Critica Sociale - XXXI - n. 20 - 16-31 ottobre 1921

' CRITICA SOCIA-LE_ 317 Occorre l'intervento _d1~Uo Stato: contr.o la tubercolosi; le malattie se~suali, l'alcoolismo, etc. Le grariJi malattie sociali rion- sj combattono util– mente cbe con mezzi adeguati, e solo lo Statò dispone di tàli- mezzi: vano è adunque lo speraré €li ottenere · risultati. soddisfacenti ;ittraverso irll'iniziativa sempre insufficiente, se pu_r lodevole, di inqividui o di Enti di carattere filantropico: e invece n. questi è ancora quasi completamente ajiìdata la lotta contro altre, non- µrene distruttive, malattie sociali. La tubercolosi fu, tino a pochi anni or sono, com– battuta da pochi Enti benefici., so1ti nella m aggior parte delle città italiane; la guerra ha imposto l'int.er– vent.o dello Stato, ma ·questo si esprime tuttwa in . _mi-_ sura del t.utto inadeguata e con modalità la cui effi– cienza è molto discutibile in rapP,o·rto all'entità del fe– nomeno: nei sC1li anni di guerra, la tubernolosi. ha_ ucciso oltr'e 250.000 cittadini, ·mentre i malati somm:rno forse a 2.000.000. · - Delle malattie sessuali, il ·cui dilagarn post-bellico è addiri_ttura pauroso, non è assolutamente nota la gravità e il danno, in quanto mancano del tutto in· Italia statistiche di morbilità, mE-ntre in ,A m('rica già vige non solo Ja denunzia obbligatoria (gratuita), ma la segregazione dei malati, maschi e· femmine: da noi la persecuzione legislativa si acca,nisce contro le ~ole pro– stitute ufficiali clre, come ognun sa, sono la minima .parte delle donne · dedite a vita promiscua; e gli Ùo – mini, sovrnte coscienti disseminatori ·di mali irrepa.ra– bili, godono della piu assoluta libertà ed impunità. E, badiamo bene, non si tratta di fe!)omeni inte– ressanti una trascurabile mi11oranza. della popolazione: in Francia m1Ìoiono 40.000 sifilitici ogni anno, n0.000 in Germania; ne]le grandi città si calcola che circa metà della popolazione sia affetta d·a ~alattie vener('e (sifilide: 10 °1 0 , blenorragia: 30-40 ¼)- Il valore di queste statistiche è universale, p('r cui siamo si curi che di poco minore devp, ess('re )a menomazione d.el popolo nostro per-opera delle malatt.1e sessuali; e quale ne possa essere il_conseg11ente· <fanno economico è facile intuire, calcolando il 1l')ino1·-nlore produttivo di tant.i infermi e il costo delle cure indi– spensabili, mentre è incalcolabile il danno della stirpe per la procreazione _di legio11i_di minorati_ fisi9_ie psi– c.hici, ben sapendosi quale ferale _fattore d1sgemco. rap– presentino tali evita-bili morbi vene_rei. La colpevole indifferenza in tal campo• è ta,nt.o più - inescusabile, in q_uanto posgediamo oggidì mezzi _di cura antivenerea così efficaci, che a buon diì-1tto si afferma da uomini competenti che, se· la, profilassi si facesse • ovunque colla necessaria energia e coi" mezzi di già proyato valore, in meno d'un secolo 'il flagello venereo sa,·ebbe cancellato dal novero dei, più terribili .nemici · dell'umanità. . E non ci soffermeremo a dire dei danni dell'alcoo-· lismo, sempre pÌ\1-· dilagante in Italia, per oni la popo– lazione dei manicomi, delle carceri, dei rifoq:natori, degli asili pel'· deficienti,. va sempre accrescendosi <'On ritmo, pauroso-: minacria terr;ibile alle energie dsl po– polo nostro e danno economico incalcolabile. Turati e ,. Boni' LuAti'g. e- Bianchi, uomini politici' uomini di scienza di ogni classe e di ngni partito, ha:nn·o parlato forte ed alto: ma c.9n quale effetto? CÒsa hanno fattò' gli organizzatori dei va rii _partiti per ammonire il lavoratori' sni pericoli in cui incorr~no 1 abbandonandosi sfrenatamente all'alcool, che dà le clnav1 dP-lla loro casa alla tubercolosi, alla _criminalità, alla pazzia, e ne ,permette il saccheggio? · Non dovrebbero i nostri governanti essere-impres– sionati dal fatto 'che.nel 1920 si è speso inJtalia, per il vino e pE<r il, fumo, 8 :7ol!e più che per l'istruzione, •la agricoltura e l'industria' m91eme_? _ · Cosa si fa.,contro i! tracoma rhe, specialmPnte nef Mezzogiorno· d'Italia,. deva>:1tala po~olazione infa_n~,jle, intaccandola implacab1l)llelite nel prezioso organo v11;uvo? . 