed ecco: giunto per l'Jngh,ilterra il. 1~omento psicolo~ico del· • r.ovesciamento dei valori» e del ricono– scimento,. -che anche i trionfi politici, per. superlJi .e,l Lnebbrianti che siano, sono. vanitas vanitatmn! Perc:iò nulla deve _appa1·ire più 'naturale d,il fatto, che oggi ia politica ·inglese tende vigorosamente -ad un unico scopo,· che è poi quello di far risorgere con ognì mezzo e con la massima sollecitudine la nazione tedesca e russa. Economicamente sov;ratn tto, ·ma, per ciò stesso, implicitàmente e per forza di cose, anche politicamente. Dal punto di vi~ta politi<)o puro e tradizionale, q1rnsto è. certamente una tattica assurda e suicida. l\fa -in P.C0· nomia la figura, per esem1)io, del creditore, che ,nel pro-· prio in.teresse, in luogo di angariare il debitore, lo aiuta e lo sòstiene, non è cosa n.è strana nè nuova, In altre parole I 'odierna politica inglese è una non-politica, è un mettere al pri~o .piano le P,reoccupazioni e necessità e– cono,miche, a_ costo delle solite idee· di potenza e d-i prestigio;. fondo e trama della politica traçJ.izionale. Ossia. ·è una vera e sincera pùl'itica di • ·pace •·. Con ,ciò non . ,,,

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