Critica Sociale - XXX - n. 18 - 16-30 settembre 1920

CRITICASOCIALE 287 tuisce il fondamento e il punto di partenza di tuttà lia filosofia positiva, è esperienza interiore, psichica. Il fatto, del q uale abbiamo certezza immediata e assoluta, è p.er l'Ardigò il fatto di coscienza; ogni atto psichico, « importando la coscienza di se stesso, importa con ciò necessariamente la certezza asso- , Iuta del suo essere; ossia della sua realtà oome atto psichico». Il principio fondwnentale di quel fenome– nh,mo ideafisttco, che è pur siato da tanti contr ap– posotoal positivismo qt.L:J.si il seppellitore di es.so, ero stato posto dunque dal l'A vdigò alla base del suo sistema. Ma l'Ardigò non incorse in quel pericolo, cui mette capo l'idealismo del M~ch e di altri a hli affini, di cadere nel solipsi smo, che nu lla può ammet– tere fuori della coscienza p ersorua.le, cd è anzi con– dannato a non riconoscere l'esist enza del puro stato di coscienza attuale; perchè egli, anche se prese come fatto psichico elementare la sen~zione, non isolò per altro nessun .abto di coscienz.a dalla conti– nuità dellia vita interiore. L'unità della coscienza, la confluenza mentale, che è il· processo e la legge es– senziale della vita psi chic.a, non è (come potr,ibb 'es– sere un siìlteme. atomico) un resultato del concorso di elementi per sè st.anti; chè anzi la distinzione di questi elementi, alla quale noi possiamo pervenir,e, suppone una •totalità indistinta antecedente. Oltre lo stato di coscienza presente, n0i siamo tratti alLa·continuità della vii.a interio·re, e da questa oltre, all'infinito: ooche « quando il pensiero perda di vìsta l'infinito, fissandosi nel distinto finito, esso infinHo lo assis4& inosserviato, e costituisce la forza della lo– gica del suo discorso» (La formazione naturale ecc., pag. 136). Cosi si oltrepassa anche il limite della inte– riorità individuale. Il p_ensiero, che ha pµre un 'inclinazione naturale a fermarsi ai distinti finiti, è tratto suo mialgrado e. proceder sempre all'infinHo, a seguire la continuità del processo, per cui un fatto ha sempre La sua ra– gione in :i:Itro fatto. E, se in questa via non può arre– starsi, per quanto lo desideri e lo tenti, ciò significa che c'è unia forza che lo sospinge: l'infinità stessa della natura e la .continuità di tutte le coS:e, « La na– tura (dice l'Ardigò con un'espressione che rich'iama il significato conferito dal Cusano e dal Bruno al principio di Anassagor.a, che in ogni cosa son tutte le altre) la niatura è la continuità di unu cosa con tutte le altre». Il super.amento del solip-sismo, l'uscita dall'inte– riorità della coscienza individuale, è dunque dato qui dall'.apJ)'licazione di quell'imperotivo logico, che è il principio di ragione, il quale serve a giusiificare la sua stessa. esistenza come legge della mente, richia– mandosi all'esperienza che deve averi.a determinata. « Il principio che, un fotto qualunque ha la sua NL– gione in un fallo precedente, è, per ,effetto dell 'espe– rienza che l'ha determinato, una legge dell'intelli– genza. E l'intelligenza ! ',applica sempre e l'appli-ca senza fine. Il supporTe che la mente, che è chiamata .a funzionaTe co,-.1,concluda fermandosi ,a un primo, è supporre che la legge della mente non è I.a sua legge, valé a dire l'assurdo». Per ciò la spiegazione dieH'esperienz,a non può es– sere cercata dall'Ardigò in un primo assoluto, cui la catena si arres•ti, cioè in una causa sui, o in una sostanza, materiale o spirituale che sia: il coneetto, .al quale egli ricorre, come preoedent-e alle distin• zioni del sogg,etto e dell'oggetto, del me e del non me, è il coru:etto dell'indistinto. Ma che cos'è l'indistinto? :E: forse, •Come l'inconoscibile di Spencer o 1 'inconnu di Littré, una reaHà assoluta, inaccessibile alla cono– scenza umane., la quale resti invece sempre chiusa nei limiti del relativo? è, insomma, un 'entità ontolo– gica, una sostanza--oousa di tutto il mondo feno– menico? L'Ardigò (si ricordi) non ha cr.edub di dover ri– nunciare alla fede Teligiosa, fin che non gli è sem– brato di aver superato intieramente la tre.scepdenza, che. lo Sp-enoer invece ha mantenuta e posrta come ba,se della oonciliazione di religione ~ filosofia. II suo indistinto non è se non un concetto limite, che segna il punto .al quale la mente nostra è arrivate.; punto d'arrivo ma non d'arresto, conclusione mia non definHiva, come