Critica Sociale - anno XXX - n. 1 - 1-15 gennaio 1920

r 12 . CRITICA SOCIALE vam, m seguito alla distruzione dei titoli d3i lo~o prestiti, a mano a mano che venissero .a. cadue m proprietà dello Stato, ed aumentare in quella_ vece le loro entrate per la parte loro spettante su, red– diti provenienti rispettivamente dai terreni e dagli immobili nazi·onalizzati. Nel mentr,e così verrebbe ad aumentare ogni anno l'ammontare complessivo delle entrate di cui potrebbero disporre lo Stato e le Provincie e i Comuni, in modo da potere soppe– rire più largamente ai loro più urgenti bisogni, pri– missimi fra tùtti quelli della scuola popolare, della. scuola professionale e della coltura popolare in g~– nere, si verr-ébbe, nel tempo stesso, a rendere pos– sibile il passaggio graduale dal sistema finanziario attuale, a base di imposte, ad altro a base totalmen– te di redditi, cioè a dire a rendere possibile l'aboli– ziorie graduale di tutte quante J.e imposte, di tutti · questi inceppamenti alla produzione,• ciò che ha sempre costituito il gran sogno della scuoJ·a econo- mica liberale. · * fi ' . Come vedi, questo ora· qui de 'linea.to 11011 è che un abbozzo embrionale di progetto, che andrebbe studiato, -sviluppato e completato, onde renderlo at– tuabile. Non ho bisogno di farti rilevare come· io non abbia neppur toccato certi punti che pur sarebbero anch'essi di grande importanza: p. es., le questioni· che sorgerebbero dal fatto di ca.pitali investiti entro il territorio italiano,. ma ·posseduti da stranieri; i lemper amenti che sarebbero necessa.rii nei casi in cui la morte d'un erede succedesse a sì breve di– stanza da. quella del d-0funto dal quale ha ereditato, da non avere reso possibile nel frattempo alcun au– mento· di accumulazione a,] di sopra dell'ammontare ereditato; i mutamenti nel valore della moneta che potrebbero fare apparire un ca.pitale, effettivamente aumentato dal defunto, dello stesso ammontare in moneta di quello ereditato da quest'ultimo; e molte altre questioni consimili che saltano fuori quando si considerino i diversi casi particolari possibi.Ii di appli~azione. . . , . . La questione, invece, del come impedire le frodi mi sembra semplifi,cata dalla campagna che ogg\ combattono anche i giornali conservatori in favore della nominatività di tutti i titoli. . re nel. tempo stess0 il f~vore. dei socialisti l'i.formisti · e della frazione più 'avanzata ·e più illuminata della .borghesia., la quale, vedrà oe~to in essa, non già la negazione e . i,J misconoscimento della effettiva e grande utilit~ della proprietà privata, bensì soltanto quella sua giusta limitazione che la contemperi col maggiori:, benessere sociale. Solo in tal modo potrà la proprietà privata venire· giu~tificatà e solo allora essa potrà assidersi, in quanto essa ha di più essen– ziale, su. ben più solide basi che non le attuali, così pericolanti. · ' · A chiunque rifletta, lo· statQ attuale .delle cose non può non preoccupare profondamente. Questa lotta continua ed accanita fra i due elementi fonda– mentali dél]a produzio)le; questo stato d'animo che ·sempre. più si diffonde e si, imprime nelle masse salariate di non volere più lavorare per impin– guare i profitti del capita'!ismo sfrù.tt.atore; ,quest'odio ,di cl·asse spinto al parossismo, questi continui sus-· sulti della compagine sociale,' questo fermento rivo~ luzionario allo stato: cronico, che dilaga non solo . qui- ~a _noi, ma.in ,tutti qm111,ti, _iPaesi capitalistici., a commciare dalla stessa -AIT\enca che meno ha sof– ferto dalla guerra, non può. a 1ur{go andare, ~non condurre alla rovina economica generale e al tra-· monto della nostra civiltà mi!le1:iaria., Solo il Socia– li_smo, aspirazione ideale