Critica Sociale - XXXI - n. 23 - 1-15 dicembre 1921

~-------..:...........:......... ___ .:___:C..:..R_:l.::...::..TICA SOCIALE .I lH,5. --;----,---,--,------,----------"-__::.::_:_:_ meno brutalmente a.ei nemici dj iéri. Contro di essa DOll va_lgono le· platoni~he proteste deHa Società delle Nazioni nè gli auo-urii dei filosofi· l'obbiettivo .sono. la dominazio~è .o il còntrolf~ politico ed ec~nomico di Imperi· giganteschi, gli' accaparramenti' monopolistici mondiali de Ile ma. terie prime e pernno, delle materie alimentari ,(grano), monopolii marittimi e commerciali 'ai-. scriminazione dei prezzi a seconda ùella d~sti- na~io~e dei prodotti llaturali, e perfino riduzion-i .artrfiz1ose della vendita all'estero allo scopo di f~v~rire l'ind~stria nazionale ed osta.colare quella s1m1lare stranl'0ra, -dazi proibitivi di importazio.ne e dazi .fiscali di esportazi,rne. E' un nuovo raf– fi.nato mercantilismo. a tutto·· favore dei Paesi ricchi di risorse naturali, in cui si acc.entua lo spostamento · delle fortune E.'cionomiÒheportato dalla g11erra e si aggrava lo squilibrio economicÒ· fra 'le nazioni e quello finanziario fra. gl-i Stati; gettan~Cl i germi di nuove lotte cruente fra po– poli proletari, armati del loro numero •e delle loro. collere, e popoli. capitalistici sfruttanti le risorse naturali ed umane del mondo. - . -~anù~ di t~ttò ciò un'idea adeguata i signori •numti a- Washmgton, che han.no impostatp un · problema teorico del disarmo staccato dagli in– teressi coloniali e m~rcantili in.c9nflitto? Quan– to la eredità tede'sca degli arcipelaghi tra il Mar. d_el Gii:ppone e il Pacificò, avvicinando l'Ame– rica e l'Impero del Sol Levante,· si vendica della recente storia, portando sotto misura ed aizzando le rivalità dei viqcitori?Finora da tutti i lavori della .Conferenza nessun risnltato si è .avuto, fuorchè quello di ·mostrare, nella resistenza della Francia al diRarmo navale o terrestre, i ·snoi in– tendimenti di E>gemonia in Etiropa. , .. Ecco quello che deve p'reoccupare i l~vora– ton del mondo, i quali, come con sicuro intuito avve_r~arono _ la guerra imperialista, così a-ebbono muoversi ed organizzarsi per contrastare.agli ef– fetti della p~ce. imperialista. Le Conferenze bor– ghesi n0n possono esse_re lasciate fuori' a·ella pre~sioAf'; audace e consapevole dei' p·artiti so– ciali~ti. Esie si avviluJ?,p!!.no semor~ più. stret– tam':lnte hella rete. delle contraddizioni che le strozza, t.ra la furiosa concorrenza de•gli interessi individualistict e l'impotente presentimento del collettivismo, che può salvare il mondo· .e che éSse non riescono ad attinger11. , CLAUDIO TREVES. Governo, classi e Nazione Un'opportuna interro~azione·p ~rlamenta.re di Gino Balde~i ha offerto accon'cia occasione al suo autore-, nella seduta del 25 novembre, di documentare come i rappre– sentanti ufficiali dello Stato italiano sappiano tutelare gli interessi genP,r11,li della Nazione. Dalla breve ma chia– ra e~posizione che il no~tro Carneade ha fatta, nel nu– mero ultimo,della Oritica, i nostri lettol'i sanno. quale importanza dimostrativa la relazione Gini sulle materie prime, compilata per conto ,della Società delle Nazioni, potesije a~!3re a suffra~io deHa proposta già .affacciata dal nostra Baldesi alla Conferen-za di Wasliington, nell' ot– tobre 1919: la pro_po11ta,,cioè, di un accordo fra i vari Stati per un'equl\ ripa.rtizione, fra ·loro, delle materie prime, 'alcune delle quali sono oggi ·monopolizzate da uno, duè, 'tre Stati, che sono, ù:, questa loro condizione di;Jrivile~io, posti i.in ~raq0 q.i, Qqiiqare la vita ec0no- mica, e quind'anche politica, degli. altri Stati. Per l'I– talia, che non ha carbone, che ha scarsità di ferro ha insufficienza.di lana e di seta per' le sue industrie' ha un insignificante prodotto di cotone nelle sue· coldnie, che_ non ha tosfati nè nitr,ati nè sali di potassa, che de-, ve rnsomma importare daU estero materi~ prima.per quasi tutte le industrie, il problema è di sommo interesse: quindi l'opportunità per noi di far sì' che la rela.zione Gini sia pubblicata e divulgata e accel)da un àibattito <ia cui p.otrà, sia pure a lunga scadenza, venire un van– taggio 'al nostro Paese. Ma il rappresentante ufficiale deJl'Italia ·s'era invece accodato ai rappresènta11ti' dei Paesi egemonici nel deli,berare, in un primo momento, che la relazione Gini fosse considerata com" un docu– mento interno e restasse ine.