Critica Sociale - XXXI - n. 20 - 16-31 ottobre 1921

I ·partiti e·lasalute d lla stirpe Nel pubblicare questa l~ttera dell'egregio prof. Levi non avremmo eh~ a ripetere, parola per pa-, roia,' qMnto scrivemmo già ~1el. numero del 31 lu– glio. Teniamo _sol?r.atutt? _a nch!amare nuovam_ente l'attenzione dei d1ngenh. 11Partito e le orgamzza: zioai sindacali, perchè sappiano· trar profitto, per 1 nostri fini, dalla provvida iniziativa, impedendo che essa ristagni nel limbo di uno sterile filantropismo e facendone un'arma· di lotta per la salute e la ele– vazione del proletariato. La CRITICA SocrALR. Chiarissimo Signo1: Direttore, All'anonimo critico ed alla Direzione della Sua autorevole Rivista, che con parola assai benevola hanno, nella Critica de l 16-!H l uglio, commentato il mio pro– gramma di lotta cont.ro I~ malattiEl sociali, voglio' e• sprimere il mio animo s inceramente grato ed insieme meglio chiarire i fini e le modalità dell'opera dall'Isti– tuto già iniziata, e che fatalmente resterebbe vana se 110ntr.ovasse il •consenso fattivo degli uomini migliori di O<Yni fede e di ogni partito. · . ÌI commento editoriale·afferma la necessità chEl. la nuova inizintiva, sorta• dall'ambito di un'a?.ione pura– mente scientifico-filantropica, assuma il valore di una vera battaglia 's,ociale per' la rivendicazione del diritto a q\1elle condizioni umane di vit.a, che, sole, possono permettere lo sviluppo morale e fisiro dell'individuo e della società, Appunto così io la intendo, ed a questo fine credo · si debba da ognuno e con ogni energia aiutare un or– gar-Jismo che si propone anzitutto di studiare l'e11tità dei mali che affliggono le classi indigenti, clenuncian– done le cause con serena obbiettività, e segnalare per quali vie, presso nazioni della nostra, in questo senso, più evolute, si è giunti a ridurre, in misura imponente, la. morbilità e la mortalità nelle cl;issi la– voratrici, aumentandone cosi. .in alto grado la poten- 1.i1dità produttiva, con vantaggio ,inc11.lcolaùile ·degli individui sii,goli e della co.m\rnità. età inferiore a 5 anni, mentre più della m6t,à potrebbe esser s11.lvatada sewplici misure di .profilassi, di edu– cazione igienica e di previdenza. Oltre 25.000 illegit– 'timi popolano ancora ogni' anno gli asili dei trovatel!i, e la loro mortalità è qnasi doppia di quPlla dei leg1t,.. timi. Ohe un simile enorme sacri'fìeio u.lllano ;;ia ripa– rabile è dimostrato dalla riduzione della mortalità in– fantile nei p1,esi pit\ progrediti di Europa, e special– mente ·nei Domi11:i01~s Inglesi, ove la mortalità infantile è ridotta di una quota che varia dalla metà,a due terzi, rispetto a quella del paese nostro, ove pure il progresso fu, negli ultimi 50 anni, n.otevolissimo. · , L'immenso significato di queste constatazioni uon è solo ignorato dalle cl,issi popolari, rhe' pur sono le pit{ interessate a ben conoscerlo ed a val'ersene, ma è ancor troppo poco considerato dalle classi dirigenti: un snpino !'atalismo, nutrito di iinoranza e di .i~gi.usto scettici~mo, domina le une e le altre. Trc.ppo si 1gnom, ovunque, che morte e malattia non colpiscono a caso, ma in parte dipe!J.dono dalla volontà umana. Al danno si può e si deve riparare. Due esempi: la malaria, la pellagra. Che la morte sia procrastina bile e che la mtdia' della vita ulllana possa essere notevolmente accresciuta, è trionfalmente, dimostrato da .dati 'statistici indiscu– •tibili, e soddisfacenti ~nèhe per i'l paese nostro: la mortalità generale era 111I_talia, nel 1872, del 31 p,er mjlle, mentre nel J914_scen~eva a lJ,94 per mille;jla ;nortalità per malattie mfett,ve, che era del 6,13 per mille nel 1888, è .discesa, net 1914·; al 2, 18-per milte. _ Queste neitevoli conquiste nostre banno acquis_ito ad .ogl)i -italiano, nello spazio dt soli 30 anni, il tesoro inestimabile di una mairgiore