Critica Sociale - XXXI - n. 23 - 1-15 dicembre 1921

/ 356 uR1TIOA SOClALE venze della forza pubblica con ie _squad~e ohe inva_d~noi spa.muo, devastano, b_ru~iauo, ~cc1dono ! ·tollor~_se?i:r.10?-i di carabinieri e di uthc1alt, che nfiutano d1 esegu1:e ! uffi~1~ loro di tutori dell'ordine pubblico; costrrnge i mttad1m 8 provvedere da sè alla propria dife~a e. a _imporr~ co~ la forzA. nrnteriale e morale dell11. -propria rivolta 11 ri– spetto della legge:_ siccbè ci vnole ,lo sciopero generale di Roma, percbè siano allontanate, u~ po alla. volla, le squadre olfertesi come strumen_to _per 11colpo d1, S_tato; ci vuol lo sciopero generale dei t1pog~a~, perch~ 1 11 go– vernatore di 'rrieste possa dar la notizia che gh_ assas– sini dell'organizzatoré tipografo t1:iestino son? stati (anch_e questi come quelli d.ell'Inversetti ?) scoperti e anestat1. Così è fatta valere l'autorità dello Stato, il quale ha perduto ogni attitudine a compi_ere ogni fu~zi_one, non diciamo di equilibrio fra le classi,. ma anche d1 freno agli impuhi di prepotente e !mpaziente egois~u .onde sono pervasi i gruppi più forti d_ella p_lutocr~z1a unp~-. rante, anche quando la so~d1sfn_z1one_ d1 qu~s~1 l?ro ~goi– smi rechi turbamento e mmaccia agli stessi 1st1tut1 che le clas~i dirigenti dovrebbero tutelare con più vigile cura. Le finanze dello Stato sono in ~rave imbRrazzo. Oc– corre un sacrifizio per superare le cltfficoltà e per restau– rare il credito. Le classi dirigenti non ne vogliono sR: pere (anche se il sacrifizio avrebbe, u?- lau~o co~pens~ . uel·domaoi) e il Governo cede: ne di nom1nat1".1tà dei titoli nè di 'confisca dei sovra.profitti non si parla più. cato dietro la volontà. del ca po se~ione, senza_n_eppu! mo– strar ~i intendere la grande irnportanz~ p_oht~ca ~1 una situazione generale adombrata 1n quell eplsodto d1 lot1a fra un Prefetto e un Comune. E, cedendo, rafforza l'al– terigia e la prepotenza di coloro che voglio no asservire lo Stato alle proprie cupidigie.· . . Quos Deus vult perdei·e ... l'er disgrazia, per~, _nell~ rovina non è tri, voltt1 solo Ja persona o il prest1_g10 d1 governanti debo)i eJ inetti, ma la vita? l'avvenir~ de) Pa.ese, di tutto 11 Paese. E' questo che c1rendti sgomenti e ci tiene in ambnscia. Observer. LARIFORMA DElLA BUROCR Quel che si faràe qual che si dovrebbe far . Dopo aver accennato ad a·lcu17e·importan_ti. e ne~es: sa.rie riduzioni che potrebbero farsi nelle amn11n1straz1on1 provinciali e delineato,. schei:n,_aticamente, 1~ prnmesse fondamentali per una buona riforma burocratica (1), pro– seguiamo la nostra fugace dis~m(na. . . . . . . . . L'ondata del ribasso, pervenuta sino a noi, andava incoraggiata perchè salisse e si diffondesse, sia pur gra~ dualmente e lentamente: mb. questo non fa comodo. a1 profittatori del comn?-e disa~io_, _che arre~t1100 l'ondata inalzando ad altezze mveros1m1 li la barriera doganale, mentre pur iniziano l'assalto per la ridnzione dei salari. Che importa loro se qutista protezione doganale accre– scerà il disagio di milioni di lavoratori e di milioni di persone del ceto medio e turberà tutta la vita na– zionale? che importA. se da· essa è ostacolnto lo sviluppo proprio di quelle industrìe che potrebbero impiegare mag– gior mano d'opera? I pescicani della siderurgia, degli zuccheri delle industrie chimichA e le Banche cointeres– sate sic 'volwit 1 sic ii,bent, e il 'Governo cede e presta la propria mano perchè il Paese sia strozzato. I discorsi del giorno, le d1chiaraz1on1 dei munstr1, 1 ·.pronunciamenti• degli impiegati,· concor?ano _n?l di– cì1iarure urgente una. radtcale rJform_a dell amm10;1stra– ·zione. Tutto lascerebbe cred.ere che s1 ~-ogha q uesta vol– ta procedere sul serio ;·anzi si dice chn mol.te coraggiose 1 proposte sono già pronte e_c~e saranno a _ttuate al più presto, senza dimezz1,n1e-nt1 ne transaz1om. Noi ci permetLiamo tuttavia di essere scettici. O non si farà nulla di nulla, o si verrà - secondo 'il costume della burocrazia romana - ad una semplic'3 riduzione numerica di impiegRti, senza che i relativi servizi (inu– tili o pletorici! a cui essi sono addetti, siano aboliti o semplificat~: e ciò con gravissimo danno del Paese, per l'ingombro e la pa1:alisi ?,he ne viene al delicato orga– sismo della economu.