Critica Sociale - XXX - n. 24 - 16-31 dicembre 1920

378 CRITICA !OCIAL! verso ),a « fill,.a, schiero >> dei fo.me.Jici travet - ,che lo Stato, già sconquaS1s.ato,si rovini del tutto per vo,i? Che egoismo -è il vostro? Che ,c..ari{àdi patria ? E poi non v'accorgete che ogni aumento è illusorio, che la c,arta-moneta diviene ogni gi,orno più carta stracci.a, che, vi.a via che risco:terete di più, più alto sarù hl co9Ìiodella vita? - E, mentre così sermon,eg– gia, non s'avvede, l'autorevole economista subalpino, di questa froebeliana v-eriià: che ,ainche in regime di ooirba straccia, chi meno ne ha peggi-o sta, e che, mentre il bilancio statale è in <>osìlacrimevoli conJi– zioni, è ben singo,Jare ·-che egli se J.a prenda con le cem~rentole dell 'o-ra procellosa che corre e non con gli industriali dagli opimi dividendi, coi lad•ri in ve– ste di probi boUeg,ai che -ogni giorno cordialmente affamane, il dabben cc consumatore n, con i fornitori, gli appa!Latori, i liquidatori e i loro voraci avvow-li, tuttodì intenti a patrio<tticarnente assaltar.e e ·depau– perare il ruakoncio Tesoro erariale, coi «frantoi.ani»_ della Costa Azzurra, -coi vilicultori del Pi-emonte, del P,avese, d,e;JM-ezzogiorn,o, inv-ocanti ad 'alte grida l'e– sonero da.lfo ta,sse, con gli -agrari della bassa che non sono stati mai così ricchi, coi gaudenti d'alto e mo– d,esto bordo affoJJ,anti i teatri, i casinò con l'accento gal'Ji.co sull'ul,tima, i bar, i bordelli, con la mollitu,. dine di gente di tutti i aeti che non ha ma-i fruito di un così .Jmgo viv,ere come in ques.ti anni di mis-eria salmodi,ata su tutti i toni. Pe'l'Chè - ripeto --'--solo una, classe deve recare sugli ome,ri la soma delle an– gustie d'ell'ora? Quali sofisipi possono l,egittimare una così assurda e iniqua pretesa? Chè se, in effetto, è ,essa una classe elefantesc.amente pletori-c..a, ,abbi-a il Gov-erno il coraggio di f,are piazza pulita <lell'ele– ~ento esub{)rante e p,ar.assitario. Se è vero, exempli– gralia, ,che neUe F.erro-vie, nene Pos.Le, in taluni Mi– nisteri, si stipano, ,a migliai.a, avventizi e ,avventizie dell'-èra bellica, ingombranti con la loro inuWe pre– senza tlo spedito a,nd.a-re del lavoro dei cc titolari >> o procuranti ,a qu-esti non leciti ozi, si lioen.zino gli av– ventizi: anche a costo di' dover iaffronta,re uno scio– pero cc di ,solidarietà » nelle Ferrovie e nelle Poste ! E p.a:rimeu:Li si facci-ano, e si facciano sul seri'o,. tutte 'le econom~e p-ossibili e dovero&e. M,a -si ponga ter– mine aHa vergogn.o,sa e rovino.sa ingiustizia sulJ.a quale ho richi.amiato la tua ,a,ttenzione di politico oolla lunga vista e di uomo d.a,Jcuore aperto .a ogni senso di umianità ; e si faccia presto ; p-erchè lente s,çor– rono le lancette sull'orologio per chi vive con la ,sua brigata una viL.agrama e ha offesi da un trott.amento, non degno la sua dignità e il suo sentimento di giu,– stizi.a. E sono, con l'antico ,affetto, il tuo la distribuzione della riccheu;a e l'esercizio del· po– tere politico. ln mezzo allo sfacelo dei vecchi ordina- . menti, già inetti a governare la società mentre man• cano, ancora persino i germi degli ordinamenti nuovi, , la lotta si combatte tumultuosamente, con effetto so– pra tutto di di~truzione; e tutti coloro che son presi in mezzo nell'urto, corrono rischio di essere travolti e schiacciati. . Le classi medie sono, senza dubbio, le più disgra– ziate: soffrono l'urto dell'una parte e dell'altra, e non hanno forza di reagire nè di resistere. ·Gli industriali, i proprietari di terra debbono concedere aumenti di sa– lario per compensare la crescente diminuzione del valore deHa moneta? e se ·ne· rifanno