sarebbe stato se lo si fosse con– vertito in premessa e fondamento, in principio e teca Gino Bianco punto çli partenza, quale è ogni concetto di sostanzia o cosa in sè, nota od ignota che la si suprpong,a. La preoccupazione dell'Ardigò, eome nofava l'Hofìding, è di lasciare sempre l'o•rizzonte aperto•. C'è, nel suo pensiero, H respiro inestinguibile del– l'infinito, che egli sente non poter mai da nessuno esser imprigionato definitivamente nei limiti di une. concezione sisbeIDJaiicaehiusa. Per ciò egli ama ,par– lare di indirizzo progressivo e,non di sis.tema. E, per questa consapevolezza e p•resenza continua dell'infi– nito, egli non arriva, neppur ponendo il principio di ragione come imperaclivo logico, ad un dieteTmi– nismo •rigido quale si presenta, per es., nel mate– rialismo di Hobbes, per cui tutto il sistema deHe cause, e quindi degli elTetti, è déterminato ab aeterno. Il concetto d'infinito non è compatibile con l'idea di un sistema conchiuso: implica non una sol.a e ferrea linea di necessità caus.ale, ma una possibilità infinita; che, quando si sia avverata, si manifesta in una direzione, ma, prima di avveransi, ammetteva in sè, nella, ,sua potenz,ialità, la moltep.Jicità di infinite direzioni. Al posto del rigido determinismo c'è qui accolto quel principio- della conting,epza, cbe nella filosofi<a:del Boutroux parve l'opposto del p0sitivi– smo; e potè invece da un disoopolo dell'Ardigò, il Te.rozzi, .esser pr,eso come cardine della propna -0on– cezione filosofica. La possibilità che da:lla scuola dell'Ardigò ,i svol– g-e.ssero tendenze verso un positivismo idealisiico, come ,anche col M.ar.chesini verso un pragmatismo, derivava dal ooncetto stesso d',esperienza che a lui è proprio, che è I'-esper ienza psi chica. Anche nella dinamica s ocie.le egli affermava - ..com– battendo non la vera concezione di Marx, -rna I-e de– formazioni materialisti.che di essa - « la prima/ilà della attitudine psichioo, che genera i fatti, come quello economico e gli altri, me. creandosi così poi degli aimbienti nuovi, che, ooa:gendo su di essa, vi de- . terminano aiJLeggiamenti ulteriori». Che era un'affer– mazione di quello• stesso fecondissimo concetto de.Jla storia umana, che Marx ave:v:a defini!o eome rove– sciamento della praxis: dello spirito umano inteso come attività, la quale crea continuamente le eondi– zioni della propria attività ulteriore, e continuamente su di -esse re.agisce, producendo, in Iuogo di uno . stagn:ante adattamento passivo, la vitalità ,perenne del proprio sviluppo. E, in corrispondenza a questo ricono8cimento della coscienza come forz,a attiva e crea,lrice, sta, ' nella morale_.e nella teo·ria d-ell 'eduoozione dell 'Ardigò, il principio dell'autonomia. Non si può negare - scrisse un giorno un •Cri'tico acuto - che La morole ,ji Ar– digò esalti tutti i valori dello spirito. L'indirizzo del– l'umanismo nell'etica, che A. Comte non aveva po– tuto alTermaI'e senza contradizione co•I suo og'getti– vismo, come aveva trovato un'affermazione fondata e coerente nel positivismo volontaristico del Feuer– bach, cosi trova legHtima posizione e fondamento nella doUrina dell'Ardigò, che s'imp,ernia sul con– cetto dell'esperienza psichica, e la psiche :ntende qu,aJ,eattività~ e 1 l'idea quale forza impulsiva. L'uma– nismo è affermazione di un oonato verso un fine: e chi <lioo finalità dice anche afierm:azione dell'aspetto soggettivo e del principio di attività; dice autonomia interiore; dice valuotazione. A tutto ciò Comte non poteva gi-ungere se non rinnegando· se stesso; Ar– digò, come Feuerbach, confermando e svolgend'o il suo punto di partenza. · Ardigò poteva quindi asserire •Che « l'atto umano per ecceJ.lenza è l'atto determinato dall'idealità so– ciale; ... l'azione umana, specificamente,'tale o mOTale, è l'azione disinteressata. E, dove la si riscontra, la si afferma. Ed è quindi la qualità col segno posi– tivo. Se si incontra invece un atto egoistico, questo è per l'uomo unia qualità negativa, cioè la nega– zione di ciò che si dovrebb'esse11e. Ossia del disin– teresse, che si richiede nell'azione, perchè ,possa es– sere considerata come un 'azione umana v,eramenbe tale». * Nella rea,zione idealistica contro il positivismo, la quale occupa di sè il più recente trentennio, anche l'indirizzo dell'Ardigò fu detto superoto; ,ed egli par-

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