probabilità di vita che somma a ben 12 anni: la'· durata media. della vita u– mana, che era iu Italia di soli 35 al)ni nel 1876 87, , è salita a 47 nel 1900-1912. Il valore cli tali cifre dovrebbe far 1;iflettere ~ut.ti i cittadini, e sopratutto gli org11.nizzatori delle cl assi lavoratrici: tali conquiste nostre d_ebbonoinfatti essere stimolo a nuove e più gloriose battaglie .. La mèta ci è segnata dal progresso· realizzato press.o nazioni ih questo senso .più della .nostra evo1ule: nella Nuova .Zelan,-a la mortalità è ridotta al 9,6 per 1000 (in Italia è Il danno economico delle morti precoci. del i7,94) e la durata media probabile· di vita è salita Poche cifre basteraJno a persuadeni il lettore .che· alla cifra, rallegrante è stimolatrice, di ben 60 anni! l il valore umanitario ed economico-sociale di questi fe. · Cifre non meno persuasive potrei citare in rap– nomeui è tale da esorbitare completamente dalla. sfera - porto ad ogni singola malattia sociale, e·que~to h? fatto della filantropia e della scienza pura, per assumere il in• una pubblicazione di propaganda che ~ar_àpres.to f:lignilicato di uria tra le più gravi e fol)damentali 'que- diffusa dall'Is'titnto da me fondàto, al ·fine supre:no di stioni politico-sociali. scuotere l'indiffere11za incon~épibìle dei datori di lavo1·0 Negli anni di guerra la popolazione civile ha av,uto e dei lavorato,ri di fronte a fenomeni il cui valore eco– un numero di morti di oltre 500.000 superiore alla nomico· è strettamente corrispond®te al sig,oificato media normale: ciò significa, secondo gli economisti, morale. . una perdita, in valoi;i umani, di oltre 21 miliardi di lire. Obi può calcolare in miliardi il danno che deriva La diminuzione·, delle nascite 1,ffettive e presunte agli Italiani singoli ed alla nazione tutta dal fatto clie nel periodo bellico e pcst-bellico somma ad un milione .at.fualmente ancora, nel periodo,estivo-autunnale, oltre e tre quarti di speranze di vita spente; p'ur tenendo due milioni di concittad,ini'nostri .sono fe,bbricitanti per conto della .mortalità nei primi anni di' vita, que~'ta malaria, resullando così, enormemente climinuita la loro· cifra significa la perdita di un milione e 300 000 cit- facoltà produttiva? tadini che potrebbero ayer raggiunto i 20 anni e pro-· . Ho citat?, a bella p0st,a: la malaria, 'per·chè si durre per molto tempo ancora: tale fatto rappresenta,· tratta di una delle poche malattie sociali· l_acni impor– economicamente, una perdita che s'aggira intomo' ai tanzà. si è già da tempo imposta all'attenzione dello 45 miliardi di lire. · Stato, che ha impresa a combatterla con mezzi r'elati- Se a questi danni d~lla popolazione civile si ag- vamente adeguati: la mottalità per malària è così assai giungono le ben not.e cifre relati ve alle• conseguenze notevolmente dimi1ruita: -nel 1887 si av1wa110 ancora dirette della guerra (500.0UO morti, 600.000 invalidi, 21.000 morti in un anno, mentre nel 1914 non se ne 800.000 orfan.i)r necessariamente conviene concludere ebbero cbe poco più di 2.UOO. , · che a questo enorme salas~o si impone di por riparo Q'uando lo S~ato lotta contro una determinata ma– con una tempestiva ed amorosa tutela delle attuali e latti a sociale con mezzi adeguai.i,· ,,a .la vittoria: la future generazioni, insidiate da. mali in .gran parte evi- pellair:a, che era v~rgogna italiana, si può dire debel– tabili <!on mezzi scientificamente noti ed PCon01p.ica-· lata; 1 malati in un trentenni~ sono ridotti a meno di mente produttivi. - i . . un terzo (da._JC3.000. nel 1881~ a 33:ooOnel !'9,10) ed Ogni anno, infatti, muoiono ancora, in Italia, 150.000 11 numero. de, _morti, che ,uel 188,1 era· di oltre 4.00Q, è creaturiue di età inferiore ad un anno, e 270.000 di sceso a 793 nel 1916. BibliotecaGino Bianco

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