aumentando, in proporzione infinitamente maggiore, i·l prezzo delle merci. L'operaio all-0ra riprende l'ag,itazione e· chiede nuovi aumenti, perchè il suo salario ricuperi l'anteriore capacità di acquisto: e si continua cosl, in un circolo vizioso che non ha uscita. Le cl-assi medie non rie– scono invece ad ottenere aumenti di entrate, non che proporzionali, neppure lontanamente comparabili con l'aumento del costo della vita, e son ridotti a un Ii- 1 vello che il confronto eon l'ascensione degli altri rende' anche più umile e umiliante. Non sono solo gli impiegati che soffrono di questa miseria, ma i pensionati, i possessori di modesti peculi cumulati con la speranza di una tranquilla vecchiaia, alcune categorie di professionisti, (altre invece si accostano, per la larghezza dei guadagni, alla categoria dei pe– scecagnolini ! ). Potremmo mettere con costoro le Ope– re Pie, che hanno i loro patrimoni investiti in cartelle di rendita e in case da affittare e, con spese quintu– plicate e sestuplicate, hanno ancora, suppergiù, le rendite del periodo prebelliéo e, o. son costrette a re– stringere l'qpera loro, proprio nel momento in cui ce n'è più bisogno, o debbono vendere e consumare la loro proprietà e falcidiare le rendite future per continuare la loro .missione. Lo Stato e i Comuni sono invocati in aiuto da gran parte di costoro : dagli impiegati come dagli Ospedali, dai pensionati corne dalle Cqngr,egazioni di Carità. E sono anch'essi carichi già di debiti,' e hanno ogni anno un 'ecceden~a di. spese sulle entrate. Eppure. l'invoca– zione è giusta, è sacrosanta, è tragica, anche quando il dolore è temprato dal sorriso (un po' amaro, per altro) dell'amico x. y. Che, fare? · Per quel che· riguarda più direttamente Monsù Travet noi vorremmo fargli intendere ehe la que– stione è, anch~ e sopratutto, q.ue ~tione squisitl,lmente politica. Monsù' Travet non ha sentito, durante la guerrll, che il suo posto era col proletariato e per. le nuo.ve idealità. Esso è rimasto incatenato alle ideo- X. y. \ Abbiamo noi scelto il titolo, che è in cima a questo scritto dell'amico nostro; e nel titolo non è omora di scherno, come non era scherno, ma sincero senso di solidale pietà, nella famosa commedia del Bersezio. Noi sappiamo che il mille denunciato dall'amico x. y. è tutto, tutto quanto, vero, e come dolorosamente .vero ! Sotto la tumultu.osa tragedia, che è la trama e il tessuto del presente momento della vita sociale, ci sono infinite altre oscute tragedie particolari, che il pubblico ignora o trascura. Ma sono anch'esse parte, - o effetto, della tragedia più vasta. E un momento di érisi; e la crisi si ripercuote su tutto e su tutti. Due - ogie borghesi, come•oggi,. ,spaventato dalla vi-Olenza della lotta di classe, rifiuta di vedere le ragioni di giustizia, di necessità, di fatalità storica clie sono nello sforzo, pur.e incomposto e tumultuoso, dell'ascensione proletaria, e gli si pone contro. Così al movimento dei lavor11tori mam,iali manca spesso quell1,t evidenza di luce ideale e di senso di giustizia, che la partecipa– zione dei• lavoratori intellettuali avrebbe contribuito a darle: ma questi, alla lor volta, si fanno complici della resistenza e, più che della resistenza, della violenta reazione spirituale e materiale delle classi dirigenti e non s'avveggono neppure che, con -tale complicità, essi prolungano è !lggravano la crisi e ne accresc01;io le ri- percussioni a proprio danno. ·. - class~ opposte sono in lotta fra loro, che si contendono Questa colpa dei lavoratori intellettuali non riscatta, . · -BibliotecaGino Bianco

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