- naz10nale. * * * Certo uua riduzione degli impiegati - e delle spese relative -· è posHibile, doverosa, necei,saria.. Lo Stato ha, in questi ultimi anni, aume~tato dette spese in mi– snrn notevolissima, senza che v1 fosse sempre una ra· gione o di necessità o di giustizia. Le cifre in cui si , concretano gli aumenti sono impressio~anti. i Al 1 luglio J 915 la spesa CO!flplese1va pel personal_e delle amministrazioni dello Stato a§cendeva a ,960 mi– lioni, dei quali 453 milioni per impiegati....eivil_i, !34 mi– lioni per gli ufficiali. 325 milioni per i ferrov-1en. e 48 · Certo, in questa complicità. del Governo e::itrn, per gran parte, la sua deb_vlezza. ~~so non ha autorità, n?n ha forza di res,·stere e s1 lascia sopraffare dalle fazio– ni. 11 fotto non è nuovo nella storia, e i precedenti po– trebbero offrire qnalche insegnamento. Ci fu un momento, , per es., in Francia, in cui la monarchia fu assalita dalle due opposte fazioni nobiliari che mettevano capo ai 0-ui- ' sa ed ai B.,rboni. La reggente Caterina dei Medici si difese te~endosi in equilibrio, evitando che la frazione più debole fosse sopraffatta, per impedire che la più for– te, mancando ormai d'ogni resistenza, assoggettasse lo· Rtat.o ai suoi intere~si e a1la sua volontà.. Bonomi non ha nè queste astuzie nè altra più no-· bile e dig,.,itosa forma di resist,enza. Non sa ditendersi e r.ede: cede anche dove la resistenza sarebbe.necessaria al salvare il • sùo • domani, quello del Governo e quello delle classi che esso rappresenta. Agli atti -Precedenti possiamo oea ag?;iungere la decisioue presa sulle domand·e del Comune di Milano. Che questo possa 1LVer fatto in ad– dietro una politica un po' dispendio~a, possiamo con~e– dere, aggiungendo però che tale politica fu incoraggiata_ dalla stessa borghesia, cui parve propizia e necessaria, in quei momenti, per la sua tranquillità. Che ora accen• nasse ad obbedire alle esigenze di una maggior economia, non si potrebbe onestanì.ente cootes~are; nè 'si poteva pretendere che tutto ad un tratto facesse scontare agli impiegati e ai salariati quella maggior larghezza di cui essi hanno goduto. Mn c'è la consorteria che spia e intende di profittare delle difficoltà presenti per riprendere il potere nel Co– mune, nella Provincia, nelle Opere Pie, e intima a Bo– nomi di non concedere nulla. E Booomi obbedisce e, in– vecfl di destituire un Prefetto C'he accomi:,agna rla lui i rappresentanti di associazioni politiche andate a cl4ieder lo scioglimento del Consiglio Comunale, ìrnga il prestito, senza neppur addurre un motivo, fermandosi dietro il -pare1·11 dei q1·0s borpiels della burocrazia, 1 come un appli- milioni per i maestri elementari· iscritti ,1ei ruoli pro– vinciali. Ora la spesa ascende a circa 4 miliardi, con un ~n: mento di 3 miliardi e 40 milioni, dovuto atl aumenti d1 stipendiò, riforme di organici e concessioni di indennità.. Tale sQmma di circa 4 miliardi si rifèrisce le cifre sono appross\mati ve - per 1 mi.Jiardo ·s90· .µiìlioni 9:g!i impiegati civili, per 19:l milioni agli 11fficiali effe_t~1v1 1 per 666 milioni agli _ufficiali in c_ongedo, per 410 ~ml_ion: ai maestri elementari, per 1 miliardo e 44 mil1001 a1 ferrovieri. Vero è ~he gli impiegati in servizjo al 1 gennaio 1921 sono diminuiti di numero in confronto al 1 luglio 1915 e che è stato solamente . aumenta to il numero delle guardie regte, delle gu1mlie d ogana.li, dei reali carabi: nieri, degli ufficiali dell'esercito e della MJHjna, degli opefai dei tabacchi, e, finalmente, dei ferrovieri, che da 135 mil11, (quanti e1·ar.o, con 13 mila Km. di ferrovie, al principio dell'esercizio statale) sono passati' ora, còn • meno rli 14 mila Km., a circa 230 mila. Ma nuove riduzioni di personale sono possibili in tulle le br11.nche dell'amministrnzione, -purchè si aboli· · scano (2) e si semplifichino (3) numerosi inutili servizi, ecru una generale revisione della legislazione a': essi re- lativa. · Occorrerebbe un coraggioso decentramento, non solo amministrativo, ma anche legislativo; oc.correrebbe, in pari tempo, ~frondare e sopprimere tutto ciò che v'ha di inutile al centro e alla periferia. Ma alla Camera ita– _ liana, dove pure è possibile far votare il sistèma· più (l) Ved1tsi numero 15 dolio, a,;itica. (!!) Ved!'si numero 13 della 0.-itica (3) Vedànsi l\Umeri 14, e 16 dejla, ·O,·itiça, BibliotecaGino Bianco

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