àita: e solo lo stupore de– ·stato dalla notizia e i comm'enti fatti dal Baldesi e da altri indussero a ritornare sul voto emesso e a delibera– re -che la relazione Gini _sia pnbblicata. Sintomatica quella.'acquiescenza, al primo deliberato, del rappresen-tante dell'Italia. Forse nacque dalla con– vin_zione che. po(chè lo scopo proposto era difficile a raire;iungersi, meglio era non u'rtare contro la volontà delle Nazioni da cui la vita economic11 dell'Italia dipen– dé?' Non ci· fermiam_o. a constatare ·l'acre sapore che una · tale interpretazione darebbe alla vantata fratellanza fra le Nazioni riun,ite in «Società•, ma osserviamo qui sol– tanto che sarebbe proprio strano che la constatazione della -propria dipendenza ser,visse per l'appunto a tratte- nere da ogFii sforzo ·per liber0rs!3ne. · O forse c'è, da,vanti alla Società delle Nazioni o da- . vanti a quei Consigli cui è àemandato 'di disporre a loro talento delle sorti dell' Europa, qualche altra questione, che. la cupidigia.o -il talento dei nostri dirigenti giudichi, per ora, più interessante che quella delle materie prime, sì da indurli a non mettersi in contrast9, su questo pro– blema, con le Potenzé egemqniche,. per cercare di averne l'appog-,g;io sull'altro o sugli altri? j · O forse la crisi del mercato interno ed estero e la'· mancanza di una. sufficiente domanda di prodotti da parte dei consumatori ha reso meno acuta la.sensazione di un problema. la cui preoccupazione pur ieri dominava assil- lante su tutta la ,vita economica nazionale? . Non sappiarrfo: certo è che in un punto in cui una .visione ampia dell'interesse di classe poteva conciliarsi con una .giusta difesa degli interessi della Naziòne, la rappresentanza ufficiale dello Stato si mostrò torpidH, passiva, inetta. , Il che _appare tanto pii~ degno di considerazione, se si confronti cop.· quanta solerzia tutti i poteri e. gli or– gHni dello Stato prestino• invece la propria attività alla difesa deglj stretti ed esclusivi interessi di classe. Guardate le sentenze che la magistratura emette nei processi che hanno qualcihtJ attinenza, vicina o lontana, , con fatti e moventi politici! A Milano gli imputati del– l'uccisione dell'Inversetti sono assolti, quantunque - al momento del loro arresto - si fosse a.ffennato, per acque– tare l'opinione pubblica, 'che c'era la prova tassativa {e forse è vero) che erano essi i colpevoli. A _Correggio i fascisti che dai paesi vicini haFino compiuto in dicembre la lo:ro spedi11.ione, non punitiva (perchè non c'era nulla da punire),' ma di pemi~razione e di conquista, e ha,nno sparato ~enza rice'l'.ere alcuna provocazione, e hanno fe– rito ed ucéiso sono condannati a tre mesi di detenzione, per solo porto' abusivo di nrma. E in mille àltri luoghi contro· condottieri· di spedizioni, contro gli autori di ag– gressionL di f~rìmenti, di sa~cheg'gi, di omicidi, c~e hanno anche menato vanto, pubblicamente, delle loro imprese, la, Magistratur.a non ha levato un dito a jmporre .l'ill}– pero della legge. E _µor il fatto _di Gr".co ~ila_nese, p1;0• · vocato da un'incur.~10ne premeditata d1 fasqsti e. naZIO· nalisti come fu confermato anche da .un documento pubbli~at() a ·suo tempo dalf' Avanti!, nessun milite o capo della guardfa bianca fu chiamato :i. render conto di aver provoèàto quella carneficina. La forza dellà leg-ge è fatta valere solo contro .un comunista, accusato (e po– niam pure - ciò che è as.s.ai dubbio - che- l'ac~usa sia fondata) di aver risposto con la_violenza alla violenza, gettando una bomba ~ontro un luogo di convegno dE:gli ispi-ratori del! 'aggressione. . . E dappertutto è così: e il potere centrale dello Stato non fa neppure il tentativo di difendere la propria au– to1·ità. Assisto impotente e passivo all_e aperte conni-

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