verso_ ùna giustizia supe– riore; può - purche non sma ,rr1sca.la sua -strada ~ emancipando gl'i sfruttati e gli oppressi, assicuran~ 1 do rapporti economici più equi, stimolando con rin- · • novell~-to ard0re al ·lavorq 'intenso e gioioso e .a.I ri– SP,ari:n10beaè:ficò d~ sempre nuovi_cap,itali, essere in grado di ricondurre J.a·pace: e la fratellanza fra oli ·uomini ed iniziare veramente una civiltà nuo:va O e , piìi' alta. E sar:ebbe rion picCQ]o·vanto dell'Italia no– stra di, essersene fatta -essa l'iniziatrice e la bandi- -tric::efra gli ,aJtri popoli. · · . . - • . Ma•se questo sia possibile, sta ora a te e ai tuoi colleghi. di giudicare. Con antioa e profonda amicizia. tuo ' . . · · . • _ EUGENIO R.IGNANO.· .-, NICCOLÒ MACHIAVELLt . -, giudice del'la . ho stra vittoria Rimarrebbe, piuttosto, il solito spauraéchio, che viene se~pr~ ·a_gitat? in. o_cca~ionedi qualsiasi rifor-, ma c_hed1mmUJsca 1 pr1v1leg1della proprietà priva- ta, CJ?è la fuga. de! capi~ali all'estero. Spauracchio, Più di Ufl anno é t;asc~rs0 daJ,lavittoria, ed a:ncora \ tt!ttavrn_,-al quale s1 dà d! ~oli_toun'importanza mag- 11folli lo-pensano,1 ~ io lo. d,icoi g,?re d1 9uanto_es$t>i:ner1h, srn perché con adeguate si disputa in Itailiq su chi si.a uscito veramente vinto n:i1sure s1 p~ò 1~pe11re ,qll:esta fuga in gr~n prte, · dana g1;1evra:se. il' nemioo; elle ha saput<? abilm~n1e srn perché 1 capitali effettivamente esportabiTi non sgusciar di man 1 0· al ~incitare rovésciahdo {I· 'ptophò sono ~he una ~en piccola· frazione· del capitale to- Governo e ,fl'azionandosi in di'versi Stati, ma rima: tale d, una. naz10ne; e che, m ogni modo, verrebbe nendo sast;mzialmente se stesso ; oppure il vinèitove, b:en probabilm~nte _ap~rdere presto ogni valore, se che si dibatte in _gravj diffic?.Jtà.anc 1 he per la pròpria s, pensa alla irresistibile forza di propaganda che -alimentazione, piu gravi pe11sino delle diffi.ooità·del •avrebbe per se stessa una consimile riforma, ad es- senza _cosìprofo_ndamente sociali.sta, inaugurata che tempo di guerra, ed è costretto a riconoscere che Ja f?sse m uno_Stato, P('es~o_tutti quanti gli altr.i Pae- propria str,epitosa ·v~ttori.a non basta neppure ad im– ~1 a produz1o~e cap1tah~t1ca sviluppata, nei quali pedire .I.a rivolùzione e le riforme istituzionali che il_fermento dei lavoratori per la propria emancipa- già sono in cammino, nè fampoe:,o .. iJ trionfo elettorale z10ne non è certo minore che da noi · , del partito· riemieo dell.a,guerra, di ·quel partito ap- . C:er_to questa riforma non può s~·çldisfare i mas- punto.ché fu accusatò, di aver ,lavorato per la disfatta s1~ahst1;.ma non deve nepptJr sbddi,sfarli, se ciò che anzichè per la-vittoria. · e_ss,V?ghono è una espropriazione violenta rivolu- · · Ma vano è il per,dersi''in sofismi dettati dal oordo- z,'.m~ria, O comi_mque troppo rapida, la quale CO- glio ·O daWi-ra,di parte O dal bisogno di resplng'ere' I, stitmrebbe, per 11 nostro come per qualunque 'altro w Paese a produzione _capitalistica sviluppata, il più d.a. sè la responsabilità del grave fenomeno• più ~ataslr?fico sconvolg,ment~ ec?no~ico che si poss~ vano ancor.a il dar. corpo alle ombre cercando' mari– immagmare, apportatore d1 m1ser1e e di dolori sen-_ tenere in essere l'interventismo e il neutr~ismo 'di– za fine per tu!te quante·_le classi sociali. e, più che strutti entrambi .logieàmente l!lalla vittoria, o ·n' dea per tutte, per 1] proletariato stesso. Ma potrebbe es- preoaré un fantasjlla inafier'.l'abile, cioè I.a svaluta– sere fatta vost.ra da voi dell'ala destra, ed incontra- zion-e clella vittoria. Direste voi fo·rse fro.ttifero un BibliotecaGino Bianco

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