1 Come si combatt~ il gozzo-cretinism,o, che in_sidia le forti popolazioni delle nostre più splendide valli.alpine? A che vale che i pellagrosari si vadano chiudendo, · ·e che nei manicomi i pellagrosi, prima numerosissimi, sieno ora ospiti rari, se i letti da loro· lasciati liberi sono ora occupati dalle dttime ·dell'alcoolism9? Nord e Sud. Occorre- combattere. l'ignoranza. Perchè ,in m~ p_aese civil_ei c;'ttadini .ii una regione debbono vivere iu con-dizirne' di assoluta inferiorità ri- spetto a quelli- di .altre ? . La sperequazione che esiste nel campo assi~ten-. ziale tra il Settentrione e il Mezzogiorno d 'Il alia è ver– gognosa: nel 1-912_ (non abbiamo statistiche più recept.i) il Lazio assisteva n_ei suoi ospedali un· abitante ogm 23; la Basilicata uno ogni 8331 Il patrimonio ospeda– liel'o in Italia era, alla stessa epoca, rapprP-sentato. da un capitale rii L. 47 per ogni abitante in Ligu~ia, , . mentre in Basilicata tale capitale scendeva alla cifra irrisoria di L. 1.,28. · Il persornde di assistenza ospedaliera ed. extra-o– spedaliera. (infermiere, visitalrici, ecc.) tecnicamente preparato, è assolutament~· definien_te in Italia;··il p~o'. getto di riforma assistenziale del defunto 9n. Bertolm1 dorµie negli ·a-rchivì, e mentre in America ed in Ingbi_l– terra ie infe1·miei'e·prov1ett.e,·preparate in apposite scuole, sommano a-molte decine di migliaia,· in Italia, ove e- . sistono .soltanto poch.e scl1ole dovute all'iniziativa pri– vata.le infermiere diplomate si contano a poche centinaia. S i pensi quanto bene pot.i-ebbèro arrecare, con la loro ·opera di'- penetra;;ione regli ambienti di famiglia e di lavoro, queste missiònarie della salute, specialmente . in quelle regio11i meridionali Pd iusula1i ove, com·eab– biamo visto,· così d('sclante è la rnrità e la povertà dei congegni ospedalieri. , .. . Bisogna che il pubblico si persuada che le malattie sociali sono un tutto unico, e che vano è il tentare di com\)~tterle, come attualmente ancora si fa, senza al– cuna coordi:nazione e con mezzi inadeguati alle fonda– ment::t li cause comuni: tubercolosi ed alcoolismo, ma– lat.t.ie veneree e malatti~ infantili, prostiJ,uzione e cri– m inalit;ì, germinano insieme (come funghi di specie dif– fer('·nte, 'mà pur tutti velenosi) su quel terreno ideai– .mente favorevole all'accre~cimento delle male piante, ohe è· la famiglia ignorante e misera, veg('tante nelle elise in.salubri do_ve non penetra luce di sole nè il prov– vido cal6re di una educazione· veramente civile. 'Come un fiume non si eleva oltre il livello de-Jla sorgente, così lo stato sanitario di ogni paese non può essere superiore all'educazione dei Huoi abitanti. Non si può pretE!ndere una coscienza igienica là dove la scuola non eserci~a a pieno e dovut,que la sua,influen_za eduratrice. , . La civiltà italiaua è ancora maecbiata dalla ver– gogna di circa 9 milioni di analfabeti: !Cl Stato ha giu– dicato se stesso, cre11ndo per la lotta contro l'analfa– betismo· un Ente speciale, riconoscendo, cioè,. implicita– mente l'insuffi.èienza del· Dicastero· competente dell'I– st.ruzione: viceveffa in 2 anni. guesto E,i.,te non ba a~cora ·datò s('gno di vita. Sono constatazioni cosi elo– q1,1ent.i,'che ogni commento è superfluo. Come ·pretendere un adeguato ,sviluppo della co: scienza igiènica delle nuove generazioni, quando imlla !!l , fa per dare agli educatori di esse un 'istruzione adeguata?· CoI1Je pretendere clie -le future madri tùfelino ade– guatamente le tenere vite infantili, quando ne!le ~cuole Normali tutto si insegna fuorchè gli elemeph d1 pue– rico-ltnra e di eugE>nica, che dovrebbero· .essere il fon– damento morale di ogni sposa futura? Come prete1idere di combattere le malattie sessual_i dilaganti, se ai giovan_Etti"nul_la si in~('gna_nell~ sc1;1~la . e nella famiglia per d1fenders1 da ta11_mah. ev1ta~1h ~ per acq11istare una pura conoscenza d1 qu('1 fe_nomern della generazione, ch e dovrebbero e~sere nobil_ment~ spiegài-i dal Mae~ t.ro, invece che sordidamente nv,elati da -compagni coi;rotti? · \ ) I. \ ' 1

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